Discutiamone…. Il Lavoro !!

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Non dobbiamo mai dimenticare che il primo articolo della nostra Costituzione sancisce che la nostra Repubblica è rockefeller-lavorofondata sul lavoro. E’ importante chi nel lavoro fonda la sua ricchezza. La mancanza di lavoro equivale spesso all’impossibilità di pianificare una vita; la perdita di lavoro, altrettanto spesso, equivale alla perdita stessa del consueto modo di vivere, alla ricerca, stressante e frustrante, dello stretto necessario: giorno dopo giorno. Oggi viviamo una situazione di ristagno di proposte e di nuovi slanci industriali.  Non ci stupiamo se, fuori dalle fabbriche, dalle scuole, dagli uffici, si aggirino spaventati volti preoccupati del loro immediato futuro e di quello delle loro famiglie, bandiere di associazioni sindacali e cartelli di protesta, megafoni urlanti i propri diritti. Il lavoro è davvero cruciale, la paura di perderlo stravolge le espressioni del volto, incupisce gli sguardi, accentua le rughe, impoverisce i pensieri. Ed è quindi  giusto e naturale che le istituzioni cittadine, provinciali, mostrino altrettanta preoccupazione, se non lavoro-2altro per solidarietà, verso la paura che aleggia in queste persone. La paura è bene superarla, rifiutarla , non scendere a patti morali, non è possibile che ne vada di mezzo la pace, la tranquillità della propria famiglia e il futuro dei propri figli. A volte la disperazione porta a commettere atti inconsulti, purtroppo questo è un problema che bisogna prendere in considerazione e  devono farsene  carico e responsabilità anche gli organi competenti. Senza braccia e aziende che producono, il Paese s’impoverisce, con effetti negativi che ricadono  inevitabilmente su tutti i cittadini. Gli italiani sono considerati da tutti  come gente  dalle mille risorse e dalle menti più argute, non sciupiamo queste caratteristiche senza fare nulla. Facciamoci avanti a far sentire la nostra voce, anche quelli  che il lavoro da tempo lo hanno lasciato....ANGELOM

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COMMENTI

  1. il 11 luglio, 2011 Lorenzo.rm dice:

    Grande articolo, Angelo, con un richiamo forte, pressante: il lavoro è troppo importante perché lo si possa sottovalutare. E non è tanto per il fatto che chi lavora non mangia ma, soprattutto, per lo stato di abbrutimento che produce la mancanza di lavoro. Discutiamone senza paraocchi, per favore, e non attribuiamo colpe a questo e a quell’altro. Invece, collaboriamo per una soluzione, come ci chiede Angelo.

  2. il 12 luglio, 2011 lieve dice:

    Grazie Angelo !
    che dire? concordo su tutto,un grosso problema da non sottovalutare….W IL LAVORO E BEATO CHI CE L’HA!!!! Lorè,per la soluzione ci penserò…..vedo di trovarne una , almeno una…(come dire una goccia d’acqua nel mare)

  3. il 12 luglio, 2011 ANGELOM dice:

    Fino ad ora abbiamo sempre portato avanti una politica contraddittoria, ora è venuto il momento se non vogliamo che il nostro paese precipiti nel baratro, sia economicamente che socialmente, unire le forze politiche, sia governative che di opposizione e trovare di comune accordo una via d’uscita a questi momenti davvero difficili per tutti e in special modo per tutti quelli che hanno perso il posto di lavoro e tutti quelli che aspirano a trovarlo. Dovrebbe prevalere il senso di responsabilità da parte di tutti.

  4. il 12 luglio, 2011 Lorenzo.rm dice:

    Speriamo davvero, Angelo.

  5. il 13 luglio, 2011 lieve dice:

    E bisognava essere sospesi nel baratro, per riuscire a capire che l’unione fa la forza? Angelo? e che la politica contraddittoria non porta che a farci deridere dagli altri stati dell’unione;non che a sfiancare chi ancora crede e ama il proprio paese?

  6. il 13 luglio, 2011 Lorenzo.rm dice:

    Lascio volentieri ad Angelo la risposta, Lieve. Penso che la nostra fragile democrazia ne stia passando di tutti i colori, per colpa di tutti, a cominciare dai politici ma non escludendo le rappresentanze locali e sociali e neppure il popolo.

  7. il 13 luglio, 2011 ANGELOM dice:

    Lieve, al tuo commento preferisco dire “no comment”.
    Mi dispiace

  8. il 13 luglio, 2011 ANGELOM dice:

    La crisi non è ancora passata e la ripresa risulta piuttosto lenta e debole. Che questa situazione sia ormai diventata sempre più una certezza è anche testimoniato dagli ultimi dati sulla disoccupazione italiana.
    Alta, troppo alta, decisamente oltre ciò che ci si aspettava e, cosa peggiore, secondo le previsioni, le cose inizieranno a migliorare solo a partire dal 2012. Ciò significa che questo ormai prossimo 2011 sarà ancora un anno difficile per chi cerca lavoro o il lavoro non ce lo ha più.
    Secondo le ultime rilevazioni del Centro studi di Confindustria, nel 2011 l’occupazione rimarrà, infatti, quasi immobile (+0,1%), dopo il forte calo registrato nel 2010 (-1,7%, dopo il -2,6% del 2009) e riprenderà a salire solo nel 2012 (+0,9%), mentre il tasso di disoccupazione continuerà ad aumentare e solo dopo aver toccato l’apice (9%) nel quarto trimestre, inizierà a scendere molto gradualmente nel corso del 2012.
    Nei prossimi trimestri, secondo il Centro studi di Confindustria, il ricorso alla Cig rimarrà alto nel 2011 e interesserà 315mila lavoratori. O si potrebbe pensare ad azioni da realizzare in un’ottica di lungo periodo come quelle di offrire bonus e incentivi fiscali. Ma ciò di cui maggiormente si necessita è una riforma fiscale strutturale che abbassi il costo del lavoro per realizzare una redistribuzione più equilibrata della ricchezza. Il tutto favorendo e sostenendo le risorse umane.

  9. il 14 luglio, 2011 Giuseppe3.CA dice:

    La ripresa dei soloni di economia inizia sempre l’anno successivo, poi succede qualcosa per cui viene ancora rimandata all’anno seguente e così avverrà ancora senza soluzione di continuità. La realtà è che i giovani senza lavoro vanno avanti con gli anni e poi non avranno più l’età per essere inseriti nel mondo del lavoro. E` una mortificazione sociale, il diritto alla procreazione per la continuità della vita viene soffocata dalle difficoltà economiche e molti giovani non riescono, in un simile contesto, a crearsi una famiglia. La redistribuzione del reddito sta già avvenendo ma in modo anomalo, cioè: le nuove giovani famiglie riescono ad andare avanti solo con l’aiuto materiale dei genitori pensionati (altra mortificazione sociale) e dopo?. Tutto questo mentre la classe dei ricchi continua ad accumulare ricchezze.
    Lascio continuare a chi ne ha voglia.

  10. il 14 luglio, 2011 Lorenzo.rm dice:

    Giuseppe, ormai le crisi sono di carattere finanziario e non escludono le speculazioni. E la classica suddivisione fra ricchi e poveri dà soltanto una pallida idea della situazione reale. Ti abbraccio.

  11. il 14 luglio, 2011 nikodireggio dice:

    buongiorno condivido l’intervento di giuseppe. premetto che io ho vissuto la cassa integrazione mi ritrova a 57 anni con 15 anni di contributi quindi non avrò neanche le pensione e mi tocca rabattarmi quando i problemi si vivono sulla pelle vi posso assicurare che è tutto diverso da chi
    ha le spalle coperte……….cè un grande deserto davanti per i giovani un presente e futuro da disoccupati
    tutti bla bla bla sono veramente indignate per come sta andando avanti per modo di dire
    questa nazione


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