LA DOMENICA DEL BOSCO

     

Aspettando fiduciosi l’ormai imminente Primavera nella speranza che possa essere per tutti portatrice di un nuovo benessere per il corpo e per la mente, mentre cerchiamo ancora per difenderci dalle intemperie di un  Inverno particolarmente rigido che, quest’anno, ci ha dimostrato tutte le sue peggiori peculiarità stagionali, già volgiamo il pensiero alla prossima Estate nell'intento di programmarci una possibile riposante vacanze. Lago, mare o montagna? Si vedrà, intanto ci rilassiamo davanti al monitor del nostro inseparabile PC leggendo il consueto e immancabile articoletto della Buona Domenica del Bosco. Oggi si parla di Sardegna.

 

 

 Le giare sono gli inconfondibili tavolati basaltici del Sarcidano e della Marmilla situati nella parte centro meridionale della Sardegna. Chiaramente visibili dalle zone pianeggianti, si presentano come altopiani dai lineamenti caratteristici di enormi fortezze naturali, fornite di bastioni dalle pareti a scarpata, anticamente inaccessibili.

 

Nuraghe nella Giara di Gesturi

 

Simili alle mesas messicane, molti studiosi pensano che siano state utilizzate dai sardi nuragici come ultimo baluardo di resistenza contro gli invasori Punici e poi Romani. In effetti, lungo il perimetro della sommità della giara di Gesturi, si possono ancora osservare 24 nuraghi mentre ben 50 si allineavano un tempo ai piedi dei bastioni stessi.[1]

 

(Razza equina selvatica, riconosciuta nella lista ufficiale delle razze italiane)

     

Il cavallini della Giara, secondo alcuni studiosi in materia, non appartengono ad una specie aborigena ma sarebbero i lontani discendenti, oramai inselvatichiti, della prima razza equina portata in Sardegna dai Fenici. Su questa ipotesi però non c'è unanimità scientifica e le sue origini restano pertanto ancora incerte in quanto non esistono resti fossili risalenti ad un periodo antecedente quello nuragico. Fino al tardo medioevo branchi sparsi di cavallini vivevano allo stato brado su tutto il territorio dell'Isola.

 

Cavallini della Giara

 

Quelli della Giara sono gli ultimi esemplari superstiti e rappresentano attualmente uno dei simboli della Sardegna. Si caratterizzano per avere una altezza al garrese di circa 125/135 cm. nei maschi adulti (mentre le femmine sono leggermente più piccole), il mantello color bruno scuro o nero, la coda e la criniera lunghe e folte, gli occhi dalla forma a mandorla e la fronte ricoperta da un lungo ciuffo. Il loro numero  oggi di circa 550 esemplari (vivono in gruppi di otto/dieci individui al massimo), in lieve aumento, grazie alla politica di protezione attuata dalla Regione Sardegna, ma soprattutto grazie all'impegno delle comunità locali. La Giara è divenuta un'area protetta con l'istituzione del parco naturale.

 

Cavallini della Giara

 

Fino a qualche decennio fa i cavallini della Giara venivano catturati, domati e addomesticati per essere adibiti a lavori agricoli e al traino di piccoli carri. Abbandonati a loro stessi non era raro trovare la carcassa di cavallini morti per gli stenti per carenza di alimentazione nei periodi invernali. Spesso il sostentamento dipendeva dall’apporto di volontari che provvedevano a rifornire di foraggio le zone stanziali. Ora con l’istituzione dell’area protetta come Parco Naturale la cura dei cavallini è affidata ai Comuni limitrofi della zona ed è vietato ai privati di provvedere a tale incombenza. Ben vengano le regolamentazioni mirate alla protezione della flora e della fauna soprattutto nelle aree naturalistiche ma non solo. 

 

Quercia da sughero con  particolare postura inclinata, dovuta al forte maestrale

 

Sperando che l’argomento sia stato gradito agli amici dall’animo animalista e non, ringrazio per la cortese attenzione e auguro a tutti una serena e pacifica Domenica in questo irrequieto mese di marzo.

[1]  fonte Web      

I Tazenda e Eros Ramazzotti - La mia bellissima Sardegna


COMMENTI

  1. il 17 marzo, 2013 lorenzo.rm dice:

    Sì, torniamo a parlare di Sardegna e viverla con i magici reportages di Pino. Tuffiamoci nella sua preistoria e stotia. Evviva, evviva. E, quanto ai cavallini della Giara, salviamoli a dispetto di tutte le crisi e dei contenimenti delle spese. Adiosu Sardigna nostra!.

  2. il 17 marzo, 2013 Giuseppe3.ca dice:

    Bravissimo Lorenzo, conosci bene anche la lingua sarda. “Adiosu Sardigna nostra!”, inteso come un arrivederci e non come addio. À si biri. La Sardegna è la regione dove è maturata l’idea dell’unità d’Italia ed è nel cuore non solo dei sardi ma di tutti gli italiani di larghe vedute. Grazie per le tue belle parole.

  3. il 17 marzo, 2013 Giuseppe3.ca dice:

    . “Ti cherzo donare su sambene de sa vida mia”
    . Sono le parole del video musicale che dicono:
    . “Ti voglio donare il sangue della mia vita”.

    Nella canzone sono parole rivolte alla donna amata ma le stesse parole sono state dette e messe in pratica da moltissimi sardi che hanno dato la loro vita per la Patria e questo non possiamo dimenticarlo.
    Scusatemi per l’inciso: amo la Sardegna e l’Italia.

  4. il 17 marzo, 2013 enrica,Co dice:

    Come sempre è tutto interessante e piacevole quello che scrivi Giuseppe, come mi picerebbe vedere la tua Sardegna. Chissà prima o poi, riuscirò a venire, forse……
    Un po di tempo fa avevo visto un filmato dove si diceva che questi asinelli stavano morendo,poi nn ne ho sentito più parlare, mi ha fatto piacere leggere questo tuo scritto e grazie a Giovanna per la musica

  5. il 17 marzo, 2013 giovanna3.rm dice:

    Grazie Pino per tutte le particolarità affascinanti della tua bella terra sarda. Di volta in volta, ci fai conoscere aspetti fantastici, luoghi, reperti archeologici, animali molto belli: dai mufloni, agli asinelli bianchi, simbolo dell’Asinara, ai Cavallini della Giara. La domenica del Bosco è un giorno sempre importante, anche dal punto di vista culturale, grazie a te, Pino. Un abbraccio.

  6. il 17 marzo, 2013 Giuseppe3.ca dice:

    Enrica e Giovanna, ricambio l’abbraccio e vi ringrazio per le vostre testimonianze di affetto. É vero, la Sardegna è un’isola che ha tutte le caratteristiche di un Continente a sè stante per le sue particolari peculiarità ambientali e tipicità degli animali stanziali. Tutto da salvaguardare per conservarne integra l’unicità che, a detta di molti che hanno avuto modo di conoscerla, è paragonabile ad un vero e proprio Paradiso Terrestre. Grazie ancora.

  7. il 17 marzo, 2013 giovanna3.rm dice:

    Enrica, questa volta il video musicale è stato, decisamente, scelto dall’autore dell’articolo: brano molto bello. Pino, grazie!

  8. il 17 marzo, 2013 paolacon.rm dice:

    Eja, Giuseppe
    non mi puoi mettere quelle foto di alberi piegati dal maestrale, così impunemente… Sai come mi piace spaziare con lo sguardo nelle asperità del bellissimo paesaggio sardo. Ajò, l’hai fatto appositamente vero? complimenti Giuseppe sei astutu e bravìssimu
    Come si dice in casteddaju “auguri”?

  9. il 17 marzo, 2013 enrica,Co dice:

    Giovanna, prenditi il complimento, anche se questa volta nn lo hai scelto tu, compensa le volte precedenti, e a Giuseppe, che dire, io intanto mangio i dolci di Sardegna, compensano la mia mancanza di visita alla tua terra. meglio accontentarsi, che ne dici? Buona giornata a Voi

  10. il 17 marzo, 2013 Giuseppe3.ca dice:

    Grazie per la leale precisazione Giovanna. Già altre volte canzone e video sono state di mia scelta o suggerimento ma provvedi sempre tu, con la tua sapiente mano artistica, all’inserimento del pezzo nel Blog. D’altra parte quando si lavora insieme e si collabora avviene proprio questo ma non stiamo ad inseguire complimenti, ci basta la soddisfazione dei lettori che consideriamo tutti amici. Grazie.

  11. il 17 marzo, 2013 Giuseppe3.ca dice:

    Paola, grazie per i complimenti. Intanto posso dirti che anche nel gergo ‘castèddaiu’ auguri si dice ‘augùri’, come in quasi tutta la Sardegna e, come è nelle tue conoscenze, è una parola che etimologicamente ha derivazione dal nome dell’imperatore Augusto, nell’intento di buon auspicio per infondere speranza nella riuscita delle cose che si fanno e delle cose future. (correggimi se sbaglio).

    Per quanto riguarda astuto e bravissimo, anche queste sono parole che non cambiano di molto, infatti, come hai scritto tu, diventano ‘astùtu’ e ‘bravìssimu’, cioè con la ‘u’ finale, come moltissime parole sarde, ma a proposito di astuto, da noi si usa molto più spesso la metafora di ‘margiani’ per indicare una persona furba, infatti margiani significa volpe. Io, naturalmente, sono un timido agnellino, non una astuta volpe. Grazie, in ogni caso.

    Per le querce che crescono inclinate nella direzione sud-est sappiamo che ciò è dovuto al vento di Maestrale proveniente da nord-ovest e che in Sardegna è prevalente in tutte le stagioni e soffia impetuoso e impietoso piegando i giovani virgulti delle querce senza protezione che, come vediamo, hanno carattere duro, come tutti i sardi del resto, e prosperano in quella posizione per tutta la vita. L’immagine non l’ho inserita con nessun altro intento se non quello di far conoscere un altro aspetto della amata Sardegna. Grazie per il tuo gradito intervento. Ciao, a presto.

  12. il 17 marzo, 2013 Nembo dice:

    Sardegna un’isola che è sinonimo di bellezza, di natura incontaminata, di cultura antica, di gente tenace, grazie all’amico Giuseppe che ci descrive storie e caratteristiche della sua terra a noi sconosciute. Bellissimi sono i cavallini dell’altopiano di Giara, spero tanto che questa razza continui a spravvivere allo stato brado ma protetti.

  13. il 17 marzo, 2013 Giuseppe3.ca dice:

    Enrica mi fa piacere che apprezzi i dolci sardi, altra caratteristica delle immense bontà dei prodotti di terra sarda. Ti auguro di poter programmare presto una tua vacanza in Sardegna per una verifica sul posto, sono convinto che ne rimarrai contenta e potrai aggiungere un’altra perla ai tuoi racconti di viaggio. Ciao.

  14. il 17 marzo, 2013 Giuseppe3.ca dice:

    Grazie Nembo, è l’augurio che ci facciamo tutti e pare che finalmente chi ha l’onere e la responsabilità di governare, abbia capito l’importanza della salvaguardia dell’ambiente e della consevazione delle specie sia faunistiche che floreali.

  15. il 18 marzo, 2013 sandra.vi dice:

    Grazie Giuseppe,aspetto sempre con piacere di leggere la decrizione che tu ci fai degli angoli della tua bella Sardegna approfondendone la conoscenza .Bellissimi quei cavallini ,meno male che una volta tanto qualcosa si e; mosso a salvaguardia del nostro patrimonio ambientale.Stavolta complimenti a te per la scelta della musica.

  16. il 18 marzo, 2013 silvana1.ge dice:

    Giuseppe, un’altra pagina interessante sulla tua bellissima terra, della quale ci hai aperto altri scenari storici, paesaggistici. Deliziosi i cavallini selvatici della Giara.E’ davvero importante la funzione dei parchi naturali, anche perchè stimolano il rispetto e la salvaguardia dell’ambiente, e creano le condizioni ideali per un sano e produttivo rapporto dell’uomo con la natura.. e questa è civiltà… L’immagine della quercia da sughero inclinata dal maestrale è qualcosa di maestoso: sottolinea la forza della vita in tutte le sue forme: l’adattamento di ogni specie vivente alle condizioni climatiche, alle avversità ecc. non è meraviglioso? I Tazenda sono una mia passione musicale.
    Insomma, una pagina avvincente, gradevolissima !! Grazie !!

  17. il 19 marzo, 2013 Giuseppe3.ca dice:

    Sandra, grazie a te per le espressioni del tuo gradimento, mi fa piacere e mi riempie di gioia, a dimostrazione che le fatiche settimanali non sono vane ma pienamente gradite.

  18. il 19 marzo, 2013 Giuseppe3.ca dice:

    Silvana, sento tutto l’entusiasmo che sai trasmettere, a dimostrazione della sincerità del tuo pensiero di vera amica. Grazie di cuore.


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