Personaggi
Scritto da giovanna3rm il 17 Dicembre 2014 | 21 commenti- commenta anche tu!

Vorrei parlarvi di un personaggio di enorme spessore, una grande educatrice, che si proponeva obiettivi estremamente ambiziosi: diventare medico e dedicarsi alla cura dei bambini, in primo luogo di quelli disabili, attraverso metodi del tutto diversi da quelli comunemente in uso alla fine dell’Ottocento.
Diversi anni fa, fui profondamente colpita dal coraggio, dalla determinazione per il raggiungimento degli obiettivi che questa donna eccezionale si era prefissi, e decisi di approfondire il suo metodo educativo e la sua vita, partecipando ad una serie di conferenze. Ho ritrovato degli appunti, presi in quelle occasioni, che mi aiuteranno ad ampliare la visione della grandiosa opera umana e sociale di Maria Montessori.
D’altra parte, ho sempre avuto la sensazione che tutto ciò che questa straordinaria studiosa ha lasciato in eredità per l’educazione dei bambini, a partire dall’asilo, continuando con le scuole superiori fino all’Università – badate bene in molti paesi del mondo - abbia avuto poca presa su molte persone, le quali, per lo più, hanno recepito in modo molto approssimativo il suo speciale metodo d’insegnamento, spesso sottovalutandolo. Infatti, ho sentito da molti parlare di permissivismo montessoriano lasciato ai bambini - tout-court - i quali sarebbero liberi di fare ciò che vogliono. Si tratta di un’interpretazione assolutamente superficiale ed erronea.
L’esposizione di questo servizio, per poter comprendere le varie fasi che la Montessori ha perseguito, sarà necessariamente lunga: mi auguro che i lettori siano interessati a seguirmi, in caso contrario, troveranno altre soluzioni.
Maria Montessori nacque a Chiaravalle (Ancona) il 31 agosto 1870 da una famiglia medio borghese. Trascorse l'infanzia e la giovinezza a Roma. I suoi genitori l'avrebbero voluta casalinga, come la maggior parte delle donne della sua generazione. Grazie alla sua ostinazione e all'ardente desiderio di studiare, Maria riuscì però a piegare l'ottusità della famiglia, strappando loro il consenso per l'iscrizione alla facoltà di medicina e chirurgia dove si laureò nel 1896 con una tesi in psichiatria.
Si può ben capire lo sforzo e le difficoltà che dovette superare per questo tipo di scelta; basti dire che nel 1896 diventò la prima dottoressa d’Italia. E’ facile intuire come gli ambienti professionali in genere, e tanto più quelli relativi alla medicina, fossero ancora assoluto appannaggio degli uomini. Molti dei quali, spiazzati e disorientati dall’arrivo di questa nuova “creatura”, si presero gioco di lei arrivando persino a minacciarla. Un atteggiamento che purtroppo ebbe gravi ripercussioni sull’animo – sia pure forte, tuttavia molto sensibile - della Montessori, che prese a detestare gli uomini o perlomeno ad escluderli dalla sua vita, tanto che non si sposerà mai.
I primi passi della sua straordinaria carriera, che la portarono a diventare un vero e proprio simbolo e un'icona del filantropismo, la videro alle prese con i bambini disabili, di cui si prese amorevolmente cura e a cui rimarrà affezionata per il resto della sua vita, dedicandovi tutti i propri sforzi professionali. Il notevole successo ottenuto dai suoi metodi educativi che portarono al recupero, talora totale, degli handicappati, la convinse ad applicare tali tecniche anche in sede di pedagogia generale.
Nel 1906 fu chiamata a curare l’organizzazione di asili per i figli di famiglie operaie di alcuni quartieri popolari romani; nacquero così le prime “case dei bambini”, presto conosciute e imitate in tutto il mondo, grazie anche ai continui viaggi della Montessori all’estero. Rimarrà in India molto a lungo.
I suoi successi scientifici, conseguiti in un'atmosfera culturale fortemente influenzata dal positivismo, le valsero riconocimenti e borse di studio, e la portarono a partecipare a una ricerca sui bambini ritardati con un collega, Giuseppe Montesano, a cui fu legata sentimentalmente. Dalla relazione nacque, nel 1898, un figlio, Mario, che partorì di nascosto e affidò a una famiglia. Considerati i preconcetti del tempo, le ostilità della madre, Maria fu costretta a lasciare il figlio in affidamento, riprendendolo con sé solo dopo la morte della madre. Mario aveva quindici anni e divenne, in seguito, il suo più stretto collaboratore.
A causa degli ormai insanabili contrasti con il regime fascista fu costretta ad abbandonare l'Italia, nel 1934, e sceglierà di vivere in un piccolo centro olandese, vicino al mare del Nord. Maria Montessori fu anche scrittrice ed espose i suoi metodi e i suoi principi in numerosi libri. In particolare, nel 1909 pubblicò "Il metodo della pedagogia scientifica" che, tradotto in numerosissime lingue, darà al metodo Montessori una risonanza mondiale.
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Per permettere una chiara comprensione di questo metodo educativo, oltre agli appunti di cui ho già parlato, mi avvarrò anche di alcune precisazioni di una maestra Montessoriana (Annalisa – da suoi appunti in Web), soprattutto per ciò che riguarda il materiale didattico, appositamente studiato per i bambini.
Il bambino è libero nella scelta del materiale
L’idea alla base del metodo rivoluzionario di Maria Montessori fu che il bambino vada lasciato libero di esplorare il suo mondo, con la certezza che ci sia un impulso imperscrutabile in lui che lo spinge verso l’apprendimento. In questo senso, la curiosità del bambino è il vero motore dell’apprendimento che, se lasciato “girare” senza interferenze, porterà il bambino a sviluppare al massimo tutto lo spettro delle proprie capacità e a conquistare il mondo con la forza della sua intelligenza.
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E’ l’ambiente, quindi, il primo elemento a rivestire per la Montessori un ruolo fondamentale per lo sviluppo e la crescita dei bimbi.
La “casa dei bambini”, così venne definita la scuola dalla Montessori, perché simile all’ambiente di vita naturale del bambino, deve essere organizzata in modo tale da suscitare interesse nei piccoli e venire incontro al desiderio e al bisogno di movimento, di scoperta e di esplorazione autonoma degli stessi.
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Essi, cioè, debbono avere la possibilità di venire direttamente in possesso degli oggetti e dei materiali di cui, in quel particolare momento, sentono il bisogno, prelevandoli da tavoli, da armadi, da scaffali che siano “alla loro portata” e che non li costringano a ricorrere all’aiuto dell’educatore.
Lettere da scoprire con il tatto: in carta vetrata o incise nel legno
Gli arredi devono essere pensati e studiati tenendo conto dell’età e della corporatura dei piccoli, costruiti all’insegna della leggerezza in modo che, proprio a causa della loro fragilità, rivelino un utilizzo sbagliato o mancanza di rispetto da parte di coloro che ne fanno regolarmente uso (per questo motivo, nelle scuole montessoriane vengono utilizzati piatti di ceramica, bicchieri di vetro, soprammobili fragili: i bambini sono, in questo modo, invitati a coordinare i movimenti con esercizi quotidiani di autocontrollo, autocorrezione e prudenza).
Lettere dell'alfabeto - Vocali staccate
L’organizzazione dell’ambiente accompagna il bambino ad acquistare coscienza delle proprie capacità, a scoprire, poco alla volta, l’uso delle sue mani (la mano per la Montessori è l’organo dell’intelligenza), a rassicurare la deambulazione, a diventare perciò sempre più indipendente.
Alfabeto mobile
I campi di interesse sono rivolti principalmente alle “attività di vita pratica” , legate alla cura della persona e a quella dell’ambiente: lavarsi, vestirsi, allacciare, spolverare, travasare, stirare, lavare, sbucciare, spremere, trasportare, apparecchiare… il bambino perfeziona l’esperienza sensoriale facendo “ordine” nelle proprie scoperte, usando i materiali predisposti a questo scopo. Egli può scegliere liberamente le attività che sono sempre a sua disposizione, collocate alla sua altezza e che dovrà riordinare dopo.
Per imparare il sistema decimale
Il bambino vuole fare da solo, perciò le attività sono individuali e rispettano tempi, modalità e ritmi di ciascuno. Durante la giornata ci sono anche momenti di gruppo: quando si pranza, quando si cantano canzoncine o si ascolta un racconto della maestra o si chiacchera insieme, quando si gioca in giardino o in palestra e quando stanchi, si va tutti a nanna. I bambini, piccoli o grandi, hanno libertà di scelta delle attività in un ambiente sempre accuratamente preparato e imparano ad assumersi le responsabilità del riordino degli oggetti usati e il rispetto per il lavoro dei compagni. La libertà ha confini precisi, chiari e uguali per tutti.
Forme di terra e di acqua
Ogni bambino viene trattato con riguardo: a nessuno sono consentite la sopraffazione o la violenza. Rispetto è anche non interrompere il lavoro di un altro, non toglierlo dalle mani, non sciuparlo.
Rispetto è non giudicare, non imporre ed è soprattutto dall’atteggiamento degli adulti verso di lui che il bambino assorbe un comportamento sociale accettabile. Il bambino è invitato a mantenere l’ordine dell’ambiente, a non sciupare il lavoro del compagno, a rispettare le scelte e i ritmi degli altri, perché interiorizzi a poco a poco che la libertà ha confini precisi, e deve avere come limite I’interesse collettivo.
Il sistema solare
Nel metodo montessoriano l’educatore assume una funzione di gran lunga più alta di quella tradizionale. All’insegnante che controlla, dirige, condiziona pesantemente i tempi, i ritmi e i desideri di apprendimento del bambino, ricorrendo con estrema facilità e naturalezza all’arma dei premi e dei castighi, la Montessori oppone un docente che svolge con estrema competenza un ruolo di mediazione tra il bambino e l’ambiente educativo, aiutandolo, sostenendolo e consigliandolo, ma mai imponendosi e sostituendosi a lui. L’educatore quindi ha il compito importante di preparare l’ambiente e successivamente di presentare il materiale che verrà messo a disposizione dei bambini.
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Se dunque il ruolo di protagonista, in questa rinnovata organizzazione scolastica, spetta al bambino, l’insegnante non è tuttavia una figura “assente”: pur rispettando e adeguandosi, nel suo progetto formativo, a quello che è l’autonomo itinerario di sviluppo evolutivo del bambino, suo compito qualificante e impegnativo è quello di seguire seriamente e scientificamente il dispiegarsi dello sviluppo infantile.
Mamma, mi costruisci un metro???
Ho fatto un buco alle due estremità delle strisce (tranne la prima e l'ultima, alle quali si fa solo un buco
Educare, per ogni maestra montessoriana, deve significare aiutare i bambini a divenire consapevoli del dono che già possiedono e a svilupparlo durante il corso della loro vita. L’educazione è intesa per la vita: è il diventare consapevoli di noi stessi, del posto che occupiamo fra tutte le cose che ci circondano nella società e nell’universo intero.
Dopo la tabellina del 2, Chiara ha realizzato da sola quelle del 3, del 4 e del 5
capendo che l'orologio è una tabellina del 5!
L’intervento educativo della maestra, dunque, è tutt’altro che diretto: è più passivo che attivo; è un orientamento tra diverse possibilità; è una figura sempre pronta a fungere da ascoltatore, da osservatore e da stimolo discreto. L’educatore deve saper cogliere il giusto momento per intervenire con pazienza e umiltà senza sostituirsi al bambino (compito molto difficile per gli adulti, genitori ed educatori, che si sostituiscono sempre quando il bambino non riesce in qualcosa). La maestra non insegna al bambino la sua verità, non cerca di travasare in lui il suo sapere ma dirige (viene, infatti, chiamata direttrice) le attività del bambino, quelle attività che gli permettono di sviluppare il suo spirito in modo libero, di evidenziare le sue immense energie e potenzialità che la società e la scuola tradizionale invece comprimono implacabilmente.
All’interno della didattica montessoriana assume un ruolo fondamentale il materiale di sviluppo. Il grande lavoro e l’impegno che Maria Montessori dedicò alla creazione del materiale di sviluppo, è facilmente comprensibile se si coglie l’elevato scopo che il materiale riveste: esso, infatti, attraverso l’educazione dei sensi, “fornisce una solida base allo sviluppo dell’intelligenza” e costituisce per il bambino una “esatta guida scientifica” per la sua attività di organizzazione e classificazione dei contenuti di esperienza. Per concludere “Aiutami a fare da me!” è un aforisma che riassume l’intero metodo di Maria Montessori.
“AIUTAMI” È la richiesta di aiuto che ogni bambino rivolge agli adulti o ai più grandi. Vuol dire “ho bisogno di te”, perché da soli non si può vivere, né tanto meno ci si può educare.
“A FARE” Se faccio, capisco. Nessuno può apprendere al mio posto, nessuno può essere libero, autonomo, intelligente al mio posto.
“DA SOLO” Il vero fine dell’educazione è il bambino, l’adulto è al suo fianco. Apprendere è un verbo attivo, ogni aiuto inutile è un ostacolo allo sviluppo. Le osservazioni di Maria Montessori, così attente, acute e prolungate nel tempo, hanno messo in luce come il bambino, fin dalla nascita, attivi naturalmente e spontaneamente un processo di sviluppo che si manifesta secondo percorsi graduali e differenti per ognuno nei tempi e nei modi.
“Aiutami a fare da solo”: è l’esortazione che ogni bambino espone silenziosamente agli adulti, da sempre. Richiama gli educatori a non interferire con impazienza nello sviluppo dei bambini, a non sovrapporre la nostra domanda al loro personale percorso maturativo ma a fornire ai bambini gli aiuti opportuni, nei tempi opportuni, come risposta ai continui e differenti bisogni: i bambini imparano da soli. Un impulso vitale naturale lo spinge infatti ad agire per conoscere ed apprendere attraverso la personale esperienza.
I più noti materiali didattici Montesorriani
Infine, invece dei metodi tradizionali che richiedevano lettura e recita a memoria, la Montessori istruì i suoi bambini attraverso l'uso di strumenti concreti, il che diede risultati assai migliori. Venne rivoluzionato il significato stesso della parola "memorizzare", parola che non venne più legata ad un processo di assimilazione razionale e/o puramente cerebrale, ma veicolata attraverso l'empirico uso dei sensi, che comportano ovviamente il toccare e il manipolare oggetti. In questo modo i bambini disabili in seguito ad esperimenti, ottennero risultati più alti dei bambini normodotati.
Il cubo del trinomio
Maria Montessori morì il 6 maggio 1952 a Noordwijk, in Olanda, vicino al Mare del Nord. La sua opera continuò a vivere attraverso le centinaia di scuole istituite a suo nome nelle più disparate parti del globo. Sulla sua tomba l'epitaffio recita: "io prego i cari bambini, che possono tutto, di unirsi a me per la costruzione della pace negli uomini e nel mondo".





C’è davvero da congratularsi con Giovanna per avere scelto un post di grande rilievo per il Bosco. Maria Montessori, una grande Scienziata, Educatrice, Donna. Una Grande Italiana. Grazie, Giovanna, di vero cuore.
Maria Montessori: una grande Donna che si distingue e si eleva dal pensiero comune in un’epoca maschilista e per questo viene osteggiata e allontanata. Non era stata capita o, perlomeno, è stata capita in ritardo ma restava comunque un personaggio scomodo, almeno per i benpensanti dell’Italia del periodo.
La Scuola di oggi dovrebbe prendere esempio dalle innovazioni proposte e adottate con successo dalla Montessori e aggiornare i sistemi di insegnamento attuali, ancora troppo legati a metodi nozionistici.
Giò, complimenti, proprio una bella pagina.
Giovanna, mi hai riportato indietro in due epoche diverse della mia vita con Maria Montessori. La prima epoca è di quando io ero bambina e sono andata alla scuola Montessori a Roma. Mi ha davvero insegnato tanto.
La seconda, molti anni dopo, si riferisce al metodo di insegnamento che io stessa ho adottato. Bei ricordi e grande donna: la prima laureata in medicina in Italia.
UN Post apprezzabile di grande rilievo, che parla della storia di una grande donna quale è la Montessori, la stessa è da prendere per esempio per il suo grande coraggio e determinazione, un modello per i giorni nostri,una vita donata alla scienza e ai bambini. Oggi più che mai la scuola dovrebbe ripensare ai metodi di questa grande donna, visto che è l’insegnamento è monopolizzato e di conseguenza burocratizzato. Una frase scritta dalla Montessori che colpisce e che ci fa riflettere visto anche le ultime atrocità commesse a centinaia di bambini…I bambini sono la parte migliore dell’umanità.
Lorenzo, sapevo che nutrivi molta stima per questa grande scienziata e mi fa piacere tua abbia gradito il post a lei dedicato…..che proprio meritava!
Pino, è proprio vero, in un epoca ancora estremamente maschilista, Maria Montessori fu una donna di grande coraggio e si cimentò più volte con gli stessi che la denigravano e la minacciavano. Ci ha lasciato, comunque, una grande eredità: cerchiamo di non deteriorarla.
Sapevo che era una donna che ha dimostrato all’ottusità del tempo e del genere maschile dell’epoca che siamo pari e forse meglio di loro,lo ha fatto laureandosi, e sperimentando metodi educativi che sono serviti,servono, e sono attuali ancora ai giorni nostri, l’unico neo è che la nostra scuola pubblica non ha voluto usufruire, di molti dei suoi precetti, avremmo avuto forse una scuola, più a misura di ragazzo dove oltre ad istruire si potenziavano le attitudini di ognuno..spesso i nostri nipoti non sanno bene cosa scegliere perchè non sono stati stimolati nello studio nelle loro potenzialità.
Era una donna che, ha sofferto, anche per aver amato, un uomo nobile di rango e ricco di vigliaccheria,un figlio che le avevano allontanato e che ha cercato, paradosso di una donna che ha vissuto per i bambini subendo l’umiliazione di non poter crescere il suo…
Ha ottenuto riconoscimenti in tutto il mondo, solo lo stato Italiano come sempre ha fatto, non ha apprezzato, malgrado abbia rappresentato l’Italia
Paola, che strana coincidenza, anch’io fui colpita da questo personaggio in due periodi diversi: il primo, ancora ragazza, quando seguivo le lezioni che un’amica di mia madre, Maestra Montessoriana a tutto tondo, che abitava con noi, preparava per i suoi alunni. Incuriosita, le chiedevo mille spiegazioni dei materiali che vedevo e del metodo, e lei, con gioia mi intratteneva a lungo. Molto più tardi, seguii delle conferenze che illustravano precisamente il metodo e spiegavano la funzione dei materiali,concepiti e creati dalla stessa Montessori. Devo dire che tale esperienza mi fu, poi, molto utile, quando cominciai a fare volontariato con i bambini|
La grande Maria, passò i suoi guai, infatti, all’Università….ma come una donna medico!!! La prima in Italia! La minacciarono pure!
Ciao Paola, grazie.
Condivido in pieno il tuo pensiero, Renzo: ci vorrebbe ancora oggi una scuola come la concepiiva la Montessori….poiché dei suoi saggi insegnamenti non se n’è fatto grande uso, purtroppo! Basti dire che il suo metodo è stato adottato in svariati Paesi del mondo.
Qualche bella eccellenza italiana l’abbiamo avuta, per fortuna, e ce l’hanno riconosciuta per bene!
Giovanna ,molto interessante e bellissimo questo tuo post bsulla vita di questa grande donna quale e’ stata Maria Montessori ,che io ho sempre ammirato.Procurandomi come potevo del materiale,ho cercato di applicare i suoi metodi allevando mia figlia ,ma in modo limitato ,dalla scuola nn avevo nessun aiuto.PIiu’ fortuna ha avuto invece mia figlia per mia nipote trovando una insegnante disponibile ,interessata,aperta a un modo diverso di impostare l’insegnamento.Pero’ c;erano sempre dei limiti…………Il video di Giovanna e’ veramente molto bello ,sembrano dei quadretti ,la musica poi …..un grazie di tutto cuore a lei e a tutto lo staff siete bravissimi!!!!!!!!!!!!
Giovanna3, oggi ci presenti una Grande Educatrice Maria, Montessori, la prima donna Laureata in Italia, una grande Scienziata, un post meraviglioso di grande rilievo, una vita donata alla scienza, per dare un avvenire migliore a certi bambini disabili,avete spiegato nei commenti cose veramente interessanti dai commenti precedenti, che dire di questa meravigliosa Scienziata, ci ha lasciato una grande eredita’ cerchiamo tutti di costudirla al meglio possibile,Grazie Giovanna questo post e meraviglioso il video e le tue foto, la musica a saputo commuovermi tanto questi bimbi che nella vita non hanno conosciuto la fortuna lei avrebbe donato la sua vita,, per rendergli sereni e felici
Maria Montessori, conserveremo il tuo grande impegno e ti porteremo sempre nel cuore per la tua grande volonta’.
Enrica, hai centrato in pieno il personaggio, forte, coraggioso e fuori daglischemi per quell’epoca, intrisa di maschilismo e di preconcetti. Aveva degli obiettivi che si ispiravano troppo all’autonomia personale, che facevano riflettere e avrebbero sicuramente potuto creare un uomo-donna nuovi, più cpnsapevoli e reponsabili ma, ahimé, non dimentichiamo che c’erano Mussolini e Hitler in quel periodo e tutto avrebbero voluto meno che questo. Ecco perché è stata costretta, di fatto, all’esilio, e si è rifugiata prima in India poi, definitivamente in Olanda, dove ha finito i suoi anni. Ci ha lasciato, comunque, un grosso bagaglio di conoscenze: sfruttiamolo bene!
Sandra, so bene che molte persone cercano di applicare il metodo Montessoriano a casa propria: certo non è la stessa cosa che farlo a scuola, con tutti i materiali e gli insegnanti preparati in quel senso, ma è comunque una buona impostazione per la vitaa. Per fortuna, ci sono delle scuole che seguono ancora il metodo Montessoriano, anche se molto ridotto, ma farà sicuramente nascere qualche bel frutto sano. Grazie Sandra per la tua sempre vigile e gradita partecipazione. Un abbraccio.
Gianna, proprio così, dobbiamo essere fieri di aver avuto una donna così capace, generoosa, votata all’educazione dei piccoli e dei disabili, ai quali ha dedicato gran parte della sua vita. Ha patito, sofferto, rinunciato a una sua vita sentimentale, ma ha donato moltissimo e questo deve averla, in gran parte, ripagata delle rinunce cui è stata obbligata. Ti saluto molto carament e, Gianna.
Questa donna straordinaria, grande scienziata vissuta all’inizio del Novecento, ha lasciato al mondo un insegnamento che ha rivoluzionato la pedagogia. Il suo modo di fare scuola pone al centro il bambino: dotato di una creatività che nell’adulto non ha più traccia, persa per strada, compressa. Libertà come fonte di creatività e insieme di disciplina. Rispetto dell’individualità come condizione per uno sviluppo armonico della socialità.
Bravissima Giovanna, un’articolo piacevolissimo.
Grazie Anna del tuo commento. Vedo che conosci bene gli obiettivi che Maria Montessori si proponeva col suo metodo d’insegnamento, che gran parte del mondo ha cercato di recepire e fare proprio.
Grande donna, che ha saputo imporsi in un epoca molto particolare, di segno assolutamente maschilista e per nulla propensa all’autonomia di pensiero e d’azione. A risentirci presto.
Sulla tomba di questa grande donna, c’è una frase che oggi più che mai è molto significativa verso tutti i bambini massacrati e trucidati, purtroppo la Montessori anche su questo aveva ragione sul ruolo dei bambini, sulla loro sofferenza sulle loro paure e pericoli che hanno ancora in terre che tutti noi sappiamo.
Nembo, mai come oggi, l’epitaffio che Maria Montessori volle sulla sua tomba è adeguato:
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“io prego i cari bambini, che possono tutto, di unirsi a me per la costruzione della pace negli uomini e nel mondo”.
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Chissà quanto soffrirà, di lassù, a vedere tale scempio!
Certo GIOVANNA,quanto mi sarebbe piaciuto poterlo fare a scuola ,ma ero in un paesino della Brianza ,circa 20km da MILANO .Figurati che io milanese ero la “foresta” fortuna ero appoggiata da un;amica altra “foresta ” aveva anche lei una bimba come la mia ci aiutavamo a vicenda ,ti lera quasi una lotta per poter fare qualcosa di diverso .Lasciare le bimbe libere di fare .
Giovanna,questo articolo ,postato sulla splendida figura della grandiosa,Signora montessori cedo che sia un onore oltre che un vero piacere x il bosco e tutti i collaboratori,io con i miei bambini ho adottato i suoi metodi felicemente.Grazie a tutti voi x questi scritti meravigliosi.spero di aver espresso il mio pensiero,non mi dilungo oltre,un abbraccio a tutti,,,,,,
Chiedo scusa,ho infilato dentro ,degli errori mi dispiace,,,