LA DOMENICA DEL BOSCO

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IL RIPOSO AGRESTE

AL PASSO DELLA MENDOLA

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Parlo dei primi anni del dopo guerra, quando la gente delle val di Non e val d’Adige, erano rimaste pressoché in miseria, perché quasi tutti contadini la cui unica risorsa erano i prodotti della terra: chi con le mele, chi con l’uva ma sempre gente che nella dispensa aveva ben poco. I più fortunati avevano il maiale e quello era un regalo anche per i bambini, avevano così una fetta di salame o di speck con il pane. Quello che avevano tutti era il carro che normalmente veniva usato per la raccolta della frutta, o per portare il fieno dai prati fino a casa, con un cavallo o due, secondo le possibilità.

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Con il poco denaro che le famiglie avevano in tasca la villeggiatura era un lusso ma la povera gente si accontentava di trascorrere una settimana al passo della Mendola, un bellissimo posto che era pur sempre un modo di evadere per quei sette, otto giorni che potevano permettersi, come unica vacanza annuale. Il passo della Mendola è in val di Non ma arrivavano tanti contadini o viticoltori dalla val d’Adige, una valle ricca di vigneti.

 

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Arrivavano con i carri e tutto quello che poteva servire per alimentarsi. Piatti bicchieri, a quei tempi le posate e piatti in plastica non erano ancora inventati o almeno non gli si conosceva. Le lenzuola, coperte, una tenda, tanti avevano le stie con le galline in modo da avere le uova fresche al mattino. Tutti in famiglia avevano un compito, la moglie come sempre era addetta alla cucina, i ragazzi dovevano cercare il mangime per chi aveva anche qualche coniglio, e stare attenti al mattino a portare le uova alla mamma. I ragazzi più grandi, ogni giorno, dovevano raggiungere il paese più vicino per l’acquisto dell’alimento principale: dei bei filoni di pane bianco. Il capo famiglia aveva come compito principale, il rifornimento della riserva dell’acqua. Se si era portato il vino bisognava proteggerlo dai raggi solari magari nascondendolo all’ombra di un larice, perché si diceva che acquistasse un gusto migliore. Quasi tutti si portavano una bottiglia di grappa per condividerne un bicchiere con i vicini di tenda. C’erano poi i cavalli o i buoi da dar loro il foraggio che naturalmente avevano caricato alla partenza. Si riposavano sì, per una settimana, ma chi arrivava dalla val d’Adige doveva farsi tutti i tornanti della Mendola che son ben 15 con una salita non indifferente, considerando un dislivello di circa 1100 m.

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Preparata la tenda che di solito era molto grande e attaccata a pini o larici, in modo che se un temporale con il vento con corrente forte non la facesse cadere. All’ingresso c’era la cucina separata da una grande coperta, dietro c’era il carro imbottito di paglia per poterci dormire come se fosse un letto.

 

ASSOMIGLIANO MOLTO  

Ora gli uomini potevano andare a fare passeggiate, giocare a carte, o giocare alle bocce per chi ne avesse avuto voglia, la settimana era per il riposo, le chiacchiere e raccontarsi i segreti per come migliorare a tenere sempre viva la vite o il melo. Per cercare di mangiare meglio, gli altoatesini vendevano i vini e le grappe al negozio vicino al passo, i nonesi vendevano le mele o le pere che in quei tempi c’erano in abbondanza con un pò di patate, ognuno si assicurava i pasti per le famiglie.

 

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Il più bello per i ragazzi piccoli o grandi era giocare ed ogni divertimento era festoso, ridere tra le famiglie nonese con i dialetti italiani e gli altoatesini con i loro vari dialetti tedeschi. Non c’erano cattiverie tra loro, i bambini giocavano e se non si capivano del tutto ridevano e chiedevano ai genitori di aiutarli, era un esempio di convivenza molto bella, la vorrei al giorno d’oggi. Finita la settimana di ferie ognuno ritornava al paese, certi di ritrovarsi l’anno dopo.

Villa Italia

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Villa Imperiale

   

Vado a ritroso di una sessantina d’anni, il passo della Mendola aveva finalmente una strada bella e cominciarono a costruire alberghi con terme. É noto che la pratica della vacanza estiva, come pure la parola Sommerfrische (villeggiatura) sono originarie dell’ Alto Adige, e forse per questo l’Imperatore d’Austria e sua moglie “Sissi”, il patologo Rudolf Virchow, gli scrittori Felicx Dahn, Ernest Wildenbruch e Cosima Wagner, la vedova del grande Richard Wagner, decisero di passare le vacanze al passo, aggiungo che Mahatma Gandhi dopo il grande sciopero della fame riuscì a riprendersi elogiando la stazione climatica d’alta quota e, forse, anche per questo il passo acquistò grande fama.

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STORIELLE DEL BOSCO VIENNESE   

 

 

 

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COMMENTI

  1. il 15 maggio, 2016 lorenzo12.rm dice:

    Vedi, Gabriella, ti dobbiamo essere tutte e tutti molto grati perché risvegli sensazioni profonde e ci riporti a tempi e luoghi stupendi. Grazie e ti abbraccio con affetto.

  2. il 15 maggio, 2016 gabriella.bz dice:

    Sono lieta di risvegliare le impressioni che avevamo forse nascoste in tutti questi anni. Un abbraccio con affetto Lorenzo

  3. il 15 maggio, 2016 aquilafelice44@libero.it dice:

    ciao gabry bellissima storia di tanti anni fa oggi qui ricordi ci sono sempre nella nostra memmoria storia meravigliosa racontata da te con tanto amore x la tua terra ma ,anche molto bella ricordare ancora le famiglie che con tanto sacrificio e amore facevano trascore una settimana di vacanze ale loro famiglie posso capire lemozioni che provavano questi bambini giocare tutti assieme anche se non si conoscevano ma erano felici e lo erano pure i genitori magari con un grappino in piu brava gabry bravo giuseppe se non ce il grappino ci acontentiamo di un buon bicchiere di vino cin cin al bosco

  4. il 15 maggio, 2016 Giuseppe3.ca dice:

    Un racconto d’epoca, di come eravamo, ricordi di episodi di vita vissuti da piccoli che rimangono indelebili nella mente e poi ritornano a galla e si ha voglia di condividerli con gli amici del blog. Sono esperienze che fanno parte della nostra formazione sociale, delle nostre scoperte di come sono gli altri e del nostro rapportarci con il prossimo.
    Complimenti Gabriella, conosciamo la tua bravura e sappiamo che ci delizierai ancora con altri racconti, grazie, un saluto.

  5. il 15 maggio, 2016 gabriella.bz dice:

    Grazie Vanny, se è meravigliosa la storia non lo so, ma è un vecchio ricordo d’infanzia, dove nonostante la povertà si era contenti del poco, e come descritto tutti andavano d’accordo, non importava di che lingua si fosse, l’armonia viveva sovrana, cosa che ora la possiamo andare a cercare. I nostri genitori cercavano di farci passare una settimana felice, e credi lo siamo sempre stati. Un saluto ciao

  6. il 15 maggio, 2016 gabriella.bz dice:

    Giuseppe vecchi ricordi davvero, ma come era tutto più bello, più limpido. Forse i genitori di quei tempi ci insegnavano meglio che volesse dire vivere e gioire con tutti. Tu sai che i miei ricordi li sto trasmettendo un pò alla volta nel Bosco, un modo anche per me di ricordarli. Un saluto ciao

  7. il 15 maggio, 2016 gabriella.bz dice:

    Un ringraziamento a Giuseppe per aver sempre tanto entusiasmo nel lavoro, nel postare i racconti e trovare dei video molto belli e in sintonia con il post. Grazie ciao.

  8. il 15 maggio, 2016 edis.maria dice:

    Bei ricordi di passati lieti , anche se poveri .Anche nella mia vallata i contadini speravano di poter salire in montagna per distrarsi con la famiglia.Ma c’era un problema! Chi avrebbe accudito gli animali in cascina? Chi inaffiato i terreni?Bisognava che qualcuno si sacrificasse per un paio di giorni.Finiva sempre che nessuno si spostasse!Io non vivevo in campagna e quindi non avevo questa necessità, ma i miei zii e cugini ogni anno ne discutevano!Si decideva di partire una mattina prima dell’alba, e ritornare a sera tardi per abbeverare gli animali! Quanti sacrifici si facevano allora e adesso ci lamentiamo senza capire ciò che abbiamo ottenuto! Brava, come sempre, Gabriella nel descrivere i luoghi e le atmosfere della sua terra, che dimostra di amare tanto.Bravo Giuseppe che sa aggiungere alla descrizione bucolica, la musica che arricchisce, sempre e ovunque,l’atmosfera!

  9. il 15 maggio, 2016 Giuseppe3.ca dice:

    Gabriella, sono anni ormai che partecipi nel Bosco con i tuoi racconti, sempre belli e interessanti. Il Bosco ha voluto riconoscere la tua costanza e i tuoi meriti come collaboratrice. Un grazie sincero anche da parte mia, ciao.

  10. il 15 maggio, 2016 gabriella.bz dice:

    Edis.maria, ai miei tempi come penso ai tuoi, i contadini potevano solo pregare per innaffiare i terreni, l’orto era l’unico posto dove quasi sempre c’era una pompa per l’acqua.
    Da molti anni basta programmare e l’acqua ti arriva, ma son passati gli anni. Se si aveva qualche animale che non si portava nella settimana di vacanza, un vicino te lo accudiva, anche in questo erano molto più sensibili i nostri “vecchi”, i sacrifici erano tanti ma lavoravano lieti di farlo. I ragazzi stessi avevano un piccolo lavoro e non mancava la scuola. Ti ringrazio di aver letto il mio piccolo mondo, che come hai detto tu, amo tanto. Un saluto ciao.

  11. il 15 maggio, 2016 sandra vi dice:

    Conoscevo il passo della Mendola ,vi ero andata per un seminario tenuto dal Paolini .Poi ero passata varie volte con mio marito facendo i passi Dolomotici.Questo che ne esce Gabriella cara col tuo racconto ,e’ un passo della Mendola ,veramente delizioso ne hai fatto una descrizione cosi’ semplice ma piena di un fascino genuino ,una piccola comunita’ gioiosa ,ad ognuno il suo compito ,ognuno lo svolge con competenza e secondo le sue capacita’ .Quelle risate che arrivano da ogni angolo ,bravissima Gabriella ci hai regalato uno spaccato di vita fresco,un piccolo acquarello,Completano le storielle del Bosco Viennese di Giuseppe,grazie

  12. il 15 maggio, 2016 gabriella.bz dice:

    Ciao Sandra, sapevo che avevi girato il Trentino e immaginavo che anche il passo della Mendola ti fosse noto. Del mio racconto ne hai fatto un piccolo quadro e credici era veramente tutto gioioso e bello anche se di una semplicità unica. E’ forse difficile capire come si possa divertire con poco o niente ed il sorriso sempre pronto. Ti abbraccio ciao

  13. il 15 maggio, 2016 Giuseppe3.ca dice:

    ? – Vanni, grazie, un bicchiere è sempre pronto, o grappino o fil’è ferru vanno bene… ma per andare sul leggero, anche un vernaccino o vermentino possono bastare per stare bene in compagnia. Ciao.

    ? – Confermo Edis, la musica ha sempre contribuito a mantenere gioiosa e serena l’atmosfera del Bosco e, per quanto mi sarà possibile, continuerà a farne parte… ci sarà il mio impegno in tal senso. Grazie per i tuoi utili interventi, un saluto sincero, ciao.

    ? – Sandra, ti sei sempre dichiarata cultrice della buona musica e presti, ogni volta, grande attenzione ai video musicali che fanno da cornice ai post del Bosco, esprimendo il tuo compiacimento. Ti ringrazio e posso promettere che cercheremo di mantenere sempre alto lo standard anche dal punto di vista musicale del nostro amato Bosco. Grazie, ciao.

  14. il 16 maggio, 2016 Ignazia dice:

    Che bei ricordi d’infanzia Gabriella, bravissina. Le mie vacanze estive non le trascorrevo al campeggio ma mi mandavano per due o tre settimane al “paese”, ospite in casa degli zii e per me quella era una vera vacanza. Si viveva una esperienza diversa, ricordo che si faceva il pane in casa, una volta alla settimana, e per noi bambine, quello era un giorno di festa speciale, le zie ci preparavano il pane con l’uovo. Quanti giochi con cugine e cugini. ricordo ancora tutto, sempre con grande piacere. Ti saluto e spero di leggerti ancora, ciao.

  15. il 16 maggio, 2016 gianna dice:

    Ciao Gabriella,complimenti per il tuo post, sono ricordi incancellabili c’erano meno pretese erano molto piu’ felici di ora, le vostre valli sono davvero bellissime, allora vivevano con la raccolta dei suoi frutti nella val di non mele, squisitissime, pere, uva, tutto questo permetteva alle famiglie di avere una dignitosa vita famigliare, ogni persona della case aveva il suo compito, molto precisi nel dividersi il lavoro quotidiano. Allora le famiglie erano ben diverse da altre abituati non al lusso, ma alla vita semplice di quei tempi. Belle le immagini i bambini che giocano all’aria aperta, correndo nei prati fuori da ogni pericolo e meno capricciosi di oggi. Bellissimo video vanno i complimenti a Giuseppe, ora rimane la sua passione, con gusto le tante immagini in bianco e nero come all’epoca, bellissimo il passo della Mendola, e la Val di non, Un saluto..

  16. il 16 maggio, 2016 Tonia.fi dice:

    Gabriella fantastico il tuo racconto dei tempi fanciulleschi, una convivenza che vorrei ci fosse ancora oggi ma con il tempo le cose cambiano. Grazie Gabriella, complimenti di cuore.

  17. il 16 maggio, 2016 gabriella.bz dice:

    Ciao Ignazia, posso immaginare la tua vacanza ospite di zii. Uscire di casa per noi tutti in quegli anni, era sempre una gioia. Sento l’entusiasmo al pensiero che ti lasciavano aiutarle a fare il pane. Credo sia un ricordo molto bello, una di quelle nostalgie che si sognano spesso. Un saluto ed abbraccio ciao.

  18. il 16 maggio, 2016 gabriella.bz dice:

    Ciao Gianna, hai ragione sono ricordi indelebili quelli che ho scritto, erano vacanze gioiose, dove non conoscevo il pianto, cosa che mi è successo in tutti i tre anni che ho dovuto andare in colonia al mare. Eravamo tra gente che sapeva farsi voler bene e amici che forse l’anno dopo s’incontrava nuovamente. A tanti anni di lontananza la nostalgia di quelle estati sono sempre nel cuore. Un saluto ciao

  19. il 16 maggio, 2016 gabriella.bz dice:

    Antonella ciao, sono felice della nostra nuova amicizia e ti ringrazio per le tue parole; E’ vero che un’armonia come c’era a quei tempi non esiste più, non siamo più capaci di non discutere se, una parla una lingua e l’altra fa finta di non capire(parlo per i miei posti). Grazie dei complimenti, un saluto ciao.

  20. il 17 maggio, 2016 Bosco dice:

    Un bellisimo articolo Gabriella, pieno di ricordi ed emozioni. Un saluto


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