L’angolo del dialogo – Fatti e Opinioni
Scritto da giovanna3rm il 19 Marzo 2014 | 34 commenti- commenta anche tu!

Ritorniamo sulla teoria del Gender con un articolo preso dalla News Letter di Tempi.it. E’ un articolo “di parte” ma ci serve per il nostro dialogo.
A proposito della rivoluzione del gender. Tre miti da smascherare (per evitare la fine dei famosi pecoroni).
Marzo 4, 2014 Marguerite Peeters
Benché il suo contenuto sia di una violenza inaudita, aberrante, la rivoluzione del gender utilizza strategie dolci che la rendono spesso impercettibile, per cui le maggioranze non ne hanno ancora preso coscienza.
Cominciamo con lo smascherare tre miti che ci paralizzano nella risposta che siamo chiamati a dare alla rivoluzione del gender. Perché indubbiamente si tratta di una rivoluzione. Molti credono che il gender sia un progetto esclusivamente omosessuale, e dunque minoritario. Ebbene, il gender storicamente ha una duplice origine. E ha oggi una duplice applicazione: femminista radicale e omosessuale. Queste due interpretazioni sono inscindibili. Il loro elemento comune è di considerare l’identità maschile e quella femminile, la complementarietà tra uomo e donna, la vocazione nuziale della persona umana, il matrimonio tra un uomo e una donna, la famiglia fondata sul matrimonio, la paternità e la maternità, la vocazione educativa del padre e della madre, la filialità come altrettante costruzioni sociali contrarie all’uguaglianza e alla libertà civili e discriminatorie, in particolare per le donne e gli omosessuali.
Occorre dunque decostruire sistematicamente questi supposti stereotipi, che in realtà sono dati costitutivi fondamentali di ogni persona umana. Bisogna decostruirli con tutti i mezzi, educativi prima di tutto, ma anche politici, legislativi, culturali (mode, musica, film, linguaggio).
È questa l’essenza del sovvertimento compiuto dalla rivoluzione del gender. Va ben al di là, è evidente, delle agende femministe radicale e omosessuale. Si tratta di rifondare la società su un’“umanità nuova”, “liberata” dai termini uomo e donna, padre e madre, sposo e sposa, figlio e figlia, matrimonio e famiglia, che non avrebbero più diritto di cittadinanza.
Nella società attuale, sessualmente indifferenziata, non resterebbero che cittadini-individui, “liberati” da ciò che sono, vale a dire persone predisposte all’amore e alla felicità. L’amore in effetti non può essere individualista; è sempre personale.
L’obiettivo della rivoluzione del gender è di permettere a tutti i cittadini-individui del mondo di accedere al piacere sessuale “senza ostacoli” e al potere di autodeterminarsi al di fuori della propria identità sessuale. Secondo mito: il gender non è una “teoria” stramba, capace di sedurre solo certe popolazioni o maggioranze parlamentari, per esempio in Francia con la legge del matrimonio per tutti. Divenuta norma politica universale alla quarta Conferenza mondiale dell’Onu sulle donne nel 1995, e da allora una delle priorità trasversali delgoverno mondiale, la prospettiva del gender viene ormai applicata in tutto il mondo e ci riguarda tutti. Benché il suo contenuto sia di una violenza inaudita, aberrante, la rivoluzione del gender utilizza strategie e tecniche di trasformazione sociale dolci che la rendono spesso impercettibile, per cui le maggioranze non ne hanno ancora preso coscienza.
Non vogliamo essere montoni di Panurge, vero? Per seguire passivamente e stupidamente il montone, rifiutandosi di autodeterminarsi liberamente, tutto il gregge si è gettato nell’oceano ed è affogato. Infine, il gender non è stato tirato fuori dal cappello qualche anno fa: s’innesta su un lungo processo di rivoluzione culturale occidentale di cui è il prolungamento logico. Le sue origini, nella nostra storia, risalgono al XVIII secolo. Non dimentichiamo che il Manifesto del Partito Comunista di Karl Marx è stato pubblicato nel 1848: sessantanove anni prima della rivoluzione bolscevica. Sono trascorsi cinquant’otto anni da quando l’interpretazione ideologica del termine gender è apparsa per la prima volta negli Stati Uniti. Ma più di due secoli e mezzo ci separano dall’epoca in cui i valori universali di uguaglianza e di libertà si sono affermati — fortunatamente tra l’altro, avendo favorito lo sviluppo del senso della dignità di ogni persona umana — venendo già allora mal interpretati dai filosofi e da altri attori influenti, in un modo che ha segnato la nostra storia fino a oggi, e di cui il gender è l’ultimo frutto. L’ondata assassina di uno tsunami si percepisce solo quando si avvicina alla costa.


Dice: perché avete voluto affrontare ancora questo problema? Primo, perché oggi è il giorno di San Giuseppe e la festa del papà, quindi la festa della famiglia. Secondo, perché ho avuto la netta impressione che l’altra volta abbiamo finito per confinare l’argomento fra quelli di tipo specialistico, riservato agli insegnanti. Nel senso: lasciateci lavorare, che noi siamo specialisti e voi no. Oggi, sulla base della presa di posizione di ambienti cattolici conclamati, si vede che c’è voglia di prendere posizione, di parlarne, di difendere il nucleo fondamentale della società: la famiglia. Non siamo dei “singoli”, infatti, da tutelare e difendere come minoranze. Ma gli elementi essenziali che costituiscono il corpo sociale, le due metà del cielo, maschi e femmine, nati per stare insieme e per costituire, prima di tutto, le famiglie. Ma discutiamone in piena libertà e senza riserve mentali.
Si ci va di parlarne Lorenzo, perché ogni argomento, per quanto traumatizzante a prima vista, va sempre approfondito e analizzato prima di esprimere un giudizio. Ritengo necessario ascoltare tutte le ‘campane’ per cercare di capire e creare nella nostra ‘forma mentis’ un nostro pensiero che sia il più razionale possibile. Grazie, il tuo “Angolo del dialogo” è sempre interessante ed è un piacere leggerti.
Grazie della tua consueta attenzione, Pino. Con i più affettuosi auguri per la tua festa.
Concordo con Giuseppe-ca-, ogni argomento va approfondito e parlarne sempre anche se poi ognuno di noi esprime un parere diverso. Come già precedentemente commentato sul’argomento “Geder” ribadisco che la famiglia esiste quando c’è completezza ed è strutturata in due persone di diverso sesso maschio e femmina, perchè a mio parere sono più idonei a garantire un miglior sviluppo, equilibrio e emotività nella vita al proprio figlio, con la moralità che si da al proprio figlio è la base per un sano sviluppo del cervello per un domani nella vita sociale, siamo noi stessi a decidere gli insegnamenti al proprio figlio spiegando chiaramente gli elementi che si possono incontrare sessualmente nella vita quotidiana. Sulla nuova rivoluzione Gender che già abbiamo sviscerato precedentemente e sulla complementorietà tra uomo e donna è moralmente ineducativa se non dire un lavaggio del cervello per i nostri ragazzi speciamente quando non sono ancora pronti per capire ideologicamente la differenza tra sessi opposti con varie identità. Forse il legislatore nel suo DL, ha dimenticato di rileggere e, cambiare, gli articoli della nostra carta costituzionale art.29-30-31. E’ tutta una strategia politica sociale volta obiettivamente in situazioni contrastanti, che il legislatore, inspiegabilmente, preferisce ignorare, figuriamoci i genitori e, a tal proposito ho chiesto a un paio di genitori che hanno figli nelle scuole medie di cosa pensassero di questo programma che dovrà essere sperimentato nelle scuole, loro stessi non ne sapevano nulla. Oggi è la festa del PAPA’ e, non del genitore 1 0 2! Dio ha creato Adamo ed Eva. Auguri a tutti i papà del mondo anche quelli che stanno lassù.
Lorenzo, questa seconda puntata sul Gender, per il suo chiaro contenuto, mi lascia ancor più perplessa. Qui, mi sembra, si sia entrati chiaramente nell’ambito ideologico.
Ora, la battaglia alla quale ti riferivi, in precedenza, e che condividevo, nonostante le sue difficoltà, era di tutt’altro tenore. Mi sembra fosse fondata sulla collaborazione e l’equilibrio tra i sessi anche se, noi donne, a giusta ragione, la vediamo dura e assai faticosa da raggiungrere. In definitiva, tuttavia, è quella a cui tendiamo: lo scopo finale, sia pure arduo, che comporta un enorme ma sacrosanto impegno maschile, è ciò che accomuna e non ciò che disgiunge,.
Gradirei molto avere un confronto con altre donne, in proposito. Fatevi sentire. Ovviamente, lo stesso auspicio vale anche per gli uomini, per tutti coloro che avvertono la necessità di confrontarsi e di non liquidare l’argomento con una battuta, magari scontata.
Giovanna invita a esprimere il proprio parere in merito a quest’articolo, molto di parte, come ha già detto Lorenzo. Ritengo di non avere abbastanza conoscenze riguardo alla “Teoria Gender”, ma voglio riportare di cosa parla:
“La teoria del gender è un’idea che sostiene che non esiste una vera differenza fisica e biologica tra uomini e donne determinata da fattori, diciamo così, materiali, legati al corpo, ma che gli uominie le donne sono esattamente uguali da ogni punto di vista; c’è quella piccola differenza morfologica ma che non conta niente.
La differenza maschile/femminile è una differenza esclusivamente culturale,cioè gli uomini sono uomini perché sono educati da uomini, le donne sono donne perché sono educate da donne; se non ci fossero queste costruzioni culturali non ci sarebbero differenze tra donne e uomini ma il genere umano sarebbe fatto di persone uguali, indifferenti, non ci sarebbe nessuna diversità.”
Potremmo dedurre che questa teoria di cerca di annullare la diversità di genere, ma quando si parla di parità genere, cosa veramente s’intende?
Nembo, che dire? Io, il pericolo che in una visione indifferenziata degli individui di diverso sesso, si possano annacquare le leggi della natura lo vedo. Tanto più se uno dei due sessi è obiettivamente sacrificato all’altro e chiede giustamente di affrancarsi. Ma dall’affrancamento al rancore alla rivolta il passo è breve, e ciò vale per tutti e due i sessi. Che la violenza dell’uomo sulla donna possa essere in parte ricondotta alla indifferenziazione dei sessi?
Giovanna, ho detto che da un tranquillo chiarimento su tutte le facce del prblema mi sembra utilissimo. Io non affronterei mai il rapporto dei sessi in termini di libertà (pure se sacrosanta), ma in termini di armonia fra soggetti complementari. E’ ovvio che non si possa imporre a chi è dichiaratamente omosessuale, maschio o femmina che sia, un rapporto obbligato con l’altro sesso. Ma qua si discute della legge fondamentale della natura, che vede uomo e donna inscindibilmente collegati. Non sarebbe molto più proficuo per la società trovare un rapporto armonico fra i due sessi piuttosto che una separatezza che li allontana? Con tutte le conseguenze negative che indicavo? Quando poi si pensa che una tale impostazione ha fatto breccia anche nella famiglia determinando la farsa del genitore primo e secondo, mi sembra prevalere la stupidità.
Grazie, Lucia, di aver chiarito i canoni fondamentali della teoria. In sintesi si tratta di annullare la diversità di genere, non di trovare il più soddisfacente incontro fra i generi, da cui nasce la parità vera, non quella fasulla, imposta o contrabbandata per tale. Basterebbe questo per ritenere che la teoria si attaglia soprattutto alla libertà di tipo omosessuale e non alla determinazione di un gioioso e paritario incontro fra i due generi della natura. A me non sta di proporre ricette ma ritengo molto più denso di possibili risultati positivi un armonico rapporto fra i sessi.
Sono di sinistra e non sono certo un frequentatore di Chiese, ma il sentire solo la parola “gender” mi fa salire il sangue alla testa. Tutti hanno il diritto di fare della loro vita sessuale quello che vogliono , ma tradurre tutto questo con una ideologia aberrante che esalta l’individuo , senza progetti , con identità sessuali non definite , solo alla ricerca di pulsioni di piacere e di una autodeterminazione anarcoide mi riempie di sdegno.
Una sfrenata voglia di uguaglianza ….ma che uguaglianza? Una bisessualità caotica e priva di principi e di regole . Il povero Carlo Marx si rivolta nella tomba a sentire come hanno tramutato il suo pensiero sociale in idiozie autodistruttive.
Auguri a tuttti i papà , hai nonni ed ai bisnonni ….altro che gender!
Caro Franco, non è la prima volta che condivido il tuo pensiero. Ti abbraccio. Naturalmente, come sempre, sono aperto al dialogo.
Bellissima la tua reazione Franco, è pienamente condivisa. Non c’entra essere di sinistra per essere d’accordo su come è stata creata l’essenza delle umane genti. Io penso che il Mondo è fatto come lo ha creato Dio non come vorrebbero farlo certe ideologie che di umano hanno ben poco.
I maggiori finanziatori del progetto Gender sono gli “esperti indipendenti” dell’Onu, contrari al pensiero dei cattolici, ribadiscono:
1) La Commissione ricorda alla Santa Sede i pericoli delle gravidanze precoci e indesiderate e dell’aborto clandestino, che per le ragazze adolescenti si traducono in tassi notevolmente alti di morbilità e mortalità materne, così come il rischio che le ragazze e i ragazzi contraggano malattie sessualmente trasmissibili, compresa l’Hiv/Aids. La Commissione raccomanda alla Santa Sede di:
(a) valutare le serie implicazioni della sua posizione (…) e superare tutte le barriere e i tabù riguardo alla sessualità degli adolescenti, che impediscono il loro accesso all’informazione sessuale e riproduttiva, compresa quella sulla pianificazione familiare e sui contraccettivi, i pericoli della gravidanza precoce, la prevenzione dell’Hiv/Aids (…);
(b) mettere l’interesse degli adolescenti al centro di tutte le decisioni che riguardano la loro salute e il loro sviluppo (…);
(c) assicurare il diritto degli adolescenti di avere accesso a un’adeguata informazione essenziale per la loro salute e per il loro sviluppo e per la loro capacità di partecipare alla società. In questo senso, la Santa Sede dovrebbe assicurarsi che l’educazione sessuale e alla salute riproduttiva e la prevenzione dell’Hiv/Aids sia parte del curriculum obbligatorio delle scuole cattoliche (…)
E’ impossibile ignorare che la società è cambiata e il concetto di famiglia sia mutato radicalmente, accettare realtà distanti dal nostro modo di vedere è molto difficile, ma trovo necessario tenersi informati e far in modo che alcuni provvedimenti tutelino le nuove generazioni
Grazie anche a te, Pino, ma il confronto, naturalmente, è sempre utile.
E grazie a Lucia, che ha riprodotto il documwento degli “esperti” indipendenti dell’ONU. Secondo il mio avviso c’è da prendere molto sul serio le raccomandazioni in merito alle problematiche a favore dei giovani. Ma quelle “raccomandazioni” alla Chiesa cattolica, così come espresse, postulano una polemica di tipo ideale di cui avrebbero potuto fare a meno se non si ponessero l’obiettivo di un cambiamento radicale del rapporto fra i sessi e di una “fuoriuscita” dalla famiglia uomo-donna..
Quello che scrive Lucia è , a mio parere, giusto e da esaminare con coscienza…..quindi il termine anglofono “gender” ,è evidente che è stato utilizzato un pò da tutti ,creando solo confusione.
E’ soprattutto il termine “bandiera” degli anbienti omosessuali, femministi ed anarchici e proprio per questo non può assurgere a idea cardine, che trovo sgradevole, velleitaria e caotica.
Esaminiamo pure tutte le problematiche che riguardano il sesso , senza metterle tutte dentro ad un calderone che tutto omologa.
Argomento difficile e delicato, quando se ne parla, dovremmo mettere da parte tanti pregiudizi, è importante conoscere le varie problematiche e le decisioni che presto saranno prese dalla comunità Europea. Vorrei ricordare che, in Italia, una legge sull’educazione sessuale e affettiva non c’è, e che finché non c’è non è possibile organizzare nulla che non sia “sperimentale”, e anche in questo caso lo si fa con grande diffidenza da parte dei genitori (spesso), sempre impauriti dagli anatemi del Clero. Senza questa legge non si fa un solo passo per superare discriminazioni, disuguaglianze, frustrazioni da abbandono, violenza. Perché si parte da qui, dalla scuola e nella scuola: mi chiedo come sia possibile non capirlo, o non volerlo capire.
Vorrei timidamente dire il mio pensiero ,che non voglio vendere come verità assoluta…..dove c’è una madre ed un padre effettivi o potenziali (cioè una donna e un uomo), sposati, non sposati, uniti ecc. ecc. c’è una coppia e questa coppia può procreare, adottare , crescere una prole ,perchè c’è appunto una “mater”(matrimonio) ed un “pater”, poi ci possono essere tutte le eccezioni che volete , ma le eccezioni non sono mai la regola.
Questa coppia è il nucleo base della società!
Poi possono esserci coppie in mille e mille combinazioni diverse ed è giusto che non siano discriminate, devono essere tutelate e riconosciute…..ma sono un’altra cosa!
Penso che qualcosa del genere dovremmo spiegare ai bambini , che dove c’è affetto e amore non ci deve essere discrimine………ma che esiste “anche” LA FAMIGLIA.
La famiglia di oggi, caro Franco,non è più quella tradizionale, ma è allargata; due papà, due mamme, il compagno del papà, perchè ora ha fatto una scelta diversa…. Queste famiglie, molto spesso convivono seranamente, forse meglio di quelle tradizionali, dove spesso si litiga dalla mattina alla sera e si sta insieme perchè non si ha il coraggio di fare scelte diverse…
Sarà cara Lucia! Ma lasciami la speranza che quello che ho imparato poi insegnato tutta la vita non si disperda in “mille bolle blu” di infinite e “felici” combinazioni.
Mi è molto interessato lo scambio fra Lucia e Franco, nel senso che da esso si possono cogliere le mille sfaccettature che connotano il nostro vivere sociale. Ma torniamo al nucleo centrale del discorso. Il gender non è unico ma formato dall’elemento maschile e da quello femminile. Ambedue i generi rappresentano le due metà del cielo in un unico cielo. Non è dato avere un cielo che manca della sua metà. Se questo è il quadro generale, c’è prima di tutto e al di sopra di tutto il problema di non fare oscurare il cielo perché una sua metà soffre e l’altra metà tiranneggia. Poi, all’interno del quadro generale, ci sono i casi particolari, tutti degni di essere tutelati. Ma non facciamo lo gnorri facendoci trascinare dai casi particolari. Io penso che il vero problema sia l’armonia fra i generi, e non mi sembra che procedere sulla strada della “separatezza” che ne prescinde sia utile. I casi di violenza aumentano e non mi stupirei che siano in parte riconducibili al propagarsi di nuovi canoni conoscitivi che sembrano spesso giustapposti alla realtà e quasi imposti a dispetto.
Continuo ad essere fondamentalmente d’accordo con Franco. Esistono i generi ed esiste fondamentalmente la coppia che unisce i suoi esponenti: maschio e femmina. Tutto il resto è l’eccezione che conferma la regola, con piena libertà per ognuno/ognuna di scegliere la combinazione più gradevole per loro.
A Lucia vorrei ricordare che tante cose mancano in Italia rispetto ad altri paesi, e la legge sull’educazione sessuale è tra queste. Purtuttavia non sempre siamo indietro rispetto agli altri e non dobbiamo certamente vergognarci se la famiglia resiste ancora, almeno nelle intenzioni, come caposaldo del nostro vivere civile. Naturalmente, con le dovute, legittime eccezioni.
Una serie di lezioni di Educazione sessuale nelle scuole, sarebbe certamente proficua , ma assolutamente necessaria per aiutare i nostri studenti a fare buon uso della loro sessualità ,a conoscere il loro corpo . Anche la Chiesa dovrebbe aggiornarsi e non trincerarsi sempre su dogmi vecchi ormai improponibili. Però,,,,,,,,,,,,, ho notato come questa teoria Gender sia stata sfruttata da organizzazioni che operano sempre e solo per proporre leggi e cambiamenti nell’ambito omosessuale. Naturalmente ciò non è da condannare in toto, perchè naturalmente certi cambiamneti sarebbero necessari , ma “ agganciarsi” alla Gender, mi pare un po’ azzardato , e parecchio fuori tema!!! Mi pare che questa teoria tratti anche l’argomento sotto altri profili!
Hai ragione, Edis. Anche a me pare che la teoria gender vada al di là di una normale educazione sessuale. Parteggia.
scusate, mi è saltato il tasto. Dicevo, parteggia per modelli alternativi rispetto alla coppia maschio-femmina.
Concordo con Edismaria ,se nelle scuole fosse incluso un serio programma di Educazione Sessuale,fatto da personale qualificato,aiuterebbe i nostri ragazzi alla conoscenza del loro corpo e a far buon uso della loro sessualita’.Un aiuto deve venire anche da parte della chiesa ,ma questo credo che Papa FRANCESCO ci stia arrivando.In quanto alla teoria del GENDER (solo il nome mi da i brividi) mi sa che in nome della omosessualita’ ben altri e piu’ frossi interessi gravitino/Un ringraziamento a GIOVANNA x il bellissimo video
Speriamo, Sandra, che tutte le forze in campo, compreso il Papa, affrontino seriamente la sessualità dei bambini. Ovviamente, sotto il controllo dei genitori.
Prima di chiudere lo scambio di pensieri su un argomento molto delicato e difficile, riporto i dati letti in internet in un articolo che riguardava le normative prese in ambito europeo.
Mi chiedo se sia giusto che le istituzioni, anche se con “buone intenzioni”, possano entrare in un ambito che è stato sempre proprio dei genitori e della famiglia.
L’ultima frontiera dell’invasività delle istituzioni dirigiste internazionali è il manuale di educazione sessuale, cioè il documento per “l’Educazione Sessuale in Europa” redatto dal “Centro Federale per l’Educazione alla Salute” di Colonia in Germania e diretto dall’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità).
In esso si prevedono dei moduli di formazione alla “corretta sessualità” sin dall’infanzia così suddivisi:
1a) da 0 (zero) a 4 anni: si spiega la masturbazione solitaria e con altri, anche dello stesso sesso;
2a) da 4 a 6 anni: s’insegna l’accettazione dell’omosessualità come conforme alla natura;
3a) da 6 a 9 anni: si spiegano i vari mezzi di contraccezione;
4a) dai 9 ai 12 anni: si spiega come utilizzare correttamente profilattici, spirali e pillole contraccettive anche abortive;
5a) dai 12 ai 15 anni: si spiega come interrompere le gravidanze non desiderate (aborto);
6a) dopo i 15 anni: s’insegna che l’aborto è un diritto dell’adolescente, la quale deve emanciparsi dalla famiglia.
Lucia si chiede e ci chiede, in conclusione, se le istituzioni,avuto riguardo ai diversi limiti di età dei fanciulli, debbano occuparsi della sessualità così come specificato in un apposito manuale. Francamente direi di no. Ma il mio pensiero è, naturalmente, opinabile, come tutte le cose di questo mondo.
DA: “Crociata del Rosario” (“Qui Europa”). Mi permetto di copiare e incollare un testo della chiesa anglicana, fortemente criticato dal sito cattolico. Inserisco solo il testo della chiesa anglicana, perché mi sembra giusto è corretto far sentire un’altra campana da quella de: “Avvenire”. Io sono cattolico, non sono praticante, mi potrei definire ateo(non credo nel potere temporale Ecclesiastico), ma… credo in un Dio! Qual esso sia il suo nome. Mi trovo in accordo con la dichiarazione della chiesa anglicana, anche perché di fatto (anche sul divorzio) è cosi! Non nascondiamoci dietro un dito, oggi il matrimonio non è più indissolubile(non teniamo in piedi una cosa che fa solo danni). Qui bisogna guardare ad un mondo in veloce e continuo cambiamento, trasformazione, è cambiata, di fatto, la mentalità, le abitudini, i nostri interessi, le nostre esigenze. nel mondo si dice da statistiche, che il 10% della popolazione è omosessuale,ciò di traduce in 700 milioni di uomini, donne,omosessuali !Non penso che tutte queste persone vogliano adottare un figlio. A livello psicologico, l’educazione di un bambino fatta da due persone dello stesso sesso è ancora controversa! Perche essendo una legge nuova, ci sono bambini che sono discriminati dai loro stessi compagni, avendo due genitori gay.
Vi riporto sotto, il testo della chiesa anglicana, che… per me… è vedere le cose come veramente stanno grazie!
La pazzia protestante: “Allarghiamo il
concetto di famiglia e matrimonio!”
Le dichiarazioni shock della Chiesa Anglicana e la deriva etica tedesca: non solo Merkel
“bisogna allargare il concetto di famiglia a nuove forme di convivenza, comprese le unioni omosessuali e svincolarlo dall’istituto del matrimonio”. “Oggi, a formare una famiglia – si legge nel documento – sono i genitori (uno o due) con i loro figli carnali, adottivi o in affidamento, ma anche le famiglie che risultano dal divorzio o dalle seconde nozze, le coppie senza figli e quelle omosessuali con bambini provenienti da una precedente relazione”.“Nucleo elementare della società umana, formato in senso stretto da genitori e figli”.
“Il matrimonio è un buon dono di Dio, ma non può valere come unica forma di vita, ma esso va esteso per cui il riconoscimento di una molteplicità di forme familiari andrebbe colto anche nella Chiesa ed incluso nell’azione ecclesiastica”. “le relazioni omosessuali andrebbero riconosciute anche dal punto di vista teologico, qualora i due conviventi si impegnassero con responsabilità ed amore”“Alle giovani coppie – spiega il quotidiano teutonico – si consiglia di tener conto , nelle loro decisioni professionali, dell’eventualità che potrebbero separarsi, per cui dovrebbero preoccuparsi di rimanere materialmente indipendenti l’una dall’altro”
Grazie, Mario, delle informazioni e valutazioni che hai voluto aggiungere all’argomento di cui ci stiamo occupando. Esse giungono tanto più gradite ove teniamo presenti lo scrupolo e la serietà che adoperi consultando ed approfondendo i temi. Dunque, a me non tocca concludere, né scegliere una strada o un’altra. Direi solo che, sul piano delle norme da applicare alle situazioni concrete, è lo Stato unico competente ad una disciplina: se le convivenze di vario tipo hanno assunto caratteristiche differenziate, tutte vanno tutelate in via di principio, al fine di assicurare pace e serenità a quanti vi sono interessati. Sul piano ideale, il discorso è diverso, naturalmente. Ognuno sceglie la sua strada in base alle idee ed alle esperienze, soprattutto familiari, che si è formato. Sul piano educativo, è un’altra cosa ancora: si parla di programmi e di esperienze su cui va puntata l’attenzione delle persone, ed in particolare dei giovani e dei fanciulli. Quanto all’idealità, non capisco come mai i cristiani, che fin dall’Antico Testamento hanno conosciuto un Dio che ha creato l’Uomo, facendolo maschio e femmina con pari dignità, non è riuscito a far capire fino ai giorni nostri la bellezza, la lungimiranza, la poesia, l’amore di questa scelta. Li fece maschio e femmina per fare insieme un’unità. Corrispondendo a tantissimi fenomeni della natura, in cui l’elemento maschile e quello femminile si uniscono e formano un’unità. Che poi, per me, sarebbe l’unico modo per far capire a maschi e femmine che devono andare d’accordo fra loro, in quanto esponenti fondamentali della natura umana e divina di cui partecipano e votati ad un unico destino di gioia terrena e celeste. Quanto ai programmi, infine, ci sarebbe molto da dire e non lo diciamo perché riteniamo aperto il dialogo. Personalmente dico solo una cosa: questo concetto del gender, per cui si è persone, individui, e non persone maschili e femminili, di fatto conduce, specie se inculcato fin dalla più tenera età, ad una preferenza, ad una convenienza, ad una comodità, dell’omosessualità. Quando le due metà del cielo possono sistematicamente dividersi e fare a meno l’una dell’altra non si crea simpatia fra i due sessi ma distanza e un sordo rancore. Che sia questa, a differenza di quanto ritengono i sostenitori del Gender, una delle cause persistenti di violenza, soprattutto nei confronti delle donne? Quando ero ragazzo, uno dei segni distintivi di crescita e progresso era l’incontro, felice e gioioso, curioso e positivo, con l’altro sesso. Prima, da ragazzi piccoli, si diceva: i maschi con i maschi e le femmine con le femmine. I due mondi si sarebbero incontrati dopo e sarebbe stato un incanto.
Caro Lorenzo, d’accordissimo sul legiferare del parlamento europeo nel 2016, riguardo all’identità di persona/individuo. Lasciamo che decidano loro(noi non possiamo fare altrimenti).d’accordissimo sui buoni sentimenti che tu adduci riguardo alle unioni maschio femmina( la donna l’altra meta del cielo! Aforisma di Mao-tse- tung ).Scusami… non mi trovi in accordo sul educazione che divide. sui gender(si tratta anche di quote paritarie rosa) che divide! Che crea le barricate fra maschio e femmina. A mio parere, essere considerati “individui,” rende maschi e femmine eguali. questa è uguaglianza!!! E’ una vittoria al femminile (ne abbiamo tanto discusso di come viene trattata una donna, in una società maschilista).il discorso dell’omosessualità è un discorso di scelte di vita! Ma… anche di costume, di mentalità, di educazione, di libertà sessuale, nell’ambito personale. Giustamente si è palato di educazione sessuale nelle scuole(cosa che in Italia manca), parlare di sessualità ai ragazzi significa parlare anche di omosessualità e di omofobia. non penso che gli omosessuali ritenendosi riconosciuti nei loro diritti, si mettano a fare la “guerra “alle femmine. Sulle unioni di fatto gay mi sembra (lo già affermato), una specie di vezzo sociale, anche perché, restando single di fatto non sono tutelati a livello legale etc.. Vorrei soffermarmi sulla chiesa, sulla religione! Lorenzo, trovi giusto che i preti parlino di famiglia quando sia essi che le suore non è permesso loro sposarsi (il matrimonio dei preti non e un dogma gli apostoli erano sposati)?Come possono i preti parlare di famiglia, se non la conoscono? Le altre religioni si! E’ mai possibile che noi dobbiamo procreare(timore degli affidamenti omosessuali?), e loro no! Oggi ci sta pensando anche il clero, che siamo diventati in troppi su questa terra. Ma… dicono no! All’aborto, al preservativo. Scusami non sarebbe più umano, razionale progressista(come fanno le altre religioni), permettere loro di sposarsi, avere figli? forse si eviterebbero nei seminari, o negli oratori, tante sodomizzazioni,(pedofilia) perpetrate ai danni di giovani ragazzi/e. Concludo questa filippica dicendo: che non sarà una legge sulla carta a cambiare di fatto le cose, per lo meno, non subito! Forse io e te Lorenzo questo cambiamento oggettivamente non lo vedremo neanche. Bisognerà vedere di fatto, cosa cambierà veramente e in che misura.Tenendo presente che gli Stati Uniti hanno detto di no alla gender.
Grazie ancora, Mario. Tutta la materia è in evoluzione (o involuzione?). Vedremo ciò che succederà realmente, come dici tu stesso. Permettimi di avere qualche dubbio sulle cosiddette riforme attuate dall’uomo, orgoglioso della sua scienza ma spesso e volentieri autodistruttivo. Nel merito siamo, in tanti punti, d’accordo.