IL RACCONTO DELLA DOMENICA
Scritto da Giuseppe il 5 Giugno 2016 | 15 commenti- commenta anche tu!
RICORDI DELLE MIE VACANZE
Leggere i racconti degli altri è come aprire una bottiglia di spumante, come bollicine i tuoi ricordi escono a getto dall’angolo più nascosto, vivi e reali come se li vivessimo in quel momento. Sono dalla nonna, ho avuto il permesso di stare tutto il giorno e la notte da lei e la mia felicità è immensa: sono l’unica viziatissima nipotina di tre zii scapoli. Ho messo la mia poltroncina vicino alla poltrona della nonna e mi siedo appoggiando la testa sulle sue ginocchia, mi sembra di sentire ancora il morbido del velluto della sua vestaglia sotto la mia guancia e la sua mano che mi accarezza.
La sua voce dolce dal leggero accento veneto mi racconta la storia della nostra famiglia «Non è sempre stato tutto così facile, sai caro il mio ben.», mi dice.... «Dai nonna racconta» le dico… «Ero giovane, morta la mia mamma, col mio papà, che non trovava lavoro, andammo nel veneto a lavorare. Lì conobbi il tuo nonno, gestiva la terra dei signori del posto. Un buon partito, disse mio padre, hanno bisogno di una donna in casa. Sposalo, dì, di sì, e cosi fu. Fu un lavoro pesante, poi cinque volte gli angioletti arrivarono con cinque puteleti, tutti maschi. Meno male che tuo padre mi ha regalato te. Poi il nonno morì e io sola coi bimbi tornai dai parenti in Lombardia, e poi a Milano. Tuo papà si è sacrificato, ma ha fatto studiare i suoi fratelli ed ora ecco una fabbrica e io vivo servita.»
Mia nonna purtroppo aveva una forma d’asma, doveva stare in ambiente verde, salubre e ricco d’ossigeno. Gli zii decisero di cercare un posto in collina e trovarono una villetta in Valcuvia. Partimmo un Sabato, io naturalmente ero al seguito, e raggiungemmo il posto, ci accolse la padrona, una simpatica contadina, circondata da 4÷5 marmocchi, abbastanza sudici, della mia età che erano i suoi figli. Disse che la casetta della quale ci affittava due camere ed il tinello l’aveva fatta il marito.
Lì erano tutti muratori, andavano in Svizzera a lavorare e d’inverno tornavano a casa e costruivano una casetta, per affitto, una stalla che avrebbe accolto la moglie e i figli. Dovevamo dividere la cucina o se nonna preferiva avrebbe cucinato lei anche per noi. Io, nascosta dietro la gonna di nonna, adocchiavo tutti quei marmocchi, infine intervenni «Nonna ma se danno le camere a noi, dove mettono i loro lettini?» Un coro di risate accolse le mie parole: i lettini, ma che belli, mai visti. «Sapessi come è morbida la paglia» fu più tardi che ebbi modo di capire qual’era la loro sistemazione. La donna battè le mani... via tutti io sono Rosa, disse, prese le valigie e ci invitò ad entrare. Le camerette davano su un bellissimo terrazzo che dominava la valle. «Ma nonna e’ bellissimo» esclamai... infatti da quel momento cominciò la vacanza che nοn avrei mai sognato.
Presto i figli di Rosa divennero miei amici e... formammo una piccola banda, mi insegnarono a giocare nei prati dietro casa, ci rotolavamo per terra, combinandone di tutti i colori. Povera nonna, era sempre col cuore in sospeso, perché ogni volta tornavo con un nuova scorticatura. Il peggio fu quando decisi di imitarli e correre senza scarpe, mi feci un taglio al piede, nonna non me lo perdonò tanto facilmente. Io tentai di non dirglielo ,ma lei vide le gocce di sangue per terra. Mi chiamò, guardò il taglio sotto il piede e si arrabbiò veramente mentre lo medicava.
Il giorno dopo tutto dimenticato. Ogni tanto la signora Rosa ci prometteva «Se fate i bravi, oggi fiori di zucca ripieni, andate a coglierli!» Urla di gioia coglievano le sue parole, ci precipitavamo nell’orto a cogliere i grossi fiori di zucca, attenti a non sciuparli e li portavamo in cucina, sperando in cuor nostro che arrivasse presto mezzogiorno e che fossero già pronti.
Una domenica che nasce sotto i migliori auspici. Grazie Sandra e Giuseppe. Grandi.
Ciao Sandra. Felici siamo noi, se, nella nostra infanzia, abbiamo conosciuto la felicità del vivere. Senza tregua, questi ricordi sono il corno dell’abbondanza dove si attinge la gioia, la forza di avanzare i giorni grigi. Dolce medicina, sono le mani carezzevoli, le ginocchia accoglienti e le strette generose, iscritte nelle nostre memorie, come i giochi d’estate attorniati da amici, cugini, cugine. Il tuo giro, ci fa rivivere il nostro. Buona domenica a te, a tutti.
Grazie Lorenzo ,del tuo commento ,auguriamoci una serena domenica di pace ,un caro saluto.
Il racconto sarà bello, Giuseppe e tu ci hai lavorato molto, e l’hai fatto risaltare, e di questo nn posso che prenderne atto e ringraziarti, Piacevole anche la musica, un caro saluto.
Sandra, mentre leggevo il racconto , mi vedevo a casa della mia nonna, a fare tante maracchelle, saltare sul fieno e vedere chi ci riusciva per primo, andare a dare da mangiare alle galline, ai conigli, poi per i cavalli arrivavano gli zii o il papà. Era una vita tra i contadini, ma io mi divertivo tanto, più di quando arrivava l’ora di ritornare a casa. Possiamo dire che ero una viziata della nonna, tra i tanti nipoti (25 tra grandi e piccoli), ed io era tra le piccole! Sandra quanti ricordi, e tutti belli, era una vita bellissima, quanto la vorrei al giorno d’oggi per i miei nipoti!! Bellissimo racconto dove ho potuto immedesimarmi. Un saluto ed abbraccio.
Verissimo MarieJose’, i ricordi felici della ns infanzia sono un bagaglio prezioso che ciportiamo appresso ed dal quale attingiamo nei momenti meno facili della ns vita, come hai capito perfettamente, ti ringrazio caramente del tuo commento, un saluto.
Era una vita veramene meravigliosa Gabriella, per me poi che per mesi vivevo a Milano era aprire le porte del Paradiso, ne conbinavo di tutti i colori, una vita semplice senza pericoli, sana, tu che l’hai condivisa, capisci e sai quanto ne abbiamo goduto, un caro saluto grazie del commento un abbraccio.
Un amichevole saluto Sandra, e anche a Milano….
Ricambio un amichevole saluto e apppena in Italia lo porto alla mia Milano ………….
Leggere il tuo post mi sembrava di leggere una storia di Aidi, la bimba che vive con il nonno sulle montagne,mi sono divertita leggendo la goduria, la spenzieratezza, la gioia di vivere, Sandra felice Sandra che respirava il profumo dei fiori di campo. Tu hai un ricordo che ogni volta che ci pensi ti fa bene al cuore, e poi quella nonna premurosa che tanto ti ha amato.
ALBA cara ti ringrazio di cuore del tuo commento mi ha fatto tanto piacere, hai ragione sapessi,quanto mi ha aiutato ricodare gli anni spensierati della mia infanzia e sopratutto l’immenso amore della mia nonna, un caro saluto.
Grazie a te ? Lorenzo, il bel racconto di Sandra ci porta i buoni auspici per una serena Domenica, Ciao.
Un sincero grazie per tutti i visitatori del Bosco:
? Gabriella,…. ?MarieJosè,…. ? Alba
E tutti coloro che per avendo letto il racconto e ascoltato la simpatica canzoncina, non hanno lasciato il segno del passaggio nel Bosco. Un saluto.
È vero ? Sandra, ci ho messo un po’ del mio ma questo fa parte dello stare insieme, alla base resta il tuo lavoro e una mano lava l’altra… andiamo avanti così, in armonia con tutti, ciao.
☔?? Buongiorno amici É ritornato il sole…
☼ Godiamo del calore del sole quando c’è e della serenità del Bosco che è sempre disponibile per chi la vuole. Un sincero grazie per tutti, ciao.
Sono d’accordo Giuseppe godiamo tutti della serenta’ del Bosco e della Pace che vi si respira, buona giornata a tutti gli amici e grazie di ♥ a chi ha lasciato un suo pensiero