La Domenica del Bosco

I bambini amano il bosco

Non solo il bosco spesso illustrato nelle favole ma anche il Bosco incantato di Eldy dove hanno scoperto di poter leggere le storie delle loro nonne che raccontano episodi di quando esse stesse erano bambine. Oggi riportiamo due piccole storie adatte a nonne e nipotini.

La Pentolaccia

Una tradizione che si sta piano, piano perdendo ma che in molte cittadine o rioni di alcune città mantiene ancora il suo fascino, almeno per i bambini. È una manifestazione che fa parte del carnevale, ricade nella prima domenica di quaresima ed è destinata prevalentemente per la gioia dei bambini ma l’organizzazione è compito dei ‘grandi’, cioè dei nonni. La preparazione richiede giorni di lavoro: l’acquisto di una ventina di pentole d’argilla cruda (un tempo si reperivano in casa le pentole di terracotta non più in uso); la raccolta dei “premi sorpresa” per il riempimento delle stesse insieme a coriandoli e stelle filanti. Oggettini premio che in genere vengono offerti dai commercianti della zona quindi si può trovare un po’ di tutto: giocattoli, pupazzetti, trombette, caramelle, cioccolatini, penne, matite e pastelli colorati, qualche macchina fotografica usa e getta ed altro. In passato si inseriva nelle pentole anche qualche biglietto da mille lire per la gioia di chi l’avesse trovato. Ricordo che una volta era stato inserito in una pentola ben chiusa anche un topolino vivo e si può immaginare lo scompiglio creato tra la gente al momento della fuga del povero incolpevole animaletto.    Fa parte dei compiti di noi adulti la sistemazione di una robusta corda tesa tra due alberi, e gli addobbi di festoni, bandierine e palloncini nonché l’aggancio delle pentole  alla predetta corda in modo che tutto sia pronto per l’ora fissata dell’arrivo dei bambini. Ed ecco che la festa può avere inizio. I bambini, uno alla volta, vengono bendati e gli viene consegnato il bastone con il quale deve assestare un bel colpo sulla pentola in modo da provocarne la rottura e la conseguente caduta del contenuto sul quale si tuffano i bambini presenti nell’intento di arraffare  qualcosa. I grandicelli hanno la meglio sui piccoli che tornano piangenti dalle loro mamme, delusi per non essere riusciti a raccogliere niente e offesi per l’intemperanza di quelli più grandi. Ma gli organizzatori, questa volta, hanno pensato anche a loro, distribuendo, brevi mano, ai bambini rimasti senza, una parte dei premi che non erano stati inseriti nelle pentole. Alla fine distribuzione di zeppole e bibite per tutti i presenti, la festa è finita, non rimane che provvedere alla pulizia della piazza. Questo il resoconto della pentolaccia della mia cittadina, svoltasi la scorsa domenica.

                                                                               Giuseppe

 

 

 

La storia di nonna Maria Sirena

La violetta

Mio figlio Carlo stava osservando nel computer delle foto della vecchia Cagliari, mi chiese se volevo vederle e accettando l’invito guardavo con lui le foto che scorrevano nel monitor. Una di queste mi fece ritornare alla mente l’episodio che ora vi racconto. Correva l’anno 1950, frequentavo la prima classe della scuola di avviamento professionale “Manno” in via Collegio Per la lezione di educazione fisica, chiamata allora ginnastica, la classe doveva recarsi negli spazi all’aperto della Scuola “Mereu” situata alla fine del Terrapieno (poco prima dei Giardini Pubblici). Un giorno che avevamo lezione di ginnastica, con la mia compagna di banco Armida, percorrendo il tragitto che porta al Terrapieno, giunte in piazza Costituzione, rimasi incantata da una aiuola fiorita al centro della piazza, colma di viole del pensiero, con dei colori assortiti da fare invidia all’arcobaleno. Sapevo che i fiori non si potevano toccare ma la tentazione prevalse, mi chinai e raccolsi una viola nell’intento di custodirla poi tra le pagine del mio diario, non vidi il vigile che mi stava osservando. Il vigile si avvicinò e dopo avermi chiesto perché lo avevo fatto, alla risposta che volevo metterla nel diario non accettò ragioni, prese il blocchetto delle contravvenzioni e mi chiese le generalità, risposi: “xxxx Maria Sirena, nata a Mogadiscio il xx/xx/1938”.  Lo vidi storcere il naso e un po’ sgarbato mi chiese dove abitavo. Alla mia risposta “via Dritta, n° 21 Decimomannu”, perse la pazienza e credendomi bugiarda si rivolse alla mia compagna Armida e chiede le generalità anche a lei. Questa fu la risposta: “xxxx Armida nata a Berchidda”. Gli sembrarono risposte troppo strane e non la fece proseguire, strappò il foglio che stava compilando e ci disse di sparire dalla sua presenza perché due bugiarde così non le aveva mai incontrate. Ripreso il cammino alla svelta per non arrivare in ritardo alla lezione, non riuscivamo a capire come mai, avendo detto la pura verità, non eravamo state credute, ma in compenso, la verità anche non creduta, mi aveva risparmiato una contravvenzione. Da quella volta non raccolsi mai più fiori non miei.

                                                                                                    Maria Sirena

Foto della Pentolaccia

 


COMMENTI

  1. il 04 marzo, 2012 Lorenzo.rm dice:

    Ah, Giuseppe, ah, Maria Serena, ci avete portato in un mondo incantato. Oggi, fra la cerimonia di distacco da Lucio e i vostri resoconti ci barcameneremo in ambienti finalmente diversi da una realtà che giorno per giorno ci mostra problemi e problemi. Una pausa necessaria, indispensabile davvero. Grazie, grazie.

  2. il 04 marzo, 2012 giuseppe dice:

    Un fortissimo grazie anche a te Lorenzo nel riconoscere
    che dopo una settimana di incertezze, tensioni ed emozioni non sempre positive, è necessaria una domenica dedicata al relax del corpo e della mente. Il Bosco ce ne dà la possibilità e il Grande Lucio con le sue canzoni ci ha insegnato che la vita deve essere vissuta nello spirito della poesia.

  3. il 04 marzo, 2012 lieve dice:

    Che bello! si fa ancora la pentolaccia?
    sono felice, perchè era un grande divertimento,ricordo ancora i mal di pancia dopo…. Quante caramelle ragazzi…
    Maria Sirena, avere dei nomi particolari , a volte giova…

  4. il 04 marzo, 2012 giuseppe dice:

    Si Lieve, noi “diversamente giovani” stiamo cercando di prolungare la vita alle tradizioni come la Pentolaccia ed altro ma dopo di noi chi ci penserà?
    Maria Sirena, nome particolare, è vero! è rimasto perplesso anche il vigile che voleva emettere la multa e ci ha rinunciato.

  5. il 04 marzo, 2012 ANGELOM dice:

    La pentolaccia caro Giuseppe mi riporta indietro nel tempo quan noi ragazzi seguivamo più da vicino qusto divertente gioco,a volte invece delle caramenlle,quando si voleva fare uno scherzo ad uno del gruppo si riempiva d’acqua,il divertimento era completo

  6. il 04 marzo, 2012 giuseppe dice:

    Ricordo anch’io lo scherzo della pentola piena d’acqua ma forse è vero che con l’avanzare dell’età si diventa più buoni e non si fanno più scherzi pesanti. Però, Angelo, mai dire mai, si potrebbe sempre ricominciare.

  7. il 05 marzo, 2012 lieve dice:

    Noi bimbe eravamo più buone….solo caramelle e dolcetti!

  8. il 05 marzo, 2012 giuseppe dice:

    Ma che santarelline le bimbe, poi chissà quanti scherzetti e dispettucci inconfessabili ed ecco perché non lo dite. Brava Lieve.

  9. il 05 marzo, 2012 sandra vi dice:

    Grazie Giuseppe sentire parlare ancora della pentolaccia..io vivevo in citta ‘ ,nn se ne parlava nemmeno ,ma i cugini di nonna vivevano nl varesotto .Che sogno la festa del paese !Aspettavo quel giorno e lo sognavo da un anno all’altro ,la pentolaccia …la corsa nei sacchi e l,uovo sul cucchiaio,mi hai fatto veramente sognare i tempi passati……

  10. il 05 marzo, 2012 giuseppe dice:

    Sandra, anche tu hai contribuito con i tuoi racconti a farci sentire giovani ancora, nello spirito ma non solo, ricordando il periodo della nostra beata gioventù. É sempre bello rivivere le emozioni vissute nella nostra fanciullezza raccontandone le storie a beneficio dei bambini di oggi. Grazie Sandra.

  11. il 05 marzo, 2012 lieta dice:

    ci sono aperti gli okkietti de la madonna e le violette di parma sono spuntate nella mia piccola oasi ora po’ trascurata ciao

  12. il 05 marzo, 2012 giovanna vc dice:

    Giuseppe ma che bel racconto ,vedi che ha dire la verita’ ha volte non sei creduto ,in quanto alla pentolaccia era veramente un gran divertimento

  13. il 05 marzo, 2012 giuseppe dice:

    LIETA: tra poco è primavera, cura di più la tua oasi e le violette ti sorrideranno felici. Ciao.

    GIOVANNA: Si è vero, a volte è più facile credere ad una bugia ben congegnata che ad una ingenua verità, ma la bugia ha le gambe corte e viene quasi sempre scoperta mentre la verità alla fine è sempre premiata. Grazie per il tuo cortese intervento, sempre graditissimo.

  14. il 06 marzo, 2012 silvana1.ge dice:

    Quanta allegria e spensieratezza si coglie dalle foto! La pentolaccia era anche per me un appuntamento imperdibile. Da noi si faceva all’oratorio . Mi ricordo le scivolate sul pavimento, in velocità, per raccogliere il maggior numero di caramelle cadute a terra, e le risate..era felicità piena.. era una giornata davvero speciale. Basta poco per far riaffiorare ricordi belli di un tempo piuttosto lontano:la tua domenica nel Bosco, Giuseppe, è spesso una gradevolissima rilettura dei miei vissuti, una finestra su emozioni che ancora mi incantano. Grazie davvero.
    Maria Sirena (ma che nome incantevole!!!) pone al centro il fascino irresistibile dei fiori…ne so qualcosa…quanto alla sincerità, bè è molto meno faticosa delle bugie. Meglio la verità, sempre. Grazie anche a te.

  15. il 06 marzo, 2012 giuseppe dice:

    SILVANA, la lettura del tuo commento ha suscitato in me uno spontaneo sorriso sulle labbra e negli occhi ma soprattuto ha fatto scaturire una sincera, intensa e naturale gioia interiore, consapevole delle emozioni che possono nascere dal semplice ricordo delle ingenue felicità vissute da bambini. Grazie, anche tu sai dare tanto.

  16. il 06 marzo, 2012 lieta dice:

    giseppe infatti è quel ke faro’. mi vuoi proprio fuori di qua ahahah

  17. il 06 marzo, 2012 lieta dice:

    ho solo sfiorato non ho premuto bene la U pardon giuseppe

  18. il 06 marzo, 2012 giuseppe dice:

    LIETA, non so dove sei, non so cosa fai ma ti vedo china su un’aiola con zappetta, rastrello e innaffiatoio. Vai, continua così! Ho capito che hai il pollice verde. A presto.

  19. il 06 marzo, 2012 lieta dice:

    zero pollice verde, cresce da sè se multicause positive sono favorevoli, china poco perkè ho un po’ na veneranda età nonostante forse la mia ingenuità, perkè cresciuta in terreno onesto…………….

  20. il 06 marzo, 2012 giuseppe dice:

    Siiii, Lieta, non disperare mai, proprio nei terreni onesti nascono e fioriscono le violette più belle! Grazie…..ciao


LASCIA UN PENSIERO


Inserite il vostro commento.
I COMMENTI DEVONO ESSERE PERTINENTI ALL ARGOMENTO A CUI SI RIFERISCONO E NON DEVONO ESSERE INSULTANTI PER CHI HA SCRITTO L'ARTICOLO O PER UN ALTRO COMMENTATORE

Performance Optimization WordPress Plugins by W3 EDGE