COVID-19 – Assistenza agli ammalati
Scritto da Giuseppe il 27 Marzo 2020 | 14 commenti- commenta anche tu!
ASSISTENZA AGLI AMMALATI
COVID-19
Se torniamo indietro di due secoli andiamo a scoprire che a quei tempi non esistevano ancora gli antibiotici e si moriva di colera, tifo, tubercolosi ed altre malattie contagiose che non lasciavano scampo. Le persone colpite da malattie infettive subivano l’isolamento, venivano scartate e allontanate da tutti, lasciate sole per la paura dei contagi e morivano praticamente in solitudine e nella maggior parte dei casi senza alcuna assistenza.
Le cronache di allora raccontano che a Torino, ad una donna in stato di ennesima gravidanza e affetta da tubercolosi in fase avanzata che la portava a conseguenti perdite di sangue per l’aggravarsi della malattia, era stato rifiutato il ricovero in diversi ospedali della città con la motivazione di dover proteggere dal contagio le altre persone ricoverate.
La giovane donna finì l’agonia in una misera stalla circondata dal dolore dei figli e familiari piangenti. Per l’assistenza spirituale fu chiamato al suo capezzale un giovane sacerdote, tale Giuseppe Benedetto Cottolengo che, prendendo atto della pietosa situazione, assolse con carità il suo ministero. In seguito a tale fatto ebbe l’intuizione della necessità di creare un ricovero dove potessero essere accolti e soddisfatti i bisogni assistenziali per queste persone che non venivano accettate in un normale ospedale ma non potevano essere lasciate sole con una malattia o infermità grave che portava quasi sempre alla fine della vita.
Giuseppe Benedetto Cottolengo
Non sto a raccontare la grande e meritevole opera costruita dal caritatevole e lungimirante prete a seguito di tale fatto. L’opera fu inizialmente chiamata “Piccola Casa della Divina Provvidenza” ma in seguito fu nota più comunemente, in modo breve, citando semplicemente il nome del suo fondatore “Il Cottolengo” appunto. Ebbe una larga diffusione e oggi conta una moltitudine di fondazioni non solo in Italia ma anche in Europa, Africa, Asia e nelle due Americhe, Sud e Nord.
Vorrei, invece, riportarmi alla realtà che oggi stiamo vivendo con la diffusione del coronavirus. Quante anime del “Cottolengo” ci sono tra medici, infermieri, assistenti, ricercatori, operatori e tutto l’indotto che gira attorno, nel cercare di dare soccorso ai moltissimi che malauguratamente hanno subìto e subiscono il contagio di Covid-19 che è stato già letale per tantissime persone, diffondendosi, con ulteriori vittime, anche tra gli addetti alle cure e assistenza dei malcapitati.
La pandemia si è dimostrata di dimensioni tali da mettere in crisi non solo l’assistenza medica degli ospedali italiani ma l’intero apparato dell’Ordine Mondiale della Sanità che ha sollecitato la solidarietà tra i vari Stati.
Da parte del personale dei nostri apparati sanitari stiamo assistendo a grandi esempi di altruismo, sacrificio, abnegazione, anche a rischio personale per la propria vita, il tutto mirato a dare assistenza agli innumerevoli pazienti, lavorando in spazi insufficienti e carenza di meccanismi, attrezzature e mezzi di protezione individuale.
È ammirevole la partecipazione di tutti in una corsa continua per cercare di far fronte alle continue e crescenti emergenze con un coinvolgimento generale che non ha eguali.
Purtroppo si contano numerose vittime anche tra coloro che prestano le cure e l'assistenza ai contagiati di Covid-19: medici ospedalieri, medici di famiglia o di base, infermieri, personale delle autoambulanze ed ecclesiastici recatisi a portare l'estremo saluto ai malcapitati in fin di vita.
Al fine di evitare il diffondersi dei contagi, sono state impartite disposizioni per chiudere industrie e unità di lavoro non indispensabili e persino chiese e centri di culto.
In dipendenza della gravità della situazione, la Chiesa ha dato facoltà ai medici di impartire l'ultima benedizione ai propri assistiti nel momento estremo.
Ci sono stati anche esempi contrari, ovvero persone che nella propria incoscienza hanno saputo dare prova di imbecillità, non adeguandosi alle disposizioni sanitarie ampiamente diffuse e pubblicizzate con tutti i mezzi di stampa, informatici e audiovisivi.
Per far fronte alle numerose emergenze è stato necessario attivare l’intervento capillare di tutte le forze dell’ordine nazionali e locali coadiuvate dagli apparati militari di ogni ordine e grado.
Proprio con i reparti specialistici militari si sta provvedendo all'allestimento di Ospedali da campo, debitamente attrezzati di camere per la terapia intensiva, con respiratori artificiali, bombole di ossigeno, strumenti essenziali per il trattamento dei colpiti da coronavirus. In tali ospedali operano le Unità speciali con medici e assistenti infermieristici militari.
Sempre con l'intervento di mezzi e personale militare si sta provvedendo al trasporto delle bare con le salme dei deceduti verso i centri di cremazione.
Si è dovuto far ricorso alla occupazione di alberghi e navi passeggeri per alloggiare i malati che devono rispettare un periodo di quarantena in completo isolamento.
La situazione è davvero critica ed è imperativo adeguarci alle disposizioni, cauteliamoci, restiamo a casa e speriamo che vada tutto bene… augurandoci che tutto finisca presto e la vita riprenda a scorrere nella sua normalità per il bene di tutti e per la ripresa dell’economia che ha subìto un crollo senza precedenti, almeno nella storia recente.
Teniamo presente fin d’ora che quando il virus sarà sconfitto, (contiamo che sia presto), ci renderemo conto di aver subìto un duro colpo, che siamo tutti perdenti e la ripresa sarà comunque lenta, dura, e difficile. Ci sarà da rimboccarsi le maniche tutti insieme, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
Per completezza d’informazione voglio ricordare che il prete Giuseppe Benedetto Cottolengo, (nato a Bra il 3 maggio 1786 e morto a Chieri il 30 aprile 1842), per la benemerenza delle sue opere, venne dichiarato Beato da Papa Benedetto XV il 29 aprile 1917 e proclamato santo il 19 marzo 1934 da Papa Pio XI.
Di tutte le persone delle quali abbiamo parlato prima, operatori sanitari e non, che non si sono tirati indietro di fronte alle emergenze ed hanno operato con rischio e pericolo personale, anzi, si sono dimostrati all’altezza del compito e di averlo fatto con spirito di grande umanità altruistica e di amore per il prossimo, nessuno sarà proclamato santo ma siamo convinti che nel loro animo vive uno spirito superiore e vogliamo esprimere un grande ringraziamento con vera e sincera stima.
Consentitemi, infine, di sollecitare una raccomandazione ai politici e a tutti i responsabili di compiti decisionali e di governo: chiedo che tutte le persone che con sacrificio volontario o per dovere professionale ma che, con rischio personale, hanno dato di più, non vengano poi dimenticate ma possano ricevere il meritato riconoscimento morale e materiale per il loro esemplare e meritorio operato.
P.S. - Chiedo scusa se sono stato troppo prolisso e forse vi ho un pò annoiato ma so che ci sarebbero ancora tente cose da dire (Scuola, Lavoro, Industria, Commercio, Soluzioni per il riordino e la ripresa nell'immediato ecc.) ma voglio confessare solo una cosa: sono molto preoccupato per il danno che questa pandemia sta provocando: un enorme aumento del debito pubblico che ricadrà su tutti noi e che i nostri giovani dovranno pagare con sacrifici nel loro futuro.


Non ci sono parole per descrivere ulteriormente l’immenso lavoro che stanno svolgendo questi eroi in prima linea, hai detto tutto tu Giuseppe.In questo momento di grande emergenza mi sento solo di dire GRAZIE a medici, infermieri, operatori e volontari impegnati in prima linea nella lotta contro un nemico invisibile. Un grazie che va oltre i muri dei nostri Ospedali e reparti e arriva ai nostri eroi silenziosi. Eroi che purtroppo muoiono nel campo svolgendo con grande impegno e abnegazione il loro lavoro, e anche di più. Mi fermo qui, non me la sento di aggiungere ulteriori pensieri sul dramma che si aggiunge al dramma, quello economico, anche se ci sarebbe ancora tanto da dire.
HAI scritto un pezzo veramente valido GIUSEPPE, dando un quadro perfetto dei momenti che stiamo vivendo, ricordando figure del passato, non posso che ringraziarti, sono troppo commossa posso solo aggiungere che il SIGNORE CI AIUTI UN CARO SALUTO CIAO………….
Caro Pino, hai scritto un “pezzo” di grande spessore intellettuale, in poche parole: fantastico, completo, avvincente, nelle migliori tradizioni di Eldy del passato. Speriamo, dunque, malgrado i punti oscuri che certamente ci sono sul piano degli interessi politici ed economici. Speriamo, speriamo. E che San Giuseppe Benedetto Cottolengo ci aiuti.
Si Francesca, c’è tanto da dire ma per ora ci fermiamo qui perchè quanto accadrà nell’immediato e nei giorni/mesi/anni a venire in consguenza della situazione che stiamo vivendo è tutta da scoprire e sicuramente ne parleremo ancora. Grazie per il tuo intervento, un saluto.
Sai Sandra, posso dirti che, sommerso come tutti, dalle notizie diffuse quotidianamente da tutti i mezzi d’informazione, mi sono sentito coinvolto e ho voluto scrivere il mio pensiero che credo possa essere un pensiero comune per tutti come noi, sensibili alle vicende dell’umane vitae. Non siamo soli ad esserci commossi, abbiamo buona compagnia. Grazie e ricambio con un saluto di grande stima, ciao.
Ti rinrazio Lorenzo, non possiamo perdere il ricordo delle migliori tradizioni della Eldy del passato, nel cammino abbiamo perso persone importanti a noi care che però ci hanno lasciato in eredità il loro operato con l’impegno di proseguire nella strada che ci avevano indicato. In umiltà cerco di fare la mia parte ma non posso restare solo ed invito ancora tutti quelli che possono e te in particolare, a riprendere la collaborazione con lo spirito che ci ha sempre distinto. Ho voluto iniziare l’argomento citando appunto San Giuseppe Benedetto Cottolengo che è stato un grande esempio di dedizione al prossimo ed ai miseri, ammalati e disederati in particolare, perchè ritengo che, angora oggi, in tutti coloro che stanno operando in aiuto ai colpiti della pandemia di Covid-19, ci sia più che mai viva l’anima del “Cottolengo”. Un abbraccio d’Amico fraterno, ciao.
Giuseppe, questo tuo post andra’ nella storia,le cose che dici sono tutte vere, dobbiamo ringraziare sempre i Medici Infermieri Operatore in prima linea,che hanno perso la loro vita per salvare molte persone, quanti eroi un lavoro stressante oltre le loro forze,quante persone sono morte per questa maledetta guerra invisibile,comunque onore a tutti! Volontari, autisti, vigili del fuoco, Carabinieri, militari,è tutti quelli che lavorano per preparare nuovi posti per le sale rianimazion,per chi e stato colpito da pandemia di Codiv 19, ecc. ecc.le nostre cassiere nei supermercati che molte volte non avevo la mascherina e neppure i guanti,comunque anche per noi non abituati e stressati per molte cose.vogliamo essere partecipi e dire a tutti, “IO SONO A CASA”. Un saluto e un grande augurio a tutti,viva la vita.
Parole vere Giannina, dobbiamo utilizzare tutti i mezzi possibili per difenderci ma purtroppo questo virus finora sconosciuto sta mietendo molte vittime non solo tra i contagiati ma anche tra gli addetti alle cure che si stanno comportando da eroi e vengono contagiati anche loro… una tradedia infinita. Speriamoche finisca presto ma alla fine saranno cambiate molte cose per tutti. Grazie, ciao.
Ho letto l’articolo, complimenti Giuseppe sembri un giornalista.
giuseppe, buona domenica a te e tutti e comprendiamo l’importanza di attenerci alle normative governamentali che ci assicurano di evitare di essere infettati dal virus. Pratichiamo integralmente l’ISOLAMENTO. Buona sera a tutti e con pazienza e tempo, sia quello che sia…. si vince
(P.S.: Per ora in tutto il Mondo non c’e’ “medicina” piu’ sicura e migliore di rimanere in casa. Tutto il resto che sentiamo/vediamo da parte delle stazioni telecomunicative e’ solo un chiacchiericcio di sottofondo per riempire i tempi delle trasmissioni.)
Ti ringrazio Alba, il tuo è un bel complimento ma ce ne vuole per essere considerato giornalista, ce ne sono già tanti, non c’è bisogno di me. Ho solo voluto scrivere in questo piccolo angolo del nostro Bosco le mie impressioni sulla tragedia del Covid-19, che sta coinvolgendo tutti a livello mondale. Speriamo di salvarci e che questa pandemia venga sconfitta e finisca presto. Un sincero saluto, ciao.
Verissimo Paul, per ora non abbiamo difese e l’unico modo per evitare il contagio per noi stessi e per gli altri, è il completo isolamento, ognuno chiuso nella propria casa in attesa che tutto passi. Limitiamoci a fare solo le sortite strettamente necessarie per gli approvvigionamenti e rifornimenti indispensabili e apettiamo con pazienza la fine della pandemia. La speranza è la nstra forza, un caro saluto, grazie, ciao.
Caro Giuseppe hai scritto un resoconto dettagliato e preciso dell’attuale realtà. Io vorrei aggiungere solo 2 cose: questa è la terza guerra mondiale senza armi nucleari, ha raggiunto silenziosamente tutti i confini della Terra. L’Italia non potrà + essere chiamata “paese x vecchi”; Forse, dopo, quando tutto sarà tornato alla normalità qualcuno si renderà conto che i “vecchi” erano,-sono una risorsa x ‘Italia e gli italiani.
Chissà se tutto questo dramma porterà alla riscoperta dei VALORI, quelli veri.
Si Carlina, speriamo che questa pandemia ci porti veramente alla riscoperta dei nostri Valori, quelli veri, come dici te. Per troppo tempo abbiamo lasciato le nostre capacità di italiani in standby, speriamo che questa scossa ci dia una svegliata, eravamo all’avanguardia nel progresso in tutti i campi e siamo rimasti indietro. Gli altri paesi hanno copiato le nostre capacità e si sono sviluppati superandoci largamente, noi abbiamo dormito sugli allori. É tempo di darci una mossa, dobbiamo mettere in moto le nostre capacità di Italiani Veri, è un dovere verso i nostri padri, quelli che hanno costruito l’Italia e l’hanno lasciata nelle nostre mani perché la curassimo nello spirito del progresso e del bene comune. Sono convinto che d’ora in poi ne vedremo delle belle. Grazie Carlina per il tuo commento veramente generoso, ciao.