L’angolo del dialogo!!
Scritto da giovanna3rm il 19 Giugno 2012 | 97 commenti- commenta anche tu!
E’ un articolo scritto da Davide Giacalone su Il Legno storto di mercoledì 30 maggio 2012.
Lo riporto in quanto penso che possa costituire un’ottima base di discussione fra noi.
“Si può tagliare la spesa pubblica mirando al risparmio e si può farlo avendo in mente uno Stato che costi meno. Che lasci più ricchezza alla libertà di cittadini e sistema produttivo, abbassando le tasse e invadendo meno la vita collettiva. Tutti e due gli approcci vanno nella direzione giusta, ma il secondo conduce più lontano.
Enrico Bondi è una persona seria, sicché mi rifiuto di credere a quel che leggo, ovvero che le sue proposte dei tagli, ad esempio nel settore sanitario, s’incentrerebbero attorno all’opportunità di rendere omogenei i prezzi e le quantità degli acquisti fatti da diverse amministrazioni. Mi rifiuto perché questa è roba che abbiamo scritto qualche centinaio di volte, fra libri e articoli, aggiungendo soluzioni dettate dal più banale buon senso. Mi rifiuto perché, per porre ordine nella spesa attuale, senza cambiare il sistema complessivo, non avrebbe sentito la sola persona davvero utile: Maurizio Bortoletti, colonnello dei Carabinieri e commissario dell’asl di Salerno. Se si vuol risparmiare, al tempo stesso moralizzando, non vedo come si possa far meglio di quanto Bortoletti ha già dimostrato: diminuendo la spesa, recuperando beni già acquistati e mai utilizzati e regolarizzando i pagamenti. Abbiamo raccontato questa storia, sebbene con la sintesi che un quotidiano richiede. Spero l’abbiano letta.
I tagli alla spesa pubblica possono e devono essere l’occasione, non solo per risparmiare, ma anche per riformare. Il sistema sanitario regionalizzato è un fallimento. Si può risparmiare a legislazione vigente, ma si può anche prenderne atto e cambiare organizzazione. La sanità gratis per tutti, a prescindere dal fatto che molti sono assicurati e, quindi, pagano due o tre volte la stessa cosa, salvo che l’apparato pubblico paga per tutti, è una scemenza. Costosissima. La distruzione della libera professione medica, con la trasformazione di tutti in impiegati del sistema sanitario non-nazionale, ha inaridito la medicina di base e ingolfato i pronto soccorso di gente che chiede d’essere visitata. Questo capolavoro della riforma Bindi (Rosy) va cancellato. Insomma: anziché mettere i soldi al servizio della conservazione di quel che non funziona, si mettano i tagli al servizio del cambiamento, indirizzando un pezzo di spesa pubblica verso la promozione di idee e tecnologie innovative made in Italy.
Discorso analogo vale per la scuola: la didattica digitalizzata diminuisce la spesa cumulata di Stato e famiglie, consentendo miglior controllo comparativo della qualità. Ciò comporta, però, la fine non solo dei libri di testo cartacei (i libri lo saranno sempre, ma non quelli con gli esercizi e le lezioni), ma anche dell’ipocrisia dilapidante che li vuole obbligatoriamente sia stampati che digitali. In quel modo la spesa aumenta, anziché diminuire.

Avete mai sentito di un’azienda che digitalizza le procedure aumentandone i costi? E’ vero il contrario, e deve essere vero anche per la pubblica amministrazione. Così come può essere vero per la giustizia: tutti gli atti in digitale, fine delle tonnellate di faldoni che fanno avanti e indietro, fine della geremiade sui soldi che mancano per la carta della fotocopiatrice. Mi dispiace per i “camminatori”, ma neanche tanto, perché ci costa meno mandarli a passeggiare nei parchi.
Immagino Bondi si sia reso conto di quel che qui predichiamo inutilmente: è molto più difficile tagliare la spesa pubblica restando nella logica dell’attuale sistema che mettere i quattrini in investimenti che lo abbattano. Se la spending review non approda a questo sarà solo tempo perso. Così come lo è stata fin qui e nel corso degli anni, quando ancora non s’era diffuso il suo nome in inglese. La digitalizzazione consente quel che ieri era impossibile: meno Stato e più servizi. Ma presuppone cessione di competenze al mercato e snellimento brutale delle procedure.
Si dirà: in questo modo va a finire che i tagli alla spesa diventano la riforma dello Stato. Esattamente. E’ il solo modo per trasformare una tortura in un beneficio. Il commissario al taglio della spesa, l’ottimo Bondi, ci faccia il regalo di non concludere la sua attività dicendoci quello che abbiamo già scritto. Il moralismo della spesa è come il moralismo fiscale, serve solo a renderci, in un sol colpo, più poveri e più ingiusti.”
Mah, certo l’articolo è provocatorio, ma mica tanto, alla fine. Ci costringe a ragionare su problemi reali e concreti, senza paraocchi ideologici. Ed è proprio quello che ci piace fare in questa rubrica. Se ne avete voglia, naturalmente.


Ah la spesa pubblica. Controllarla, ridurla, qualificarla. E’ un argomento sempre all’ordine del giorno. Io ho avuto sempre netta un’impressione: che molte cose ormai il cittadino se le possa e debba fare da sé. Perché in caso contrario hai voglia di aspettare. Il problema è che spesso non te le fanno fare.
Lorenzo buon giorno; ho letto questo articolo molto articolato e lo leggerò ancora, ma è per me assai difficile non essendo ne un addetto ai lavori ne un giornalista ne un economista ma un semlice uomo della strada; ma una semplice constatazione mi viene da scrivere.
Credo sia prioritario ribaltare completamente il modo di pensare, di raggionare e di comportarsi, e non solo dei politicanti ma della società complessivamente ( e quì la vedo difficile )il consumismo ci ha portati ad un imbarbarimento sociale, approfittando di ogni occasione per fini propri, al non rispetto degli altri e tantomeno del valore delle cose, di conseguenza dello stato. Sarà cosa ardua cambiare tale mentalità che si può solo cambiare se facciamo singolarmente un’autoanalisi sul comportamento cittadino-stato, stato che in definitiva siamo noi.
Cambiando tale mentalità si avranno meno opportunismi, meno rapine alla collettività : Poi per la redistribuzione della richezza non entro nel merito non essendo un economista.
saluti
Grazie, Alessandro, del tuo commento, che non chiude ma apre un discorso. Condivido il tuo pensiero che dobbiamo cambiare, dovremmo cambiare, il modo di essere cittadini. Io rabbrividisco quando sento qualcuno che dice: ho denunciato il fatto a chi di dovere, e sente il discorso chiuso. Questa delega in bianco, questo disinteresse nei confronti della cosa pubblica, verso l’esito dei problemi,mi disorienta e mi fa arrabbiare. C’è una questione grossa, sì. Penso che prima di tutto dovremmo sentirci società e sentirci orgogliosi di farne parte, di assumerci le nostre responsabilità, di essere degli attori, protagonisti. Uscire dalla logica della delega, fare da noi, anche mettendoci del nostro. Se vuoi proseguiamo il discorso, come siamo abituati a fare qui. Confrontiamoci: se non è la soluzione è certamente un grande passo avanti verso la reciproca comprensione. Grazie ancora, Alessandro.
Grazie Lorenzo per aver proposto un altro argomento interessante e bello tosto!
Mi domando come potrà riuscire, Enrico Bondi, delegato appositamente dal capo del Governo, a snellire l’iter amministrativo farraginoso, con tempi di attuazione lunghissimi nel nostro Paese, rispetto a tutti gli altri d’Europa, in breve e per giunta in un periodo tanto difficile come l’attuale: insomma quella che oggi si indica con l’inevitabile inglesismo: “spending review!
Le procedure digitalizzate hanno sempre dato risultati eccellenti; in Italia sarebbero una mano santa: ridurre gli infiniti faldoni delle procure e delle varie corti e, in generale, di tutta l’amministrazione pubblica.
Sono d’accordo anch’io con Lorenzo, il cittadino molte cose dovrebbe farsele da sé. Cerchiamo di riflettere su questo argomento in modo da indicare gli aspetti che il cittadino potrebbe curare da sé. Attendo vostri suggerimenti: non saprei da dove cominciare….
Bene Lorenzo, un articolo bello tosto che apre a molte riflessioni da parte del cittadino comune e quanto detto contiene verità sacrosante, solo che quando si entra nella ferraginosa burocrazia tutto diventa difficile. In Italia esistono Uffici speciali preposti a far diventare difficili le cose facili. Anche questo deve farci riflettere sul come vanno le cose.
Preso così tutto insieme l’argomento diventa ingestibile, a mia avviso avremo una torre di babele di consigli e proposte, consiglerei di parcellizzare l’argomento in modo da creare un dialogo più scorrevole e più mirato; come ho sritto, sono un uomo della strada e sono contrario a tecnicismi che una persona normale non sa dare risposte ( tenicismi a mio avviso creati appositamente per lasciare la società al difuori delle decisioni ).
Secondo il mio punto di vista gli sprechi si sono avuti dove più è stata l’opportunità di approfittare economicamente della situazione. Il risparmio è determinato dalle persone che sanno fare il loro mestiere e soprattutto l’onestà di esse. Se si sono avuti ammanchi di bilancio è perché si è approfittato di seguire certi metodi , senza che nessuno controllasse l’operato di ogni singolo responsabile. Chi ne risente è lo stato, cioè tutti noi che siamo tassati per arginare queste mancanze. Nell’amministrazione pubblica le cose si presentano senza quel senso di responsabilità, la non curanza del proprio lavoro, il lassismo predomina in ogni ambiente, noi poveri contribuenti dobbiamo subire, senza avere la possibilità di dichiarare le nostre lamentele. Speriamo che tutto questo venga portato alla luce del sole e che qualcuno responsabilmente ne prenda atto.
Caro Alessandro, l’argomento è assolutamente ben precisato: più servizi e meno Stato. Non credo proprio che ne nasca una torre di Babele! Più chiaro di così!
Cominciamo ad enucleare, facendo un bell’esame di coscienza, le cose che si potrebbero fare senza attendere l’intervento statale.
In questo momento penso al volontariato,in ogni settore, che in Italia è fortunatamente molto esteso. Ecco alcuni esempi: volontari nei casi di calamità naturali, alluvioni, terremoti ecc, l’assistenza agli anziani, l’aiuto ai vigili del fuoco, ai bambini nelle case-famiglia, ai degenti negli ospedali, l’assistenza nelle autoambulanze, ai tossico-dipendenti, nelle mense solidali come Caritas, Sant’Egidio ecc., e, perché no, anche l’assistenza agli animali.
Elencate voi altri argomenti e metodi di intervento cittadino che potrebbero sostituire lo Stato ed alleggerire, di conseguenza, la spesa pubblica.
Si ho capito quello che mi vuoi dire Giovanna; tutte iniziative eccellenti, ma che riguardano la sfera personale, poi vorrei che mi precisassi meglio cosa intendi per più servizi e meno stato se per costituzione è lo Stato che deve erogare i sevizi a tutti e principalmente ai più deboli, e non dlle iniziative private; ti ripeto è questione di coscenza personale. comunque vi leggerò con piacere e spero che un pensiero esposto pacatamente non susciti subito polemica.
saluti
Alessandro mi spiace veramente che tu abbia letto nel mio scritto una polemica e me ne scuso. Abitualmente in Bosco non hanno asilo commenti polemici ma dibattiti, opinioni, talvolta espresse anche in modi contrastanti ma sempre alla ricerca di argomentazioni che aggiungano nuovi aspetti a quelli esposti, con estrema correttezza e civiltà. A me non era parso che si potessero verificare confusioni di intenti, con proposte e consigli vari, ma che si allargasse l’intento che lo stesso giornalista si era proposto. Tant’è vero che ho invitato gli amici ad illuminarmi in proposito.
Non c’è dubbio che, secondo il mio modesto parere, lo Stato dovrà demandare a privati alcuni servizi che non è in grado di assicurare in tempi brevi e a costi accettabili, per non parlare delle difficoltà burocratiche intwerminabili per assicurarli.
Ora domanderei lumi ad amici economisti, che pur frequentano Eldy, e Bosco in particolare: quali sono i settori pubblici che potrebbero essere gestiti da privati, con vantaggio da ambo le parti.
Se ho parlato di volontariato, ho voluto precisare quanti aspetti assistenziali sono presenti nel nostro Paese, alleggerendo, sia pure in piccola parte, la spesa, pubblica.
Mi auguro che le mie precisazioni siano sufficienti, Alessandro, altrimenti fammi sapere.
Giovanna, vedo che ti sei scatenata e trovo molto interessante anche il tuo scambio di idee con Alessandro. Forza, continuate a confrontarvi. Il nostro obiettivo, uno dei nostri obiettivi, è quello di confrontarci nel concreto.
Un grazie al caro amico Pino è d’obbligo. Riporto per comodità un pezzo, piccolo, dell’articolo di Giacalone. Eccolo. “Si può tagliare la spesa pubblica mirando al risparmio e si può farlo avendo in mente uno Stato che costi meno. Che lasci più ricchezza alla libertà di cittadini e sistema produttivo, abbassando le tasse e invadendo meno la vita collettiva. Tutti e due gli approcci vanno nella direzione giusta, ma il secondo conduce più lontano.Si può tagliare la spesa pubblica mirando al risparmio e si può farlo avendo in mente uno Stato che costi meno. Che lasci più ricchezza alla libertà di cittadini e sistema produttivo, abbassando le tasse e invadendo meno la vita collettiva. Tutti e due gli approcci vanno nella direzione giusta, ma il secondo conduce più lontano.”. A me sembra che questo pezzo sia illuminante. Negli anni Sessanta, parlando delle pecche del comunismo, allora forse poco conosciute, uno dei “nuovi filosofi” francesi (così li chiamavano), Pierre Rosanvallon, intitolava un suo libro “Lo stato provvidenza”, dicendone ovviamente tutto il male possibile. La logica era quella di fare entrare lo stato dovunque: Lui ci doveva pensare. In realtà non ci pensava e di quì i guai: soprattutto quello che il cittadino non poteva impadronirsi in parte o in tutto dei suoi diritti ed aspirazioni e non poteva gestirli. Finito il comunismo, l’onere di occuparsi di tutto sembrava passato al capitalismo e abbiamo scoperto che non è così. Il capitalismo, così come allora il comunismo, lascia ampi vuoti che devono essere riconquistati o conquistati dai cittadini. Si passa così alla gestione del sociale in autonomia dal pubblico e anche dal privato.
Torno ad Alessandro, condividendo i suoi timori in merito ai tecnicismi con i quali possiamo ammantare il discorso che siamo facendo. Nessun tecnicismo , per carità. Hai ragione Alessandro. Ma il discorso diventa molto semplice quando la logica del “taglio” dei fondi diventa ormai fuori discussione. Se lo Stato, inteso in senso lato (cioé composto di tutte le sue articolazioni), non ha i soldi, che facciamo: impoveriamo la società, non facciamo delle cose, non ci occpupiamo di fette intere di problemi? Perché il pubblico, inteso come burocrazia, non ha i soldi Certamente no. Approfittiamone, anzi, per gestire noi cittadini. Mi ricordo che qualche anno fa, per rimanere sul concreto, io ed alcuni amici, che avevamo un’associazione per la tutela degli animali randagi in Roma (in particolare cani e gatti), facemmo la proposta ad un municipio di Roma di occuparci noi della gestione, controllo e pulizia di uno spazio-cani in un giardino pubblico. Stiamo anciora aspettando risposta, ma purtroppo la colpa fu anche nostra perché, forse, non sollecitammo con la grinta e l’insistenza giuste. Ecco, quindi, un settore interessante in quanto tutti i cittadini si lamentano del fatto che questi recinti…bla bla bla. ecc. ecc. ecc.. Perché non coinvolgere le associazioni animaliste?
Sì, Angelo, hai perfettamente ragione e sono in sintonia in generale col tuo intervento. Sì, disonesti e delinquenti di vario tipo si sono approfittati e dovranno pagare per i veri e propri crimini che hanno commesso, visto che hanno fatto dei danni allo Stato e indirettamente anche a noi cittadini. Penso però, e sono d’accordo con l’articolo, che l’occasione delle difficoltà economiche potrebbe costituire un vantaggio per nuove proposte. Tutto il cosiddetto Terzo settore, del volontariato e delle attività affidate alle organizzazioni libere di cittadini, potrebbe essere sviluppato, con il vantaggio che non graverebbe direttamente sul bilancio pubblico e potrebbe essere soltanto controllato piuttosto che gestito direttamente. Io penso, inoltre, che solo in tal modo i cittadini potrebbero sentirsi coinvolti nei destini della società di cui fanno parte, non vivendoli purtroppo sempre a pieno titolo se delegano il piùdelle volte ad altri le azioni da svolgere. Sia inteso che questo che faccio non è un discorso contro l’intrapresa privata, o anche contro quella pubblica. E’ solo un’occasione per enucleare le cose che servono e i modi più validi per raggiungerle.
A proposito dei settori da rendere “sociali”, con gestione economica o gratuita, mi aspetterei, a parte le nostre valutazioni, anche informazioni di provenienza governativa e parlamentare, oltre che di studiosi. Di primo acchitto, direi che i settori dei treni locali, delle ambulanze di pronto soccorso, dei giardini, della pulizia di strade e cassonetti, di protezione dei bambini dal traffico (ci sono già dei servizi spontanei dei nonni), potrebbero essere interessanti. Mi ricordo che già qualche anno fa, dovendo andare a chiarire una questione fiscale presso un ufficio dell’agenzia delle entrate e dovendomi presentare molte ore prima per questione di turno, notai con piacere che si procedeva a redigere un elenco provvisorio dei presenti, da consegnare agli uffici, non appena fossero stati aperti al pubblico.
Credo che le proteste avanzate oggi dai cittadini, sia giustificato in un clima e in una situazione attuale molto pesante per tutti.Dobbiamo renderci conto che tutto quello che succede in gran parte è stata anche colpa nostra,che abbiamo sottovolatato le situazioni precedenti con molto menefreghismo. Siamo ancora in tempo a porre rimedio con il contributo di ogni singolo, facendo sentire la propria voce.
Ecco Angelom, ora ci si rende conto che per decenni abbiamo vissuto sopra le righe, adesso che i tagli ci toccano tutti; adesso è inevitabile che ci sia una restrizione totalizzante ma non lo è, e non lo è per vari motivi, ecco perchè chiedevo una parcellizzazione del discorso.La spinta
emotiva o fraterna o assistenziale del privato è una cosa, lo STATO è ben altra cosa, lo stato siamo noi tutti che dobbiamo rivedere che cosa intendiamo per STATO se un’insieme di persone, regioni, province che operano per il benessere, prima personale e poi collettivo e per la costruzione di uno stato democratico che assicuri un certo benessere iniziale a tutti, oppure una mucca da mungere.
Discorso generale certo ma complesso e difficile ma bisogna iniziarlo se vogliamo essere Nazione e non provincia europea.
Sono decenni che categorie e singoli hanno guardato al proprio orticello col beneplacet dei politicanti ora è giunta lora di cambiare mentalità.
Ben vengano le associazioni del volontariato, ma a supporto, solo a supporto perche se cosi non fosse si andrebbe incontro alla privatizzazione dello stato, scuola, sanità cultura ecc e chi non avrà i mezzi soccomberà:
e non sarà certo uno stato DEMOCRATICO.
scusate gli errori ma ho scritto il mio modesto pensiero di getto.
alessandro
Articolo “tostissimo”…che mi trova allineata totalmente al pensiero di Angelo. Ho già espresso in più di una occasione il mio punto di vista riguardo agli sprechi assurdi e alle ruberìe nel nostro paese, quindi non vi tedierò oltre… anche perchè non ho mai cambiato la mia opinione. Per cambiarla, come dice uno spot, dovrei averne una… ma totalmente nuova, ispirata da un “sistema” modificato, rinnovato, sovvertito da esponenti nuovi con idee più fresche e innovative e con intenti di limpida, trasparente, onestà. Un miraggio…
Se non si dissoda un terreno, non lo si pulisce da sassi e sterpaglie, non non vi nascerà nulla e il terreno diventerà una sterpaglia enesticabile e noi la guarderemo da lontano con distacco e rimpianto.
Certo, Angelo, che dobbiamo fare di tutto per correggere le situazioni. Però tutto questo non basterà se la limitazione dei fondi fosse resa inevitabile. E’ questo lo spirito dell’articolo. Non solo tagliare ma anche cambiare.
Ancora grazie, Alessandro, del tuo commento lucido e coinvolgente. Sì, lo Stato di cui parli è accettabile al 100% e non possono sottovalutarsi i pericoli di una “privatizzazione”, io direi meglio “socializzazione”, di alcuni servizi. Ritengo che tutto quanto cozzi contro la burocratizzazione dei servizi è cosa buona e giusta. Vigilerebbero gli stessi cittadini, forse più e meglio dello Stato burocrate.
Carlotta, posso far parte anch’io del tuo miraggio? La cosa più importante, mi sembra, è non contentarsi dell’esistente, sgradevole e maleodorante.
Alessandro, non con distacco e rimpianto la guarderemo ma con disprezzo. Un abbraccio e benvenuto ancora una volta.
Ecco Lorenzo! entriamo nel particolare, il fenomeno del randagismo da me combattuto per anni dove risiedo; non è per caso la mentalità contorta, superficiale e malvagia di chi prima prima o compra un cucciolo o se lo fa regalare e poi viste le difficoltà lo abbandona? no è la mentalità da cambiare verso l’altro, animale, persona o natura? Sono reduce da molte battaglie con la usl vetrinaria dove vige un lassismo indescrivibile che ti porterà inevitabilmente verso il privato; è giusto? ho bisogna cambiare la mentalità dei lor signori, ma per farla cambiare a loro dobbiamo prima cambiarla noi tutti: questo Lorenzo è un piccolissimo inciso che mi è costato migliaia di euro a me pensionato, mentre vetrinari, pseudo associazioni animalistiche speculano sul randagismo.NO! è una questione di onesta intellettuale che si riperquote su tutti i settori; non sto criticando con questo l’associazionismo in nessun settore, ma sono paliativi,e non è semplice fare questo salto di responsabilità civile….. perche con le difficolta della crisi che ci mette con le spalle al muro ..subbentra ( IL CHI ME LO FA FARE ) meglio pensare alle ferie, al mare, alla montagna, alla pizza del sabato sera.Scusate ma sono tesissimo e qui trovo un momento di confronto che non trovo ne in piazza ne al bar….. senza fraintendimenti mi raccomando.
saluti alessandro
PS. Sono lieto Lorenzo che si cerca di capire l’altro
Bella metafora Alessandro… condivido.
Infatti, se si vuole un terreno fertile e rigoglioso è necessario estirpare la gramigna e ogni altra pianta infestante… che soffocano lo sviluppo e la crescita delle nuove piante e se non basta… diserbante a iosa!
La parola chiave è….. PULIZIA, RINNOVAMENTO, SOSTITUZIONE DELLE PIANTE IMPRODUTTIVE E SECCHE… solo così si potrà guardare con orgoglio al nuovo raccolto.
Chiamiamola metafora Carlotta, per me è la realtà! Dalla natura noi abbiamo tutto, il sotentamento vitale e anche molti insegnamenti, e una perfezione che guardiamo senza vedere.
Lorè… le persone che guardano a questo miraggio con la prospettiva che possa presto diventare realtà, stanno aumentando in maniera esponenziale proprio perchè dell’esistente, sgradevole e maleodorante… non ne possono davvero più!
LA CRISI : La finanza ha indubbiamente le sue colpe, ma per quanto ancora è sostenibile il capitalismo ?
E’ in crisi ogni settore che ha puntato sul profitto a breve termine.
Ma nella crisi c’è sempre una quota di creatività e innovazione che aiuta ad uscirne. Ci vuole un pensiero nuovo in una prospettiva a lungo termine.
E’ ORA DI CAMBIARE… partiamo da qui : tra poco per legge,nei CDA (consigli di amministrazione) delle aziende quotate in borsa e a partecipazione statale, entreranno quasi mille donne – 20% entro la fine del 2012 – 30% nel 2015 (oggi sono soltanto l’8%) – OBBLIGATORIO : chi sgarra paga fino a un milione di euro.
Si tratta di piccoli numeri (all’inizio 469 donne, che diventeranno 900 alla fine del 2015)… ma è un messaggio di apertura per l’intera società.
In Spagna, per esempio, nelle aziende è aumentato anche il numero di donne ai vertici dirigenziali. In Norvegia, invece, dove ci sono una politica paritaria e un alto tasso di occupazione femminile, a sorpresa, le quote (rosa) non hanno fatto crescere in proporzione il livello femminile intermedio. In ogni caso, i consigli di amministrazione funzionano meglio e le aziende migliorano nettamente (fino al 56%).
Ma in Italia…le donne preparate e competenti per le nomine nei CDA (Consigli di Amministrazione) ci sono ?
Siamo l’unico paese in cui ci facciamo questa domanda!
Certo che ci sono.
CIFRE DA GIOCARE IN BORSA
Azioni forti – i titoli migliori su cui investire? Quelli delle società che hanno almeno il 30% di manager donne.
Molto più stabili in Borsa, secondo uno studio dell’agenzia Thomson Reuters
E il PIL cresce. Meno lavoro per le donne, meno soldi nelle casse dello stato. Se 6 italiane (invece di 4) su 10 lavorassero, il PIL salirebbe del 7%. E se ci fosse maggiore parità di reddito tra uomini e donne, l’aumento sarebbe del 32%
Vuoi vedere che saranno proprio le donne che ci aiuteranno a tirarci fuori dalla crisi ?!
Salve, Giacalone porta con i suoi articoli carne al fuoco, in un momento che le famiglie Italiane sono costrette a dissanguarsi per pagare tasse e debiti da loro non fatti, fatti da una casta politica che campa alle nostre spalle, politici messi dalle segreterie dei vari partiti da noi votati, i quali non sanno cosa è l’impegno civico per cui sono stati eletti, e senza una concretezza di idee per il rispetto del popolo sovrano che non lo è più. Detto questo si parla di uno stato che costi meno, bene, ed il nostro caro professore Monti, proprio per risparmiare, inventa un sito nel quale noi cittadini diciamo la nostra opinione via mail di come risparmiare eliminando gli sprechi, risultato in pochi giorni all’appello giungono circa 130.000 mail da stampare impegnando centinaia di persone, bel risparmio, e che spreco da un governo che ha chiesto di segnalare gli sprechi. Veniamo a Bondi commissario allo speding review, pure commissario nel 2009 alla Parmalat, ma che combinazione lo stesso assumeva il figlio di Monti, e ora Monti ricambia il favore, poiché la commedia continua alla grande per tutta questa gente ( Amato compreso)che sarà strapagata con i nostri soldi, dico commedia poiché il commissario ai tagli della spesa pubblica, potrà decidere di tagliare autonomamente la spesa sanitaria delle regioni in deficit, o commissariate, ma non potrà intervenire sugli altri capitoli del bilancio, altresì si sa che gli organi costituzionali non possono essere destinatari di iniziative coattive da parte del governo di chicchessia relativamente alla determinazione delle loro spese, senza divulgarmi su Bondi è opportuno ricordare cosa ha fatto con i suoi amici di cordata per il crac -parmalat- espropriando i beni di Tanzi a Rinigliano ( con speculazione edilizia che tutt’ora noi paghiamo tramite il parco). Difficile dire dove sono i sprechi maggiori in questa Italia come dice la canzone di Lucio dalla “ tu tu, non mi basti mai”ce ne sono a migliaia grandi piccoli in tutti i comuni, province, regioni, che se si elencassero non basterebbe tutta la pagina del bosco, mentre le famiglie sono strangolate, gli sprechi continuano splafonando il patto di stabilità, regioni che spendono al di la di ogni ragionevolezza aumentandosi pure lo stipendio, ministeri che ci costano sette volte il costo della manovra economica, senza parlare poi di vari istituti che abbiamo, es. L’ ISA, ( istituto sviluppo agroalimentare) lo stesso ha sbrigato 36 pratiche in sette anni, al ritmo di cinque all’anno, conta 34 dipendenti di cui quattro dirigenti e sedici responsabili, per un costo di 5 milioni di euro all’anno, altro es. aeroporto di Comiso mai partito, è fermo dal 2007, per mancato N.O. Enac, ebbene 60 pompieri fanno servizio costo alla comunità 6 milioni, braccialetti elettronici per detenuti in semilibertà, mai usati sprecati 110 milioni di euro, tutto questo mi fa imbestialire, pensando che abbiamo questure con un parco veicoli obsoleto, che si cambiano batterie e gomme delle auto di servizio per poter espletare il proprio servizio, migliaia di agenti di –scorta- che fanno da autista alle mogli dei vari ministri –deputati-senatori- scorazzandole a fare la spesa, portando i figli a scuola, palestra, piscina, se lo segnali…trasferito a 200 hm da casa e tanto altro ancora, ma questo è il nostro paese, con i politici che meritiamo, e che ripeto per l’ennesima volta su questo blog, che con questa cricca io nn mi sento rappresentato. Tutto questo spreco è dovuto anche alla corruzione, in Italia, ci costa 60 miliardi all’anno, la misura della percezione della corruzione dei nostri politici e responsabili pubblici è molto alta, l’ultima classifica di stima ci assegna al 69° posto, pari alle -isole Samoa-, Macedonia, Ghana, dietro di noi Ruanda per dirne alcuni, la questione nn è solo di percezione e di immagine, la questione come sempre è economica ed è strettamente politica, la corruzione, infatti, è la chiave che tiene insieme una serie di elementi decisivi per il futuro del paese, dalla criminalità organizzata, ai relativi clientelismi ai grandi interessi finanziari, al sistema dei partiti ( tutti) che non funzionano, ovvero funzionano agli sprechi deliberando cattedrali del deserto ( ospedali, scuole, autostrade, edifici pubblici ecc..) che ci costano milioni di euro e poi rimangono fermi opere incompiute, ma la –cresta- è stata fatta. L’Italia ormai è un paese in mano alle banche, a questa classe politica, stupidamente sostenuta ancora dalla maggioranza che conviene, e poi criticano il Prof. con la sua cricca, ci hanno lobotomizzati dai mass media, e giornali, continuano a sostenere la crisi, l’euro, ecc, ci prendono in giro ora più che mai, questi –europartiti- pd, pdl, terzo polo, e vari partiti satelliti fanno solo falsa opposizione quando le conviene, cambiando a volte qualche frase alla norma o alla legge tanto per fare un po’ di fumo. Tutti hanno paura della Germania, ma la stessa se la Grecia usciva dall’euro era prima a cadere poiché tanto per capirci la stessa avanza un debito di 70 miliardi risalenti alla seconda guerra mondiale che nn ha mai azzerato, la Germania intanto, ha guadagnato ben 380 milioni di euro di interesse sui prestiti ad Atene. Visualizziamo che lo spred ogni giorno è dai 400 ai 460, per avere liquidità, lo stato corrisponde alle banche altrui un tasso allucinante al 7%, altro che aumentare l’iva a ottobre. Noi se continuiamo così con questa casta politica, presto saremo una colonia tedesca , un vero peccato che abbiamo una politica che anziché perseguire gli sprechi, aumentare la produzione interna con il lavoro, ( che nn c’è, per poi sentire dire dal il vice ministro all’economia Polillo di diminuire le ferie per tutti quelli che hanno fortuna di lavorare per aumentare il Pil, dire VERGOGNA e poco ) tutelare il nostro interesse per il bene del popolo Italiano, tutela gli interessi delle banche, della Germania, dell’Europa che non c’è.
credi di si, è mia convinzione e non lo dico come complimento al ( gentil sesso ) ma hanno quel qualcosa in piu che a noi manca la respnsabilità.
Cara lady -Carlotta, condivido tt quello che hai scritto, voi donne oltre ad essere una preminente figura di rielevo, e nn lo dico per farmi delle amiche, ma lo scrivo poichè ho lavorato con delle donne e posso affermare che hanno una forte tenacia, competenza del proprio lavoro, sono toste e inflessibili, la parola donna è fatta da poche lettere, ma racchiude tutta l’importanza di un mondo.Mi auguro che con voi donne cambi questo sistema di fallimento che ci governa, che voi donne date un imput cambiando aria a questa ciurma che ci governa.
Sono totalmente d’accordo, Carly. Ti ringrazio di tutti i dati indicati. Un abbraccio.
Caro Alessandro, sono particolarmente felice di trovare in te un convinto animalista. L’associazione di cui parlavo in un precedente intervento non c’è più ma mi occupo sempre di animali in quanto con alcuni amici abbiamo una casa famiglia per gatti randagi. Facciamo tutto da noi anche se devo dire che con qualche veterinario e qualche esponente di Asl veterinaria i rapporti sono più che buoni. Ma il lassismo che tu rilevi è sacrosanto e fa indignare. Colpa di tutti noi, come giustamente rilevi. Ma non bisogna mai stancarsi di denunciare. Anche e forse soprattutto perché il buco della sanità è enorme e occorre farvi fronte con grande impegno, al livello delle istituzioni e della società
civile.
Sì, Carlotta, il primo impegno è l’indignazione. E poi un’azione coerente per ripulire. Senza se e senza ma. Ti abbraccio.
E, a proposito dell’impiego delle donne nelle imprese, ne penso, Carlotta, tutto il bene possibile. Il maggior impegno di esse potrà davvero rappresentare un elemento rivoluzionario, da aiutare e favorire anche a termini di legge, come osservi.
Fiorenzo Nembo, ti sei sfogato ed io sono il primo a gioirne. D’altra parte offri tanta carne al fuoco dell’approfondimento e i dati che esponi sono incontrovertibili, certamente veri, anche se le tue valutazioni sugli stessi possono offrirsi a qualche contraddittorio. In una situazione politica ed economica come quella nella quale ci troviamo tutto diventa difficile, anche credere alla giustezza delle proposte di Giacalone. Ma io penso che occorre tenere la barra del timone dritta e far prevalere sempre e comunque gli interessi dei cittadini e non quello delle caste di ogni genere.
Per aggiungere qualcosa all’apprezzamento di Alessandro sulle donne,rilevo che esse hanno davvero quel qualcosa in più che vuol dire onestà, serietà professionale ed impegno civile e sociale.
E a proposito delle donne ringrazio anche Fiorenzo e tutte le nostre amiche intervenute finora.
Argomento attualissimo e bello tosto, bel dibattito con interventi sagaci, competenti e, perché no, anche arrabbiati ma ci vuole anche questo: è necessario per far sentire le nostre voci, le voci dei cittadini che nessuno vuole ascoltare perché scomode per chi siede nelle varie poltrone di casta. Un plauso a Giovanna, Carlotta, Angelom, Alessandro, Fiorenzo Nembo e, in primis, a Lorenzo, naturalmente, perché ha lanciato il sasso nello stagno. Sasso necessario per smuovere le acque, svegliare le coscienze e rinvigorire gli animi in torpore, quasi rassegnati ad un destino non voluto e che non meritano. Il Bosco non si smentisce, diffonde anche tanta cultura, io stesso ammetto che questa sera ho appreso tante cose nuove che di norma restano nascoste, sommerse e non si conoscono ma che, invece, è utile sapere. Grazie a tutti.
Giuseppe mi preme puntualizzare che è proprio piacevole scambiare opinioni con persone così pacate e sagge come te, in particolare, ma anche con altri amici: Carlotta, Angelo, Nembo e Lorenzo che ci lancia l’amo, pur non condividendo sempre le stesse opinioni. Questo è vero dialogo e confronto. Sono d’accordo, Pino, anch’io dai nostri dibattiti sorgono spesso nuove conoscenze e ciò stimola sempre più la mia curiosità.
Giuseppe e Giovanna, che dire se non ringraziarvi? Facciamo tutti del nostro meglio per stare in compagnia nel modo più gradevole possibile. Ma anche senza perdere tempo. Per tornare al discorso di Giacalone, abbiamo capito l’insidia del suo discorso ma anche le possibilità nuove che si aprono ai cittadini attraverso la restrizione dello stato burocratico. Tutto va, muta e non muore (l’ho rigirato così il motto). Grazie ancora, a tutte e a tutti, della vostra simpatia.
PULIZIA, RINNOVAMENTO, SOSTITUZIONE DELLE PIANTE IMPRODUTTIVE E SECCHE… solo così si potrà guardare con orgoglio al nuovo raccolto.
Metafora con metafora.Ti risulta Carlotta che abbiamo qualche vivaio da dove trapiantare le nuove piantine una volta dissodato il terreno?
NO NON LO ABBIAMO!!
Forse un barlume di speranza la ripongo nell’inserimento di piantine immuni da parassiti perchè tenute volutamente lontani dai terreni infestati e rastrellati.
Metafora semplice ma chiara, mi riferisco alle pari oppurtunità, e anche quì ci metto un punto interrogativo;
perche prima bisognerà vincere la battaglia contro il maschilismo imperante da sempre: sarà una evoluzione lenta ma indispensabile; io credo più nella donna, con il suo senso di responsabilità e serietà, che nei giovani, presi dal consumismo sfrenato e pieni di esuberanza a volte catastrofica: non me ne vogliano i maschietti non è una lode alla donna, ma un cosapevole raggionamento dettato dall’eperienza e se provate ad analizzare la cosa scevri dal maschilismo che abbiamo dentro vi renderete conto che la donna è capace in tutto,e fa tutto, dal lavoro, alla casa e nell’……….. perciò ha la marcia in più.
saluti
Proprio un bell’intervento, Alessandro, mi complimento con te.
Abbiamo discusso diverse volte della marcia in più che le donne hanno sempre dimostrato di avere e del maschilismo, purtroppo ancora imperante. Il mondo femminile dovrà lottare ancora molto per affermare la propria parità rispetto all’uomo. Molti passi sono stati fatti ma esistono ancora dei baratri: basti pensare alla violenza sulle donne, che avviene, soprattutto nelle famiglie; una pianta infetta, maledettamente dura da estirpare! Comunque ti ringrazio, Alessandro, per la tua considerazione nei confronti delle donne. Speriamo che una loro partecipazione più consistente nei diversi settori delle istituzioni possa davvero cambiare i connotati all’attuale situazione, ormai giunta al capolinea!
Marò! Va a finire che è diventato un inno alla donna. Ne sono felice e compiaciuto. Grazie, Alessandro e grazie ancora a tutte le nostre Amiche.
Ciao Lorenzo, dibattito che si sviluppa e si articola in modo interessante, ma tutto concatenato, non vorrei insistere sul tema ” DONNA ” ma una precisazione la voglio fare per riequilibrare il discorso: Non è che il maschilismo sia un germe derivante dal latte materno che si protrae col mammismo?
Non è una domanda provocatoria, e sono sicuro che le nostre amiche dibatteranno con serietà e anche passione.
Caro Alessandro, il tuo è proprio un invito a nozze! La mia opinione rispetto al maschilismo forse non è proprio riconducibile al latte materno, ma sicuramente inizia con la buona complicità della madre. Mi sembra scontato ripercorrere lunghi secoli di storia, durante i quali le prerogative maschili hanno sempre dominato, iniziando dal privilegio della scuola e della formazione culturale e artistica. Una famiglia non avrebbe mai investito in una figlia femmina, anche quando avesse dimostrato predisposizioni artistiche: la sua vita era destinata al matrimonio, il più presto possibile, così sarebbe passata in breve dal padre-padrone al marito-cappa.
La limitazione dell’istruzione femminile spiega anche il numero limitato di artiste donne: pittrici, pianiste, scultrici ecc., nei tempi passati.
La famiglia-tipo italliana non ha mai insegnato ai propri figli la ripartizione dei compiti casalinghi: solo la figlia femmina godeva di questo “privilegio”, da qui l’inevitabile progredire del mammismo per i maschietti.
Hai senz’altro centrato un preciso problema, Alessandro, ma ci sarebbe da dissertare ben più a lungo e non voglio tediare nessuno.
Complimenti, comunque.
Càspita, Alessandro. Avessi ragione? Certo che pure il mammismo è un portato della donna.
Forza amici, dissertate come dice Giovanna. E’ certo che non ci tedierete e non ci tedieremo. Ma diamo qualche soddisfazione anche a Giacalone. Detto dei costi dei servizi pubblici da contenere, sul che cosa potrebbe cambiare possiamo dare qualche lume al governo?
Io, sulla costituzione di libere squadre di cittadini che vigilino sulla pulizia dei quartieri e, in particolare, degli spazi verdi, farei più di un pensierino. Sta a vedere che molte cose (servizi) che ci costano tanto, forse troppo, si potrebbe risparmiare.
State andando fuori tema…..rientrate per cortesia…
Non commento , ma vi leggo con interesse!
Lorèèèèè! nun me provocà, eh?
Lieve, perché leggi soltanto questa volta? Dài, ci mancano i tuoi commenti. Fai uno sforzo, per favore, non privarcene!
Alessandro…ribadisco… CERTO CHE CI SONO!
Lo dimostrano i curricula inviati alle agenzie o a disposizione dei comitati che si occupano di fare le nomine.
Ma… c’è sempre un ma : prima è necessario estirpare il solito modus-operandi… quello di “piazzare” ai vertici dei vari ministeri figli, parenti, amici… non solo totalmente incompetenti ma armati da un unico scopo… quello di “arraffare” quanto più possibile durante la loro legislatura!
Quello che dovranno fare e faranno le DONNE sarà:
– promuovere il proprio lavoro
– impedire che un “senior” se ne appropri
– chiedere di avere maggiori responsabilità
– non farsi travolgere dagli stereotipi
– affermare la propria individualità
– fare network
Essere flessibili si… svendersi e immolarsi al “capo” a descapito delle proprie competenze e del proprio lavoro…MAI !!
DOMANDO : CHI SI OCCUPA DA SEMPRE DI ECONOMIA DOMESTICA NELLE FAMIGLIE ?? CHI MEGLIO DI UNA DONNA… DALLA PIU’ UMILE ALLA PIU’ COLTA… SA FAR QUADRARE I CONTI ??
Ci sono domande…che non hanno bisogno di risposte
Ringrazio degli apprezzamenti espressi nei confronti delle DONNE… ma io sono davvero convinta che una iniezione di fiducia, di speranza e un ottimo punto di partenza sarà proprio questo : RIPARTIRE DA NOI
Grazie Nembo… ho letto con molta attenzione, come sempre del resto, il tuo commento che condivido in toto.
In ultima analisi, mi domando: come sarà che i maggiori rappresentanti di governo europeo… quelli che fanno la voce grossa e dettano condizioni… alla fine sono proprio quelli di quei paesi che hanno più scheletri nell’armadio e sono nella m…. più di noi ?? Mah……
Giovanna lascio l’argomento perche ci porterebbe lontano, dal matriarcato al patriarcato e al potere della proprietà, e come dice l’amica Lieve uscirei fuori tema, pertanto rileggerò con attenzione tutti i commenti cercando d’indiduare qualche proposta, ma mi aspetto anche che Lieve che ci bacchetta lievemente si coinvolgesse in questo confronto sereno e pacato
Vero Carlotta quello che hai scritto sugli scheletri condivido. Rientriamo nei ranghi come dice l’amica Lieve, la scorazzata del G-20, a Los Cabos, è finita, con sollievo il nostro prof. della Bocconi Monti, in conferenza stampa ha dichiarato che l’Italia nn ha bisogno nessun salvataggio…speriamo che sia così, e aggiungo con tutte le tasse che ci hanno messo…lo stesso Monti poi elude domande in merito all’Efsf (fondo europeo di stabilità finanziaria dell’E.U)da luglio 2012 si chianerà ESM, nn cambia nulla poichè questa società con sede in Lussemburgo, è presieduta dall’amico di Monti e della Merkel, tale Klaus, Monti hai fallito “mission failed” è innutile cambiare il pane bagnato in pane bollito sempre pane è, ovvero parlando di sprechi, sull’onda del malcontento generale l’assuefazione della casta politica è anche far viaggiare con voli Alitalia ovvero pagati da noi amici e parenti, poichè loro gli onorevoli per esigenze di servizio nn pagano, però hanno il -codice millemiglia- accumolando pure i punti che poi utilizzano per altri. Altra chicca, altro spreco di danaro pubblico..a Montecitorio è presidiato da varie forze di polizia in divisa e in borghese, ma guarda caso spariscono sempre effetti personali dei deputati come pellicce, portatili, cell, e altro, ma come è possibile questo…nn è mai stato arrestato nessuno xrò per furto, semplice, c’è una polizza assicurativa che copre qualsiasi tipo di furto con qualsiasi entità dichiarata per il rimborso! Senza poi parlare di palazzo Marini che dista 500 mt.da montecitorio ovvero in p.zza s. silvestro, il palazzo è riservato ai sfigati che nn trovano posto a montecitorio dal martedi pom. al giovedi, i -peones-xrò devono votare e nn sentono la campanella di richiamo, così il palazzo rimane sempre vuoto, costo 25 milioni di euro all’anno. Il proprietario è un certo Scarpellini noto palazzinaro romano…altre parole nn servono.
Liè… non puoi pensare di leggere solo…te !!
(che ce fa pure rima)…che sia un haikù?? ^_^
Vi ho letti con grande ritardo e noto con piacere che i concetti che muovono i miei pensieri sul tema sono già stati ampiamente sviscerati. Mi intrigano due aspetti: quello del rimboccarsi le maniche, partendo dalla base della piramide sociale, essere più partecipativi nelle sedi appropriate, crescere insieme agli altri e con gli altri operare sul territorio nelle associazioni che sono il cuore pulsante dell’Italia che funziona senza incidere sui costi.Serve un cambiamento di cultura, a partire da noi. Noi sì, nel nostro piccolo, possiamo anche combattere la corruzione e saremmo una forza se lo facessimo con rigore guardando non tanto al nostro particulare, ma al bene comune, concetto molto lontano dalla mentalità dell’italiano medio, che andrebbe finalmente interiorizzato ed agito costantemente. Che dire poi delle donne? Accidenti che invito a nozze anche per me che credo fermissimamente nelle potenzialità femminili che si traducono in quella marcia in più che dimostriamo ovunque. Le donne sono più pragmatiche, sanno coniugare cuore e ragione .Io vorrei quote rosa dappertutto, anche tenuto conto che le donne sono il 52% della popolazione e in una democrazia compiuta la rappresentanza politica dovrebbe essere paritaria, invece, nei palazzi del potere mi pare che nessun uomo si faccia mai da parte… E’ stato fatto uno studio secondo cui se il tasso di occupazione fosse equamente distribuito fra donne e uomini, il Pil in Italia, potrebbe crescere del 22%. Le donne la forza ce l’hanno, solo che devono imparare ad uscire dal silenzio e tessere ed ancora tessere per costituire la trama della loro presenza in politica e in tutti gli ambiti. Le statische, invece, ci dicono che il tasso di occupazione femminile nel nostro paese è bassissimo, nel sud, addirittura le donne rinunciano a cercare lavoro perchè scoraggiate.L’evoluzione sociale in senso paritario che non c’è, dovranno inventarsela le giovani donne, molto più preparate dei loro coetanei, con la loro partecipazione e visibilità ovunque ci sia bisogno di affermare, pretendere una parità che darebbe dignità all’intero Paese, ma penso anche ricchezza e crescita.
LETTO E RILETTO tutti argomenti interessati e risentimenti legittimi, ma tanto la situazione rimane comè, per adesso non vedo la possibilità di cambiamento e poi per non fare accademia, non vedo assolutamente giusto che la terza età si debba far carico di risolvere materialmente situazioni create da burocrati e politicanti, credo che tutti noi abbiamo gia dato a sufficenza; la terza età al al limite puo mettere a contributo la sua esperienza o altri piccoli contributi sociali ma non risolvere i guasti di questa società.
Lieve, come vorrei invece provocarti. Ma non lo faccio perché certamente vinceresti. Con mia grande soddisfazione, però.
A Carlotta voglio dire che sì, è vero: chi sta con più problemi fa la voce più grossa della nostra. Ma noi, almeno all’inizio, avevamo scelto l’alleanza stretta con Merkozy, poi gradualmente ci siamo distanziati e, alla fine, però dopo l’elezione di Hollande a presidente francese, ci siamo trovati per incanto vicini a lui. La solita furberia italica?
Cara Silvana, sei riuscita a venire finalmente e per me è stata la solita gioia leggerti. In chiave di democrazia dal basso l’accento puntato sull’associazionismo e sulle donne è essenziale. Perché non si tenta? Perché non si prova? Accidenti, alcune azioni potrebbero essere svolta a costo zero per la burocrazia pubblica. Sto pensando ad esempio ai comitati di quartiere delle grandi città: perché non fare convenzioni con essi per il controllo e la gestione di servizi nel territorio?
Alessandro, due parole sulla terza età. Io mi arrabbio a morte ogni volta che dicono che gli anziani tolgono spazio ai giovani. Ma come? Non ci fanno andare in pensione e sosteniamo non a chiacchiere i giovani con le nostre pensioni e ci dicono che pregiudichiamo il loro avvenire? Che gli anziani tolgano spazio ai giovani mi sembra vero solo per la politica e dintorni.
Ad Alessandro e a tutti gli amici voglio ricordare che il mio profilo su FB è Lorenzo D’Agata. Mi farebbe grande piacere se diventassimo amici in quel contesto.
Non riesco , mannaggia! sono talmente stanca e amareggiata che non riesco a raccogliere il pensiero per esporlo…
Giò? hai presente,che succede dopo una forte arrabbiatura? Quando i muscoli contratti si rilassano, ti senti indebolita, come se la collera ti avesse svuotata…E’ quello che mi sta accadendo,Giò, tenere a bada la rabbia che provo, è stressante… So perfettamente che arrabbiarsi non risolve nulla;e non mi risolve la situazione protestare Può essere che io abbia somatizzato lo stato in cui ci troviamo e che l’ansia che ci accomuna sia troppa x me, che tendo a far mia ogni colpa, ma davvero non riesco a capire perchè un paese così bello,con un popolo tanto ricco di fantasia e di menti eccelse come il nostro, si sia ridotto a questo modo….e non possiamo proprio farci nulla…. null’altro che protestare fra noi…
Scusate lo sfogo, un abbraccio a tutti!
Due paroline a Lorenzo, guarda che sono in………issimo più di te, ho visto da dentro come si comportano le persone nelle associazioni politiche periferiche;opportunismi,ipocrisie, accordi trasversali,arrivismo, insomma bassa politica da strada, il mmio scetticismo è anche stanchezza, non ho più l’eta delle barricate, che ho fatto spesso e lo scontro con le nuove generazioni si fa e si farà sempre più acuto perchè danno a noi delle generazioni passate la responsabilità del fallimento: io ho lottato per un ideale oggi essi lottano per il potere ( certo è una considerazione a livello generale ) ma oggi gli ideali,rispetto,fratellanza,altruismo
e non dico uguaglianza perche siamo tutti unici ma una partenza equa per tutti ci dovrebbe essere ) sono stati tutti calpestati dal sistema- Non voglio intavolare un discorso politico, perche la politica come è concepita oggi divide e non unisce sui problemi.Comunque sempre disposto a dare il mio contributo d’idee non ideologico ma non vedo la società disposta al raggionamento, ma solo alla prevaricazione……. ma non spaventiamoci dopo il temporale torna il sole hahaha.
Queste sono solo MIE considerazioni.
Ringrazio Lorenzo per la considerazione…… ci voleva eldi per farmi riattivare il mio vecchio accaunt di facebook
Lieve, forza. Nessun problema. Ma la resistenza è d’obbligo. E tu sei di quelle che sanno resistere e attaccare. Senza paura.
Anche a te, Alessandro, come a Lieve, dico: resistiamo e attacchiamo. Tanto non ci perdiamo nulla.
Un lieve pensiero a Lieve di comprensione e condivisione,
Cara Lieve ne parlammo in piazza delle nostre tradizioni, dei nostri mestieri calpestati dal consumismo e ti capisco perfettamente, il consumo selvaggio non ti fa persare,assaporare nulla , ne valori ne cose ( che poi hanno il valore delle tradizioni ) Francesca fini un suo post il parliamone con questa frase …circa ” non dimenticate la memoria ” ma pensi che alla gente protesa ad arrivare a fine mese interessi la memoria delle lotte fatte dei sacrifici dei nostri avi delle tradizioni dei mestieri che hanno permesso la crescita? no! tutto alle ortiche il motto e sopravvivenza: perciò ti capisco perfettamente, ma confido che lo scoramento ti passerà.
un saluto
io sono solo una semplice casalinga, ho allevato con tanti sacrifici quattro figli e ho comperato una casa in cui passare il resto della mia vita in compagnia di mio marito dei miei figli e dei miei dolcissimi nipoti. Questa premessa è solo per dirvi che nn sempre è stato facile arrivare alla fine del mese in tranquillità, e che quando c’erano spese da affrontare si stringeva da ogni parte per arrivare a sostenerle. Questo è quello che oggi nn si fa più, a cominciare appunto dai ns. politici che “forse” nn sanno bene come si fa a risparmiare o a nn sprecare,perchè loro nn sono abituati a restrizioni di sorta. Vorrei dire che se nn si tagliano davvero le cose nn necessarie o nn urgenti, nn si arriverà mai a sollevarsi. Una proposta che ritengo interessante è la costituzione di una specie di banca del lavoro: ogni persona che ha da offrire un’ora del suo lo scambia con il tempo o il lavoro di un’altra persona.
Carissima Lieve, ho ben presente la reazione dopo una colossale arrabbiatura e il notevole senso di stanchezza che ne deriva. Tuttavia, confido sulla tua grande capacità di ripresa e intelligenza per superare questo momento di difficoltà. Stiamo attraversando un periodo decisamente allo sbando e non se ne intravedono soluzioni decorose, serie con apporti nuovi. D’altra parte, occorre ricordare che abbiamo attraversato tempi altrettanto avversi, se non peggiori: ricorda gli anni del terrorismo e delle Brigate Rosse, poi l’escalation dei delitti di mafia e il sacrificio di tanti nostri giudici. Dal primo ne siamo venuti fuori, per nostra fortuna, dal secondo dobbiamo auspicare che la fase di quiete continui.
Forse la nostra unica speranza è rivolta proprio alle donne: se riuscissero a ricoprire realmente cariche decisionali e in numero considerevole potrebbe esserci un effettivo cambiamento di rotta. Cerchiamo di essere unite in questo progetto e non facciamo mancare loro il nostro sostegno, quando sarà il momento.
Lieve un abbraccio affettuoso. Ti voglio bene.
Sì, Wanda, la Banca del Lavoro esiste. A Roma si chiama Banca del Tempo. Attraverso di essa si mettono a disposizione e si scambiano le capacità di lavoro, attuando una ragnatela interessante di relazioni gratis. Bisognerebbe sviluppare questo settore molto più di quanto si fa adesso.
A questo punto, Lieve, il coro è unanime: torna e riprendi il tuo posto di combattimento.
Grazie Lorenzo! Torno quando torno ma qui nel Bosco mi sento un pò a casa…E’ chiaro che, per come siamo messi male, se non si farà pulizia in modo trasversale, (anche nella mentalità comune, portata all’individualismo, ecc..) se la spending review non sarà affrontata con rigore, sarà arduo risalire la china.Il pessimismo è palpabile un pò in tutti noi che ci sentiamo impotenti, però, ad es., le potenzialità di un associazionismo fortemente radicato localmente potrebbe, come già fa in certe realtà, supportare le istituzioni, sicuramente costituirebbe una forma di risparmio e di partecipazione attiva dei cittadini,anche se lo Stato è necessario ed insostituibile. Un esempio? Anzi due?
A Genova c’è un quartiere sul mare le cui spiagge ampie e bellissime furono spazzate vie per costruirvi il terminal containers. Il mare non si vedeva nemmeno più, al suo posto montagne di containers e navi gigantesche, e rumori assordanti: una devastazione totale. I cittadini hanno lottato per oltre dieci anni per riconquistarsi il mare: Si sono organizzati, hanno dialogato con le istituzioni, hanno protestato per anni finchè il mare non è ritornato da loro. E’ stata costruita la così detta fascia di rispetto: un ampio spazio punteggiato di verde, aiuole e piante marittime con accesso diretto al mare: vi sono scuole di vela, piccole imbarcazioni di pescatori, una passeggiata lunghissima a pochi metri dal mare. Un luogo di pace per i frequentatori, certo a due passi dal porto containers, ma si è realizzato un compromesso accettabile tra l’esigenza del porto e quella dei privati cittadini che il mare lo hanno sempre amato.
Morale: I cittadini si sono fatti protagonisti del loro destino e ciò che sembrava impossibile si è invece realizzato. Certo è una piccola realtà locale, che però può far riflettere sulle potenzialità delle idee costruttive, dell’impegno del singolo che se è motivato, i miracoli se li inventa e li realizza con le proprie mani. Altro esempio? Un quartiere ghetto è stato come per incanto trasformato dai propri abitanti in un quartiere molto ospitale ed aperto, in cui la microcriminalità è stata neutralizzata con il controllo sociale molto stretto ed il supporto delle istituzioni. Adesso questo quartiere che si chiama CEP di Genova Prà, che è in collina ma ha una superba vista mare, è un esempio di integrazione fra etnie diverse molto ben riuscita. Vi si tengono feste danzanti, conferenze, cene conviviali a cui partecipano le varie etnie spesso con la presenza delle istituzioni. C’è la pace e la gioia di stare insieme anche se portatori di culture diverse. Che dire? L’impegno del singolo richiama alla responsabilità di tutti e ciò può creare un circolo virtuoso che modifica l’habitat ma soprattutto avvia i cambiamenti culturali necessari. Piccoli esempi locali ma secondo me abbastanza significativi che potrebbero farci un pochino sperare.Scusate se mi sono dilungata. Grazie!
Grazie, Silvana, grazie di cuore. Gli esempi che ci hai portato sono illuminanti del modo in cui si può passare da un pubblico burocratico ad un sociale condiviso e, tutto sommato, autogestito. Io penso che saremo obbligati a fare dei passi in questa direzione, moltiplicandoli. Per due motivi. Uno, perchè non possiamo aspettarci grandi possibilità di spesa da parte delle pubbliche amministrazioni in senso stretto. Due, perché il conseguente impoverimento della società ci spingerebbe alla disperazione facendoci mancare le relazioni sociali, quelle che contano in una vita degna d’essere vissuta. In fondo l’articolo di Giacalone è centrato su questo tipo di scommessa: sì, tagliare la spesa ma, tagliando, qualificare gli interventi e svilupparli in modo consono alle esigenze di una società più civile ed umana. Secondo me, Silvana, siamo obbligati a dare impulso a soluzioni molto innovative. Perché il sistema che vige perde sistematicamente colpi e a poco a poco estinguerà le sue possibilità reali di intervento. E’ strano, ma più ci si “sviluppa” (e metto fra virgolette il termine), meno si cresce. Il cammino in chiave economica è in discesa, quello su scala sociale, che in definitiva è quello che conta, può essere in salita. Speriamo. Ma tutto, come giustamente dicevi, è legato ad una crescita sociale del cittadino.
Grazie, Silvana, per l tuo intervento illuminante, ricco di spunti ed esempi concreti. In altri termini, è ciò che intendevo esprimere, meno brillantemente di quanto hai fatto tu, nei miei primi interventi: l’apporto diretto dei cittadini per la realizzazione di alcune strutture cittadine. Mi vengono in mente i parchi di quartiere, spesso degradati; forse lì si potrebbe agire, con il metodo della “socializzazione”, così come la chiama Lorenzo.
Un caro saluto Silvana e a presto.
Sì, Giovanna, è indispensabjle la socializzazione, per di più in un sistema che non cresce e non può crescere. Il capitalismo aveva margini di redistribuzione, attuati dallo Stato, in epoche di vacche grasse. Ora, in epoca di vacche magre e tagli, ad esso devono affiancarsi linee di intervento proposte, definite ed attuate dai cittadini. Il che, peraltro, può dar vita ad un arricchimento della società in termini democratici.
Oltre a quello che Carlotta ha proposto sul i prossimi obbiettivi delle donne, aggiungo una nuova considerazione del ruolo della donna, come “agente di pace nei conflitti”, come risorsa essenziale per lo sviluppo e la promozione della democrazia, “contro l’intolleranza, la discriminazione e la xenofobia”. I Governi si impegnano a inserire “nella propria agenda politica e normativa la promozione e protezione dei diritti delle donne e delle bambine” secondo l’approccio trasversale del mainstreaming, e a “riconoscere e applicare standard internazionali di tutela nel campo dei diritti economici e sociali, oltre che dei diritti umani”. Ma la lotta alla violenza richiede la partecipazione di tutti, per giungere a un cambiamento radicale anche delle norme sociali: le ONG e la società civile, i media e il sistema d’informazione, ciascuno è richiamato alla responsabilità del proprio ruolo. Essenziale è pure il ruolo degli uomini, per un cambiamento profondo della società intera e il raggiungimento dell’obiettivo comune. L’attenzione di tutti è rivolta anche al fenomeno della violenza alle donne. L’Italia ribadisce anche in questo, l’impegno a mantenere la questione al centro dei problemi internazionali.
Grazie, Angelo. Diventi il nostro Manifesto.
Tutte proposte legittime e necessarie, ma quste carenze dello stato le abbiamo permesse noi tutti con la non partecipazione al controllo della cosa publica: adesso cerchiamo la soluzione nell’associazionismo per risolvere le carenze statali….NO! non è crescita civile è antistato,
ho un’altra visione dello stato civile e democratico, non m’interessano le squadre di vigilantes o le contraposizione, ma sono dell’avviso che la crescita passi per una maggiore partecipazione alla cosa publica di tutti i cittadini
Complimenti al folto gruppo di commentatori assidui del Bosco, chiedo venia se sono poco presente,leggo con interesse i vostri pareri sempre educati e rispettosi delle diverse opinioni,nel vero spirito di eldy.Un elogio ai collaboratori del blog che alternano argomenti diversi e di grande attualità, buon lavoro!
Si Lorenzo, un sociale condiviso, autogestito là dove ciò è possibile, è un segno di elevatissima civiltà, e senso di responsabilità relativamente a spazi che sono di tutti, quindi pubblici.Giovanna hai fatto altre ipotesi interessanti che a macchia di leopardo si stanno delineando nel sociale e mi trovo totalmente d’accordo con te! Piacerebbe eccome uno stato che provvedesse a tutto, che avesse soldi per tutti i bisogni dei cittadini, ma così non è, ed in tempi di crisi economica ma anche di valori, ben vengano le prese di posizione e l’impegno da parte dei cittadini che con la saggezza del saper fare pungolano le istituzioni, bypassano la rigidità burocratica ed elaborano progetti finalizzati al bene comune. A me pare un modo democratico di fare politica, che non significa sostituirsi allo stato, considerato che le istituzioni sono sempre chiamate in causa e rappresentano l’interlocutore prioritario per la soluzione delle criticità.La novità, casomai è una nuova consapevolezza del ruolo attivo del singolo che si sente legittimato ad operare per il bene comune a fianco, non contro le istituzioni. Al deus ex machina non ci possiamo più credere, e forse è un momento, questo, di crescita/apertura necessario . Io la vedo così. Grazie a tutti.
Silvana, la vedo esattamente come te! Ben vengano progetti di socializzazione, ne abbiamo tanto bisogno; anche perché lo Stato, non potendo provvedere nemmeno alle esigenze primarie, per mancanza di liquidità, non sarebbe in grado sicuramente di occuparsi degli obiettivi che i cittadini, a buon diritto, si pongono. Anche per me non significa sostituisti allo Stato, esattamente il contrario, vuol dire dargli una mano, trattandosi conmunque di opere di cui beneficerebbero comunque i cittadini.
Ciao Silvana e un abbraccio.
Angelo, ho letto il tuo ultimo commento che,
come dice Lorenzo, potremmo utilizzare come
nostro manifesto, o del Bosco o anche di Eldy.
Se il testo è già stato redatto da qualcuno
è ovvio che dovremmo indicare il proponente.
Dammi, per favore, qualche informazione in
proposito.
Ciao.
è bello leggere tanto ALTRUISMO, ma avendolo gia conosciuto venti anni fà non m’interessa riviverlo, vi auguro un profiquo lavoro nel sociale.
saluti alessandro
Ciao, a tutti leggendovi noto che l’argomento ha suscitato interessi, non poteva essere trattato diversamente,ci sono spunti notevoli per un cambiamento radicale della società attuale. Secondo il mio modesto parere, vorrei sviluppare alcuni concetti che li considero molto importanti: il primo è di carattere sociale e di costume, anche culturale. Considerando che viviamo in una società liberale e democratica,noto una contraddizione ,è pur vero che per ciò che concerne il problema della parità femminile, un problema annoso e dibattuto in ogni circostanza possibile, il bel paese è solo al 74 posto su scala mondiale. Questo dato fa riflettere, ci sono secoli in cui la donna non gode di alcun diritto ,e ciò malgrado è lei a dominare negli affreschi e nei dipinti ,come se queste donna resa schiava abbia a sua volta schiavizzato l’uomo ,turbandone i sonni e la fantasia. Ci sono i riferimenti storici che testimonino l’intelligenza delle donne che hanno saputo creare spazi dove l’uomo non c’è riuscito. Il diritto di parità è solo sulla carta, in realtà le donne vengono trattate ingiustamente e messi in condizioni di non poter difendersi. L’aspetto lavorativo evidenzia la totalità differenza di non parità ,sia come professione e trattamenti umani, vedi la maternità che sono costretti a firmare e accattare le condizioni di essere licenziati ecc. Il discorso di appartenere ad una associazione, come qualcuno ha evidenziato (Alessandro ), dal mio punta di vista non ha le idee chiare di come funziona il volontariato a tutti i livelli. Chi aderisce a questi gruppi, ha dei sani principi , perché si sente parte integrante ad esso con metodi e strumenti esclusivamente di supporto sia a livello umano e psicologico. Non ha bisogno di avere una visibilità solo tanta umiltà e rimanere ai margini senza nessun interesse. Buona giornata a tutti
Ritengo doverosa una precisazione all’amico Alessandro a proposito delle iniziative che abbiamo chiamato di democrazia sociale. Definirle addirittura “antistato” è irriguardoso e ingiusto. La partecipazione dei cittadini si esercita in tutte le forme in cui gli stessi cittadini intendono realizzarla e costituisce anch’essa lo Stato, a meno che lo Stato come amministrazione la intenda come eversiva, illegale, ecc. E’ ovvio che c’è anche, in prima analisi, una partecipazione che si esplica attraverso un maggiore controllo e consapevolezza dei cittadini ai problemi e comportamenti dello Stato- burocrazia ma essi non esauriscono certamente tutte le forme in cui i cittadini intendano impegnarsi. Non ci può essere un vigile o un poliziotto in ogni angolo e, d’altra parte, abbiamo constatato in tutti i modi le carenze delle burocrazie dei vari tipi. Che i cittadini, ripeto, svolgano seriamente e coerentemente dei ruoli di democrazia partecipata, disinteressata e gratuita è una fortuna per lo Stato, per la democrazia e per la società. L’alternativa a questo è il nulla in quanto lo Stato burocratico non è più capace, se pure lo è mai stato, di corrispondere alle esigenze dei cittadini, se non altro per insopprimibili problemi di costi. Dopo tutto questo, scusa, Alessandro, pensi davvero che le forme di democrazia diretta possano essere mai “antistato”?
Cicco, mi sembra tu abbia centrato bene il problema, sia quello femminile che del volontariato. Sono con te.
Vedo adesso, Alessandro, che hai postato un altro intervento con il quale, richiamandoti ad un passato lontano, e facendo intravedere chissà che tipo di altruismo ci sia stato allora, come ironicamente lo chiami, dici che non ti interessa riviverlo oggi. Ci auguri, peraltro, un proficuo lavoro nel sociale e di questo ti ringraziamo.
Un grazie cordialissimo a Lucia, che è venuta, graditissima, a dare una sbirciatina al nostro lavoro. E un grazie ripetuto e convinto a Silvana.
E un caro e affettuso abbraccio a Cicco, che svolge coerentemente e instancabilmente attività di volontariato in un Paese che continua a provare diffidenza nei confronti di tali attività.
Ringrazio Giovanna e Lorenzo per l’apprezzamento del mio commento, provvederò a dare più informazioni in merito circa la fonte da cui proviene.
Rispondo per LOrenzo perche non si fraintenda la parola antistato e che non è mia intenzione essere inriguardoso ne offensivo verso nessuno tantomeno verso quelle persone che non condividono il mio pensiero.
FONDAMENTALMENTE mi rimane difficile credere che l’essere umano di punto in bianco metta da parte egoismi innati nell’essere si dia all’abnegazione sociale: detto questo, accetto che sono tutte ( teorizzazioni eccellenti ) con casi sporadici, e bisogna anche considerare luoghi e culture differenti e anche chi li organizza e li spinge….
non la vedo una semplice iniziativa popolare; macchia di leopardo ? certo il dialogo ha sempre come referente lo stato centrale e io temo che ci possano essere delle contrapposizioni dovuti a interessi di vertice e trasversali.
Per me è dal di dentro che bisogna agire non dal difuori, ma è solo una mia visione.
Comunque non volevo assolutamente essere inriverente ed offensivo verso il volontariato ma ripeto è una scelta personale e non ha nulla a che vedere con STATO.
ringraziandovi alessandro
Nessun problema, Alessandro. Sei sempre un caro amico. La tua diffidenza è giustificata. Ma la diffidenza è giustificata purtroppo in tutte le direzioni. Penso che ci si debba solo intendere meglio sul significato di Stato. Evidentemente tu ti riferisci allo Stato come organizzazione. Io, per non dire altri, mi riferisco allo Stato come comunità dei cittadini. Ciao e grazie ancora.
Vi proponiamo il testo integrale del resoconto della Conferenza del G8 sulle donne, del settembre 2009. Angelo ne aveva estrapolati alcuni punti, di cui lo ringraziamo molto.
La Presidenza del Consiglio
G8: «Un’alleanza internazionale a tutela delle donne»
“E’ giunto il momento per una nuova epoca di cooperazione internazionale e di una grande alleanza tra tutti i Governi e la società civile” per porre fine ad ogni forma di violenza contro le donne. Si è conclusa con un richiamo forte a unire le forze e a lavorare in sinergia la Conferenza Internazionale sulla violenza contro le donne, tenutasi ieri e oggi a Roma per iniziativa della Presidenza italiana del G8.
Le conclusioni della Conferenza, di cui il Ministro Carfagna ha dato lettura al termine dei lavori, ribadiscono la condanna agli abusi e alle violenze contro donne e bambine, e confluiscono in un appello corale a definire una strategia comune per combattere e sconfiggere quella che è riconosciuta universalmente come “un’inaccettabile forma di violazione e privazione dei diritti umani”.
S’impone un cambio di passo, a cominciare da una nuova considerazione del ruolo della donna, come “agente di pace nei conflitti”, come risorsa essenziale per lo sviluppo e la promozione della democrazia, “contro l’intolleranza, la discriminazione e la xenofobia”. L’apporto delle donne è fondamentale nella costruzione di una società rispettosa e inclusiva: il loro libero sviluppo deve essere garantito da un sistema democratico, con un apparato giudiziario indipendente e un impianto normativo che assicuri loro accesso all’educazione, tutela della dignità e integrità e godimento dei propri dei diritti. Per questo è necessario Essenziale è pure il ruolo degli uomini, per un cambiamento profondo della società intera e il raggiungimento dell’obiettivo comune.
In particolare, i Governi si impegnano a inserire “nella propria agenda politica e normativa la promozione e protezione dei diritti delle donne e delle bambine” secondo l’approccio trasversale del mainstreaming, e a “riconoscere e applicare standard internazionali di tutela nel campo dei diritti economici e sociali, oltre che dei diritti umani”. Ma la lotta alla violenza richiede la partecipazione di tutti, per giungere a un cambiamento radicale anche delle norme sociali: le ONG e la società civile, i media e il sistema d’informazione, ciascuno è richiamato alla responsabilità del proprio ruolo.
L’attenzione sul fenomeno della violenza di genere va tenuta alta: per questo l’Italia ribadisce il suo impegno a mantenere la questione al centro dell’agenda internazionale, e auspica che la prossima Presidenza canadese del vertice prosegua nel percorso avviato a Roma.
10 settembre 2009
Ringrazio anch’io Angelo e Giovanna. Abbiamo chiacchierato, approfondito, affrontato problemi, suggerito soluzioni. Ma, soprattutto, siamo stati bene insieme. Anche stavolta il nostro “Angolo” non ci ha tradito.
Vorrei fare una proposta ai governi (tutti)affinchè si costituiscano nelle scuole di tutti i gradi,fino all’università, corsi di autodifesa (fisica e psicologica), obbligatori, per bambine e giovani donne.
Grazie giò per il resoconto!
La proposta di Lieve mi sembra utile. Grazie.