L’Angolo del dialogo – Politica ed Economia

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Ho letto questo articolo di Andrea Saba, già Professore di Economia all’Università La Sapienza di Roma, nel Corriere della Sera – Sette n. 33 del  15 agosto 2014, a pag. 122.

Nei confronti del  Prof. Saba ho un debito profondo di riconoscenza: allievo di Paolo Sylos Labini, ci insegnò lui, a me e altri ragazzi dell’Università di Catania dei corsi di studi in Economia e Scienze Politiche, i primi, essenziali  rudimenti dell’economia e della politica economica. Ci diresse come ricercatori nella fondamentale, per noi, ricerca sui Problemi dell’economia siciliana promossa  da Feltrinelli negli                                                                              anni Sessanta. E’ una persona di cui mi fido. Molto. Non è un chiacchierone e va al fondo dei problemi. Leggendo l’articolo, ho ritenuto che “non ne potesse più di tante chiacchiere e fosse sbottato finalmente in un grido liberatorio”. Ve lo sottopongo, perciò, questo articolo che tanto mi ha impressionato, sperando che possa essere utile nei nostri dialoghi.

Il titolo completo dell’articolo è “La prima delle riforme? Rottamare il PIL. L’indicatore “principe” ci porta sulla strada sbagliata”.

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“Nel 2007, all’inizio della crisi, il maggior economista vivente, Paul Samuelson, , premio Nobel, scrisse che la natura della crisi era così complessa nella sua globalità e nella natura sconosciuta  di molte variabili determinanti, che gli economisti erano del tutto impotenti ad individuare una terapia. Aveva ragione.

 

vignetta UE

 

Oggi è patetico vedere economisti, politici e giornalisti affannarsi a individuare politiche che, dopo qualche tempo,  si rivelano prive di senso. Tutti aspettano la ripresa e spiano il PIL e le sue variazioni millimetriche come foriere di fondamentali significati. Il PIL - Prodotto Interno Lordo - è un indicatore rozzo  della evoluzione della produzione  nazionale di reddito che, specie  durante una crisi complessa,  può variare in alto e in basso di variazioni minime che son frutto della malattia in atto (come se a un paziente  gli salisse o scendesse la febbre di due o tre gradi).

 

pil in rosso

 

Non a caso  un noto economista scozzese dichiarava che se uno sposa  la propria domestica il PIL diminuisce. Ed aveva ragione: la domestica divenuta moglie non ha più un salario e quindi vi è un reddito in meno nel calcolo del PIL. Figuriamoci in Italia dove sembra che trenta mila anziani abbiano sposato la propria badante: che disastro per il povero PIL. Se  la ripresa arrivasse  ed il PIL crescesse del 2% la disoccupazione al massimo  si ridurrebbe  di un centinaio di migliaia e ci rimarrebbero sempre almeno tre milioni di disoccupati.

 

disoccupazione

 

Il PIL viene stimato ogni tre mesi  da Ministero del Tesoro, ISTAT, Banca d’Italia, Confindustria, Unione Europea, Fondo Monetario Internazionale. Non ci azzecca nessuno. O meglio: ognuno dice quello che gli pare, poi si incontrano tutti in un elegante caffè  vicino a Via Nazionale fra il Tesoro, la Banca d’Italia e l’ISTAT e parlano per ore del PIL, e il caffè si trasforma in un pollaio.

 

immagine per UE

 

Propongo che anche il PIL venga tradotto in inglese – come era una volta -  GNP, cioè Gross National Product, almeno, come tutte  le manovre  di politica economica  scritte in inglese, nessuno sa che cosa siano e a che cosa servano. Hanno iniziato con le Authorities. Quella sulla Privacy dovrebbe tutelare la riservatezza degli italiani e viviamo in un Paese dove, se starnutisci al telefono, lo vengono a sapere anche in Cina: vengono intercettati e le conversazioni pubblicate uomini politici, imprenditori, dirigenti, calciatori ed escorts e dicono che la riservatezza è tutelata.

 

spendng review

 

Poi è nata la spending review, che sarebbe il taglio delle spese inutili e credo che per vederne i risultati benefici ci vorranno venti anni; poi c’è il fiscal compact che nessuno ha veramente capito cosa sia, ma dovrebbe ridurre il debito pubblico italiano, che continua a crescere nel frattempo; bellissimo è il job act (questo non lo capirebbero neppure gli inglesi). E così via. Se il PIL si chiamasse GNP saremmo tutti più tranquilli.

 

vignetta 3

 

La ripresa arriverà quando aumenteranno i consumi interni, che però non possono aumentare  se non aumenta il reddito, cioè il PIL – e così continuiamo a girare, non solo in Italia e in Europa , ma in tutto il mondo occidentale e in Giappone. In realtà questa crisi segna la fine di un sistema  basato sugli iperconsumi: tutta la società, dalla tv all’educazione, alla forma delle città, ha il fine esplicito di trasformarci tutti  esclusivamente in insensati  consumatori.

 

Lo stato del benessereLo stato del benessere

 

Questa crisi segna la fine di questo sistema.  Il pianeta non lo regge, la morale e la religione – vedi Papa Francesco - lo condannano esplicitamente. Sempre più le persone civili  si orientano verso scelte e comportamenti che non sono più  puro consumo. E’ meglio così, ma il problema dell’occupazione deve essere visto non più come dipendente da una inattendibile variazione del PIL. O meglio del GNP”.

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Questo è l’articolo. Da qui bisognerebbe partire per proporre nuovi modelli e non la solita aria fritta. Che ne pensate?

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    Giovanni  Marradi  - Softly https://www.youtube.com/watch?v=JswbBnkiS00&list=FLNSrLyPMe3ffjMLZJhkN44g&index=107


COMMENTI

  1. il 17 settembre, 2014 Enrica Bosello dice:

    Con tutto il rispetto, ho capito, che il pil è l’indicatore del consumo interno lordo, e già per me è complicato comprendere,
    1°)io non faccio i conti sul lordo, io agisco sul netto che percepisco,e sono obbligata a rimanere in quel che ho.
    2)se l’indicatore che ci indica è sbagliato, perchè esimi professori lo usano come “misuratore”? è come fare una torta senza pesare gli ingredienti…
    Credo che sia proprio questo, tutti quelli avrebbero dovuto pesare i vantaggi e e gli svantaggi hanno messo tutto nell’impasto, la torta non è lievitata e ora non è sufficiente per tutti. l’ho messa in termini casalinghi, perchè non ci ho capito un bel niente.

  2. il 17 settembre, 2014 lorenzo.rm dice:

    Dopo la pausa estiva, ritorno ai problemi consueti e ringrazio Enrica, che, senza peli sulla lingua e senza remore, dimostra quanto siano accorte e intelligenti le persone “normali”, che chiamano al “dunque” i tecnici , chiedendo loro conto delle stupidaggini che ci propinano: lordo, netto, indici, verifiche. Alla fine del mese siamo tutti più poveri o più ricchi; lavoriamo o siamo disoccupati?

  3. il 17 settembre, 2014 giuseppe3,ca dice:

    Lorenzo in chiusura dici: “Proporre nuovi modelli”. Ma se non ci sono riusciti i grandi soloni di economisti e politici perché ognuno dichiara sempre di avere una propria soluzione teorica che nella pratica si dimostra ineluttabilmente sbagliata, cosa possiamo proprorre noi umili mortali, costretti a subire immancabilmente gli effetti negativi delle soluzioni proproste e adottate dai banditori di turno? Mi sorge il dubbio che forse il difetto sta proprio nel manico.
    Grazie Lorè, argomento attualissimo e interessante.

  4. il 17 settembre, 2014 franco muzzioli dice:

    Bellissimo ….ma alla fine,alla faccia dei vari parametri che non servono a nulla ,il discorso finisce col dire che dovremo consumare meno !!!
    Vedi “incontriamoci”……ma soprattutto è una poesia che stiamo ormai imparando a memoria…..hainoi!

  5. il 17 settembre, 2014 lorenzo.rm dice:

    Sì, Pino. Come giustamente dici, il difetto sta proprio nel manico. Osservo qui che, dopo la scomparsa del comunismo, al mondo politico non è parso vero di delegare il controllo dell’andamento degli stati ai cosiddetti tecnici e al capitalismo stesso (mondo degli affari), corredato della libertà dei movimenti di persone e capitali. E’ ovvio che, così facendo, c’è chi sa e fa e chi è vittima completa delle scelte altrui. Ciò vale inevitabilmente anche per l’Europa dell’euro.

  6. il 17 settembre, 2014 lorenzo.rm dice:

    Ho commesso ancora una volta l’imperdonabile errore di non ringraziare all’inizio Giovanna per l’editing dell’articolo. Un grande, ottimo lavoro, come al solito. Grazie, grazie, Giovanna.

  7. il 17 settembre, 2014 lieve dice:

    Eeeeeehh! vabeh! Lorè, quanto è tutto complicato….E quanto mi sento ignorante….
    Posso solo dire che gnp non mi piace , immagina come verrebbe pronunciato dalla maggioranza degli italiani, la gn arricciando il naso e la p stutacchiando aria dalle labbra socchiuse! Indubbiamente Pil è più allegro, mi ricorda la pubblicità di un’acqua frizzante…lo job act, poi…. ridiamoci su….
    Per quanto riguarda il proporre nuovi modelli, io ne conosco uno , è carino ben fatto , ma un po’ cicciottello,ma se continua a non lavorare , dimagrirà…
    E…Lorè, se hai da proporre , vai avanti tu , io ti seguo, ho grande stima delle tue capacità .Un abbraccio a tutti! siete un bel quartetto,molto stimolante!!!

  8. il 17 settembre, 2014 elisabetta8.mi dice:

    Lorenzo,hai messo un articolo molto complicato da dinapare,tutti parlano di questo Pil,ma nn si capisce dove vogliono andare a parare.Quello che tutti sappiamo è che ci stanno complicando sempre di piu’ la vita,il lavoro sta’ diventando un miraggio x tanti,le famiglie sono sempre piu’ indifficolta’,i giovani laureati e nn sono x strada e gli anziani fanno fatica anche a vivere,si anche a vivere in quanto anche la sanita’,la stanno complicando mica da ridere ,se tutto questo è causa del del famiggerato Pil,cosa che francamente nn credo,le cause sono altrove,ma nessuno dei nostri (bravi politici)ha intenzione di prendere seriamente(tanto loro sono seduti comodamente)i problemi sono ,nostri,come vedi faccio molta fatica a trovare il bandolo di questa matassa,,,,,,,,

  9. il 17 settembre, 2014 mario33,co dice:

    PIL = POVERI ITALIANI LAVORATORI. Indubbiamente… il potere interno lordo è una cosa astrusa per moltissimi italiani, che vivono su di un economia reale. Cioè… quanto denaro mi rimane per tirare fine mese viene misurato su di un’economia non reale, tutto teoricamente potrebbe alzare/abbassare il PIL come dice l’articolista esso viene considerato al lordo(sporco) delle entrate. quindi il lordo della busta paga, che non è quello che poi il dipendente realmente si trova in tasca. Non so, forse, bisognerebbe pensare al reale ad un economia, che ci faccia veramente star bene economicamente. Questi calcoli finanziari da economisti, da ragionieri della finanza, non so per noi cittadini fino a che punto possano interessarci.
    Q LIFE – Sei malato di cancro? Bene, aumenti il PIL

    http://youtu.be/wVHytGGLLG8

  10. il 17 settembre, 2014 Nembo dice:

    Argomento attualissimo e complicato, tutti i tg, giornali parlano sempre del PIL, l’Ocse ci ha bocciato, attualmente è o,4% unico paese del G7 sempre in negativo, ma anche gli altri paesi pur non essendo in recessione non se la cavano bene, mentre in altri paesi che non sono nella U.E, o sono alla pari o migliorano o rafforzano ed incoraggiano l’economia. Noi sempre peggio andiamo economia deludente senza crescita, le bellissime parole, promesse, annunciate da “Fonzie” ops Renzi, non hanno avuto effetto, ma solo coriandoli al vento, i consumi si sono ridotti ancora a un +0,1% i fattori sono molteplici che non sto ad elencarli, diciamo che si sono sgretolati sopratutto dovuti alle numerose tasse e alla non crescita degli scambi mondiali e, con le sanzioni imposte alla Russia, saremo sempre peggio, (Parlo della Brianza) patria del mobile, con queste direttive entro il mese chiuderanno circa 40-50 aziende industriali e artigianali gli stessi hanno avuto da settimane disdetta di produzione. Come vogliamo allora curare questo Pil,sarà sempre in negativo, non avremo nessuna ripresa finchè saremo governati da un Governo non eletto dal Popolo che fanno solo interesse loro e delle banche, le sofferenze saranno sempre più dure, le riforme…hanno fallito è tutto un gran bla-bla, Lorenzo non bisogna confondere fare per il progresso e..tante parole al vento anche un -cavallo a dondolo continua a muoversi ma non fa nessun progresso-(Alfred-Montapert)innutile dire sempre la solita frase …80Euro, o 1.000 giorni forse è meno sofferente che dire 3Anni…,quando si ha un paese sofferente si dovrebbe curarlo con amore, nel periodo di convalescenza, e non praticare EUTANASIA togliendo anche quelle poche risorse necessarie per sopravvivere. Certa gente ha superato la fantasia prendendoci per i fondelli, l’economia no riprenderà mai finchè non si aiutano gli imprenditori, artigiani e, operatori con partita iva, a vantaggio delle banche e aiutato a far volatizzare i capitali all’estero,bisogna dire al bimbo che oltre a gustare il gelato e, sistemare i suoi amici ai poteri forti esiste anche una parola che si chiama Economia. per non parlare poi dei professori e dei vari economisti che dovevano essere i salvatori della Patria! Un Saluto.

  11. il 17 settembre, 2014 lorenzo.rm dice:

    Insomma, secondo te, Franco, siamo obbligati a ridurre i consumi. Magari fosse così semplice visto che tutti piangono perché sono troppo bassi e siamo in recessione. E allora? Per comodità, mia e di quanti interverranno, riporto il mio commento all’articolo da te proposto apparso su Incontriamoci.
    “Già, chi deve cominciare coi sacrifici? E come si può cambiare il modello di funzionamento del sistema basato sui consumi? E sugli investimenti, che seguono i consumi? E chi paga gli investimenti visto che le banche anticipano ma non regalano? Penso che ci sia bisogno di approfondimenti non soltanto al livello di singoli Paesi o della sola UE. Qui occorre rivedere i ruoli affidati a tutti i Paesi del mondo. Una volta, quando si studiava l’economia reale e non si applicava senza battere ciglio soltanto quella finanziaria-speculativa, si parlava di divisione internazionale del lavoro. Caro Franco, abbiamo bisogno di rappresentanti politici seri e “tarati” sugli interessi generali. Non andiamo da nessuna parte se continuiamo così. Serra è uno che ragiona, ma i ragionamenti non bastano. Purtoppo.”.
    Questo scrivevo e lo confermo, ringraziandoti ancora.

  12. il 17 settembre, 2014 lorenzo.rm dice:

    Ti ringrazio tanto, Lieve, della fiducia che provi verso di me.Purtroppo appartengo ad altri tempi e non posso più impegnarmi in prima persona. Dico soltanto che abbiamo fatto male ad affidare ai tecnici e burocrati le decisioni in merito all’andamento dei sistemi economici. Dietro a tali andamenti ci sono i destini delle persone in carne ed ossa, che si sentono abbandonati e non rappresentati.

  13. il 17 settembre, 2014 lorenzo.rm dice:

    Grazie, Elisabetta. Certo, non possiamo far risalire all’andamento del PIL tutti i nostri problemi, tanto più che esso è fondato su numeri che possono allargarsi o restringersi abbastanza facilmente. Sai che è stato proposto recentissimamente un suo cambiamento con l’introduzione, al suo interno, di attività prima non considerate (ad esempio quelle di malaffare e di droga). Ma, a parte i numeri, il vero problema è rappresentato dalle attività che contraddistinguono un Paese, attività che possono essere attive o passive, dare occupazione o farla cessare. E’ proprio su questi punti che un semplice ragionamento sull’andamento del PIL non dà alcun aiuto.Come, peraltro, un semplice ragionamento sul bilancio in pareggio: che cosa deve venire prima, il pareggio o l’occupazione, o il consumo, o l’investimento? Da considerare che nessuna attività dovrebbe essere svolta in perdita e che ogni prodotto deve essere venduto sul mercato, interno e internazionale.

  14. il 17 settembre, 2014 lorenzo.rm dice:

    Mario, sono completamente d’accordo con te e mi piacciono molto i toni che hai usato. Sai davvero quanto interessano alla gente comune tutti i ragionamenti sul PIL? Zero in assoluto. Ma i governi ci si arrovellano e si parla solo di questi numeri, in genere, negli incontri internazionali. Purtroppo.

  15. il 17 settembre, 2014 lorenzo.rm dice:

    Nembo, che devo dirti? Il tuo linguaggio è fiorito e qualcuno lo definirebbe di parte. Io no perché ti conosco e ti sono amico. Il quesito di fondo è questo: chi comanda davvero oggi nel mondo? La riposta è che comandano quelli che alcuni economisti definiscono “bankster”, cioé i banditi finanziari. Tutto gira in base alle loro decisioni, che possono essere adeguate all’andamento delle economie o speculative. Anzi si può osservare che gli andamenti delle economie sono spesso la coseguenza delle decisioni speculative. La cosa insopportabile è l’immenso credito che, al livello politico, viene dato a questa gente. Siamo loro servi? Forse servi no, ma certamente succubi. E la democrazia è divenuta progressivamente un “optional”.

  16. il 17 settembre, 2014 sandra.vi dice:

    caro LORENZO,hai posto un articolo molto complicato da dipanare ,lo stesso argomento trattatato lo impone.Mi pice il PIL o GNP ,se vogliamo capirne ancora meno,empire la bocca sputacchiando per pronunciarla il risultato nn cambia,la vita ésempre più difficile e molti di noi nn riescono ad arrivare a fine mese .Il loro numero é quello che aumenta sempre piu.Ricordi la famosa luce in fondo al tunnel ,nn è nemmeno una lucciola .Riuscira tutto questo a smuovere i nostri politici o,continueranno a guardare inetti affondare sempre più ,blaterando e basta ?

  17. il 17 settembre, 2014 mario33,co dice:

    il PIL, è come un termometro dell’economia, un acronimo per addetti ai lavori, i… giornali di finanza,i… nostri politici, ne parlano per riempirsi la bocca. Un termometro, che se l’economia sale, c’è sviluppo! Sale di temperatura, se… c’è recessione (come adesso), scende! Qui tra tutto questo bailamme, bisogna vedere il termometro all’economia neonata, dove viene messo? Perche varia secondo il posto. Se viene immesso in bocca al neonato, sotto l’ascella, ma penso che gli venga infilato nel sederino, cosi di fatto lo prendiamo tutti noi in quel posto.

    PER SAPERNE DI PIU: (preso in rete)
    Il PIL, o prodotto interno lordo (in inglese GDP, Gross Domestic Product) è uno dei concetti più diffusi dell’economia perché utilizzato per misurare la crescita di una nazione.
    PIL: concetti di base
    Il prodotto interno lordo misura il valore dei beni e dei servizi prodotti all’interno di una nazione in uno specifico arco di tempo. Il PIL viene espresso in percentuale ed esprime così la variazione rispetto al rilevamento precedente. In genere, il PIL viene calcolato su base trimestrale e su base annua. Quando il valore percentuale è positivo, si parla di crescita economica, mentre invece quando il valore percentuale rilevato è negativo, si parla di contrazione economica.
    Il PIL può essere nominale oppure reale. Generalmente tende ad avere maggior peso nelle analisi economiche il PIL reale, perché calcolato in modo da eliminare “l’effetto distorsivo” derivato dall’aumento di prezzi.
    Il reddito pro-capite è calcolato dividendo il valore reale del PIL per la popolazione.
    Il deflatore del PIL è il rapporto tra PIL nominale e PIL reale.
    Il rapporto deficit/PIL viene utilizzato per calcolare l’ammontare del deficit delle amministrazioni pubbliche in relazione al PIL (limite accettabile 3% secondo i parametri di Maastricht).
    PIL: i componenti
    A comporre il totale del PIL ci sono 4 elementi:

    Consumi (C) – totale delle spese dei consumatori per beni e servizi
    Investimenti (I) – spese e investimenti delle imprese
    Spesa Pubblica (G) – Spese delle pubbliche amministrazioni per beni e servizi
    Saldo netto Bilancia Commerciale (NX)

  18. il 18 settembre, 2014 lorenzo.rm dice:

    Ciao, Sandra, a ben considerare non è tanto il PIL in sé stesso che occorre criticare quanto l’uso che di esso se ne fa. E, soprattutto, il significato che se ne fa assumere. Ecco perché non bisognerebbe mai sottovalutare i fenomeni reali che stanno “sotto” gli indici e le statistiche in gebere: occupazione, valore della moneta, acquisti, vendite, ecc. Ma evidentente c’è gente a cui piace di più ragionare in base a numeri.

  19. il 18 settembre, 2014 lorenzo.rm dice:

    E ancora grazie, Mario, preziosa fonte del sapere sul web. I dati e le notizie che riporti sono basilari, e per di più espressi con un grado di sana ironia che non guasta di certo.

  20. il 18 settembre, 2014 gianna dice:

    Lorenzo, L’articolo di oggi e molto complicato,Si parla di Economia,e Politica un argomento molto difficile da capire ,Al medio e grande pubblico un punto di vista alternativo sulle piu’ importanti decisioni, Politica-Economia-che si sono imposte questi anni in Italia e nel resto del mondo,senza mettere in conto vantaggi e svantaggi,noi vediamo altre cose svantaggi senza contare che oggi la gente e stanca, troppo parole e niente fatti,i commenti precedenti hanno spiegato molte cose interessanti,ma cerchiamo di spiegare a tutti come sta andando la barca sta affondando”parole al vento chiediamo di vivere decentemente tutti!!

  21. il 18 settembre, 2014 giovanna3rm dice:

    Il PIL è ormai portatore di svariati significati, come ci ha spiegato sapientemente il Prof. Andrea
    Saba nel suo illuminato articolo, condito anche da una simpatica dose di umorismo, che Lorenzo ha voluto proporci.
    Sappiamo, quindi che il Prodotto Interno Lordo indica la consistenza della produzione del reddito del Paese e che può salire o scendere, a seconda dei casi, che ci ha ugualmente indicato.
    Alla fine del suo scritto, l’autore condanna implicitamente il consumismo sfrenato che ha caratterizzato questi ultimi anni e, di conseguenza, il modo insensato con il quale è stato applicato il capitalismo in ogni parte del mondo, da lungo tempo, senza prevedere che così facendo si sarebbe morso definitivamente la coda, quindi fallito l’obiettivo previsto? Questo è ciò che ho capito io.
    Ma, qualcuno, oltre un secolo fa, non lo aveva già preannunciato, aggiungendo anche che i poveri sarebbero diventati sempre più poveri, e altre considerazioni che si stanno avverando giorno per giorno? Ma la teoria del grande ideologo, fu tacciata, da molti, di “pazzia furiosa”!
    Ora, alle soglie della “débacle” – sconfitta, disfatta, come volete voi, del capitalismo, cosa si può prevedere per il prossimo futuro?
    Gli economisti dovrebbero essere in grado di illuminarci circa la strada più saggia da percorrere per riuscire a riprendere quota, sia pure in modo molto lento, ma continuativo?
    Sarei molto felice di conoscere una risposta.
    Lorenzo, oltre al tuo giudizio, che mi preme molto conoscere, visto che sei amico di Andrea Saba, potresti farci sapere cosa ne pensa anche lui? Grazie.

  22. il 18 settembre, 2014 lorenzo.rm dice:

    Grazie, Gianna. Quando a suo tempo, in questo angolo del dialogo, abbiamo pensato di parlare, oltre che di “pianeta donne” e di “fatti e opinioni”, anche di politica ed economia, abbiamo pensato di farlo sulla base del fatto che anche questo settore potesse essere oggetto di approfondimento e di dialogo (non discussione o lite) da parte nostra. Certo, gli argomenti sono difficili ma non tanto da non essere capiti e guai a chi si rifugia nella cosiddetta professionalità o tecnicismo. Qui si parla del PIL, ad esempio: abbiamo capito che è un numeretto che comprende contenuti diversi. E questo è il vero punto: non ci faremo confondere e chiediamo se staremo peggio o meglio a prescindere dal numero. Tanto più quando ci si chiama a gravi sacrifici senza averne colpa.

  23. il 18 settembre, 2014 lorenzo.rm dice:

    Grazie, Giovanna. Cercherò di mettermi in contatto con Andrea Saba, anche se so che è assai schivo. Altre strade, tu dici,. Certo, e dovrebbero essere coinvolti i governi ed i popoli, non soltanto i burocrati e i bankers. Ma proprio governi e popoli oggi tacciono e si adeguano alle decisioni (non proposte, intendiamoci) dei bankers. Ciò presuppone, non voglio esagerare, la fine del mondo. E non penso tanto al nostro bel Paese ma a tutti i paesi più poveri.

  24. il 18 settembre, 2014 anna b. dice:

    Bisogna rilanciare una crescita economica sana, favorendo la concorrenza e l’innovazione e togliendo quei privilegi e quegli ostacoli normativi che impediscono l’ingresso sul mercato di nuovi soggetti economici.
    In questa direzione, importante è soprattutto liberare l’energia e la creatività di milioni di giovani, spesso istruiti e tecnicamente aggiornati, oggi compressa da un mercato del lavoro che non funziona e che non assicura il necessario ricambio generazionale.

  25. il 19 settembre, 2014 lorenzo.rm dice:

    Sì, Anna. Hai perfettamente ragione, ma tutto ciò che dici deve essere inserito in un quadro di impegni, interni ed internazionali, che dia nuovamente un senso alla politica. Grazie.

  26. il 20 settembre, 2014 riccardo2.co dice:

    Rilanciare i consumi, ma non c’è un Euro nelle tasche degli Italiani, arginare l’evasione fiscale. Ma di chi?
    Lo Stato Italiano riesce a raccogliere fra tasse ed altre entrate circa 800 Miliardi di Euro l’anno. E’ più che evidente che gli Italiani le tasse le pagano in maniera ottima ed abbondante. Sostenere che all’appello mancano 180 Miliardi di evasione fiscale è un problema solo per chi le tasse le paga. Ma per questi, il primo problema è che lo Stato non riesce a farsi bastare quella cifra mostruosa di 800 Miliardi di Euro. Non solo non bastano per coprire tutte le spese, ma nemmeno per erogare servizi decenti. Ogni Stato Europeo garantisce servizi (di gran lunga) migliori, spendendo cifre minori, sia in termini reale che rapportati al PIL.
    Facciamoci sentire, facciamo capire che è finita l’era delle panzane, che non crediamo più alle storielle dette, e pubblicate in politichese, che se analizzi con calma, non sono altro che le stesse parole con l’aggiunta di molto Inglese, che ci propinavano venti, trenta anni fa.
    Ottimo articolo Lorenzo, e sempre perfette vignette di Giovanna.

  27. il 20 settembre, 2014 lorenzo.rm dice:

    Grazie, Riccardo. I tuoi ragionamenti li condivido. In fondo l’articolo era partito da una critica del PIL come strumento davvero utile per indicare una situazione, buona o cattiva che fosse. Da questo abbrivio si è dipanata fra noi una discussione (che preferiamo chiamare dialogo) in merito a quelli che pensiamo siano i problemi e a come potrebbero essere risolti. Ottima cosa, che allena la mente e ci rende guardinghi in merito a chi dice o fa capire: o ti mangi questa minestra o salti dalla finestra.

  28. il 20 settembre, 2014 Nembo dice:

    Giusto Lorenzo le tue ultime frasi dell’ultimo commento…o ti mangi…la crisi è finita, siamo alla miseria!

  29. il 21 settembre, 2014 lorenzo.rm dice:

    E si vede la luce oltre il tunnel, Nembo. La vedi?


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