Scritto da Giuseppe il 22 Giugno 2019 |
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L’ALTRA PENELOPE
Come descritto nell’Odissea, l’opera di Omero che narra le travagliate vicende di Ulisse dopo la fine della Guerra di Troia, Penelope, moglie di Ulisse, rappresenta la donna ideale per bellezza, regalità, fedeltà, intelligenza e astuzia, capace di aspettare per vent’anni il ritorno dell’amato consorte che per volere degli Dei, non riesce a rientrare a Itaca, dove l’attendono la sua sposa, appunto Penelope, il padre Laerte, il figlio Telemaco, il fedelissimo cane Argo, la vecchia nutrice Euriclea, il fidato servo Eumeo e tutti i suoi amati sudditi.
Solo i Proci, pretendenti alla mano di Penelope per accedere al trono di Itaca, affermano che Ulisse è morto e non tornerà più.
Ma è stato tutto veramente così? Ci sono alcune leggende, tramandate da aedi, rapsodi e cantori, come si usava allora, che si discostano dall’opera di Omero.
Tiepolo – Il cavallo di Troia
Proviamo a ripercorrere qualche tappa del lungo peregrinare di Ulisse dopo la fine della Guerra di Troia, dal Peloponneso alle isole ioniche e fino al Mediterraneo occidentale, forse anche oltre le colonne d’Ercole, ovvero lo stretto di Gibilterra. Avversato dagli Dei per le sue astuzie, in particolare per l’idea della costruzione del cavallo di legno che aveva permesso la caduta di Troia, Ulisse non riusciva a volgere la prua della propria nave verso Itaca perché venti contrari scatenati dagli Dei lo dirigevano da tutt’altra parte facendolo naufragare con i suoi compagni di viaggio, in isole solitarie e sperdute in questo immenso mare.
Penelope aspettava, non aveva notizie se non qualche sporadico sms di allora che arrivava tramite illusori messaggeri degli Dei ma lei non perdeva la speranza… confidava che Ulisse, per amor suo, sarebbe tornato ad Itaca ed al suo talamo.
Cosa faceva Penelope quando Ulisse, prigioniero con i suoi compagni nella grotta di Polifemo cercava lo stratagemma per riuscire a liberare tutti dalle malvagità del gigante con un occhio solo?
Ulisse nella grotta di Polifemo
Si dice che di giorno tesseva la tela che doveva essere il sudario per il vecchio Laerte, padre di Ulisse, ma di notte disfaceva il lavoro diurno per ingannare i Proci ai quali aveva lasciato intendere che ella avrebbe potuto aderire a nuove nozze solo dopo aver portato a termine questo lavoro.
Penelope continuava a tessere la tela di giorno e a disfarla di notte anche quando:
♦ Ulisse, furbo e astuto ma allo stesso tempo curioso, conoscendo il maleficio del canto delle Sirene fece mettere un tappo di cera a tutto il suo equipaggio e lui di fece legare all’albero maestro per poter ascoltare il canto senza farsi ammaliare mentre attraversano il mare in prossimità dell’isola delle Sirene.
Ulisse e le sirene
♦ Ulisse è in balia della seducente maga Circe che, invaghitasi di lui, trasforma i sui compagni in maiali ma Ulisse, dopo un anno riesce a spezzare l’incantesimo e a liberarsi grazie ad un’erba magica donatagli da Ermes.
♦ Penelope continua a tessere e a disfare la tela quando Ulisse, dopo una tempesta, rimane unico superstite e giunge all’isola di Calipso dove soggiorna per otto anni.
Gli amori di Ulisse e Calipso
Penelope ancora tesseva e disfaceva quando, dopo l’ennesimo naufragio, Ulisse si ritrova nudo nella spiaggia dell’isola dei Feaci e incontra Nausica che gioca a palla con le sue ancelle le quali, alla vista di Ulisse, si spaventano e scappano lasciando sola Nausica, figlia del re Alcino. Questa lo aiuta a rivestirsi e lo porta alla reggia. Qui Ulisse si rivela e racconta le sue lunghe peripezie. Sarà proprio il re Alcino a fornirgli una nuova nave e a favorire il suo rientro a Itaca.
Ulisse e Nausica sulla spiaggia
Questa, a grandissime linee, la storia omerica di Odisseo/Ulisse, con la conclusione che conosciamo.
Ma secondo le leggende parallele pare che non sia andata esattamente così.
Facendo un passo indietro e ritornando alla conclusione dell’Iliade, si racconta che Menelao si era riconciliato con Elena, che fu la causa principale della Guerra di Troia per la sua fuga con Paride, mentre Agamennone, al suo rientro a casa venne assassinato dalla moglie Clitemnestra con la complicità dell’amante Egisto.
Le storie raccontano che Ulisse, durante la sua convivenza con la maga Circe, ebbe un figlio da questa e fu chiamato Telegono, mentre a Itaca, l’astuzia di Penelope durò solo quattro anni a causa di un’ancella traditrice che aveva riferito ai Proci l’inganno della regina.
I Proci si erano insediati a corte e Penelope di giorno continuava a tessere la tela ma la notte disfaceva con l’aiuto a turno di uno dei Proci.
Reggia di Caserta – Affresco con la figura di Pan e il flauto
Si racconta che proprio dal rapporto di Penelope con il proco Antinomo nacque il dio Pan, protettore dei pastori e della vita agreste.
L’Opera Omerica conclude che con il rientro ad Itaca Ulisse realizza la sua vendetta uccidendo tutti i proci che insidiavano Penelope per usurpare il suo trono e si ricongiunge con la sua amata.
Gustav Schwab – La strage dei pretendenti
Le versioni successive dicono pure che abbiano avuto altri due figli: Poliporte e Arcesilao.
La versione parallela dice, invece, che Ulisse, ripreso possesso di Itaca, rispedisce Penelope dal padre Icario, proprio perché si era fatta sedurre da uno dei Proci.

É risaputo che la vita, ieri come oggi, è sempre un’odissea e queste sono solo leggende e le leggende, si sa, sono invenzioni di fantasia.
E tutto il resto no? Chissà… proviamo ad immaginare!
Forse la vita è tutta un gossip, oggi con la complicità dei media, ieri con quella dei gestori dell’Olimpo.
BUONA DOMENICA



Una bellissima ricostruzione, carissimo Giuseppe. Da conservare fra i nostri ricordi più cari. Grazie.
Si Lorenzo, una ricostruzione con le notizie di contorno, vere o false non si sa, ma che non ci avevano detto a scuola ed è sempre un piacere ripassare la lezione. Grazie, Buona Domenica.
Ho letto ultimamente questa versione “nuova” di una Penelope non proprio così fedele. Infatti mi è sempre parso irreale il fatto che per otto anni una bella donna nel fiore degli anni attorniata da un mare di spasimanti “interessati” , si limitasse a fare e a disfare tele. Anche perchè a Itaca “sembra” che ogni giorno ci fosse unn festino. Dopo una libagione di Passito locale , il peplo che si allarga , la coscia che si scopre …in otto anni….ma dai !
Molti, molti di più Franco, dieci anni la durata della guerra di Troia e dieci anni di peripezie nautiche, Ulisse rimase assente da Itaca per vent’anni e in vent’anni sai quanta acqua passa sotto i ponti… Ciaooooo
ciao GIUSEPPE,mi piace questo tuo post sui classici,io li ho sempre accettati nella loro versione originale. Non ho mai dubitato della fedelta’ di PENELELOPE e mi sempre piaciuto figurarmela sposa fedele in attesa del vagabondo marito, felice del loro ritrovarsi dopo ben vent’annni….. STO ora rivededendola in diversa versione e nn so se mi piace, con un caro saluto buona domenica.
Il pro e il contro è sempre tutto possibile Sandra. Già d’allora c’erano le versioni dei cantori che raccontavano la storia diversa da quella di Omero ma noi oggi possiamo leggerla con spirito ironico e credere in quella che ci piace di più. Viva la la libertà di pensiero. Ciao, Buona Domenica.
Ciao Giuseppe mi ha sempre affascinato il pensiero di Penelope che per tanti anni ha atteso, tessendo di giorno una tela e disfandola la notte, il ritorno del suo sposo Ulisse. Forse Omero non voleva infierire contro Penelope e la descrisse più fedele di quel che fosse, pensando ai tanti uomini che l’attorniavano. Molto bella la variazione, e bellissima coreografia. Un saluto ciao
Riletto il tutto ,devo constatare che la variazione può essere accettabile, visto che Penelope è stata quasi costretta al tradimento da un tradimento di una sua ancella. MA la versione di ULISSE, tornato dopo tanti anni si permette di rimandare la moglie al padre nn mi piace, questo il mio parere con un caro saluto ciao
La versione di Omero è quella ufficiale e ce la teniamo per buona Gabriella, è affascinante una fedeltà che dura oltre vent’anni, Penelope ne è il simbolo e vogliamo conservarlo come tale, sarà una rarità ma è bello sapere che è possibile. Le altre sono versioni apòcrife e, oggi, con la nostra maturità, possiamo valutarle con il beneficio d’inventario. Siamo adulti e vaccinati e possiamo permetterci di leggere la verità, il contrario della verità ed esprimere il nostro giudizio. Grazie, ciao.
Ripudiare la propria moglie e rimandarla al padre in caso di tradimento forse si usava allora ma il poema di Omero mette in evidenza la fedeltà di Penelope malgrado tutte le difficoltà, le insidie, i tranelli e le macchinazioni, quindi è da ammirare. Omero ha saputo dare una bella regia alla sua storia e il vero fedifrago è stato Ulisse che però alla fine ritorna da Penelope perché il primo amore non si scorda mai. Teniamoci questa finale e viviamo tutti felici e contenti, ancora grazie Sandra, un saluto, ciao.
Grazie Giuseppe, come sempre per questa bellissima ricostruzione. Da conservare nel libro dei ricordi piu’ cari, bella coreografia come sai comporre. Un caro saluto a te Giuseppe.
Per ogni storia se ne trova sempre una parallela e mi è sembrato giusto leggerle entrambe al fine di avere tutti gli elementi per poter valutare con il giusto senso di giudizio. In questo modo ciascuno può trarre le proprie conclusioni. Grazie Giannina, un saluto per te, ciao.
La vera storia di Penelope ……Finita la guerra di Troia , si seppe che Ulisse stava tornando a casa ,allora la bella Penelope disse tra se “è meglio che inventi qualche menata perchè se nò l’Odisseo mi sfratta dalla reggia”…e inventò la balla della tela. Ma passa un anno , due , tre , disse ancora tra se “ma con tutti sti giovanottoni solo con uno straccetto addosso ,che io proprio non ci resisto più, devo vedere sfiorire i miei anni migliori ? Ma va a morì ammazzato a te e chi t’aspetta” E da allora la chiamarono la “quasi vedova allegra”. Si svegliava la mattina e cantava “Perchè libera son io folleggiando di gioia ….” e metteva in fila i giovanottoni e diceva , oggi tocca a te !” E ci dava e come ci dava . Poi un giorno si sepppe che forse l’Odisseo sarebbe tornato , allora Lei radunò i giovanottoni e disse “forse è meglio che vi squgliate perchè se arriva “er vecchietto” (ormai doveva avere i suoi anni , almeno una sssantina ) vè castiga tutti, me compresa”, Ma i giovanottoni di torace largo (non solo) , ma di cervello stretto , rimasero a far baldoria. La “quasi vedova allegra” si trasformò in fretta in ” moglie dai candidi manti ” e il cornuto fece quel popò di strage che conosciamo. Lei dentro di se rimpianse tuute le belle orge con i giovanottoni , ma per un regno si fa questo e altro.
Ora hai esagerato Franco, con l’età di Ulisse sicuramente e forse anche con tutto il resto… c’è sempre una via di mezzo in tutte le cose, ciaoooo
Se vogliamo fare innocentemente un pò di satira gogliardica per divertirci , le vie di mezzo non esistono , basta non usare parolacce. Forse Ulisse/Odisseo non aveva sessant’anni , ma c’era a tiro. Andò alla guerra di Troia che era già da tempo re di Itaca, quindi si può presumere potesse aver superato la trentina, 10 anni durò la guerra di Troia e altri 10 anni ed oltre , durarono le sue peripezie del ritorno, quindi era un uomo di oltre cinquant’anni quando arrivò ad Itaca…….per allora era certamente avanti negli anni… poi è nel mito …e tutto nel mito è possibile.
OK Franco, occorre pure tener presente che allora la vita media dell’uomo era più breve e ci si sposava molto giovani, non solo, ma anche molto giovani si poteva diventare re di un’isoletta per cui io potrei presumere che al ritorno ad Itaca Ulisse/Odisseo poteva avere meno di cinquant’anni. Comunque, come hai detto te, nel mito tutto è possibile. La via di mezzo sta nel fatto che le corna ci sono state sia da una parte che dall’altra, bontà loro, e questo è il punto. Evviva la dialettica, ciaoooo.
Che Penelope fosse stata cornificata c’è tutta l’Odissea a ricordarcelo. Pensa che il nostro Ulisse si è anche “fidanzato” con la Nausicaa dalla bianche braccia, con quella sfrontatezza che molti uomini maturi sposati hanno , non solo qualche cornetto con maghe e regine , ma anche la fidanzatina…classico dell’immaturità di un uomo maturo.In questo senso a ben guardarla l’Odissea è la modernissima versione del maschio rodomonte che Dei o non Dei incasina gli amici e va a donne in continuazione . Poi fuori dalle facezie goliardiche , l’Odissea resta ovviamente un capolavoro letterario
Omero ha descritto nelle sue opere il mondo del suo tempo ma, forse senza saperlo, ha pure anticipato il mondo di oggi perché, sono passati milleni ma non è cambiato l’uomo e neppure la donna. Tutti i personaggi descritti nell’Iliade prima e nell’Odissea poi, esistono caratterialmente e nei comportamenti ancora oggi. Non si salva nessuno! Opere immortali sulle quali è bello e costruttivo ancora discutere. Ciao Franco.
mi è piaciuto molto rileggere l’Odissea di Omero e come allora, dentro di me è rimasto lo stesso sentimento che he ho provato allora, da ragazzina ora rileggendo le nuove interpretazioni, pur capendo bene che sono state + che possibili, con gli occhi di una persona adulta, da brava romantica quale sono, preferisco Omero
É questo il bello della libertà Carlina, poter fare le proprie scelte. Anche Omero, pur conoscendo la vita, infatti nelle sue opere ha reccontato il tradimento di Elena riconciliatasi poi con Menelao e il tradimento di Clitemnestra che, con la complicità del suo amante Egisto, uccide il marito Agamennone al rientro della guerra di Troia, ma ha voluto descrivere una Penelope integerrima nella fedeltà ad attendere per vent’anni Ulisse, suo unico amato. Al post ho voluto dare il titolo: “L’altra Penelope” proprio per mettere in evidenza che allora, come oggi, esistono sia le une che le altre. Ad ognuno la sua scelta.
Grazie per i tuoi commenti sempre molto perspicaci, ciao.