LA DOMENICA DEL BOSCO
Scritto da Giuseppe il 11 Maggio 2014 | 38 commenti- commenta anche tu!
“Primavera, un’aria leggera carica della promessa di calore, il sole che penetra tra le foglie e una giovane madre con la sua bambina serenamente addormentata tra le sue braccia sotto un albero.
Cosa c’è di più bello nella vita?”
Nel bosco una casa può essere costruita anche sopra un albero e la casa è simbolo della famiglia e quindi di maternità, ovunque venga costruita. W la mamma.
Anche quest’anno il Bosco vuole ricordare la Festa della Mamma che in Italia ricade nella seconda domenica di maggio.
Non tutte le donne sono Mamma ma è certo che tutti, uomini e donne, hanno una Mamma, ciascuno la propria Mamma, unica, imprescindibile, insostituibile.
Maternità di Pablo Picasso - (Periodo rosa)
Da quando Scoiattolina, nel 2011, mi affidò l’incarico, è il quarto anno che vengo a postare nel Bosco il ricordo della Festa della Mamma. Negli anni scorsi abbiamo ricordato la storia, le motivazioni che ne hanno dato origine, quindi la nascita, l’istituzione e le date nelle quali si festeggia nei vari paesi del mondo, per cui non voglio dilungarmi oltre e nel formulare gli
Passo a presentare il racconto che ci ha inviato l’amica Gabriella.bz e che descrive la vicenda di una donna che diventa mamma.
Nel ringraziare Gabriella per la bellissima storia, invito tutte e tutti a dare una risposta alla domanda contenuta nelle ultime righe del racconto.
Cosa ne pensate?
In uno sperduto paesino di montagna viveva una famiglia composta dai genitori e una bambina. Le loro risorse economiche venivano dall’allevamento di alcune mucche sia per il latte che per i formaggi che potevano essere prodotti; da un frutteto che produceva diverse varietà di frutta anche se non di ottima qualità
Casale di montagna
e, infine, da un vigneto abbastanza vasto ma situato in forte pendenza su gradoni di terra rocciosa per cui la lavorazione comportava una fatica non indifferente ma che produceva un’uva pregiata, molto richiesta per il suo profumo e la sua alta concentrazione zuccherina che la rendeva buonissima al palato.
Vigneto di montagna a gradoni
I produttori la ricercavano ed andavano a ritirarla nel periodo della vendemmia per farne il Passito, un vino dolce da dessert, ottenuto con una speciale lavorazione di queste uve, che prima della spremitura venivano parzialmente essiccate al sole proprio per aumentarne il grado zuccherino.
Uva per il Passito
Con il ricavato si doveva vivere tutto l’anno ma nel complesso non se la passavano male. Il papà dopo aver sbrigato tutti i suoi lavori, la domenica era solito pulire la gabbietta, dove teneva una coppia di canori uccellini. Mentre puliva il tutto, lasciava liberi i piccoli volatili nella cucina, ma la bimba aveva una fobia terribile di questi animali svolazzanti liberamente. Il pensiero che potessero posarsi sopra la sua testa la faceva stare terribilmente male.
Gabbietta con due uccellini
Il papà non credeva a questa sua paura e, forse per castigarla delle sue urla o per cercare di farle vincere la paura con la terapia d’urto, non le dava il permesso di ritirarsi nella sua cameretta, costringendola a restare nella stanza con gli uccellini liberi di volare. Tante volte interveniva la mamma in suo soccorso, ma alle volte, anche lei si domandava il perché di tanta paura, alla fine erano solo un paio di uccellini, non beccavano, né potevano farle del male.
Uccellini che si beccano
Gli anni passavano un po’ alla volta, l’uva era sempre più richiesta ed il vigneto ormai copriva quasi tutto il terreno, anche quello prima adibito a prato o altre coltivazioni. Le mucche le portavano al pascolo più in alto, tutto sembrava essere tranquillo, se non per la figlia, Marta, questo è il nome della bimba, che tante volte, la notte, aveva l’incubo di sentire gli uccellini con le zampette tra i suoi lunghi capelli. Erano sogni, è vero, ma sogni che la tenevano nel dormiveglia ed al mattino era tutta sudata per la grande paura. In casa sembrava che nessuno prestasse attenzione alle sue ansie, a scuola andava bene, anche se era una ragazzina molto chiusa ed introversa.
Marta impaurita
I volatili erano morti di vecchiaia ma lei non era guarita. Di giorno tra la scuola, gli amici e il tempo che trascorreva ad aiutare la mamma nelle faccende domestiche, andava tutto bene. Solo la sera al momento di andare a letto il suo pensiero tornava alla sua paura per gli uccelli. Si chiedeva: come dormirò? La stanza buia la opprimeva, alle volte si alzava per aprire un po’ gli scuri(1), ma non era una cosa ben fatta dicevano in famiglia, la notte si deve tenere tutto chiuso. Erano gli anni che non si conoscevano certi mali, dovuti ad uno spavento o per una paura, tutto doveva essere lineare, se avevi mal di testa d’accordo c’era una compressa, ma niente di più. La parola stress non si conosceva e non si sapeva cosa volesse dire. Ma anche i mali psicologici, quelli più nascosti ad un certo momento scoppiano, come è successo per questa ragazza. Stavano vendemmiando, quando la ragazza mise un piede in fallo, su quel terreno ricco di uva, sì, ma anche di pendenze molto forti. Marta cadde per parecchi metri.
Marta contusa, dopo la caduta
La fecero trasportare in ospedale ma nella visita le riscontrarono solo lievi contusioni per cui doveva essere rimandata a casa. Un giovane dottore con l’occhio esperto, che sapeva guardare dove forse un collega anche più anziano non avrebbe visto, notò il tremore e la paura che in una ragazza di quella età non era normale. La fece tenere in osservazione per qualche giorno per un ulteriore controllo al fine di indagare sull’origine di quella paura, sicuramente di natura psicologica, che aveva notato in quegl’occhi.
Marta visitata da uno specialista
In un primo tempo la ragazza era restia a parlare, poi con la gentile persuasione del medico, si lasciò convincere e cominciò a confidare, piano, piano tutto quello che aveva nel cuore: paura, ossessione, dormiveglia, sogni terribili e, tutto questo, per due uccellini in volo libero in una stanza chiusa per loro ma più di tutto per lei. Ovvero per quella bambina che aveva una fobia incredibile che le zampette di due volatili si andassero a posare sul suo capo. Al momento del ricovero Marta era poco più che maggiorenne, a guardarla era veramente bella soprattutto nei momenti che dal sul suo viso scompariva il terrore che si portava da anni nel cuore, e da tanto, soprattutto, anche nel cervello.
Terapia farmacologica
Era una malattia psichica e il medico che aveva capito la prese in cura. Dopo una terapia, neppure tanto lunga, la ragazza riuscì a superare le sue fobie e guarì perfettamente. I genitori che a suo tempo non avevano creduto in lei, ora si erano ravveduti e si rammaricarono di non averlo fatto prima. Anche se tardi avevano raggiunto la consapevolezza che anche un semplice innocente uccellino, alle volte può far paura e provocare dolore in una persona sensibile come la loro bambina.
Durante il periodo di cura che prevedeva una pastiglia giornaliera e una visita settimanale di controllo nello studio del medico, era avvenuto un fatto nuovo…
Paolo, questo è il nome del medico, prese la mano della paziente per tastarne il polso e Marta trasalì a quel contatto, non le era mai successo prima. Paolo si rese conto che c’era qualcosa di diverso, Marta aveva abbassato lo sguardo e il suo viso era diventato rosso. Paolo allora sollevò la mano di Marta e la strinse sul proprio petto. Marta sollevò il viso e i loro sguardi si incrociarono: questo bastò per capire che tra loro era nato l’amore. Si, erano perdutamente innamorati.
Quella sera stessa uscirono insieme per una pizza e così le sere successive, vuoi per un film, per una cenetta romantica o per uno spettacolo a teatro. Non potevano più stare l’uno senza l’altra e viceversa. C’era una bella differenza d’età tra loro ma questo non ha impedito la nascita di un amore intenso e duraturo. Si erano fidanzati e arrivarono presto al matrimonio. Hanno avuto due figli meravigliosi, un ragazzo e una ragazzina che non hanno mai avuto paura degli uccellini svolazzanti.
A distanza di anni rimane ancora il dubbio su cosa abbia guarito Marta dalle sue fobie: saranno state le cure pazientemente prescritte dal dottore o l’amore nato tra il medico curante e la paziente?





Voglio ardentemente sperare che sia stato l’amora a guarire Marta. Un racconto delizioso e sentimenti forti. Quello che ci voleva in una Domenica dedicata alle mamme, alla mamma, luce e faro del mondo. Grazie, Mamma.
Siamo in sintonia Lorenzo, anche io penso che la forza dell’Amore può guarire ogni cosa, è la panacèa per utti i mali, veri o presunti.
Lorenzo , ti ringrazio per le parole che hai usato per il racconto e ti ricambio l’abbraccio in chat, il pc. non inviava, forse aveva sonno come la sua padrona.Un saluto Ciaoooo
Mamma !
Quante anime hai madre mia
giovane di ogni altra più bella
sogno di Edipo , immagine lontana
di fronde e azzurri del passato
solo pensiero struggente di esistenza bambina
richiamo di sogni felici di sapori dimenticati
di abbracci che non posso più avere
ora sei solo nel mio disperato ricordo.
LA MIA MENTE E CONFUSA AVEVO IL COMENTO PRONTO MA HO DIMENTICATO TUTTO
Come sempre i racconti di Gabriella sono molto belli.Questa volta ho dovuto soffermarmi assolutamente sulla ” crudeltà” di questi genitori, in special modo sulla mamma, nell’esporre questa bambina al terrore di essere assalita da due uccellini, anche se minuscoli! Immagino la disperazione della piccola, che si rivolgeva alla mamma e non riceveva aiuto,anzi si ammalò di panico. La guarigione avvenne , senz’altro,sia per i farmaci, ma anche per l’amore e la comprensione che trovò nel medico!
Edis maria, hai pensato quello che ho immaginato io , sulla crudeltà di non capire che anche un semplice uccellino , se hai paura , ti provoca terrore. Io ho conosciuto la ragazza quando non era più piccolina , ma aveva in corpo ancora l’ansia dei piccoli volatili.Per fortuna l’amore le ha cambiato la vita.
Gabriella, molto avvincente il tuo racconto, complimenti. Ha ragione Edis: mai sottovalutare le ansie, i timori, le paure, anche se altri le ritengono di poco conto o inesistenti. Chi ne è colpito, soffre profondamente. Quando ero in collegio, c’era una bimbetta che aveva terrore del buio e dei luoghi chiusi senza finestre, ecc. Ebbene, la crudeltà delle suore, in quel caso, era micidiale. Quando dovevno punirla, la chiudevano in una piccolissima stanza, al buoi, senza finestre. Questo
crudele sistema provocava alla povera bambina vere e proprie convulsioni!
Giovanna, posso dirti che un episodio analogo l’ho vissuto anch’io quando ero all’asilo. Forse erano sistemi educativi (o di presunta efficacia terapeutica?) delle suore, in quel periodo. Mi viene voglia di raccontare l’episodio e non è escluso che lo faccia, in seguito.
Deliziosa musica, era proprio ciò che ci voleva per rilassarci dopo le fatiche per la composizione della pagina domenicale, sempre impegnativa per entrambi. Grazie.
VANNI, SPREMI UN PÒ LE MENINGI, VEDRAI CHE RIESCI A RICORDARE… ANCHE IL TUO COMMENTO É PREZIOSO PER IL BOSCO, NON FERMARTI!
(Dedica ad una mamma che non c’è più)
M A M M A
Da te ho avuto la vita,
dal tuo seno
ho ricevuto nutrimento.
Ciò che mi davi
erano tue privazioni.
Nella mia oscurità
sei stata luce,
nei miei dubbi
sei stata certezza,
nella mia nebbia
sei stata chiarezza,
nelle mie malattie
sei stata toccasana.
Mai nessuna
potrà essere come te.
Ora che non ci sei capisco
che per quanto meritavi
non ti ho dato abbastanza,
per quanto mi hai dato
dovevo darti di più.
Tutte le mie mancanze
sono, oggi, il mio rimorso.
Ti chiedo perdono
ma so che anche da lassù
ancora una volta
hai perdonato.
Grazie mamma.
. Giuseppe
Bello il racconto ,ma anch’io punto il dito sulla sciocca re inutile insistenza di lasciare una bambina in una camera dove svolazzavano due uccellini .Erano innocui ;ma se lei ne era terorizzata,possibile che neanche la mamma se ne rsndesse conto .?iN quanto alla guarigione ,l’amore sara’ stato senz;altro un grande aiuto .Come sempre indovinato il pezzo di Giovanna ,molto bello grazie.
Dedico questa mia poesia a tutte le donne, nella giornata della mamma.
DONNA, COMPAGNA, MAMMA
Nasci e vale ancora per te
l’antico detto della mia gente,
quando, dopo una notte insonne,
dicevano:”Notte persa
e per giunta femmina”.
Perché anche oggi non sei
ritenuta preziosa quanto
il maschio? Perché, pur avendo
tesori infiniti di intelligenza,
sensibilità, forza morale e fisica?
Così è per retaggio di antichi
pregiudizi, di antichi rancori
contro di te. In fondo sei nata
da una costola e hai ceduto
all’infido serpente condannando
il genere umano alla perdizione.
Ma, dopo Gesù, non si può
più giocare con te. Sei la migliore
compagna possibile. Già, compagna.
Non più in subordine, alla pari con
l’uomo. Ma non è vero, lo sai. Vieni
sempre dopo, anche se non in modo
visibile. Non gli cammini dietro come
in antiche, ignobili civiltà.
Sei rispettata e dai consigli. Comandi
anche, seppur fra quattro mura.
E’ vero, inoltre, che hai una potenza
infinita, sei bella, hai fascino. Sei
spesso l’amore insostituibile per
chi ti conosce e ti apprezza.
Quando sei mamma, poi, c’è la
catarsi. Diventi il centro dell’universo,
l’ombelico del mondo. Sei tutto, unica
per i tuoi figli. E le tue forze si espandono,
tutto coprendo, e il mondo e l’intera
volta celeste. Ogni cosa dipende da te,
nel bene e nel male. Il tuo sguardo
è ardito, il tuo passo sicuro. Sei
quello che vuoi. Un’isola stupenda
per tutti, anche per il tuo compagno.
Sei mamma, diventi anche la sua.
Piangerà per una qualche sua privazione.
Ma gioirà per l’immenso regalo
che il cielo gli ha donato.
Lorenzo.rm
Galeotta quell’ ornitofobia !……Se ci fosse stato Freud …..avrebbe argomentate diagnosi …non solo da semplie pastiglietta……ma tutto è bene quel che finisce bene …..
al suono della bellissima musica sto scrivendo, Tutto mi parla di festa della mamma, anche se molto spesso leggiamo sui girnali donne uccise Da un uomo, non c’è uomo al mondo che non sia nato da una mamma,
Le paure psicologiche incomprese ai tempi passati esse portavano anche la chiuusa delle persone in manicomio, è dovuta con studi nuovi di pisicoanalisi la scoperta del tuo intimo dove le persone deboli ritrovano il benessere che a loro manca. Qui nel racconto se io paragono a Favola a lieto fini le sedute hanno fatto bene a tutti e due perchè oltre la cura anche l’amore che è la miglior medicina
Lorenzo, grazie per la bellissima poesia dedicate alla Mamma. Veramente profusa di grande tenerezza e sensibilità per la donna e, non solo mamma, credo. Leggere delle così sentite espressioni rallegra la giornata e fa tanto bene al cuore.
Quindi, abbiamo riscoperto ben due poeti: il Bosco ne è estremamente felice e ringrazia!
Bello il racconto,scritto in un giorno di festa della mamma,come poteva non accorgersi che la sua piccola bambina aveva il terrore di questi due piccoli invisibili volatici che giocavano in questa stanza ,davani alla bimba spaventata era molto incosciente distratta,questa madre non pensava ma potevono recare terrore e spavento come del resto e avvenuto, in questo caso l’amore a prevalso, le cure di questo medico hanno potuto guarire e aiutare questa piccola bimba.grazie Giovanna sempre per la tua dolce musica e video grazie!
Grazie Giovanna del tuo commento , posso solo immaginare le sofferenze di quella bambina in collegio ,pensa che io tutt’ora non riesco a stare in luoghi bui che per pochi minuti.
Ti ringrazio per la belissima coreografia e la musica.
Un abbraccio per tutto quello che fai per me. Ciaooo
Sandra Ciao peccato non averci sentite , ma rispondo al tuo commento, che oggi festa della mamma , per Marta non deve essere una festa molto bella ,pensando alla sua mamma. Una donna che non riusciva a capire il terrore di una piccola. Un saluto Ciaooooooo
Gabry ,il tuo racconto ha un buco nero(questa mamma)nn ha capito la sua bimba,nn ha importanza se a terrorizarla fosse un piccolo uccellino(era terrorizata)lei mamma nn ha saputo aiutare la sua piccola,visto poi fin dove era arrivata con la sua paura,forse è stata prestata poca attenzione o era distrazione nei suoi confronti,,ma sta di fatto che le ha creato un grande disagio,il cuore della mamma sa vedere anche oltre quello che i figli dicono o nn dicono,questo deve farci riflettere,la storia di questa ragazza x fortuna è finita bene ,,brava Gabri hai saputo tirar fuori la parte piu’ bella,,,,,,
Franco muzzioli,io direi che se anche non fosse successo il fatto, Marta avrebbe vissuta la sua giovinezza senza terrore…….e non mi sembra poco…..Prova a pensarci. Ciao
Elj hai visto giusto , e ti posso assicurare che anche se erano due canarini , niente di grande, Marta era terrorizata a rimanere chiusa in casa con gli uccellini che svollazzavano , e non parliamo del papà , ma neppure la mamma l’aveva aiutata.Chi ti deve capire è la mamma,ma oltre a non capirla non si accorgeva che Marta stava male.Per capire il tutto, Marta ha dovuto fare un ruzzolone lungo il pendio. CIAOOOO
Ho sognato un Angelo o semplicemento l’ho sempre visto si sempre visto vegliare e ancora lo vedo,è un grande Angelo che veglia instancambilmetesu di me,, ancora ,ha un viso dolcissimo e un sorriso soave è il viso della mamma con un cuore grande che sa solo amare,,la mia mamma,,
Giuseppe, bellissima poesia dedicata alla tua mamma. Hai messo il cuore in questi tuoi scritti. Le hai detto tutto quello che un figlio può dire alla sua mamma in una giornata particolare e le hai lasciato aperto il cuore.Ciao
Alba dici giusto , quando parli che le paure o terrore in determinati casi portano anche al manicomio . Quì non si è arrivato a tanto , perchè un angelo con il camice è riuscita a salvarla e si è anche innamorato di lei. Ciao
Gianna tu chiedi come fa una mamma a non accorgersi della paura che può avere una bambina, e la mamma non se ne accorga. Io penso che la mamma abbia pensato; come si puo aver paura di due uccellini? domanda sciocca, perchè la paura non ha nome. Si puo aver paura di tutto, ma dobbiamo pensare che è successo alcuni anni fa, prima di tutto , epoi una volta non si guardavano a queste cose. Si notavano quando era tardi. Quando ormai la fobia era arrivata al capolinea.Il più delle volte. Ciao
Una dolce penna la Tua Gabriella , sa ricamare cornici di delicati tasselli.Sei partita da un quadro montano denso di colori per entrare fra le pareti di una famiglia. Dolce il ritratto della bambina che diventa donna e Mamma .Non sono uno psicologo, ma ho sempre saputo che l’Amore sovente è la cura migliore. L’importante è saper cogliere il fiore al momento giusto come in questo caso.Forse era meglio se la mamma aveva fatto volare fuori dalla finestra i canarini, ma la storia avrebbe preso un altro verso e la ragazza non avrebbe incontrato il dottore.Brava .
GIULIO, ti ringrazio dei complimenti ,sei gentile. Come hai detto tu , sono riuscita ad inserire i tasselli del dolce vino con il terrore di Marta ,paura che ho visto nei suoi occhi già da adulta, ma per fortuna in ospedale ha trovato chi ha saputo guarirla dal trauma e con la calma portarla all’altare.Grazie e Ciaoo
Grazie anche a te, Pino, per la tua poesia dedicata alla tua mamma: molto sentita e piena di sentimento. Così, almeno per ora, ne abbiamo tre di poeti, evviva!
Hai ragione, riposiamoci un po’: abbiamo mantenuto l’impegno di intrattenere i nostri lettori con un simpatico racconto di Gabriella, noi abbiamo fatto la nostra parte, ma ciò che conta è un buon gradimento, come sembra apparire dai commenti. Grazie amici che visitate il Bosco.
GUISEPPE, non finirò mai di ringraziarti per i suggerimenti che mi dai, i consigli specie per una principiante come me sono oro.Senza il tuo aiuto penso che non sarei stata capace di spiccare il volo. Grazie ed un saluto
Bello il tuo racconto Gabriella, una storia con tanti sentimenti appropriato con la festa della mamma. Tutte le paure si possono vincere con il coraggio, in questo caso con l’amore che è stata la migliore medicina. Un Saluto
NEMBO, era veramente appropriato alla festa .Tu mi dici che tutte le paure si possono vincere, non lo so, per me , senza una mamma che ti aiutava o più tardi il dottore, era dura uscire dalla fobia.
Sai Gabriella, con il mio spirito filantropico e la mia costante propensione mirata sempre al bene per tutti, ho aiutato anche tante altre/altri a spiccare il volo proprio qui nel Bosco. Alcune/i mi sono ancora riconoscenti, altre/i hanno forse dimenticato e sono andati a volare da soli in altri lidi ma questo non importa, il bene lo si fa con disinteresse altrimenti non sarebbe ‘bene’.
Forse non tutti hanno recepito che l’adattamento e l’abbinamento del tuo racconto alla giornata della Festa della Mamma è stata una mia idea e sono contento che sia stata una idea felice. Grazie a tutti.
non si finsce mai di cercare la mamma anche in eta avanzata quando si è in difficoltà la prima parola per chiedere aiuto è sempre la mamma.grazie mamma ,e grazie a tutti.
brava gabry un bel raconto paura e lamore la ragazza marta x lei sono stati momenti di terrore x queti due volatili innocenti forse loro volevano giocare non sapende che x MARTA era il suo incubo ma x fortuna poi a prevalto lamore quela mano tenera del medico a guarito MARTA a vinto lamore ma certo questa ragazza non potra mai dimenticare quele notti di terrore un padre senza cuore una madre pur volendo aiutare MARTA non ce riuscita solo questo medico loro si sono guardati negliochi anno capito che tra loro era nato un grande amore la cura migliore che MARTA aveva bisogno tra paura e amore a vinto lamore grazie grabry giuseppe e giovanna
Grazie a te Beppe, si, è proprio il caso di dire che la mamma è sempre la mamma, insostituibile e indimenticabile: si ha sempre bisogno di lei per tutta la vita e quando non c’è ne sentiamo maggiormente la mancanza. Grazie per il tuo intervento…. fai sentire sempre la tua presenza. Ciao.
AQUILA vedo che ti è ritornata la memoria !!! Grazie , è sempre bello quando si ricevono i commenti .Hai detto vero , forse gli uccellini pensavano di giocare , ma in realtà Marta la paura l’aveva davvero, non si sarebbe svegliata la notte con il sudore causa la forte fobia. Ma l ‘amore guarisce tutto! ed è diventata mamma .
Ti ringrazio Vanni, i tuoi complimenti estesi al trio artefice della pagina valgono come incoraggiamento a proseguire per la strada intrepresa. Bene, cercheremo di continuare per mantenere alto il gradimento. Grazie!