LA DOMENICA DEL BOSCO
Scritto da Giuseppe il 17 Gennaio 2015 | 24 commenti- commenta anche tu!
Raccontiamo la storia di Barbara, una giovane donna, bella e istruita vissuta nel terzo secolo d.C., quando, sotto l’ègida dell’Impero Romano, ad essere considerati “atei” erano coloro che si dissociavano dal culto pagano degli dèi, in particolare tutti gli aderenti al nascente cristianesimo in progressiva ed inarrestabile diffusione.
Barbara nacque nel 273 a Nicomedia, capitale della provincia della Bitinia e del Ponto, punto strategico nei pressi dello stretto dei Dardanelli e del Bosforo. Questa città, nella quale l’Imperatore Diocleziano viene proclamato “Augusto” (284), era stata scelta dallo stesso imperatore anche come sua residenza abituale.
Martirio di Santa Barbara
Barbara, figlia unica di Diòscuro, uomo ricco, ardente cultore degli dèi che si assenta per lunghi periodi da casa anche per partecipare alle feste religiose e ai riti sacrificali pagani per cui lascia alla moglie Chiara il compito di vigilare sulla giovane figlia alla quale, però, non sfuggono gli atteggiamenti di indifferenza della madre alle vicende del proprio marito e una certa propensione di interesse per la nuova religione cristiana che partendo dall’Asia Minore, si sta diffondendo in tutto l’impero in contrapposizione alla religione di stato, scatenando terribili reazioni persecutorie.
Santa Barbara
Barbara si distingue per l'impegno nello studio e per la riservatezza, qualità che le giovarono la qualifica di «barbara», cioè straniera, non romana. Tra il 286-287 Barbara si trasferì nella la villa rustica di Scandriglia, oggi in provincia di Rieti, al seguito del padre, collaboratore dell'imperatore Massimiano Erculeo.
Diòscuro prosegue i suoi lunghi viaggi e al ritorno di uno di questi trova la figlia più bella e radiosa che mai e pensa che sia tempo di immetterla nella società romana per maritarla e dargli un erede in visione pure di assisterlo nella vecchiaia. S’accorge che in casa sono cambiate alcune cose: nella parete perimetrale è stata aperta una terza finestra e ne chiede giustificazione alla figlia la quale, molto candidamente, risponde di avere bisogno di luce.

ICTYS - Simbolo dei primi Cristiani
Una ragazza come Barbara è molto appetibile e per lei ci sono numerosi pretendenti che si presentano a Diòscuro chiedendo di sposare la figlia. Tra questi egli sceglie quello che ritiene il migliore e lo propone a Barbara la quale, senza dar segno di sorpresa, risponde che non si sente pronta per il matrimonio, che non ne ha voglia e che ci penserà, lasciando interdetto il padre che non si spiega come una ragazza nel pieno delle sue peculiarità femminili possa rinunciare al matrimonio ed alla conseguente maternità, primo desiderio di ogni donna.
Catacombe romane - Cimitero e luogo di preghiera dei Cristiani
Diòscuro si informa presso la servitù sul comportamento e le frequentazioni di Barbara durante la sua lunga assenza e viene a conoscenza che la figlia è rimasta quasi sempre in casa, intenta prevalentemente a leggere o, in stato quasi di estasi, ad ammirare il cielo. Gli fanno notare alcuni piccoli simboli tracciati da lei sulle pareti di casa: il segno della croce e la scritta ICTYS (pesce) le cui lettere costituiscono l’acronimo “Iesùs Cristòs Theou Yiòs Sotèr” cioè: Gesù Cristo di Dio Figlio Salvatore.
Barbara decapitata dal padre Diòscuro
La scoperta della conversione alla fede cristiana di Barbara provocò l'ira di Diòscuro. La ragazza fu così costretta a scappare e rifugiarsi in un bosco dopo aver distrutto le statue degli dèi nella villa del padre. Trovata, fu consegnata al prefetto Marciano. Il prefetto dapprima cerca di far desistere Barbara dall’empietà che porta alla morte al fine di salvare la sua giovane vita e restituire la felicità al padre, persona onorata e ligia alle leggi dell’impero. Barbara conferma la sua volontà di essere cristiana e viene sottoposta a pubblico processo.
Santa Barbara dipinta da Francisco Goya
Durante il processo che iniziò il 2 dicembre 290. Barbara difese il proprio credo ed esortò il padre Diòscuro, il prefetto ed i presenti a ripudiare la religione pagana, a credere nel Vangelo ed abbracciare la fede cristiana. Il prefetto la fa denudare e le infligge la fustigazione eseguita dal padre stesso. Il 4 dicembre, infine, fu decapitata con la spada dallo stesso Diòscuro, che fu colpito però da un fulmine.
Pochi decenni dopo, esattamente nell’anno 313 d.C., a cura di Costantino e Licinio, viene promulgato l’Editto di Milano (o di Costantino, appunto) con il quale si riconosce piena libertà ai cristiani di professare la propria fede.
Barbara divenne un simbolo di culto per i cristiani nel corso dei secoli, non solo in Italia. La onorano in modo particolare le Chiese d’Oriente inizialmente in Cappadocia, Fenicia e Siria, e successivamente in Libano ed Egitto dove ci sono chiese che custodiscono le sue reliquie.
I suoi resti si trovano oggi nella cattedrale di Rieti ma nei secoli sono stati traslati diverse volte:
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Giustino imperatore (518-527) fece trasportare il corpo della santa a Costantinopoli, capitale dell’Impero d’Oriente ove furono costruite ben quattro chiese in suo onore;
Monete coniate per Giustino I - Primo Imperatore d'Oriente
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Nel X secolo i veneziani, essendo Doge Pietro II Orseolo (991-1009), trasportarono il corpo della vergine martire da Costantinopoli a Venezia per collocarla nella Basilica di San Marco;
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Successivamente, il Doge Ottone Orseolo (1009-1026) ottenne di trasferire le reliquie nella Chiesa di San Giovanni Evangelista in Torcello, annessa al Monastero ove era abbadessa la sorella Felicita.
Il culto di Santa Barbara continua e in Italia decine di comuni l’hanno eletta Patrona e numerose sono le chiese dedicate al suo nome.
Si festeggia il 4 dicembre.
La tradizione invoca Santa Barbara contro i fulmini, il fuoco e la morte improvvisa e, dai Lanzichenecchi (che usarono i primi archibugi) in poi, numerose sono le categorie che, per un motivo o per l’altro l’hanno eletta loro protettrice:
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Artiglieri; Artificieri; Militari del Genio; Marina Militare Italiana(*); Minatori; Vigili del fuoco; Geologi; Architetti, Carpentieri e Muratori; Campanari e Ombrellieri; Cantonieri dell’ANAS e dipendenti ENI.
La storia è molto più vasta e ci sarebbe stato ancora tanto da dire sulla vita di questa eroina cristiana vittima delle violenze umane ma ho dovuto sintetizzare cercando, comunque di mettere l’essenziale.
Spero che l’argomento sia stato di vostro gradimento e auguro a tutti una serena Domenica.
(*) – Il 4 dicembre sulle navi della Marina Militare Italiana, in onore della martire patrona, viene offerto un mazzo di rose rosse al Primo Ufficiale di tiro. Sulle navi il locale adibito a deposito di munizioni ed armi è detto “Santabarbara”.
J.S. Bach - Aria sulla IV corda




Grazie Giovanna per la musica e le immagini. Il tocco magico delle tue pennellate hanno reso ancor più luminosa questa pagina della Domenica del Bosco,.
Altro che Cristiani all’acqua di rose come oggi, all’epoca per affermare la propria fede in Gesù ci si rimetteva la vita. Per fortuna intervenne l’editto di Milano che liberalizzò la professione della fede cristiana, anche se ciò è stata causa di annacquamento del bagaglio e dei valori iniziali, poiché gran parte delle usanze e dei riti religiosi pagani in atto, vennero assorbiti dalla nuova religione mascherando un po’ la bellezza e la purezza della fede dei cristiani della prima ora.
Una grande pagina della domenica, oggi. Amiamo i responsabili.
Pino, concordo sulla tua analisi critica del prima e dopo la cura ed è vero che oggi esistono i Cristiani all’acqua di rose ovvero di facciata, cioè quelli che, pur senza Fede, hanno necessità di mostrarsi credenti per un loro tornaconto personale, ma posso dire che esistono anche i cristiani di vera Fede, pura, semplice e sincera, sentita nel proprio animo. Questi sono tutti coloro che secondo l’insegnamento del Cristo operano in tutti i campi del lavoro, dell’assistenza, dell’accoglienza, della diffusione del verbo cristiano secondo lo spirito d’amore per il prossimo. Sono tantissimi e lo fanno in silenzio, con umiltà, senza sentire il bisogno di mettersi in mostra perché il loro fine non è l’apparire ma semplicemente sentirsi esseri umani nel vero senso cristiano. Grazie per il tuo utilissimo e prezioso intervento. Buona Domenica.
Grazie Lorenzo, il tuo elogio conferma che il Bosco cerca di creare sempre delle belle pagine non solo la Domenica ma anche nei giorni infrasettimanali. É la nostra regola, ciao.
Una bella storia sul cristianesimo presentata da Giuseppe, la cristianità é come il carattere ovvero un segno distintivo che non si cancella mai. Un grazie anche a Giovanna per la scelta della musica sempre appropriata. Buona domenica.
Come sempre la lettura della pagina del Bosco della domenica porta sempre a profonde riflessioni! Dino, anche oggi in Paesi lontani dal nostro ,i cristiani sono spesso uccisi, trucidati, devono fuggire e rifugiarsi in luoghi protetti!! Tutti i giorni leggiamo di esodi cristiani solo perchè la loro religione non è accettata o ostacolata! Ce ne accorgiamo solo quando le stragi sono così enormi, che anche il nostro cuore cristiano sussulta?????
Scusate, ho confuso il nome : PINO, NON DINO!!!!
Un racconto molto bello anche perchè non conoscevo la storia di S. Barbara. Certo essere cristiani una volta voleva dire rimetterci la vita tante volte, ma la fede era tanto forte da accettare anche il martirio. Anche di questi tempi succede di essere uccisi perchè cristisani,non succede da noi , ma sono sempre molto vicini !!
Capisco che in un passato recente, molti beatificati (santi) non sono martiri.
Pino, li chiama (se ho capito bene), “santi all’acqua di rosa.” Mi domando… perche la Chiesa, il clero (la chiesa è fatta da loro), fa suoi solo i martiri che hanno apertamente manifestato un credo fervido cattolico, cristiano?
Certo, la chiesa pensa ai suoi adepti difende i suoi “figli”. Ma…non trovo giusto che… persone che si sono immolate che si sono sacrificate per una causa di giustizia, di liberta, di altruismo,di umanità. Persone, anche credenti “silenziosi”, che hanno dato la vita per salvare altre parsone, piene di carità cristiana, di esempio a molti cristiani praticanti, fervidi credenti, non debbano essere santificati?
La nostra società basata un po’ sul culto della personalità, emula solo le persone”importanti,” elogia, solo, le persone che sono conosciute a livello nazionale/mondiale.
I poveri cristi come noi, che si immolano per una causa, muoiono… per un ideale, salvano delle vite! A queste persone, non gli viene riconosciuto nulla, neanche una Via. In passato, la Chiesa santificava Papi, potenti,persone in vista, che si erano convertite e/o che erano state martirizzate. Forse… dovrebbero, dovremmo, rivedere un po’ il metro che misura queste scelte poco umane e cristiane
Agli albori del Cristianesimo, chi professava apertamente questa fede l’avrebbe pagata con la vita. Ne conosciamo molte di queste figure femminili – poiché oggi parliamo di Santa Barbara: mi vengono in mente Sant’Agnese, Lucia, Agata Felicita, Tecla, Perpetua e tante altre. Sacrificarono tutte la loro vita, subendo torture feroci, pur di affermare la fede in Cristo. A queste figure, estremamente coraggiose e temerarie va riconosciuto un grande rispetto, anche da chi non abbia abbracciato lo stesso credo o non se segua nessuno.
Si può morire solo per la libertà (compresa quella religiosa).
Certi padri del 21° secolo uccidono le figlie che si tolgono il velo e si fidanzano con ragazzi di religione diversa….questo non deve più accadere ed avverrà soltanto quando le religioni perderanno l’assolutismo delle dottrine, l’assurdità dei dogmatismi e la certezza dell’esclusività della verità assoluta.Quando tutto ciò avverrà e le religioni diventeranno un fatto puramente personale si spezzerà questa assurda catena di martiri …..tanto gli Dei …come hanno sempre fatto …insieme alle stelle stanno a guardare.
Giuseppe, molto bello questo racconto di Santa Barbara.Bellissima donna vissuta nel terzo secolo,D.C.sotto L’impero Romano considerati “Atei”quelli che si dissociavano dal culto Pagano dei Dei, assentandosi per lungo tempo da casa,per partecipare a feste Religiosi ai riti.Barbara si distigueva per impegno e riservatezza, questo racconto e molto difficile per chi non lo conosce, sono segni che non si cancellano mai. Grazie Giuseppe, per averci riportato un pezzo di storia moltto importante ma per me molto difficile,Ma nel tua spiegazione di questo racconto,di S: Barbara il tuo modo di raccontare, ci fa conoscere molte cose nuove, sai spiegare in modi molto precisi solo perchi coosce la storia, Giovanna grazie per la tua meravigliosa musica, video, dipinti veri, passati con il tuo pennello da grande Artista,grazie per farci conoscere ogni Domenica racconti nuovi che nn possiamo dimenticare anche se difficili per chi non conosce!!
Molto bella questa pagina della domenica ,Giuseppe ,veramente interessante.Mio marito era ufficiale di artiglieria e naturalmente ,Santa Barbara era la sua Patrona .Cosi.puoi pensare come mi abbia fatto piacere conoscere la sua storia.Quando ero a Milano mi piaceva fare una visitina alla chiesa di Santa Barbara ,mi sembra che ora la vedro’ con occhi diversi.Qui in Grecia molte chiese sono dedicate a SANTA BARBARA e il nome e’ ancora usato moltissimo.A Giovanna un ringraziamento per l’idovinato (come sempre) bellissimo video.
Si, è vero Nembo, una bella storia sull’avvento del Cristianesimo che può essere presa d’esempio per tante altre storie similari perchè la storia di Barbara è simile a tante altre. Moltissime ragazze come Barbara hanno sacrificato la loro vita per confermare il loro Credo religioso e la loro Fede nel nascente Cristianesimo. Tempi difficili ma la fermezza di queste persone di Fede, ha vinto.
Cara Edis-Maria, penso che il il tuo commento sia riferito all’articolo che puntualmente, ogni domenica, cerca di interessare i lettori e di risveglare gli animi su argomenti tra i più disparati. Già dal titolo “Una storia antica, quasi moderna”, il riferimento è chiaramente rivolto alle lotte di fede religiosa che ancora oggi insanguinano, in modo brutale, le vicende del mondo. Grazie per la tua lettura sempre attenta e per la tua fedeltà al Bosco. Ciao.
Gabriella, mi fa piacere scoprire che le pagine del Bosco sono utili a far conoscere anche tante cose a volte poco note ai più, come, in questo caso, la vita di Santa Barbara. Certi episodi di persecuzione erano allora giustificati dai tempi considerati “difficili” ma oggi non sono da meno se di pensa agli eccidi perpetrati ancora nel mondo, trincerandosi dietro una fede religiosa che non ha niente a che vedere con il credere in un Dio, qualunque esso sia, che predica fratellanza tra tutti gli uomini. La cattiveria umana non ha limiti e non può essere giustificata dal professare una o l’altra Fede. Grazie per la tua costante testimonianza e la tua fedeltà al Bosco. Ciao.
Concordo con il tuo pensiero Giovanna, grazie, non solo per questo ma anche per il tuo zelante impegno costantemente profuso per il bene del Bosco. Un abbraccio di grande stima.
Mario, credo che Pino Vangone, nel suo commento, si riferisca ai Cristiani di oggi e non ai santi del passato e ho espresso il mio pensiero nella risposta specifica allo stesso Pino. Per quanto riferito alla beatificazione ed alla elevazione al ruolo di santi, sia attuali che del passato, la Chiesa, oggi con Papa Francesco ma anche con i Papi che lo hanno preceduto, riconosce una vita “santa”, senza bisogno di dover dedicare una “targhetta” anche ai tanti fedeli che conducono una esistenza integerrima secondo i dogmi di fede cristiana e senza aver compiuto necessariamente dei “miracoli”. Ce ne sono tantissimi anche se, nella totalità, quasi tutti resteranno anonimi. Concordo con il tuo pensiero e ti ringrazio per la tua costante attenzione agli argomenti proposti dal Bosco. Un saluto.
Verissimo quanto affermi Franco! Di proposito ho voluto raccontare una storia del passato per il confronto con la vita di oggi, giusto per dimostrare che duemila anni di storia non hanno cambiato di molto la vita degli esseri umani. C’è tanta strada da percorrere ancora ed è tutta in salita. Già il parlarne tra noi è un buon segno di matura riflessione tra esseri pensanti. È pur vero che le stelle (come gli Dei), stanno a guardare ma noi continuiamo a discuterne in piena libertà. Grazie per le tue osservazioni sempre molto perspicaci. Un saluto.
Grazie per i complimenti, Gianna. L’argomento è forse un po’ difficile ma ho cercato di scrivere nel modo più semplice possibile. Spero di esserci riuscito non solo per chi conosce già la storia ma per tutti e, in ogni caso, basta rileggere e tutto diventa facile. Un saluto.
Sandra, mi fa piacere che la storia di santa Barbara ti abbia coinvolta non solo per la vicenda in sé ma anche e soprattutto per il fatto che tuo marito nel suo ruolo di Ufficiale degli Artiglieri ha vissuto la sua vita sotto la protezione di tale santa. Come descritto nel racconto per molti corpi militari Santa Barbara era venerata come protettrice. Grazie Sandra, sei sempre molto precisa nei tuoi commenti. Continuiamo a venerare Santa Barbara nelle tante chiese a lei dedicate non solo in Italia.
Giustissimo il titolo, Giuseppe! “Una storia antica, quasi moderna”. Purtroppo ancora oggi ci sono padri e fratelli, che in nome di un’idea, di una religione, uccidono le loro stesse figlie, magari solo perché si sono innamorate, o solo perchè vogliono vivere all'”occidentale”.E’ un modo assurdo di intendere la religione, per noi. Come dice Giovanna sono state molte le martiri della fede all’inizio del cristianesimo. Per fortuna l’Editto di Costantino rese liberi i cristiani, anche perchè la sua stessa mamma, S.Elena ,fu tra i primi ad esserne convertita.
S. Barbara è conosciuta da tutti. Essendo il padre incenerito dal fulmine dopo che aveva decapitato la figlia ,
Barbara venne proclamata Patrona di tutte le corporazioni che Giuseppe ha elencato molto meglio di quanto potrei fare io. Bella, interessante davvero questa pagina del bosco
e il video di Giovanna con la musica di Bach oso definirlo.. “Celestiale”. Grazie. amici!
Grazie a te Armida: vieni ad integrare la storia con ulteriori notizie molto utili per completare il quadro della vicenda che, come ho detto in chiusura, poteva essere molto più ampia (spazio permettendo). Hai fatto bene a ricordare Sant’Elena che ha avuto grande e determinante importanza nella educazione formativa del figlio Costantino, autore poi dell’Editto di Milano. Ancora grazie cara Amica, un saluto.