Mio Padre è nato nel 1891 e mia madre nel 1892, entrambi in provincia di Bologna. Da queste date si può capire che mio padre aveva l'età giusta per l'arruolamento per il primo conflitto mondiale. Ha fatto tutta la guerra del 1915-1918 ma ha avuto la fortuna, dopo tante sofferenze, di tornare a casa dai suoi genitori e dall’allora fidanzata, sano e salvo e riuscire a formare una famiglia.
Io sono nato nel 1935 e sono l’ultimo erede di una famiglia composta di quattro maschi e una femmina oltre ai due adorati genitori. Per il mio compleanno i miei Amici, sapendo che mio padre era un veterano della guerra 15-18, mi regalarono un libro che parlava di una famiglia di contadini mezzadri con sette figli maschi e due femmine.
Tutti i maschi a distanza di poco tempo uno dall’altro dovettero partire per la guerra 1915-1918, e da questo libro ho preso spunto per scrivere questo mio racconto. Il libro à stato scritto da Valerio Massimo Manfredi, titolo “HOTEL BRUNI”. Leggendo il contenuto e presa conoscenza della sofferenza subita da quella gioventù ho pensato a mio padre. Questo libro che cito in questo racconto, vorrei proporlo a tutti gli amici e amiche del Bosco, cosi si potranno rendere conto della nostra storia. Adesso non so giudicare se era giusta o no, ma ritengo che problemi fra nazioni, si potrebbero risolvere tutte senza spargimento di sangue e distruzione.
Ho vissuto la sofferenza dei miei genitori, già veterani della guerra 15-18 quando, nel 1940 Mussolini, con il benestare del RE, dal balcone di piazza VENEZIA, fece jl discorso fatidico e la dichiarazione di guerra.
Io avevo 5 anni ma cominciavo a capire lo stato d’animo e la sofferenza dei miei genitori, perché i miei fratelli più grandi, il primo era nato nel 1920 a maggio il secondo nel 1922, e si sentiva il pericolo incombente della guerra sui miei fratelli e su tutta la gioventù italiana. A luglio del 1940 a mio fratello maggiore, arrivò la cartolina di arruolamento, immaginate lo sconforto che provarono i miei genitori, io seppure bambino capivo le loro sofferenze e le subivo anch’io. Si presenta al distretto lo arruolano nel corpo di Artiglieria e lo spediscono subito in AFRICA ORIENTALE. Arrivarono le prime lettere con qualche foto, si capiva che stava male, sofferenze, caldo, acqua razionata. Mia madre faceva di tutto, pur con la miseria che c’era, si dava daffare per trovare qualcosa da mandargli con qualche pacco. Per far sì che potesse alleviare almeno le sofferenze della sete, trovò le pasticche di liquerizia e gliele mandò. I mesi passavano con molte incertezze e sofferenze, e arrivò il momento dell’altra cartolina di arruolamento pure per il secondo fratello, classe 1922, arruolato in Aereonautica, anche lui mandato in AFRICA.
Una volta arrivato, sapendo che pure il fratello stava in AFRICA, cercò in qualche maniera di poterlo incontrare, ma non ci riuscì. In un estremo tentativo arrivò persino a scappare dal campo per cercare di trovarlo, ma dovette subire poi le conseguenze della severa punizione da parte dei superiori.
Riporto qui la lettera che il fratello minore scrisse al primo, non avendo sue notizie;
AFRICA 27-10-1942
A MIO FRATELLO,
La PATRIA in armi mi chiamò soldato,
con fede e con ardore son partito.
Un dì di maggio al suono della tromba
partir dovetti per la quarta sponda
Partii in volo simile a un uccello
sperando di trovare il mio buon fratello.
Già veterano di questo tetro suolo
ansioso attendo di questo mi consolo.
Fecemi proposta come scritturale
fissandomi E.FETEA, Reparto Personale.
Deserto è stenti mi descrissero loro
pensando a te saresti stato solo.
A Novembre cominciò la ritirata
in seguito a faccenda male andata.
Spitfaire e Bristol fecero un macello,
vederti non potei mio buon fratello.
Ciglioni, Dune, Il Sirte traversai
cercai comunque la TRENTO ma non trovai.
In Dicembre, Domenica mattina
giuntami cara la tua cartolina.
Angoscia lessi in quella tua scritta male,
ricoverato eri all’ospedale.
Venir da te mi venne rifiutato,
lasciai il lavoro e tosto son scappato.
L’incontro tu conosci e qui finisco
scrivere di più non ardisco.
La gioia mia fu grande come è vero
io non son vinto, ma sono prigioniero.
Tuo fratello.
La leggenda del Piave
COMMENTI
il 02 aprile, 2017 lorenzo12.rm dice:
Grazie, Antonino, per la tua accorata testimonianza, un documento autentico e prezioso. Hai ragione: “ritengo che problemi fra nazioni, si potrebbero risolvere tutte senza spargimento di sangue e distruzione”.Purtroppo non è mai così, e le occasioni di incomprensioni e conflitti rimangono elevate. Così è per gli stati, i gruppi sociali, gli individui. Eppure dovremmo imparare dal passato. Che Dio ci illumini e non ci abbandoni! Grazie a te, Antonino, e al nostro grande Giuseppe.
il 02 aprile, 2017 edis.maria dice:
Vissi anch’io in quel periodo con mio padre, prima combattente, e poi catturato prigioniero dagli inglesi e trasferito negli Stati Uniti. In Italia ritornò nel 1946. Mi raccontò’, io ero già adolescente, la dura vita in Africa, il non poter assolutamente ricevere pacchi o lettere dall’Italia! Ogni tentativo di dissenso era subito seguito dalla fucilazione! Non dimentichiamo che il nostro esercito era fascista, le regole erano severissime! Tu forse hai romanzato un po’ il racconto, per renderlo meno crudo! Antonino, solo per non fare confusione tra gli Antonino, non sei Antonino che scrive poesie nel blog Poesie??? Ciao! Giuseppe la scelta della “musica” è sempre adeguata e piacevole sentirla nel contesto della lettura!
il 02 aprile, 2017 Giuseppe3.ca dice:
Lorenzo non esageriamo… per essere “grandi” ci vuol ben altro, io cerco solo di tenere vivo il blog con la volontaria collaborazione degli Amici. Il tutto per sentirci uniti e stare insieme e questo è già un buon risultato. Grazie per la tua generosità e alla prossima, ciao.
il 02 aprile, 2017 Giuseppe3.ca dice:
Ciao Edis, grazie per il tuo giudizio sempre generoso e concreto, non solo, ma anche condito con una buona dose di bontà che non guasta. Vero, presto un pò d’attenzione nella scelta del video musicale da abbinare al post ed esprimo il mio ringraziamento per la tua sensibilità. Un saluto sincero di grande stima… Buona Domenica, ciao.
il 02 aprile, 2017 sandra.VI dice:
Un grazie ANTONINO per questa tua accorata testimonianza di una dolorosa parentesi di vita che molti di noi hanno vissuto. Io uno zio fatto prigioniero appena arrivato al fronte, fortunatamente tornato a casa vivo. Ma che anni terribili furono quelli!!!!!!!! HAI ragione ANTONINO, quante distruzioni, quante vittime. Due guerre non hanno insegnato niente, nn risolvono le incomprensioni fra le nazioni, nn appianano le divergenze anzi le ingigantiscono. MA purtroppo si continua a combattere a fare vittime, distruzioni. Un grazie anche a GIUSEPPE per la scelta del video un cordiale saluto
il 02 aprile, 2017 franco dice:
Caro Antonino sono del 1937 , quindi quasi coetanei , i miei genitori erano decisamente più giovani infatti mio padre fece la guerra in Africa/Jugoslavia e prigionia in Polonia , aveva nel 1940,32 anni ed era capitano di artiglieria.Ho conosciuto V.M. Manfredi ,scrittore modenese.Da che parte della provincia bolognese venite ?
il 02 aprile, 2017 Giuseppe3.ca dice:
Si Sandra, grazie, tu sai bene come funziona… scelta del video e contorno. Spero in una maggiore partecipazione dell’autore del testo: i commenti sono per lui.
Un caro saluto, ciao.
il 04 aprile, 2017 antonino5.rm dice:
A FRANCO: Grazie per il tuo commento, mi chiedi da che parte della provincia bolognese veniamo. Padre Crespellano Mamma Bazzano. Mia mail antonino.casagrande@alice.it
il 04 aprile, 2017 antonino5.rm dice:
Grazie Giuseppe sei sempre superlativo per come hai illustrato il post, dai commenti risulta che sia stato un pò triste ma anche piacevole, ringrazio te e tutti gli amici con i loro confortevoli commenti.
il 04 aprile, 2017 Giuseppe3.ca dice:
La guerra è triste Antonino ma il tuo racconto è di grande utilità proprio perché è un monito contro la guerra e questo ti fa onore e ti ringraziamo tutti per avercelo proposto. Un caro saluto e ti aspettiamo ancora, ciao.
il 06 aprile, 2017 carlina dice:
la guerra è sempre una cosa triste, ma chi l’ha vissuta sulla propria pelle deve essere stata disastrosa vissuta di conseguenza sui propri familiari, sempre in angosia x conoscere qualche notizia dei propri cari fortunati coloro che sono ritornati ed hanno potuto riabbracciare la famiglia bella la postazione di Giuseppe grazie a tutti siete fantastici
il 06 aprile, 2017 giuseppe3ca dice:
Si Carlina, la guerra è disastrosa, devastante, fuori dal concetto umanitario eppure i popoli sono sempre in guerra e il colmo è che si giustifica la guerra dicendo che si fa per proteggere la pace: un vero controsenso.
Grazie per l’elogio al post, un caro saluto, ciao.
PASSA IL TEMPO....
Le lancette della vita ... scorrono nella perfetta sincronizzazione dei secondi....
e ad ogni movimento del tempo....nulla sara mai come prima....
E anche se non potrò vederti, parlarti, ascoltarti ....in questo presente....
Ti vedrò , ti parlerò, ti ascolterò nei secondi di tempo che ho fermato nel mio cuore.....
m.d
Grazie, Antonino, per la tua accorata testimonianza, un documento autentico e prezioso. Hai ragione: “ritengo che problemi fra nazioni, si potrebbero risolvere tutte senza spargimento di sangue e distruzione”.Purtroppo non è mai così, e le occasioni di incomprensioni e conflitti rimangono elevate. Così è per gli stati, i gruppi sociali, gli individui. Eppure dovremmo imparare dal passato. Che Dio ci illumini e non ci abbandoni! Grazie a te, Antonino, e al nostro grande Giuseppe.
Vissi anch’io in quel periodo con mio padre, prima combattente, e poi catturato prigioniero dagli inglesi e trasferito negli Stati Uniti. In Italia ritornò nel 1946. Mi raccontò’, io ero già adolescente, la dura vita in Africa, il non poter assolutamente ricevere pacchi o lettere dall’Italia! Ogni tentativo di dissenso era subito seguito dalla fucilazione! Non dimentichiamo che il nostro esercito era fascista, le regole erano severissime! Tu forse hai romanzato un po’ il racconto, per renderlo meno crudo! Antonino, solo per non fare confusione tra gli Antonino, non sei Antonino che scrive poesie nel blog Poesie??? Ciao! Giuseppe la scelta della “musica” è sempre adeguata e piacevole sentirla nel contesto della lettura!
Lorenzo non esageriamo… per essere “grandi” ci vuol ben altro, io cerco solo di tenere vivo il blog con la volontaria collaborazione degli Amici. Il tutto per sentirci uniti e stare insieme e questo è già un buon risultato. Grazie per la tua generosità e alla prossima, ciao.
Ciao Edis, grazie per il tuo giudizio sempre generoso e concreto, non solo, ma anche condito con una buona dose di bontà che non guasta. Vero, presto un pò d’attenzione nella scelta del video musicale da abbinare al post ed esprimo il mio ringraziamento per la tua sensibilità. Un saluto sincero di grande stima… Buona Domenica, ciao.
Un grazie ANTONINO per questa tua accorata testimonianza di una dolorosa parentesi di vita che molti di noi hanno vissuto. Io uno zio fatto prigioniero appena arrivato al fronte, fortunatamente tornato a casa vivo. Ma che anni terribili furono quelli!!!!!!!! HAI ragione ANTONINO, quante distruzioni, quante vittime. Due guerre non hanno insegnato niente, nn risolvono le incomprensioni fra le nazioni, nn appianano le divergenze anzi le ingigantiscono. MA purtroppo si continua a combattere a fare vittime, distruzioni. Un grazie anche a GIUSEPPE per la scelta del video un cordiale saluto
Caro Antonino sono del 1937 , quindi quasi coetanei , i miei genitori erano decisamente più giovani infatti mio padre fece la guerra in Africa/Jugoslavia e prigionia in Polonia , aveva nel 1940,32 anni ed era capitano di artiglieria.Ho conosciuto V.M. Manfredi ,scrittore modenese.Da che parte della provincia bolognese venite ?
Si Sandra, grazie, tu sai bene come funziona… scelta del video e contorno. Spero in una maggiore partecipazione dell’autore del testo: i commenti sono per lui.
Un caro saluto, ciao.
A FRANCO: Grazie per il tuo commento, mi chiedi da che parte della provincia bolognese veniamo. Padre Crespellano Mamma Bazzano. Mia mail antonino.casagrande@alice.it
Grazie Giuseppe sei sempre superlativo per come hai illustrato il post, dai commenti risulta che sia stato un pò triste ma anche piacevole, ringrazio te e tutti gli amici con i loro confortevoli commenti.
La guerra è triste Antonino ma il tuo racconto è di grande utilità proprio perché è un monito contro la guerra e questo ti fa onore e ti ringraziamo tutti per avercelo proposto. Un caro saluto e ti aspettiamo ancora, ciao.
la guerra è sempre una cosa triste, ma chi l’ha vissuta sulla propria pelle deve essere stata disastrosa vissuta di conseguenza sui propri familiari, sempre in angosia x conoscere qualche notizia dei propri cari fortunati coloro che sono ritornati ed hanno potuto riabbracciare la famiglia bella la postazione di Giuseppe grazie a tutti siete fantastici
Si Carlina, la guerra è disastrosa, devastante, fuori dal concetto umanitario eppure i popoli sono sempre in guerra e il colmo è che si giustifica la guerra dicendo che si fa per proteggere la pace: un vero controsenso.
Grazie per l’elogio al post, un caro saluto, ciao.