DEDICA ALLA MAMMA (epilogo) di Roberta degli Angeli

Eccoci alla conclusione del libro di Roberta. È una bella storia dedicata alla Mamma ma non potevano mancare i cenni autobiografici come dimostrato in questa ultima parte del racconto.

Complimenti e grazie da tutti noi Roberta con l’augurio di ritrovarci presto con un altro tuo lavoro. Un saluto di vera stima dalle Amiche e Amici del Bosco.

 

     

Nel 1973 si sposa anche mio cugino Gianpaolo con Leonina. Il matrimonio è bello, peccato che sia piovuto gran parte del giorno. Le risate comunque non sono mancate.

Noi eravamo più che cugini, eravamo amici, condividevamo le stesse passioni, come la montagna con le sue sfiancanti, almeno per me, camminate.

Lʼanno dopo Angela ha un problema di salute, va da sola dal medico.

Io torno dal lavoro e mamma mi dice che ha il cancro. Penso che un dolore così non lʼho più provato, da lei ho imparato che “domani è sempre un altro giorno”. Mamma ha una forza incredibile, dopo l’operazione torna a casa e per prima cosa tira la sfoglia, io arrivo e rimango di sasso, lei per tutta risposta mi dice che deve controllare se è ancora capace, solo così si sentirà bene.

Lei si rimette in salute e riprendono per un pò le nostre passeggiate, io ho paura di perderla ma lei con la sua forza mi aiuta.

Angela ha ancora due signore da cui va a servizio, più che altro ci va per amicizia, certo le servono anche i soldini, ed essere in regola per avere la pensione. Riprende il suo lavoro, si sente viva così.

La vita continua, mi fidanzo con Romano, mamma non è dʼaccordo con la mia scelta, però non mi sconsiglia e lo accetta come un figlio.

Altro momento bello, Marialisa si sposa con Gianpietro nel luglio del 1974. Bellissima anche la loro festa. Cosa diversa dal solito, fanno il rinfresco al posto del pranzo, lei bella in quellʼabito bianco a pois gialli. Marialisa, nostra sorella di anima...

Invece per Gianpaolo e Leonina è giunto il momento di essere genitori: arriva Denise ad allietare la loro vita.

Mamma, come sempre, sferruzza con le sue velocissime mani le fatidiche scarpette, sempre graditissime da tutti. Le fa alla sera, dopo il lavoro, e tutti le ritengono un dono prezioso perché fatte a mano. Nel 1974 mio fratello si fidanza con Speranza, altra nuova bella presenza nella nostra famiglia.

Lʼanno dopo una bellissima novità: Marialisa e Giampietro diventano genitori di un bimbo biondo e ricciolino, Filippo. Ed ecco che arrivano anche per lui le scarpette.

Renzo si sposa con Eliana nel 1976, lo stesso mio anno.

Con mamma siamo felicissimi, Eliana è bellissima, lei e Renzo si vogliono un mondo di bene.

Cominciamo i preparativi per il mio matrimonio: le prove del mio vestito e quello di mamma, i sogni, le aspettative... Lei è concorde con me, sa che mi piacciono le stoffe a pois e scelgo una stoffa a pois blu, il suo vestito è a fiori su sfondo blu.

 

Eccomi! Sto lasciando la casa per il mio matrimonio: è domenica 19 settembre del 1976, un bellissimo giorno pieno di sole, dopo una settimana di pioggia

La bellissima casa di Romano è il luogo dove viviamo i primi anni di matrimonio. È una casa nuova, con un bel giardino e lʼorto curato da mia suocera Margherita, che vive con noi.

Nellʼanno successivo al matrimonio, sia io che Eliana siamo in attesa di un bimbo, solo alla nascita sappiamo che sono maschi. Allora non si poteva ancora sapere prima.

Dopo Romano, la prima a saperlo è mamma, che ne è felicissima: “Grazie, che bello diventare nonna!”. La mia gravidanza non è delle migliori, mamma mi segue sempre nelle visite e controlla il mio malessere continuo.

Fabio, il mio bambino, nasce il 16 ottobre 1977. Insieme ad Antonio, mamma arriva alla clinica, con le scarpette di lana e una bellissima copertina.

Viene spesso a coccolare Fabio, aiuta anche mio marito a confezionare con i ferri di lana una maglietta e una sciarpa, lui ci tiene molto, e quando Angela non è a casa nostra la consulta al telefono.

 

Nonna Angela imbocca il suo primo e adorato nipote Fabio.

Nel frattempo anche Gianpaolo e Leonina diventano genitori di unʼaltra bellissima bimba, alla quale mettono il nome di Serena. Come sempre, sono pronte le scarpette per il nuovo arrivo, di buon auspicio secondo lei.

Purtroppo lʼanno dopo muore lo zio Lino, da tempo immemore ammalato di asma.

È giunto il momento anche per Antonio, si sposa! Cercano una casa, in poco tempo la trovano e decidono la data del matrimonio: il 9 dicembre 1978.

Un momento bello, tutti sono felici, è anche nevicato la notte prima, sembra un momento magico. Un pò di preoccupazione, perché si sposano a Vicenza, e la sposa arriva da Trissino, che non è lontano ma con la neve tutto è più difficile.

Angela è raggiante nel suo vestito nuovo. Antonio, con il bouquet di orchidee in mano, attende la sposa. Marialisa è la sua testimone, per ribadire ancora una volta la grande amicizia che li lega.

 

Antonio e Speranza in vacanza con me e Fabio, al castello di Miramare a Trieste.

 

DI NUOVO SOLA

Angela rimane sola in quella grande casa, ma il suo carattere la aiuta come sempre. La vita prosegue, mamma ritrova il suo equilibrio dopo la morte dello zio Lino, con la compagnia della sua amica Clelia che abita vicino a lei dal lontano 1971. Con lei riprende le passeggiate che un tempo faceva con me. Angelina e Lia escono con il piccolo mattarello per tirare la sfoglia nella borsa, mi dicono sempre: “non si sa mai, se facciamo brutti incontri... noi siamo pronte”. Lia diventa davvero sua sorella, anche se non per nascita. Lo si diventa per molte strade nella vita.

 

Eccole, Angela e Lia, sempre insieme. In gita si divertono molto, e poi hanno tante cose da raccontare alle loro amiche...

 

 

Ancora insieme nella vacanza memorabile di dodici giorni a Sorrento, accompagnate da Romano, mio marito. Come si vede nella foto, sono felici

   

Questa eʼ una foto che mamma ama molto. Tiene suo nipote in braccio, quella piccola peste scatenata vuole sempre correre.

Dopo sposata, abitando troppo lontano per tornare a mezzogiorno, dato che non ho la patente e uso solo il motorino, mi fermo da mamma per il pranzo. Le porto notizie del suo adorato nipote, riprendiamo le nostre grandi chiacchierate.

Io ho molti problemi di salute, mamma è sempre con me, mi operano e lei si trasferisce a casa mia per aiutarmi.

Anche zia Olimpia si ammala, è seguita a casa dal figlio Giovanni e dalla moglie Mirella. Ma lei peggiora, e suo marito Sandro, fratello di mio padre, decide che per loro due è meglio lʼistituto, dove sono assicurate cura e assistenza continua. Lì resteranno insieme, verrà data loro una camera matrimoniale, quasi come fossero nella loro casa. Ecco, adesso per Angela sono più vicini, e qualche volta li va a trovare. La prima a lasciarci è la zia Olimpia, che muore nel 1979. Lo zio cambia camera, ma decide di rimanere in istituto, dove si trova bene e si è fatto anche molti amici. Dopo qualche anno, nel 1987, anche lo zio Sandro ci lascia per incontrare di nuovo il suo mai dimenticato amore, Olimpia.

Nel 1981 Romano e io dobbiamo cambiare casa, non possiamo fare altrimenti, perché sopra di noi è venuta ad abitare una nuova famiglia. Lʼuomo, in grande difficoltà con la mente, fa sì che non si viva più tranquilli, da lì lʼurgenza di vendere, e cambiare casa.

Mamma anche in questo caso è indispensabile consolatrice, in special modo per mia suocera e mio marito.

Troviamo la nuova casa, ancora lei protagonista. Insieme a Romano portano tutte le scatole che io e mia suocera prepariamo la sera. Mi aiuta anche nelle pulizie, è contenta perché la nuova casa è più vicina alla sua.

Lei prende solo un autobus per arrivare da noi, a riaccompagnarla la sera ci pensiamo noi. Nel frattempo mi faccio anche la patente.

La nostra bella casa è arredata, ma non siamo felici del trasloco forzato, lei ci incoraggia ad esserlo facendoci notare le cose positive.

Fabio comincia la scuola, nel primo anno si rompe un braccio in malo modo; lei sempre pronta viene a casa nostra, quando mia suocera Rita non c'è, finché lui non è guarito.

Passano gli anni, molte cose succedono, ma un grandissimo dolore ancora arriva. Renzo, nostro fratello di anima, per mamma un pò figlio, si ammala e in pochissimo tempo muore. Il 27 novembre 1983 Renzo non è più con noi.

Ancora una volta è lei che ci consola, con parole semplici ci aiuta a superare anche questa davvero difficile situazione. Rimane ad Arzignano con la zia Domenica, mamma di Renzo, e dorme ancora una volta con Mariastella, si ritrovano unite nei momenti difficili, sorelle anche nel cuore. Le loro piccole e grandi difficoltà le hanno rese forti dentro, dure nellʼesprimere le emozioni, ma sempre con una specie di dolcezza esteriore.

Sembrano piegarsi agli eventi duri ma, come le canne sferzate dal vento, si piegano e poi a evento passato sono solide come prima.

Il figlio di Renzo, Tomas, ha sei anni: povero bimbo, adesso è già senza papà. In chiesa io piango davvero sconsolata, perché ricordo quanto è difficile crescere senza il padre. Dolore davvero insopportabile, mi sembra di aver perso una piccola parte di cuore, mamma mi aiuta a superarlo con la sua grande esperienza di vita, più che altro con la sua grande forza. Nel primo periodo andiamo  spesso ad Arzignano, Angela sta vicino alla cognata e al fratello, e alla bellissima e giovanissima sposa di Renzo.

Sembra che a parlare di lui il dolore si attenui. Passano gli anni. Mamma viene a trovarci spesso, prende il tram, così sta con Fabio e con mia suocera. Tra loro cʼè accordo grande, si scambiano volentieri il compito di tenere il piccolo Fabio, dato che io continuo a lavorare.

Nel frattempo anche il fratello di Angela, Attilio, si ammala e muore nel 1985. Lei lo assiste insieme alla zia Domenica e alla nipote Anna, trasferendosi ancora una volta per una settimana ad Arzignano. Dorme con la sorella Mariastella, sembra che per loro gli anni non siano passati, anzi sono le sorelle che in gioventù non sono potute essere. Si scambiano le varie esperienze, parlano del loro passato, e di tutte le persone che conoscono, di quei parenti che in Argentina sono rimasti, e che solo con Mariastella sono in contatto. Mandano foto e scrivono in un italiano ormai stentato, ma è sempre un piacere ricevere loro notizie che li legano alla gioventù.

Notizia stupenda! Arriva dal Sudafrica Lino (Matio). Ritorna per sempre in Italia nel 1986. In Sudafrica cʼè la guerra e, dato che il figlio Mario è nato là e può essere chiamato per il servizio militare, questo timore li fa decidere di ritornare.

Arrivano e abitano per un poʼ di mesi in casa di Armida, poi comprano una bellissima casa. Si festeggia il loro ritorno, mio cugino mi confida: “io ho scelto di essere emigrante, ora i miei figli sono costretti a esserlo per una scelta non loro, spero che con gli anni comprenderanno”.

I suoi figli, essendo nati là, parlano quasi unicamente inglese, lʼitaliano è molto stentato. Amano la terra dove sono nati, e non si trovano per nulla bene in Italia.

La vita è matrigna, non va mai come si spera: Lino muore dʼinfarto lʼanno dopo, ancora un grandissimo dolore per

tutti noi.

Angela sta vicina alla sorella Mariastella, per un poʼ sta ad Arzignano, poi con le telefonate la aiuta a superare quel grandissimo dolore, lei è sempre fortissima.

Un pranzo nella casa di mamma. Angela con le sorelle Lucia e Mariastella, Battista e la moglie Lucia con la figlia Emanuela, io con mio figlio Fabio. Mio marito Romano è lʼautore dello scatto.

UN INCONTRO INASPETTATO

Arriva il momento per Fabio di fare la prima comunione, io chiedo a mamma di andare a ritirarmi le foto per le bomboniere. Mamma al ritorno sta guardando le foto, incontra un signore che le chiede un'informazione, lei lo guarda, lui le sorride. Mamma pensa, poi chiede timidamente: “ma sei Alfio?”

Sì, è la sua risposta, così si sono ritrovati! A dire il vero è lui che, dopo essere rimasto vedovo, ricordando il cognome, lʼha cercata sullʼelenco del telefono.

Da quel giorno non si lasciano più, anche se solo telefonicamente, perché lui abita a Padova, certo non lontano, ma abbastanza per lʼetà. Quindi una sera lui, una sera mamma, si telefonano. Periodo davvero bello per Angela.

Pensare che un uomo si è ricordato di lei dopo quarantʼanni è una cosa stupenda!

Io, che sono molto romantica, penso che non ce ne siano molti di uomini così.

Angela non trova il coraggio di dirlo a me e a mio fratello. Con me è stato semplice, romantica come sono mi è sembrata subito una cosa fantastica, poi conoscerlo non ha fatto altro che confermare il mio primo pensiero.

Penso che accettare questa amicizia di mamma sia stato semplice anche per mio fratello. Certo è che lei era

timorosa di dirlo a noi. Conoscendolo, tutto diventa normale, lui ci telefona, si ricorda dei compleanni di tutti, è coinvolto negli eventi che succedono nella nostra famiglia. È una buonissima persona, peccato per lui non essere diventato padre. Io sono quasi certa che, se mamma avesse incontrato Alfio poco dopo la morte di mio padre, sicuramente a lui avrebbe detto sì.

Anche noi forse non saremmo andati male, comunque è stato davvero bello avere avuto anche solo lʼopportunità di conoscerlo.

Qui mamma sembra la ragazza che noi non abbiamo conosciuto. Con Alfio per la prima volta prova lʼemozione di fumare... Cʼè sempre tempo per provare emozioni nuove

Altro bellissimo ricordo di Alfio. Angela non lo ha mai dimenticato, con lui era felice.

Le vacanze al mare Angela le passa con la mia famiglia. Io le ferie le ho sempre ad agosto, invece Romano che fa il portalettere le ha nei mesi estivi, ma quasi mai ad agosto. Quindi lei, Romano, Fabio, e qualche volta anche mia suocera Rita vanno in vacanza insieme, così mia mamma e mio marito diventano amici inseparabili... ma sempre cane e gatto!

Angela vuole davvero bene a Romano e la cosa è ricambiata.

Mamma frequenta spesso la mia casa, le domeniche le trascorre con noi.

Con lei andiamo ad Arzignano, si fa il giro degli zii che sono rimasti, se non si va da tutti si sentono offesi, perché sono felici di vederci. In una di queste visite ci viene detto che zia Lucia non sta bene, mia mamma si trasferisce quindi dalla sorella Mariastella per essere aiutata nelle difficoltà della malattia, che non sarà certo lunga.

Angela ancora una volta ritorna a dormire con Mariastella, per aiutare e assistere Lucia, che nel gennaio 1989 muore.

Angela resta ancora qualche giorno per svolgere le pulizie nella casa dove abitava Lucia, si prende piccole cose a ricordo di una sorella sempre dolcissima.

Passano alcuni anni. Fabio, unico nipote, essendo bocciato alle superiori non vuole più studiare. Io mi arrabbio moltissimo. Nonna Angela, serafica come sempre, mi dice: “Non lo hai fatto tu, e dire che io ci tenevo tanto! Cosa vuoi, ti assomiglia di sicuro”. Ancora una volta devo darle ragione.

Romano trova un lavoro in tipografia per Fabio, ma è pesante, più che altro per il fatto che deve fare i tre turni.

Angela è molto preoccupata, ma poi vedendo Fabio felice si tranquillizza.

La sua vita scorre su binari semplici, ma di grande vitalità. Angela continua le sue visite alle signore, che alla fine sono diventate davvero sue amiche, per la grande condivisione dei fatti della loro vita.

Angela le segue poi anche in casa di riposo, con visite regolari le accompagna fino alla loro ultima dimora.

Lei è sempre presente nella nostra vita.

Speranza e Antonio le comunicano che si comprano la casa. Vengono ad abitare poco lontano da me, che felicità! La loro casa si può raggiungere con facilità a piedi, così da casa mia Angela va anche da loro.

La nostra è una famiglia unita, ci si ritrova spesso per un pranzo insieme, ma più che altro per condividere le novità della vita.

Grande festa, gli zii Giorgio e Angela celebrano le nozze dʼoro. Si sta di nuovo tutti insieme, anche se non si possono suonare le campane per festeggiare questo bellissimo evento, perché è scoppiata la guerra in Jugoslavia. Chissà perché il destino ha voluto ancora una volta privarli di questo segno, niente campane come 50 anni prima. Noi li accogliamo fuori della chiesa con un fragoroso applauso...

Allora era scoppiata la seconda guerra mondiale. Poco dopo il matrimonio lo zio, che era militare, fu fatto prigioniero e messo in campo di concentramento per molti anni. Fortuna ha voluto che sia ritornato a casa.

Ma è solo un ricordo lontano, riacutizzato solo da questa nuova orrenda guerra.

La zia Angela, purtroppo, è ammalata da tempo, si aggrava e dopo una lunga degenza ci lascia. Più che altro lascia il suo adorato sposo, lo zio Giorgio che ogni giorno in ospedale le rinnova la sua dichiarazione dʼamore.

Persona forte delle disavventure passate nella vita, riesce a superare il grande dolore, va al cimitero tutti i giorni. Al ritorno qualche volta incontra la cognata Angela, bevono un caffè nel bar storico di Rudatis e fanno quattro chiacchiere da buoni amici.

Anche Angela e Clelia devono cambiare casa per decisione del Comune, che però userà grande sensibilità e non le dividerà. Vanno ad abitare in due appartamenti vicini, al primo piano dello stesso condominio, in via Pajello 23.

Mamma è stata molto presente nella vita di Clelia, costellata di grandissimi dolori. Insieme li hanno affrontati sempre con forza, sostenendosi a vicenda.

Ora mamma è ritornata in una casa con il capitello della Madonna. Come un tempo, quando io ero ragazza e si abitava in via Beato Marcello. Cʼera anche lì un capitello votivo della Madonna, e con mamma cambiavamo sempre i fiori.

Cosa che appena arrivata qui ha ripreso a fare, adesso li mettiamo di seta.

Nel settembre del 1994 anche Mariastella in pochissimi giorni va a raggiungere il suo amato marito e il suo figlio amatissimo Lino.

Angela ora si sente come molti anni prima davvero sola, non ha più fratelli, certo ci sono i nipoti, che in realtà hanno pochi anni meno di lei.

In questo momento piange, ma poi si rincuora pensando ancora una volta che deve essere forte, adesso è lei lʼunica zia di tutti.

La vita ritorna sui soliti binari, prosegue senza troppe scosse almeno per un anno.

Arriva una novità bellissima: Speranza e Antonio ci annunciano che diventano genitori.

La nostra piccola famiglia si allarga, arrivano due bellissimi bimbi in una volta sola. Camilla e Alberto  ascono il 21 marzo del 1995, belli come il sole. Due teste piene di capelli: questo è il primo ricordo mio e di nonna Angelina.

Tornano a casa. Nonna Angelina si trasferisce per un poʼ di mesi a casa loro, le incombenze con due bimbi sono tante, va lì per dare una mano e spupazzarsi quei bellissimi angioletti. Sono arrivati in un giardino dove siamo rimasti in pochi, dato che lʼunico nipote è Fabio.

Alberto, Fabio e Camilla

Al battesimo di questi bellissimi bimbi ci sono anche i genitori di Speranza, che si chiamano nel modo più classico di essere genitori: Maria e Giuseppe.

Ecco qui i fantastici nonni... nonna Maria tiene in braccio Alberto e nonno Giuseppe tiene Camilla. Angela è in mezzo a loro, tutti felicissimi in attesa di battezzare i piccoli.

Siamo tutti in chiesa, per festeggiare i nuovi arrivati, una gioia grandissima per tutti.

I loro carissimi amici Renzo e Margherita sono i padrini: Renzo di Camilla, Margherita di Alberto. Che bella festa, con i fratelli di Speranza.

Dopo nove mesi Angela ritorna a casa, ma va spesso da mio fratello, anche se adesso cʼè una persona per i piccoli. Lei non vuole perdere nulla del loro crescere.

Speranza torna al lavoro e i bimbi sono seguiti per un anno dalla signora Tina, ma veloce arriva il tempo dellʼasilo.

Alle volte, dato che lʼasilo non è lontano dalla casa di nonna Angela, Camilla e Alberto a fine giornata vanno da lei, aspettando che uno dei genitori vada a prenderli, fanno i disegni che poi le regalano. Lei li tiene con cura per farli vedere con grande orgoglio alle sue amiche e ad Alfio quando viene a trovarla.

È sempre pronta, prepara i panini, le spremute, tiene in casa sempre qualcosa che piace ai piccoli, come aveva fatto anche con Fabio, certo con lui con poco successo...

lui teneva molto di più al gioco che al cibo. Questo a nonna Angelina procurava molto dispiacere, ma un poʼ alla volta aveva capito che lui era sano così.

I nostri due bimbi hanno portato proprio una ventata di vita, sono arrivati e ci hanno svecchiati, dato che lʼultimo nato era stato Fabio con 19 anni di differenza.

Passano ancora un pò di anni, nonna Angela vede i due piccini andare alle elementari. Frequentano la scuola dove insegna la mamma Speranza, alle recite lei è sempre in prima fila per applaudire i suoi piccoli.

Arriva lʼottantesimo compleanno dello zio Giorgio e i figli gli organizzano un rinfresco a casa della figlia Marialisa.

E noi pronti a festeggiare, tutti insieme con brindisi e tante risate per le barzellette di Giovanni, barzellettiere storico della nostra famiglia. Non manca una foto ricordo.

Gli ottantʼanni anni dello zio Giorgio. Non siamo una famiglia numerosa, ma ci vogliamo un gran bene. A ogni occasione siamo sempre uniti per festeggiare. Come al solito manca mio marito... lui è sempre lʼautore degli scatti.

Mia suocera non può più stare a casa con noi, va in una casa di riposo, il Salvi, vicino a Porta Padova. Noi e tutti gli altri fratelli di mio marito la assistiamo con molta cura e amore. Si va a trovarla spesso, si festeggiano con lei i compleanni e le altre feste che si organizzano nellʼIstituto.

Mamma è sempre con noi, lʼamicizia che la lega a mia suocera non muta di sicuro, anzi sembra anche più profonda.

Si ammala e in poco tempo muore anche il cugino Battista, marito di Lucia. In chiesa al suo funerale troviamo per la concelebrazione moltissimi frati del suo paese di origine, Chiampo. Durante la cerimonia funebre, si scopre che lui nei suoi momenti liberi ha scolpito gran parte della bellissima via Crucis che cʼè vicino alla chiesa della Pieve, sempre a Chiampo.

Battista era una persona solare, ma molto schiva, aveva fatto le sculture in segreto. Scolpire era il suo lavoro, lo svolgeva da quando era ragazzo, ma per lʼumiltà che lo contraddistingueva e lo faceva amare da tutti, non lo aveva fatto sapere a nessuno.

Ora quando si va in questo luogo, si pensa a quelle mani operose, che hanno scolpito statue che resteranno oltre la nostra vita.

Zia Domenica è rimasta sola nella sua grande casa ad Arzignano, dopo che Eliana, la vedova di mio cugino, ha trovato un nuovo compagno. La zia è davvero contenta, perché lui è capace nel crescere Tomas.

Nel 2001 lei raggiunge lo zio Attilio, di sicuro avrà incontrato Renzo in quel mondo nuovo. Sembra che i momenti brutti non finiscano mai, ad Arzignano succedono ancora grandi dolori. Ada dopo una lunga malattia, che oscura il suo vivere sereno, dopo vari tentativi di recupero, riesce nel suo intento. Muore allʼospedale di Arzignano nel 2001.

In chiesa, durante il funerale di Ada, mio marito mi sussurra che se lei lo avesse avvisato, lui avrebbe trovato il coraggio di andare con lei. Cominciano così le prime avvisaglie della sua depressione.

ADA PERSONA SILENZIOSA

Passata come una meteora nella nostra vita. Hai dato molto, parlato poco nessuno capiva la tua difficoltà.

Adesso ti penso, ricordo quei timidi sorrisi erano il tuo chiedere silenzioso non certo il mio capire.

Salutarti non è stato facile, adesso sei in un posto libero spero per te, meno complicato...

Mamma, sebbene anziana, mi aiuta a trovare la pazienza per accompagnarlo ancora nellʼultima triste parte della sua vita.

Abbiamo festeggiato da poco il venticinquesimo anno di matrimonio, e i miei 50 anni. Mamma come sempre mi ha aiutato a organizzare la grande festa, che si è svolta proprio il 2 settembre, di domenica, come il giorno della mia nascita, in una giornata piena di sole. Sono venuti tutti, parenti e amici, anche quelli della mia infanzia: che rimpatriata e quanti ricordi!

Tutto questo però è rattristato dalla notizia che alla mia carissima amica Antonietta presente alla festa, hanno diagnosticato un melanoma a una gamba, già operato in luglio. Si spera che il male sia estirpato completamente.

Il 2002 comincia davvero male. Mia suocera, molto anziana, comincia a stare male. Anche Romano non sta più bene, è sempre più depresso. Allora mamma Angela, quando io vado ad assistere mia suocera in istituto, sta con lui a casa nostra. Nel giorno delle Palme la mamma di mio marito, Margherita DallʼIgna, muore. Lui non viene al funerale, comincia a stare sempre più male.

Anche Antonietta si paralizza tutta, decidono per un intervento al cervello. Angela che abita vicino allʼospedale va spessissimo a trovarla, la conosce da molti anni e le vuole bene.

Lʼ intervento sembra essere riuscito... ma non è così.

In quei giorni anche Romano viene ricoverato, non sta più bene, ha problemi alle gambe. Angela prende il bus e va a trovarlo, lui è sempre contento quando lei arriva. Intanto proseguono le varie visite, ma nulla va per il verso giusto. Romano si aggrava sempre di più, anche per Antonietta le cose non vanno bene.

Tutti insieme: io, mio marito Romano, mamma Angela e mia suocera Margherita, per festeggiare il suo 98° e ultimo compleanno.

Sono ricoverati, solo due piani li dividono. Mamma Angela va spessissimo da Romano, lei sempre protagonista in caso di bisogno e di sostegno.

Arriva sotto braccio alla sua amica Clelia, loro fanno sempre le cose insieme, ma prima di tornare a casa passano da Antonietta.

Anche i parenti di Romano mi aiutano, ma moralmente è sempre lei il mio sostegno maggiore.

Il giorno di Natale del 2002 Antonietta muore e vola tra le braccia di Padre Pio, suo pensiero fisso e sostegno grande nellʼaffrontare la malattia.

AMICIZIA SPECIALE

Braccia aperte per accoglierti

per coccolarti dolcissima amica mia

le mani per accarezzarti

il mio cuore per conservarti per sempre.

Ho accolto le tue parole con amicizia

le ricordo ancora, come fosse ora.

Le tue lacrime con strazio,

io non potevo piangere con te

mi sembrava di rincuorarti,

tu sapevi, io non volevo sapere.

In ricordo di te, Antonietta, carissima amica mia...

Il 29 dicembre muore anche mio marito.

Mamma mi è vicina con le sue parole, sa che sono sconsolata, due dolori così grandi non sono facili da superare.

Angela ritrova la sua forza, fatta di parole e di amore, che solo una mamma può dare e me ne dà un pò.

La vita riprende il suo corso, finalmente qualche giorno di serenità.

Angela non sente da un pò di tempo Alfio, non riusciamo a rintracciarlo, allora io un giorno vado a Padova.

Una sua vicina mi dice che lui è caduto, e dopo pochi giorni è morto senza riprendere conoscenza.

Ancora un dolore per il piccolo, ma grandissimo, cuore di Angela.

Lei sembra sopportare bene il fatto, ma poco dopo si ammala abbastanza gravemente. Viene a vivere nella mia casa per due mesi, poi viene ricoverata per tre settimane, quando esce decidiamo che lei ritorni a casa sua, seguita da una persona che la accudisca.

Arriva Maria, una signora moldava molto gentile e buona.

Dopo tre mesi Angela si riprende, non vuole più avere una persona con lei, si sente controllata. Guarisce così in fretta che anche i medici restano sorpresi. Maria deve andare via perché Angela vuole riprendere le redini della sua vita.

Ma dopo questa malattia io e mio fratello decidiamo di far aiutare mamma due volte la settimana da Luisa, una bellissima persona che con molto amore si avvicina a lei e le fa i lavori più pesanti. Angela sa come trattarla, lei è stata domestica per una vita, anche in questo caso nasce unʼamicizia che continua tuttora, con visite che Luisa fa spesso alla mamma.

Sempre i gemelli, gli ultimi arrivati, danno ad Angela la possibilità di seguirli nelle varie recite delle elementari, portando questa ventata di felicità nella sua vita, lei ne è orgogliosissima.

Finite le scuole elementari vanno alle medie, sembra quasi impossibile ma diventano grandi.

Angela lo racconta a tutti, portando con sé le varie foto dei bambini che piano piano diventano ragazzi.

Le passeggiate di Angela e Clelia, che ora non lavorano più, sono per andare al mercato del martedì e del giovedì. Fanno il loro giretto, e spendono qualche soldino, tornano felici a casa perché sono sempre in armonia. Quando Clelia si ammala è mamma che la segue e le fa le spese quotidiane. Quando si ammala Angela Clelia fa lo stesso con lei, questo è essere amiche, sorelle nella vita.

Anche Clelia ha avuto grossi dispiaceri in questʼultimo periodo, ma ha trovato sempre conforto nella mamma.

Ecco che un triste giorno, in quel giornale che mamma legge da una vita, dove un poʼ sono passati tutti i nostri amati parenti, è il turno del nostro carissimo zio Giorgio.

Siamo nel luglio 2004.

Adesso come capostipite rimane lei. Anche lʼamica Bertilla con la figlia Mariarosa sono sempre vicine alla mamma. Le telefonate non mancano mai, si sentono tutte le sere. Anche Bertilla non è molto in salute, ma con il telefono si raggiungono sempre.

LA DONNA, LA BAMBINA...

Oggi io, donna, ho incontrato la mia vita di bambina nascosta nel fondo di un cassetto, la classica letterina di Natale.

Che emozione!

Avevo scritto a mio padre

come al solito promesse,

poi mantenute?

Per lui forse sì.

Dopo poco

non era più con noi.

Che tenerezza

ho provato,

ritrovare la bimba che...

che come molte

a promesse era bravissima.

Quante letterine,

la mamma le ha conservate

con amore speciale,

io le terrò come dono prezioso.

Nellʼagosto 2010 mamma cade e si rompe una costola.

Da allora deve essere seguita da Antonio e me; lui è presente tutte le mattine, per la spesa, le medicine, per provare il diabete e altre incombenze.

La cosa che mamma gli chiede per prima è il ”Giornale di Vicenza”, del quale non potrebbe fare a meno.

Mio fratello e io passiamo in secondo piano... per prima cosa legge i morti! La sua espressione è “oggi non ci sono... va bene, controllerò anche domani, così mi porti il giornale”. Noi ci facciamo una bella risata. Adesso che siamo con lei, abbiamo messo ordine nelle sue carte, più che altro perché lei ha tenuto tutte le bollette degli anni trascorsi. In quei cassetti così pieni di tante cose abbiamo trovato tantissimi ricordi, che mamma ha conservato nel corso della vita. Per lei grandi ricordi, ognuno riposto con cura meticolosa in fondo a un cassetto.

Per darci una mano nellʼassistere la mamma, abbiamo trovato una carissima ragazza peruviana, Rhut. Con lei mamma si trova bene perché è giovane e con la voglia di farla sorridere. Ma fortunatamente per lei, non certo per noi, dopo pochi mesi ha potuto portare qui il suo bambino, e per questo motivo ha dovuto lasciare mamma.

Adesso con mamma cʼè Gloria, lei è una donna più adulta ma molto amorevole, segue mamma passo passo, con lei ci sentiamo sicuri.

Clelia è sempre lì, nei pomeriggi, e quando sta bene entra e si siede. Certo ci va per mamma, “per assisterla” dice lei, ma adesso sono entrambe fragili, bisognose della nostra presenza nelle varie ore del giorno.

La sua storia certo non finisce qui, ci saranno ancora pagine da aggiungere a questo capitolo che, per adesso, è quasi arrivato alla soglia dei 90.

Lei mi dice che i suoi novantʼanni sono arrivati così... non si è nemmeno accorta del tempo che è passato!

Scrivere la vita di qualcuno non è solo la cronistoria di una vita.

Cʼè molto amore per aver vissuto con lei gran parte di questa storia, lunga una vita.

Leggendola sembra anche a me un poʼ triste, ma noi siamo state persone molto serene, lei è stata un esempio di grande coraggio, per mia madre la vita va affrontata sempre e comunque con coraggio.

Adesso lei, che da molto tempo non ha più fratelli e neppure cognati, è il punto di riferimento per tutti noi.

LEI PER ME

Anche i suoi silenzi

ora sono preziosi.

Le sue parole come oro colato

restano impresse,

i suoi rari discorsi si fissano

nei miei pensieri.

Nel mio cuore lo sono da sempre.

Starle accanto, in questi momenti,

fa ritornare alla mente

le nostre

chiacchierate di un tempo.

Mi fa pensare a lei,

la Mamma

velata di malinconia.

Si sente diversa

ora dimentica i nostri discorsi.

Ripensandoci, con l’oro colato

si fanno i gioielli,

lei è il mio gioiello

più prezioso

IL MOSAICO DELLA VITA

Ci troviamo in questo mondo

piccoli tasselli

nel mosaico della vita,

incastrarci non è semplice.

Continui cambiamenti avvengono.

Qualcuno va,

quanto dolore nell’andare in quel mondo,

dove nessuno conosce la meta.

Qualcuno arriva,

quanta gioia quando questo avviene,

sia esso un frugoletto, o un nuovo amico,

arrivano con il loro profumo di novità.

Si aggiungono in questo quadro

che è la nostra vita,

teniamolo senza cornice,

stringe meno,

lasciamo spazio per i nuovi arrivi.

 

FINE

 

   


COMMENTI

  1. il 04 novembre, 2018 lorenzo12.rm dice:

    Tutti a pendere dalle tue labbra, Roberta, mentre racconti un epilogo atteso e vagheggiato da tutti noi. La vita come una meravigliosa avventura, densa di significato, umanità, solidarietà. Abbiamo imparato tanto e tanto conserveremo. Qui ti ringraziamo molto e ti abbracciamo forte. Assieme all’impareggiabile Giuseppe. Ciao. Ciao.

  2. il 04 novembre, 2018 giannina dice:

    Complimenti, cara Roberta mentre raconti e vagheggiato da tutti noi. la vita è una meravigliosa avventura ,densa di umanita’ e solidarueta’ abbiamo imparato molte cose belle c’era tanto amore tra voi.cercheremo di conservarle nel nostro cuore ,purtroppo nella vita non ci sono solo cose belle, ma eravate una grande famiglia ma sempre unita nel bene e nel male. con cugini parenti,Una mamma meravigliosa che niente la fermava.forte sicura di se.che affrontava ogni ostacolo della vita con tranquillita’ noi ti ringraziamo del tuo lungo racconto, un libro bellissimo di storie vere dentro una famiglia per bene.Un abbraccio forte Roberta grazie infinite,unita al nostro Giuseppe il nostro coreografo del bosco. e non solo.Un forte abbraccio per dirvi grazie.ciao buona domenica a voi.

  3. il 04 novembre, 2018 franco dice:

    Commovente il racconto di Roberta. Racconto o diario , forse più diario con tanto di fotogrfie , nomi e date .Mi sono domandato perchè una donna così sensibile e mi pare schiva come Roberta ha voluto condividere tante intimità con gli altri , altri che non conosce , che la leggono con affetto e stima , ma che sono altro da lei. Forse per essere capita , per essere amata , compresa e per ricordare assieme a noi una mamma che ha inciso tanto nella sua vita. Io leggo con amicizia e simpatia.

  4. il 04 novembre, 2018 anna8.lc dice:

    Carissima Robertina posso dirti che apprezzo moltissimo i tuoi scritti: brava! Un caro saluto, ciao.

  5. il 04 novembre, 2018 roberta14.vi dice:

    Grazie per primo a Giuseppe, che mi ha chiesto qualcosa da pubblicare nel bosco, per poi postarlo con bravura per tutti voi, che con parole amorevoli avete commentato. E fatto commenti per me molto cari. Grazie Lorenzo, Giannina, Franco,Anna.

  6. il 04 novembre, 2018 sandra.vi dice:

    Roberta cara,come ringraaziarti per averci dato la possibilità di completare la lettura del tuo libro e entrare nell’intimità del tuo mondo.E’stato solo cos’ che abbiamo potuto conoscere ,apprezzare ,stimare e anche finire per molto considerare la tua adorata mamma e tutto quello che vi ha unito,con stima e affetto un caro saluto ciao

  7. il 05 novembre, 2018 giuseppe3ca dice:

    Siamo noi, tutti insieme, a ringraziarti Roberta per aver concesso la lettura della tua opera agli Amici di Eldy. Un libro che rappresenta la vita sociale di un’epoca e che per la sua importanza è stato riconosciuto l’inserimento nell’Archivio della Scrittura Popolare di Trento. Grazie ancora e un caro saluto, ciao.

  8. il 05 novembre, 2018 giuseppe3ca dice:

    Un doveroso ringraziamento va agli Amici Lorenzo e Giannina per il cenno d’elogio ai meriti, sempre modesti, del redattore per il suo lavoro di contorno. Un sincero saluto per tutti, grazie!

  9. il 05 novembre, 2018 carlina dice:

    ciao Roberta ho letto davvero con interesse la saga della tua famiglia, scritta con tanto amore e pazienza, si pazienza, io mai ci sarei riuscita, dando così la possibilità a noi di entrare nella tua vita in punta di piedi complimenti pure a Giuseppe che lascia sempre il suo zampino dovunque entri

  10. il 05 novembre, 2018 Roberta14.vi dice:

    Ancora Grazie a Sandra, per le sue parole gentili nei miei confronti e parole gentili per la mia mamma, ancora un grazie a Giuseppe per la pazienza usata per postare il mio libro. Grazie a Carlina per i suoi complimenti.
    Un grazie a tutti gli amici del bosco.

  11. il 06 novembre, 2018 gabriella2.bz dice:

    Ciao Roberta, ho finito di leggere il libro dedicato alla tua mamma, molto bello e se una persona vuole imparare ad amare, basta che legga il tuo libro. Spero di rivederti ed un abbraccio ciao

  12. il 07 novembre, 2018 roberta14.vi dice:

    Grazie Gabriella delle tue parole e vero tra noi c’era molto amore, alle volte non servivano le parole pensavamo insieme molte delle cose che poi dicevamo insieme. In questi giorni ti ho pensata molto guardando i vari tg e reportage fatti sui nostri amati monti, spero che per te non ci siano stati disatri grandi. Un abbraccio ciao Roberta.

  13. il 07 novembre, 2018 gabriella.bz dice:

    Ciao Roberta, per fortuna Merano non è stata colpita, solo un po’ BZ. causa l’Isarco, poi il vento ha colpito la Pusteria, Non parliamo del Trentino, si fa prima a dire dove non è stato colpito. Spero che almeno dalle parti di Vicenza non ci siano stati danni. Un abbraccio ciao.

  14. il 18 novembre, 2018 elisabetta8.mi dice:

    Roberta ho letto con molto interesse il tuo scritto carico di ricordi e molta umanita’,Da sempre mi hai interessato con tutto il tuo saper raccontare le cose belle e meno belle ,con semplicita’ come se parlassi direttamente alla persona guardandola negli occhi,,sai essere positiva in tutto,,,il bosco ti ha dato una marcia in piu’ . Grazie a Te e al Bosco siete una bella accoppiata ! Ciao ad entrambi,,,,,

  15. il 19 novembre, 2018 piero dice:

    BRAVA ROBERTA

  16. il 19 novembre, 2018 piero dice:

    CIAO GIUSEPPE

  17. il 20 novembre, 2018 Piero dice:

    Fatti non chiacchiere Franco Mo.


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