Zibaldone

ribbon-black_68Je_suis_Char_28823 Barra div.- fiorellini policr. colorati GIF   Zibaldone_21049   Barra div.- fiorellini policr. colorati GIF   Detenuto_chi_22235  

Abbiamo letto nel Web questo articolo di Alessandro Pignatelli, che ci sembra degno di attenzione. Questa vicenda accade in Belgio e riteniamo possa essere  argomento di riflessione, pertanto la proponiamo ai nostri lettori,  qualora ritenessero di esprimere le loro opinioni in proposito

 

"Frank van Den Bleeken, omicida e stupratore seriale, ha chiesto e ottenuto l'eutanasia dallo Stato belga. Le proteste delle famiglie delle vittime. Da 30 anni di carcere per omicidio e stupri seriali, un detenuto belga ha chiesto e ottenuto l'eutanasia. Ha 52 anni anni Frank van Den Bleeken e, nel suo curriculum, trovano posto le torture ai danni di una 19enne, che poi fu uccisa, con conseguente morte per crepacuore da parte della madre della vittima. Ora, l'uomo dice di provare "sofferenze psicologiche insopportabili" e per questo motivo ha chiesto la 'dolce morte'. Insorgono però le famiglie delle vittime: "Lui chiede una morte con dignità, quella che non ha concesso ad altri". In realtà, l'accordo di Frank con i giudici è di un anno fa; venerdì prossimo, ci sarà il trasferimento in un ospedale segreto dove, per due giorni, potrà stare da solo con i suoi familiari. Poi, domenica 11 gennaio, arriverà un sacerdote. Infine, il medico statale che - con un'iniezione pagata dallo Stato - porrà fine alle sofferenze terrene dell'assassino. Cancellando anche la condanna all'ergastolo. L'indignazione, in Belgio, ha raggiunto le tv. I familiari di chi è stato ucciso da Frank proprio non ci stanno:

 

Frank-Van-den-Bleeken-620x350 (1)Frank van den Bleeken

 

"E' una grazia, un premio, una liberazione che risparmierà la pena intera a chi l'ha meritata. Ma non esiste anche la libertà di suicidarsi? E poi, lui stesso dice che ha sempre quelle fantasie atroci, che se tornasse libero rifarebbe tutto". A parlare sono in particolare le sorelle di Christiane Remacle, la 19enne seviziata e poi strangolata con le sue calze, nel 1989, nei boschi vicino ad Anversa. "Lui deve marcire in galera e basta. Per sempre". Non sarà così. Gli psichiatri hanno appurato che i disturbi di Frank sono reali, i giuristi affermano che l'ergastolo in fondo è una morte legalizzata, una scelta che non ricompensa le vittime e non migliora o recupera i colpevoli. Gli altri 15 detenuti che chiedono l'eutanasia Il Belgio, dopo domenica 11 gennaio, dovrà far fronte a un'altra emergenza. Altri 15 detenuti hanno chiesto la dolce morte come Frank, adducendo malattie fisiche o gravi depressioni. Lo Stato come risponderà? In Belgio l'eutanasia è legale solo nel caso di malati terminali o a persone in preda a "insopportabili sofferenze fisiche e psicologiche". Lo stesso codice non prevede la pena di morte per nessun reato. E la Costituzione dice che tutti i belgi sono uguali davanti alla legge.

Quindi? Come giustificare il sì all'eutanasia di Frank e l'eventuale no a tutti gli altri? Il Belgio ha pure un'altra gatta da pelare: Marc Dutroux, ergastolano pedofilo a cui tra un anno verrà concessa la libertà condizionata, ha già fatto sapere alla tv che si sente ancora un pericolo per la società. I parenti delle vittime che lui ha fatto morire di fame lo attendono davanti alla porta del carcere e giurano: "Lui la dolce morte non l'avrà mai. Se anche dovesse chiederla e se lo Stato dovesse concedergliela."

  Giovanna_21517     Barra div.- fiorellini policr. colorati GIF  

 Giovanni Marradi  - Silent rain


COMMENTI

  1. il 09 gennaio, 2015 lorenzo.rm dice:

    L’argomento è di quelli davvero tosti. Voglio concedermi un attimo di riflessione.

  2. il 09 gennaio, 2015 gabriella BZ dice:

    IO Giovanna sarò cattiva ma penso che a una persona che ha fatto tanto del male , l’EUTANASIA NON SI DEVE CONCEDERE,se si comincia con uno ,poi quanti la vorranno pur di non marcire in un carcere?? Che non si senta bene io lo credo, e tutti i suoi disturbi psichici, con questo non vuol dire che se la deve cavare in pochi secondi. Si faccia l’atto di coscienza se ne è capace , e poi si chieda se è il caso di chiedere la morte dolce.Se fossi un parente di una persona da lui violentata griderei perchè non lo lascino morire, è troppo dolce morire,dopo tutto il male fatto. Ametto l’eutanasia per persone che soffrono sono a letto ma non hanno ucciso !!parlo di persone vegetali, che se le si va a trovare , si esce chiedendo al Signore Prendila!Ma ripeto quelle soffrono senza aver ucciso!

  3. il 09 gennaio, 2015 Nembo dice:

    Argomento tosto che ci porta a molte riflessioni. Questo omicida stuprature e altro chiede l’eutanasia, troppo comodo per quello che lui ha fatto e, le sofferenze che ha inflitto come carnefice alla povera ragazza, oltre a lui già ci sono altri detenuti che hanno chiesto la “morte dolce” questo grazie a una legge approvata in Belgio nel 2002. Legalizzare l’eutanasia e uccidere una persona per motivi pietosi pone variate domande: Perchè non accontentarla? Questo poi vale anche per chi non è cattolico? Parlo per i malati terminali e non per questi detenuti. Condivido quello che ha scritto nel commento Gabriella e, aggiungo uno stato di diritto non può legalizzare l’eutanasia. Per altro detenuto se i pisichiatri determinano appunto che i disturbi sono reali, ed è pericoloso alla società….rimanga pure in carcere li sicuramente in una cella giusta le passerà la voglia.

  4. il 09 gennaio, 2015 sandra vi dice:

    IO Giovanna la penso come Gabriella ,troppo facile ,ha disturbi e allora chiede una morte dolce…,ma lui come si e’ comportato colle sue vittime,ha avuto un briciolo di pieta’?Io lo lascerei tranquillamente scontare la sua pena,macerato dai rimorsi.Poi perche’ creare un precedente ,quanti altri chiederanno la morte dolce sottraendosi alle loro condanne?Sono d’accordo eutanasia per quelle povere persone che soffrono in modo inumano ridotti a dei vegetali ,per loro la morte sarebbe una grazia……………..Giovanna bellissimo il tuo video ,sei bravissima a trovarli .

  5. il 09 gennaio, 2015 giovanna3rm dice:

    Cari amici, sono in grandi difficoltà ad esprimermi perché chi è totalmente contrario alla pena di morte, per definizione – come lo sono io – ovviamente non dovrebbe permettere nemmeno l’eutanasia. Ma qui c’è da fare un distinguo, come bene hanno fatto prima di me, Gabriella, Nembo e Sandra. Concedere una “dolce morte” a uno stupratore e omicida seriale di giovani donne e che, qualora fosse libero, ripeterebbe le sue prodezze, non me la sentirei nemmeno io di concedergli, sia pure molto assurdo, quello che possiamo definire “un privilegio”.
    Diversa è la situazione di chi è dichiarato clinicamente morto, altrimenti si entrerebbe nella fase dell’”accanimento terapeutico”, decisamente peggiore dell’eutanasia, a mio modesto parere. Forse la mia posizione risulta un po’ contraddittoria, ma la vedo così.

  6. il 09 gennaio, 2015 gianna dice:

    Giovanna, L’argomento di oggi ci stupisce.(Detenuto chiede e ottiene L’eutanasia) L’argomento che ci porta a molte riflessioni.Questi stupratori,omicidi che coraggio chiedono “una morte dolce”.troppo comodo noi siamo del parere che queste persone, malati criminali incalliti devono pagare la loro pena ,che mai potrano essere liberi psicologicamente ho perdonati,dopo tante vittime innocenti povere ragazze e le famiglie distrutte dal dolore, troppo comodo morire dolcemente, l’eutanasia certo che serve, ma per malati terminai, sofferenti da una vita molto volte rifiutata la fine di una lunga sofferenza. questa legge approvata in Belgio nel 2002, solo per dare fine a certe sofferenze. questi criminali devo marcire in carcere e buttare le chiavi. peccato che dovremmo pagare noi il loro mantenimento,rimane i lavori sforzati ma sarebbe poco per quelle belve, che hanno ucciso e ucciderebbero sempre, quella è il suo modo di vivere uccidendo per sentirsi forti, forse si potevano curare presso centri psichiatrici,ma ora tutto rimane impossibile, spero che quella legge loro non potranno mai usufruirla altrimenti rimangono sempre i vincinti. Grazia Giovanna per questo tuo argomento molto penoso per quelle povere vittime i tuoi video e musica sono fatti sempre su regola d’arte, le foto e tutto quello che ci fai vedere.ciao..

  7. il 09 gennaio, 2015 lorenzo.rm dice:

    Se ne parlerà e riparlerà, e molti avranno qualcosa da ridire (come me). Ma trovo che la conclusione sarà favorevole: si fa un atto umanitario e si prende atto che il carcere non rieduca. La morte, in questo caso, non è una pena ma una liberazione.

  8. il 09 gennaio, 2015 mario33,co dice:

    Premetto che sono contro la pena di morte!!!! Però… non capisco certi commenti che gridano allo “scandalo,” perche questo povero malato psitico. Chiuso da 30 anni in carcere “normale” e non psichiatrico. Un essere vivente, che… preso da rimorsi, da (sicuramente) ancora vivi, impulsi patologici che lo hanno portato a stuprare, ad uccidere e al carcere, non debba per una questione di umanità, di sensibilità di carità cristiana. desiderare la morte. Non capisco… questa società… schizofrenica, che quando accadono fatti di cronaca cosi efferati grida alla pena di morte, alla castrazione chimica, è indignata… grida che deve morire come e morta/o la sua vittima. In fondo in molti stati del mondo (vedi USA) essa è praticata, appunto, perche la società vuole rendere pan per focaccia a queste persone “disgraziate” infelici. Adesso che ci troviamo davanti a un caso emblematico fuori da certi canoni legislativi Belgi di eutanasia. A questa persona psicolabile che invoca di morire non gli viene concesso.
    Si!!! anche perche, sembra, che la legislazione in questo caso non glie la conceda una morte soft. Si è parlato molto spesso di morte soft, dolce, senza sofferenza, per i condannati a morte negli USA.
    Perche negare un sacrosanto diritto di morte ad un uomo malato, depresso, che non ha altre alternative che una vita piena dolore, di frustrazione, di dannazione infernale.
    dove è finita la carità cristiana, l’umanità dei parenti delle vittime, dei commentatori, verso una persona che oramai ha perso tutto, che non ha nulla più da perdere, che la sua vita è stata solo una sofferenza, un inferno che era meglio che non nascesse, una vita bruciata, che chiede solo di porre fine alla sua disgraziata vita. Concediamogli almeno questo.

  9. il 09 gennaio, 2015 giovanna3rm dice:

    Riflettendoci di nuovo, Mario, mi hai portato a pensare che comunque non ci sarebbe redenzione di sorta, perché il arcere, anziché redimere i reclusi li rende ancora più disumani, pieni di livore ecc. Dovremmo proprio pensare ad un atto di carità Cristiana, come dici tu! Forse anche Cristo l’avrebbe concessa “una dolce fine”, chissà!

  10. il 10 gennaio, 2015 aquilafelice44 dice:

    troppo facile chiedere di morire mi chiedo x che non lo a pensato prima di fare un crimine del genere io x conto mio lo porterei ai lavori forzati fino ala fine isolato da tutto credo che solo coprl rimosso del crinine che a comesso morirebe da solo non sono dacordo che il governo belga sia dacordo ala richiesta fatta da questo verme morire si ma non cosi facile visto che lui stesso a dichiarato che se lo lascerebero libero farebbe ancora tutto quello che a fatto nooooooo signori del governo belga LASCIATELO MARCIRE IN GALERA

  11. il 10 gennaio, 2015 mario33,co dice:

    Non riesco proprio a capire, sicuramente al momento dell’efferato delitto (30anni fa),sicuramente l’opinione pubblica anche se divisa,si era schierata per la pena di morte. Oggi un uomo condannato all’ergastolo, con forti turbe psitiche, non curato a dovere (anche se penso che per quel tipo di patologia ben poco si possa fare),con disturbi mentali che molte viene definito “il male oscuro,” quindi… una sofferenza inumana, paragonabile benissimo alla sofferenza mentale e fisica di un malto terminale. Egli non debba decidere della sua vita. Oggi… i famigliari delle vittime conoscendo i retroscena della sua infernale sofferenza, preferiscono farlo marcire in prigione. Mi sembra una cattiveria, una vendetta che ben poco si addice alla carità cristiana.

  12. il 10 gennaio, 2015 gianna dice:

    Giovanna, forse in quel momento non riuscivo calmare la mia furia,mi sentivo al fianco di quelle famiglie distrutte dal loro dolore, verissimo che Dio avrebbe perdonato e lasciato quel crimine in liberta.abbiamo mille teste e molti pensieri diversi, almeno lasciateci la liberta’ di pensiero. ripeto la ” morte dolce” va solamente alle persone che soffrono in un letto da anni, aspettando la morte che mai arriva. Certo che non saremo noi decidere!

  13. il 10 gennaio, 2015 sandra vi dice:

    Mario ,ci hai portato a ragionare ,infatti se Cristo ha perdonato ,chi siamo noi per esseri contrari a chi gli vorrebbe por temine ai suoi giorni con una morte dolce ,visto che nn esiste per lui nessuna altra alternativa?

  14. il 11 gennaio, 2015 Giuseppe3.ca dice:

    Sia il militare che uccide in guerra, sia il boia incaricato di giustziare un condannato a morte ed anche il medico che pratica l’eutanasia o pratica l’aborto seppure reso legale dalla legge, mantiene nella sua coscienza il rimorso di aver tolto la vita ad un essere umano, ovvero ad un proprio simile.
    Ora, questo individuo che ammette i propri misfatti e paventa la possibilità che potrebbe commetterli ancora, chiede per sè l’applicazione dell’eutanasia ovvero, delega un altro a togliergli la vita, abbia il coraggio di farlo da solo e si suicidi senza lasciare ad un proprio simile il rimorso di coscienza per la sua morte.

  15. il 11 gennaio, 2015 pino5.rm dice:

    Quante cose si vogliono far passare sotto il paravento della libertà: la libertà di uccidere un bimbo nel seno della mamma, la libertà di uccidere un ammalato grave, la libertà di uccidere se stessi , la libertà di uccidere gli altri camuffandolo come un gesto di carità. A me hanno insegnato, sin da bambino, di non uccidere senza se e senza ma, cioè senza le mille giustificazioni che l’uomo è capace di trovare per tacitare la propria coscienza e per nascondere a se stesso che l’azione che si sta facendo è contro natura. La cultura dominante aggiungendo la parolina “dolce” intende edulcorare la scelta negativa, e poi si sa difendere una vita richiede più impegno più coinvolgimento personale un ammalato terminale o un detenuto con patologie gravi richiederebbe attorno a se l’impegno di più persone, di più professionalità, più attenzioni per lenire il dolore fisico e psicologico per il percorso che resta da affrontare, quindi si preferisce la soluzione spiccia e sbrigativa meglio non perder tempo e somministrare lo zuccherino della morte, a me sembra uno scrollarsi le spalle di una società lanciata verso un egoismo sfrenato ed in fuga dalle proprie responsabilità individuali. L’UETANASIA?…. NO GRAZIE! VOGLIO LA VITA IN OGNI CASO. Saluti a tutti da Pino Vangone.

  16. il 11 gennaio, 2015 giovanna3.rm dice:

    Pino.rm, hai espresso saggezza e grande umanità, di cui ti ringrazio.

  17. il 11 gennaio, 2015 giovanna3.rm dice:

    Ho apprezzato il tuo punto di vista, Pino.ca, anche se realizzarlo richiede un grande coraggio , e ti ringrazio.

  18. il 13 gennaio, 2015 pino5.rm dice:

    Molto pertinente al discorso che si sta facendo qui, circa l’eutanasia o l’accettazione della sofferenza che sempre le malattie gravi portano con se, risulta utile e piena di validi spunti di riflessione l’intervista fatta qualche giorno fa ad Ermanno Olmi, anch’egli affetto da grave malattia. la riporto di seguito per chi avesse la pazienza di leggerla o ascoltarla:

    http://www.corriere.it/spettacoli/15_gennaio_10/ermanno-olmi-malattia-mi-ha-aggredito-ma-serve-anche-soffrire-8bf06e1e-98aa-11e4-8d78-4120bf431cb5.shtml


LASCIA UN PENSIERO


Inserite il vostro commento.
I COMMENTI DEVONO ESSERE PERTINENTI ALL ARGOMENTO A CUI SI RIFERISCONO E NON DEVONO ESSERE INSULTANTI PER CHI HA SCRITTO L'ARTICOLO O PER UN ALTRO COMMENTATORE

Performance Optimization WordPress Plugins by W3 EDGE