LA DOMENICA DEL BOSCO

  Barra div. - treccia oorizz. - gialla-verde-aranc. Le_nostre_ru_07544 B.G. M Giuseppe_07798   Barra div. - treccia oorizz. - gialla-verde-aranc.       La_mia_prima_08155    

Fino a quel momento avevo viaggiato sempre in scooter, una Lambretta 125 cc, sia per andare al lavoro che per le gite domenicali con gli amici. Avendo poi raggiunto il traguardo di un lavoro sicuro, a tempo indeterminato, pensai che era arrivato il momento di dotarmi di un’auto acquistandola magari di seconda mano e passai parola all’amico Paolo. Paolo era addentro al settore auto, aveva frequentato il corso di piloti collaudatori a Torino Mirafiori e lavorava in una concessionaria d’auto addetto alla valutazione delle auto usate versate in permuta e alla consegna delle auto nuove. Dissi a Paolo di avvisarmi quando sarebbe capitata un buona occasione di una utilitaria di seconda mano. Paolo mi disse che era capitata una vera occasione solo qualche giorno prima, ad averlo saputo, l’avrebbe bloccata, invece era stata già venduta. Non importa, dissi, non c’è fretta, alla prossima, avvisami.

 

Lambretta 123 ccLambretta 123 cc

 

Intanto stavo seguendo le lezioni per conseguire la patente: la teoria in una Scuola Guida e le lezioni pratiche, nel tempo libero, con la “600” dell’amico Paolo che fungeva da istruttore.

Passarono solo pochi giorni e Paolo mi informò che c’era una “500” quasi nuova ad un prezzo veramente d’occasione ma dovevo affrettarmi altrimenti sarebbe stata venduta. E fu così che acquistai la mia prima auto e fu proprio Paolo che mi accompagnò per portarla a casa in quanto io avevo solo il “foglio rosa” valido per l’addestramento alla guida. Parcheggiai l’auto sotto casa e riaccompagnai con lo scooter Paolo a riprendere la sua auto.

    Fiat 500 rossa  

Ancora qualche giorno e diedi l’esame di teoria e guida per ottenere la patente: promosso. Avevo superato l’esame ma non avevo ancora la patente che sarebbe arrivata direttamente al mio indirizzo dagli uffici appositi di lì a qualche giorno. Intanto l’auto restava parcheggiata e io continuavo a viaggiare con lo scooter per andare al lavoro.

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Era stata una notte di tempesta, lampi, tuoni e scrosci di pioggia battente avevano allagato le strade, un vero tempo da cani. Ore 3,30, la suoneria della sveglia suona impietosa, ero già sveglio per via del temporale in atto ma dovevo alzarmi, prepararmi e uscire per andare al lavoro. Il mio turno di servizio iniziava alle 4,30 alla stazione ferroviaria in qualità di Dirigente Movimento addetto alla circolazione dei treni. Abitavo in periferia ed ero distante una decina di km. dalla stazione. Il primo treno, carico di pendolari che quotidianamente dovevano raggiungere il posto di lavoro partiva alle 5,00 e per quell’ora doveva essere tutto pronto e questo dipendeva dalla mia presenza sul posto, in pratica dovevo abilitare la stazione dopo la chiusura notturna.

Decoraz. 2 - caleidosc.

Faccio la barba, una lavata veloce, indosso la divisa nera di capostazione con i monogrammi “FS” sul bavero e sono pronto. Il cappello rosso lo avevo nel mio stipo negli uffici della stazione. Imbacuccato esco da casa per andare a prendere la lambretta ed avviarmi ma fui letteralmente travolto da forti folate di vento e dalla pioggia insistente. Sarei arrivato al lavoro fradicio ed il percorso con lo scooter non sarebbe stato facile con le strade in quelle condizioni. Avevo già le mani sullo scooter ma il pensiero corse subito all’auto, era lì parcheggiata, aspettava solo che infilassi la chiave nella portiera e sarei stato al riparo dalle intemperie.…. Che fare? Attimi di indecisione, non volevo infrangere le regole, avevo conseguito la patente, è vero, ma non l’avevo materialmente in tasca. Tanti pensieri balenarono nella mia testa in quel momento.

 

Foglio rosa  vFoglio rosa

 

Fu una scelta difficile e soprattutto sofferta ma alla fine scelsi di usare l’auto. Mi infilai nell’abitacolo e avviai il motore. A quell’ora non c’era traffico e difficilmente avrei potuto incontrare dei posti di blocco di polizia stradale o vigili urbani. Pensai che potevo giustificarmi dicendo che avevo dimenticato la patente e che l’avrei portata al comando per la verifica (avevo tutti gli altri documenti in regola e speravo che nel giro di pochi giorni sarebbe arrivata l’agognata patente di guida).

Tutto si svolse regolarmente, guidai con cautela e arrivai alla stazione soddisfatto di essere rimasto all’asciutto, parcheggiai l’auto nell’area di servizio per i dipendenti aziendali e raggiunsi la postazione di lavoro.

  Decoraz. 2 - caleidosc.

Apertura degli uffici di stazione, diedi ordine al deviatore in turno di operare sul quadro di comando degli interruttori per attivare l’illuminazione degli impianti di stazione e procedere al controllo della regolarità degli scambi quindi diedi il benestare al responsabile del Deposito per l’uscita e il garaggio sul binario di partenza delle due automotrici che componevano il convoglio del primo treno in programma. Macchinisti e Capotreno erano già sul convoglio. Iniziarono ad arrivare i primi viaggiatori e mentre salivano sul treno qualcuno mi salutava “Buon giorno Capo, bella giornata oggi eh?” “Non c’è male” risposi, pensando a cosa avevo provato nel mio animo solo mezz’ora prima nell’intento di operare con grande senso del dovere e di responsabilità per la regolarità del servizio pubblico.

 

Treno in arrivo

 

Ora era tutto a posto e questo era sufficiente a tranquillizzarmi. Altri treni arrivarono e altri ne partirono come previsto dal programma di circolazione. Al termine del mio turno mi feci accompagnare a casa da un collega che faceva il mio stesso percorso e lasciai la “500” parcheggiata sul posto di lavoro. Nei giorni successivi ripresi ad utilizzare lo scooter fino a quando arrivò l’agognato documento che mi abilitava alla guida dell’auto.

Decoraz. 2 - caleidosc.

Ancora oggi, però, rimane in fondo al mio animo una sorta di rimorso per aver guidato comunque senza patente. Ma era stato veramente così? Cosa ne pensate?

Mi eleverete la multa o per questa volta sono perdonato?.

Se avete qualche ricordo da neo patentati o qualche simpatica avventura vissuta alle prime armi con l'auto siete invitati a raccontarcela.

Buona Domenica.

 

Giuseppe_25237

 

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 Giovanni Marradi  -  Solamente una vez

https://www.youtube.com/watch?v=ckVEvNCjIV4&index=49&list=FLNSrLyPMe3ffjMLZJhkN44g

     

 


COMMENTI

  1. il 09 marzo, 2014 Lorenzo.rm dice:

    Certo, Pino, sul piano formale hai commesso un’infrazione. Ma, sul piano sostanziale, certamente no: la patente non l’avevi materialmente ma l’avevi comunque conseguita. Bellissimo tutto il contesto, compreso il tacito rimpianto per i “bei tempi di una volta”. Un abbraccio a te e Giovanna.

  2. il 09 marzo, 2014 Giuseppe3.ca dice:

    Grazie Lorenzo, la tua comprensione mi conforta, hai dato la giusta interpretazione all’episodio che ho voluto raccontare anche con senso di liberazione. Da subito mi ero pentito ma l’ho sempre classificato come un caso di forza maggiore. Sono i casi della vita.

  3. il 09 marzo, 2014 gabriella dice:

    Giuseppe, te ne sei fatto un crucio per la patente, che avevi conseguita ma non ti era ancora arrivata. Pensa se non arrivavi in tempo per dare il via a tutto il lavoro che c’è in una stazione,dove i secondi sono oro.Me ne intendo !!Quello sarebbe stato un guaio.Alla fine la tua “cinquina” te la sei ripresa con la patente in tasca. Sarebbe un ottima lezione. Ciao

  4. il 09 marzo, 2014 Giuseppe3.ca dice:

    Ecco un altro consenso positivo, grazie Gabriella. É vero, era stata una scelta sofferta per una persona educata all’onestà, al rispetto delle regole e della legge ma in quel momento ha prevalso la logica dello stato di necessità e, tutto sommato, penso che sia stata la soluzione giusta.

  5. il 09 marzo, 2014 elisabetta8.mi dice:

    Bravo Giuseppe, al tuo posto avrei fatto la stessa cosa,ti capisco,ho viaggiato in motorino anche io con tutte le intemperie e conosco molto bene i disaggi,,io lavoravo a 13 km di distanza,dopo aver preso la patente con tanti sagrifici(il mio tempo era limitato) ho preso un pandino usato ma x me era una ferrari,,,alle 5 del mattino in pieno inverno esco di casa tutta briosa,,,finalmente avevo la macchina ma nn avevo fatto i conti con la bebbia e si’ in motorino era diverso avevo piu’ visibilita’,,ho acceso tutto sembravo un albero di natale,ma i tergi gristalli nn riuscivo a farli andare x pulire il parabrezza ,mi aggiusto come posso e parto,,,un nebbione micidiale ma conosco la strada e vado a naso come si suol dire finalmente arrivo sul posto di lavoro,vedo la guardia notturna ci salutiamo e lui gentilmente si congratula con me x la macchina ed io le dico ,,nn mi funzionano i tergi gristalli,lui guarda e tac,, e questi dannati vanno,lui di rimando dice,ma lei è cosciente del rischio che ha corso?se un vigile l’avesse fermata?vedi Giuseppe ?ho rischiato anche io,,,,,

  6. il 09 marzo, 2014 Nembo dice:

    Giuseppe, ora la patente te la rilasciano subito, ti ringrazio che con il tuo racconto mi hai riportato ai ricordi della mia prima auto che non si scorda mai, era una Fiat- 850 coupe,regalata da mia nonna, ricordo pure che la mia auto era sempre asseta di benzina, come pure il motorino un “mondial” certamente come tutti davo libero sfogo ai miei gusti con tante infrazioni al C.d.S. Ora tutto è cambiato e, come dice Lorenzo con il rimpianto dei “tempi passati” Buona domenica.

  7. il 09 marzo, 2014 Giuseppe3.ca dice:

    Concordo Ely, è stato un rischio necessario e calcolato anche per te. Quando ne parliamo andiamo a scoprire che tutti abbiamo avuto la nostra avventura con l’auto, e forse anche più di una. Grazie Ely, è bello ritrovarci e ricordarle insieme nel nostro salotto del Bosco. Ciao.

  8. il 09 marzo, 2014 Giuseppe3.ca dice:

    Fiorenzo, ricordo la 850 coupé, ambizione di tanti giovani di allora. Un amico la conserva ancora, iscritta alle Auto Storiche Italiane e la cura come un gioiello. Grazie, è bello tornare indietro con la mente alle nostre prime emozioni, aiuta a mantenerci giovani. A presto.

  9. il 09 marzo, 2014 Giuseppe3.ca dice:

    Nembo, preciso che l’amico che conserva ancora la 850 coupè, è proprio l’amico Paolo, citato nel racconto e che è stato anche il mio istruttore di guida. Giusto per la precisione. Ancora grazie.

  10. il 09 marzo, 2014 gianna dice:

    Giuseppe3. molto bello questo tuo vero racconto, bravissimo ma non volevi infrangere le regole, ma in una mattinata cosi hai fatto bene, dovevi arrivare in orario per il tuo servizio in ferrovia, ma con molto prudenza sei riuscito ricuperarti da quel tempo infernale, e arrivare al tuo servizio puntuale, non è successo nulla, bravo tu sei un esempio per certi giovani,non volevi fare una cosa illegale ,ma la presenza della tua macchina ti ha incoraggiato,pensavi che dovevi essere presente al tuo servizio di Dirigente movimento addetto alla circolazione del treno, nell’orario stabilito per le prime partenze,complimenti Giuseppe, altro che darti la multa sai che con la prudenza si arriva ovunque, bravo ancora oggi sei orgoglioso ,e preciso nel tuo impegno lavorativo, ciao

  11. il 09 marzo, 2014 giovanna3.rm dice:

    Pino, ricordo anch’io, con molto affetto, la mia prima macchina, una 500 fiat, già avanti nella sua storia, acquistata di seconda mano, ma ne ero felicissima. Mi piaceva molto guidare e, spesso, amici molto generosi mi prestavano le loro vetture, un po’ più veloci della mia. Ero giovanissima quando iniziai le lezioni di guida ma, pur avendo superato gli esami senza problemi, dovetti attendere paecchio prima di avere la patente: a quel tempo la maggiore età era a 21 anni. Così, andai girando a lungo con il foglio rosa e avrei dovuto sempre avere accanto un “patentato”: onestamente non fui così corretta e ligia alla legge come fosti tu: qualche volta ho trasgredito, ma mi è andata sempre bene, per fortuna. E devo dire che non ho nemmeno avuto sensi di colpa…..evidentemente ero un po’ birbona. Mi piaceva guidare e avrei fatto cose incredibili per togliermi lo “sfizio”. Ad una sola macchina rimasi particolarmente affezionata: era una 850 coupé, rossa fiammente. All’interno aveva il cruscotto e altri accessori in legno lucidissimo, un vero gioiello. La tenni per oltre 10 anni,
    Grazie del tuo racconto, veramente simpatico. Un abbraccio, Pino.

  12. il 09 marzo, 2014 gianna dice:

    Con il tuo carattere orgoglioso,prima lo scooter lambretta 125,ti divertivi con gli amici fare le gite Domenicali, pensavi a studiare, prendere la patente, poi sei diventato Dirigente, movimento ,circolare dei treni, ma te non ti fermarai mai, sei un esempio per i giovani d’oggi complimenti bravo,grazie Giovanna per i suoi video e foto veramenti belli, grazie per i vostri racconti B Domenica a tt evviva il bosco di eldy.

  13. il 09 marzo, 2014 Nembo dice:

    Giuseppe, grazie a te per la tua precisazione, mi dai occasione per dirti che se ti succedeva ora quella “infrazione -art.116 C.d.S.” ti costava molto-molto cara. Altresi ho letto che anche l’amica Giovanna aveva scelto bene l’auto come il sottoscritto. Un saluto

  14. il 09 marzo, 2014 alba morsilli dice:

    come non ricordare la lambretta dove noi ragazze sedute su un fianco con la gonna a ruota che svollazzava al vento.
    é stato soloquestione di carteperchè tu eri ormai abilitato alla guida, ti mancava solo il pezzo di carta da far vedere. Ligio al lavoro hai usato l’arte di noi italiani nei momenti bui “quello di arrangiarsi”però tuttoa lieto fine.
    Mitica la 500ancora oggi vi sono dei raduni ed i suoi amatori fanno la gara per prensentarla sempre più appariscente

  15. il 09 marzo, 2014 Giulio Salvatori dice:

    Macchè scrupoli, hai fatto benissimo. Pensa se non arrivavi in orario che sarebbe successo? Pensa se tu avessi preso una bronchite? Ma insomma, il fatto è che alla base, c’è quella benedetta educazione, il rispetto delle regole, etc. etc. Io, Maledetto Toscano, sulle note dell’Inno dei Lavoratori, ti appiccico un bel medaglione con la scritta: Hai fatto bene a prendere la macchina.

  16. il 09 marzo, 2014 Giuseppe3.ca dice:

    Gianna, confermo che era stata una scelta molto sofferta ma ha prevalso il senso del dovere e della responsabilità anche se ho commesso comunque una infrazione alle norme del C.d.S. – Forse, in quel momento, è stata anche una scelta dettata dalla logica realistica perché con le strade abbondantemente allagate e trasformate quasi in un fiume d’acqua non so se con lo scooter avrei potuto raggiungere il posto di lavoro incolume. Grazie per il tuo sostegno.

  17. il 09 marzo, 2014 Giuseppe3.ca dice:

    Giovanna, bella la tua testimonianza! Quanto hai raccontato era mal comune allora per molti giovani. Chi non è passato attraverso la “500 Fiat” nei primi anni della motorizzazione automobilistica? La “850 coupè” era un sogno per tutti ma pochi sono arrivati a realizzarlo e tu, Nembo e l’amico Paolo siete tra questi fortunati (diciamo così). Ti sei tolta lo “sfizio” e hai tenuto il tuo ‘gioiellino’ per oltre 10 anni; pensa che Paolo ce l’ha ancora, la tiene in perfetta efficienza e partecipa regolarmente ai raduni delle Auto Storiche Italiane (A.S.I.).
    Grazie Giò, bello riparlarne ancora.

  18. il 09 marzo, 2014 Giuseppe3.ca dice:

    Verissimo Gianna, c’era molto impegno ma anche tanto entusiasmo giovanile che ci aiutava a superare qualsiasi ostacolo. Come vedi, però, ancora oggi lo spirito non manca e scriviamo le nostre storie per gli amici del Bosco. Grazie.

    Concordo per gli elogi espressi nei confronti di Giovanna per il suo costante impegno nel rendere il Bosco sempre più bello, interessante e piacevole.

  19. il 09 marzo, 2014 Giuseppe3.ca dice:

    Nembo, uso una tua parola ricorrente: “Affermativo”. È una storia comune per molti giovani di allora e oggi ci piace ricordarla. Grazie ancora.

  20. il 09 marzo, 2014 Giuseppe3.ca dice:

    Vero Alba, l’arte di “arrangiarsi” è stata sempre una prerogativa tutta italiana e tutti l’abbiamo imparata da giovani. Bei ricordi delle gite domenicali in coppia, con la Vespa, la Lambretta e altre moto: formavamo i gruppi, pranzo al sacco, e si partiva. Beata e spensierata gioventù. Ora quanta nostalgia anche per la prima ‘quattroruote’, immancabilmente una “Fiat 500”. Grazie, per i tuoi commenti, sempre incisivi.

  21. il 09 marzo, 2014 Giuseppe3.ca dice:

    Grazie per la decorazione Giulio, le tue parole hanno rimosso definitivamente il mio senso di colpa, se ancora c’era qualcosa nella mia coscienza. Penso che ormai era stato sostituito dal senso della ragione che è prevalente. Giusto così!

  22. il 10 marzo, 2014 alessandro32 dice:

    Ho posseduto anche io la lambretta, moto, e varie macchine nell’arco della mia vita, ma l’emozioni che mi dette allora 14enne il mio primo mezzo di locomozioe e primo amore ( la bicicletta ) non ha mai uguagliato nessun mezzo. passeggiate nel silenzio nella la natura, ville,giardini,centro storico, senza il romboante motore, maneggevole e pratica: Oggi giunto quasi alla mia quarta età sono sono tornato a lei, rivivendo i suoi ricordi passeggiando, ma risentendo quelle emozioni in maniera differente con più profontità e nostalgia della vita trascorsa, e mentre pedalo considero che ogni età ha il suo lato bello.

  23. il 10 marzo, 2014 sandra vi dice:

    Bello il tuo racconto Giuseppe cosi’ preciso e dettagliato,ddal quale emerge tutta la tua correttezza ed onesta.Cosi’ eravamo ,ligi ai nostri doveri .Ci sentivamo in colpa anche per delle piccole infrazioni ,che poi alla luce dei fatti nn lo erano affatto ,tu la patente virtulmente l’avevi gia’ virtualmente in tasca no?.Io invece ricordo ancora l’incubo del mio esame di guida. Non mi piaceva guidare ,mio fratello in poco tempo aveva preso la patente e mi prendeva in giro ,cosi’ per scommessa mi ripromisi di prenderla in fretta.LO scritto tutto ok ,ma quando sali per l’esame di guida nn capii piu’ niente ,ricrdo solo una voce “accosti per favore,meglio rivederci ancora…..Infine ottenni la patente ,ho guidato a lungo senza il mio piccolo incidente la mia 850 come la ricordo.E KM, ne ho macinati ……..COmplimenti a Giovanna per il videao e la bellissima musica.

  24. il 10 marzo, 2014 Giuseppe3.ca dice:

    Alessando, le emozioni intense vissute negli anni della giovinezza non si scordano mai. In moto, auto o in bicicletta… tutte bellissime e si ritorna a viverle, virtualmente ma anche nella realtà, come fai tu, pure nella terza età. Bravo continua così!

  25. il 10 marzo, 2014 Giuseppe3.ca dice:

    Ti tingrazio per gli elogi Sandra. Anche un racconto può riportarci indietro nel tempo per rivivere gioie ed emozioni che sembravano dimenticate e invece sono sempre nella nostra mente. Ognuno ha dentro di sè una propria storia ed è bello raccontarcele tra amici.

    Mi unisco ai complimenti per Giovanna. Ciao.


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