LA DOMENICA DEL BOSCO
Scritto da Giuseppe il 18 Aprile 2015 | 28 commenti- commenta anche tu!
Anche oggi Gabriella.bz ci diletta con un altro dei suoi racconti della memoria, tanto cari a noi della terza età che riusciamo a trovare nei racconti della Domenica del Bosco anche i nostri ricordi mai dimenticati. Grazie Gabriella, ti invitiamo a raccontarcene ancora tanti altri.
Buona Domenica.
Tanti mesi fa ebbi modo di tornare al mio paese, la cittadina nella quale avevo vissuto i miei anni da bambina. Non sono andata alla mia vecchia casa, ma nella casa della nonna, una casa ristrutturata nell’aspetto esterno ma che all’interno aveva mantenuto le sue precedenti caratteristiche e scoprii con piacere che la visione di questa casa riportava alla mia mente ricordi che sembravano dimenticati. Salii nella soffitta dove erano annidati tanti vecchi ricordi e con mia sorpresa e meraviglia mi resi conto che riemergevano con chiarezza nella mia mente come se fossero stati vissuti il giorno precedente.
C’erano le vecchie cassepanche dove noi nipoti custodivamo gelosamente il nostro tanto amato corredo in previsione di un futuro matrimonio.
Cassapanca della nonna
Ricordo che il primo lenzuolo lo avevo ricamato tutto a mano quando frequentavo la seconda media, era stato un lavoro molto impegnativo per chi non ricamava alla perfezione, a scuola c’era un’insegnante molto severa, bisognava che il ricamo fosse uguale sia dalla parte dove si ricamava che sotto, dritto e rovescio dovevano essere identici. E’ pur vero che l’anno prima ci aveva insegnato molto bene il ricamo ma c’era sempre qualche difficoltà e qualcosa di nuovo ancora da imparare. Era stata una grande soddisfazione al termine dell’anno scolastico aver completato il ricamo del lenzuolo per poterlo riporre nella cassapanca. L’anno seguente avevo ricamato anche le federe e quello era stato il mio primo capo di corredo. Ma non c’erano solo le cassepanche, ritrovo anche un vecchio comodino che nessuno usava più, io mi ero affezionata a quel mobiletto e lo consideravo un pezzo raro per me.
Mobili d’epoca: Comodini a quattro cassetti
Ero ormai una giovane fanciulla con tanti sogni, speranze e desideri. Aveva quattro cassetti, uno alla volta li avevo foderati, il primo con uno scampolo di stoffa che la nonna mi aveva regalato ed era una seta azzurra molto bella. Sognavo che in quel cassetto ci avrei messo tutte le lettere che il mio primo amore lontano avrebbe potuto spedirmi. Il secondo l’avevo foderato con del broccato che, sempre la mia meravigliosa nonna mi aveva regalato raccomandandomi di non svelarlo ad altri perché era stoffa di pregio e costava parecchio. Era giallo come sfondo e bianco il disegno, ricordo ancora lo schizzo. Quello lo dovevo riservare per riporre le foto quando mi sarebbero arrivate, dall’ipotetico innamorato che già cominciava a comparire nei miei sogni senza ancora conoscerlo. Il terzo era un semplice velluto bordeaux scuro. Avevo fatto seccare in un vecchio libro qualche fiore di “non ti scordar di me” e li avevo poi appoggiati sul velluto in modo che l’azzurro del fiore desse un poco di vivacità al colore troppo scuro del tessuto.
Fiorellini Non ti scordar di me
Non avevo ancora deciso cosa metterci ma intanto era pronto. Il quarto e ultimo l’ho adornato con del semplice raso rosso ma la nonna quando ha saputo che non era di mio gusto mi ha allungato un pezzo di pizzo avanzato da un vestito da sposa. Il pizzo l’ho cucito sopra il raso ed è venuto un bel lavoro, potrei dire quasi un capolavoro. Aprendo quei cassetti mi si è fermato il cuore. Nonostante tutti gli anni trascorsi i cassetti avevano ancora le varie stoffe, leggermente sbiadite ma non rotte. Forse in questi ultimi anni in quel solaio non ci andava più nessuno, ed alla mia richiesta di visitare la soffitta mi hanno guardata con curiosità tutti i parenti. Io vi ho ritrovato il posto dei miei desideri nascosti e…. il cuore grande della nonna, che all’apparenza sembrava tanto severa ma invece ci viziava con tutto il suo amore. Faceva la stessa cosa con Fido, il suo cane preferito, fedelissimo e affezionato a lei.
Sedendomi sulla cassapanca pensavo che tanti mobili erano ancora belli, non di moda quello è certo, coperti da vecchie lenzuola della nonna si erano mantenuti bene e rappresentavano un’epoca. Non hanno usato quelli belli con i pizzi è vero, forse li hanno regalati ai poveri perché si deteriorano anche a non usarli. Mi alzo e guardo nel vecchio cassettone che nonna teneva nella sua camera da letto, apro e un forte odore di naftalina mi blocca.
Un vecchio cassettone della nonna
L’odore è forte e fermarsi lì sopra era fastidioso per la respirazione, ma i miei occhi hanno visto un pizzo che ricordo da sempre. Un pizzo che era alto e lungo attaccato alla tovaglia bella ed era per il tavolo da dodici persone. Supero la repulsione dell’odore fastidioso e provo a guardare, forse mi sbaglio, no è proprio lui, il pizzo della grande tovaglia.








Sempre nei cassetti, nei bauli, in tutte le cose vecchie che hanno accompagnato la nostra gioventù, racchiudono oggetti o altro che rimandano a storie come quella presentata da Gabriella, il tutto ci fa viaggiare con la mente negli anni passati e riaffiorano cose dimenticate. Credo Gabriella che il tuo ” Non ti scordar di me ” racchiuda molte cose comprese speranze che avevi da ragazzina,avvenute o non realizzate. Buona Domenica
Grazie Pino e Gabriella, è un vero piacere partecipare con voi al fantastico appuntamento della domenica.
Quando la mente torna indietro riemergono i ricordi e le emozioni vissute nel passato con noi stessi e con le persone care. Gabriella sei bravissima nel trasmettere le tue emozioni a chi legge i tuoi racconti: è una dote per pochi perciò sei preziosa per tutti noi e vogliamo leggerti ancora. Grazie, Buona Domenica.
Meraviglioso video e splendida musica Giovanna, ti ringrazio in modo particolare per la tua grande capacità di abbinare musica e video al contesto del racconto postato. Belle le immagini dei bambini con gli animali. Proprio questa mattina alla mia prima uscita da casa mi è venuto incontro un cucciolo, lasciato libero dalla sua padroncina, e mi si è accucciato davanti in attesa delle coccole che ho elargito in abbondanza. È sorprendente come gli animali riconoscano a prima vista le persone che sanno volerli bene. Grazie di tutto Giò, buona e serena domenica per te.
Nembo i vecchi mobili della nonna mi hanno fatto ricordare tante gioie, ci sarà stato anche qualche pensiero nero,ma il più è stata una gioventù allegra e felice, ed il “non ti scordar di me”, chissà se era solo per abbellire un velluto troppo scuro,o per una speranza. Ciaoo
Ti ringrazio Lorenzo per aver letto il racconto, anche se sono sempre solo romantica. Ciaooo
Giuseppe non so se riesco a descrivere le mie emozioni come dici, ma di certo il trovare dopo tanti anni le cose belle anche se molto vecchie della nonna è stato un colpo al cuore, ricordavo tutto con precisione, e la gioia di trovare mobili ancora in ottimo stato mi ha commossa. Ciaoo
Giovanna se volessi dirti grazie e che hai messo un bellissimo video con una bellissima musica, Giuseppe mi ha preceduta. Accetta ugualmente i miei complimenti per come sai scegliere bene. Un abbraccio e grazie di cuore
Era anche la mia gioia, andare a rovistare nelle mansarde, nei vari ripostigli, dove i nonni ammassavano vecchi trumeaux, comodini, tavolini, bauletti ecc. Allora c’erano artigiani bravissimi, che riuscivano a riparare in modo perfetto mobili che riprendevano la loro forma originale. Questo accadeva quando si era già adulti e si riscoprivano pezzi, talvolta, di vero antiquariato.
Posso capire molto bene tutto ciò che hai scritto Gabriella, mi complimento con te e via così!
Un caro saluto.
Giuseppe grazie delle spolverate che devi dare ai miei racconti, sai scrivere alla svelta quello che ho nel cuore, poi spedirlo senza rileggerlo, o quelle rare volte che l’ho riletto l’ho anche rovinato. Un grazie sincero a te, ciao.
Ti ringrazio Giovanna per aver capito la mia gioia, non erano di vero antiquariato i mobili della nonna, i ricami si erano belli,e certi lo sono ancora. Come ho detto avrei portato quel comodino a casa mia, ma è piccola, e non fanno più soffitte ora nelle case.Grazie per aver capito la mia felicità al vedere i miei vecchi ricordi. Un saluto ciaoo
Ma cosa dici Gabriella, non essere modesta, la tua è un’ottima penna perché, come hai detto, tu scrivi col cuore ed è apprezzabile il tuo stile, schietto e sincero. Qualche aggiustamento che si fa è lavoro di redazione, lo si fa per tutti e il lavoro di redazione deve restare tra le pareti dell’ufficio. Continua come sai fare tu, come hai modo di vedere, in Redazione siamo tutti con te. Sei una collaboratrice di eccezionali qualità. Un grazie a nome di tutti gli amici che, leggendo i tuoi scritti, hanno imparato a volerti bene. Ciao.
ciao gabry ci conosciamo da un bel po di tempo non mi ai mai racontato che eri brava a ricamare, certo x te salire in quela sofita abandonata da anni saranno stati momenti di forte emozioni ,poi ogni volta che aprivi un cassato ancora emozioni piu forti ritrovarti davanti questo tovaglie ricamate poi non parliamo del casseto che cerano quei fiori non ti scordar di me magari ritrovare una lettra del tuo primo amore che dirti gabry io al tuo posto sarei svenuto tanti ricordi la tua mente e tornata nel tempo forse e scapata anche cualche lacrima me e giusto ai racontato un po della storia della nonna anche se molto severa e gelosa delle sue cose voleva tanto bene le nipote e nipoti ai trascorso un ora ho due in quela sofite abandonata ma x te era come se lavessi lasciata ieri brava gabry ci sarebe da comentare x un mese ma tu lo ai descrito come se nel tuo ricordo fosse oggi grazie gabry giuseppe e giovanna scrivi ancora gabry
Quanti ricordi Gabriella! Anche io nei momenti di solitudine ero solito andare a curiosare fra gli oggetti antichi conservati con ordine e a volte addirittura coperti da un lenzuolo. Trovavo di tutto e non nascondo che che qualcosa ho portato via con me.
La mia casa di campagna è piena di questi ricordi: da un lucchetto antico ad una coperta tutta ricamata, apprezzata da tutti. Conservo gelosamente anche una cassettiera particolare in noce che ho restaurato con grande soddisfazione e che riporta sul dietro la firma di mio nonno, perchè creata e costruita da lui.
Questa volta sono riuscito a vedere il video bellissiomo di giovanna, devo perfezionare ancora l’audio, ma sono certo che ci riusciro’.
Buona domenica Gabriella
Vanni, è vero che ci conosciamo da tanto, ma non ho mai pensato di dirti che ricamo….avo, ora ricamo poco, se vuoi vedere due centri ricamati dalla sottoscritta, sono i due che ci sono nel racconto, uno con il candelabro e l’altro con il vaso piccolo di orchidee. Quello che forse mi sai capire, è l’emozione che ho provato a vedere tante cose della nonna. Credevo non ci fossero più ed il vederli sia mobili, diciamo pure il comodino più di tutto, che biancheria, credevo di scoppiare a piangere dalla commozione. Mi conosci non aggiugo altro. Ciaooo
Grazie Gabriella per questo tuo bel racconto ,ti ho seguita nella tua soffitta e commossa ho riscoperto i tuoi ,possiamo chiamarli perche’ lo sono ,”tesori .Sai che ti invidio veramente ,avevo un nonna meravigliosa come la tua ,persa durante la guerra ,mi parlava di un baule che aveva preparate per me ,per quando sarei stata grande ma …le bombe nemiche con la casa avevano distrutto tutto.Pensa Gabriella dalle macerie in primavera spunto’ una rosa .UN vero ringrziamento a GIOVANNA per il bellissimo video.
Posso vedere dai commenti Francesco che non sono la sola che va a curiosare nella soffitta, solo che io erano anni, tanti anni, che non mettevo piede in quella soffitta, avevo si tanti ricordi, ma dovevo chiedere il permesso per andarci, ma sono stata felice di averlo fatto. Posso immagginare anche la tua felicità nel trovare il mobile con la firma del nonno, una cosa meravigliosa, poi tu hai potuto rimettere a posto la cassettiera. Ti invidio di aver un cimelio di famiglia nella tua casa. Un saluto ciaoo
Sandra ti ringrazio per venire con me in soffitta, vedi i mobili non eleganti della nonna, prima di portarli via avresti visto la biancheria che alla nonna non mancava di certo, è vero che ricamava anche lei ma avresti visto tanti centri, la tovaglia famosa e tante lenzuola. Le lenzuola le ho regalate, la tovaglia me la sono tenuta come ricordo. Mi fa piacere sentire, che nella disgrazia ti sia cresciuta una rosa, deve averti voluto tanto bene anche la tua. Ti abbraccio nel nome delle nostre nonne.
Gabriella, molto bello il tuo racconto, quanti ricordi di un tempo lontano, ma sempre nella tua mente rimane ogni cosa che trovi, sono i ricordi della tua nonna,i suoi ricami le sue meravigliose tovaglie, i centro tavola, io penso che gioia di aver trovato queste meravigliosa biancheria, lenzuola ricamate anche da te, visto che andavi a scuola di ricamo, sai benissimo che il ricamo fatto bene deve avere due diritti,certo ci vuole passione ma un tempo era cosi,il corredo doveva essere ricamato a mano, i comodini, la cassapanca coperta per non rovinare le bellezze di quei mobili d’epoca, dove tu cercavi ricoprirli con tessuti per poi mettere i tuoi fiorellini non ti scordar di me!oggi quei mobili ora molto pregiati, Il vecchio cassettone della nonna ancora pieno di biancheria, Gabri, questi ricordi sono molto belli complimenti! Grazie a Giovanna, per quel video meraviglioso le foto di bambini la sua musica le foto, senpre bravissima a Giuseppe per aver presentato il tuo racconto con la sua bravura,bdomenica ciao..
Gianna ti ringrazio nel dire che è bello il racconto, se lo è davvero non lo so, ma scritto con il cuore di certo. E’ vero che una volta si ricamava tanto e specie da noi il più era lavorato a mano.Ritrovare poi il comodino che con tanto amore avevo tappezzato con le stoffe della nonna è stato un vero colpo al cuore. Tutto mi sarei attesa ma non di trovare i mobili e la biancheria tanto bella. Ti saluto e grazie ciaoo
E’ bello avere un luogo in cui ” rinfrescarci” l’animo e la memoria nel passato. Anche io ho un luogo in cui i miei ricordi di storie raccontate dalla mia mamma,mi fanno tornare ai momenti della sua storia e della sua giovinezza. Quando torno nella casa della mia infanzia non manco mai di trascorrere ore e ore in un seminterrato, dove alcuni mobili conservano oggetti preziosi perchè carichi di racconti antichi e , a volte , quasi sfumati nel tempo.La mamma, ad ogni lettera o foto, ad ogni scatolina piena di oggettini senza valore, ma carichi di amore,mi raccontava un fatto bello o poco piacevole! Ci vado e mi soffermo in silenzio, sempre sola per potermi concentrare e , qualche volta, piangere di tenerezza! Grazie a Gabriella per la bella sua esperienza! Grazie Bosco!
Edis.maria, ancora migliore il tuo poter andare a passare una mano sui ricordi, sulle foto, sulle lettere sui piccoli ricordi, vorrei poter fare anch’io come te, ma io posso e chiedendo il permesso andare nella vecchia casa della nonna. Non mi lamento, certi non hanno più nemmeno quello che ho trovato io ma una foto o una lettera non l’ho trovata. Piccoli ricordi nemmeno, ma dico grazie a chi non ha avuto il coraggio di mettere tutto in un pacco, in modo che potessi trovare io tutto quello che la memoria ricordava ma non credevo ci fosse più. Grazie ed un saluto ciao.
Bravissima Gabriella, un racconto pieno di sentimento dove c’è di tutto: mobili antichi che ricordano la storia della nostra infanzia, i preziosi pizzi e i pazienti ricami a mano e infine la nostra memoria con le emozioni del passato. Ho voluto conservare nella mia attuale abitazione il comò che faceva parte dell’arredo della casa dei miei genitori novelli sposi. Un mobile che ha oltre 80 anni, che ho fatto restaurare e che tengo molto caro perché in quei cassetti ci sono anche i miei ricordi di bambina. Un caro abbraccio.
Ignazia sono felice di sentirti, tu più fortunata di me hai potuto restaurare il comò della tua mamma, io avevo restaurato un comodino tanto bello ma quando ero giovane, non avevo accennato di portarlo nella mia casa, ora che i tempi sono passati ed i ricordi si fanno più forti lo vorrei, ma la casa è piccola e stonerebbe. I ricami me li sono portati a casa, ci sono tra loro ricordi di bambina e poi di ragazza che sognava. Ritornare in quella soffitta mi sembrava di essere ritornata indietro di molti anni, ai tempi della mia nonna. Ti abbraccio forte ciaoo
Semplicemente superlativo il tuo racconto, ma io mentre lo leggevo facevo i confronti con le ragazzine d’oggi e come sono cambiati i tempi, non so se è tutto un bene questo cambiamento che invece di tenere in mano un ago loro hanno in mano telefoni, pc e inviano messaggi tutto il giorno e non sanno fare altro.
Di certo a loro non rimane nulla perchè non hanno costruito nulla solo parole al vento, e mi dispiace che molte persone non sanno apprezzare e valorizare quelle opere d’arti che tu hai trovato in soffitta,oltre a l’amore dei ricordi vi è l’amore impagabile dell’arte perchè qesta è arte anche se non è esposta un una galleria
Quando leggo queste esperieze romantiche ,scritte con garbo da una donna ……cioè con quella grazia tutta femminile che ovviamente noi maschi non possiamo avere …mi viene immediato il parallelismo con le giovani d’oggi.
Le lenzuola col pizzo ? I vecchi casettoni colmi di ricordi ? Ma non sanno neppure che roba sia ! Ci si faceva il corredo….e che cos’è il “corredo”? Se non ci fossimo noi grandicelli a ricordare queste tenere e dolci cose…tutto svanirebbe nella polvere delle rare soffitte. Brava Gabry.
Alba mi hai comossa, non pretendo che tu mi dica che sono opere d’arte, ma mi piaceva tanto ricamare, ora un pò meno perchè ho meno tempo e mi stanco ad essere ferma con la mano per parecchio tempo. Certo che i giovani di ricordi ne avranno pochi, perchè il ricamo ora non lo insegnano a scuola, è roba superata, nelle soffitte per chi è fortunata ad averla, un pò alla volta troveranno cellullari, tablet PC, qualche fotocopiatrice. Sono felice di essere vissuta in un’epoca che ti insegnavano un pò di tutto. Ciao Alba.
Grazie Franco mi hai fatta sorridere al pensiero di quello che al giorno d’oggi le ragazze pensano come corredo. Alcune tovagliette in plastica, i pizzi bisogna stirarli, le lenzuola liscie che in un attimo sono a posto e non serve stirarle. I ricami che cosa sono? è vero che è tutto il mondo che si gira, vorrei trovare una scuola dove insegnano a ricamare se non nelle scuole “di ricamo”. Il corredo che ai nostri tempi lo guardavi e sognavi di fare un altro lavoro ancora più bello, ora non sanno che sia. Franco… forse siamo un pò con gli anni ma era tanto bello. Ciaooo