PAZZI AMORI [autore anonimo]
Scritto da Giuseppe il 19 Settembre 2021 | 12 commenti- commenta anche tu!
PAZZI AMORI
Piero era quello che solitamente veniva definito “Un bel ragazzo”
Dal carattere timido o meglio, sarebbe più appropriato dire timorato per effetto della rigida educazione moralistica ecclesiale, ricevuta in famiglia a quei tempi. Lui era nella ferma convinzione che un uomo e una donna potevano fare l’amore solo dopo essersi sposati.
Completati gli studi fino al diploma e trovato un buon lavoro, Piero era convolato a nozze con una ragazzina appartenente ad una famiglia amica. Sembrava che fosse un matrimonio combinato più per volontà dei parenti, che li vedevano bene insieme, anziché per vera attrazione fisica degli interessati che pure c’era, ma non aveva quell’impulso travolgente che scaturisce improvviso e impetuoso quando scoppia l’amore tra due giovani.
La moglie Giulia, una ragazzina cresciuta in fretta e diventata donna troppo presto, si era dimostrata immatura, ovvero non aveva acquisito quelle nozioni necessarie per affrontare la vita e gestire una famiglia. Alla maggior parte delle cose suppliva e accudiva il buon Piero il quale pensava che tutto ciò fosse nella normalità delle cose in un matrimonio e forse era pure vero, non si sa, ma si erano adattati così.
Nei primi anni dell’unione nacquero a distanza di pochi anni l’uno dall’altro due splendidi bambini. La moglie aveva preso subito l’abitudine di dedicarsi prevalentemente ai figli e si occupava meno di Piero come marito, ma egli era convinto che anche questo facesse parte del comportamento delle coppie sposate e, in onore alla fedeltà matrimoniale, non avrebbe mai cercato distrazioni extraconiugali. Sebbene, nell’ambiente del lavoro, gli fossero capitate alcune occasioni, aveva lasciato cadere la cosa, fingendo di non aver capito le avance, prima di una collega, poi di un’altra, le quali avevano palesato più o meno apertamente la loro emancipazione e libertà sessuale.
I figli erano cresciuti e dimostravano di darsi da fare con le ragazze ma pare non avessero intenzioni di sposarsi e dare al Piero dei nipotini per renderlo nonno. A Piero stava bene anche così, tranquillo e sereno, lasciava che le cose andassero per il loro verso, senza forzature esterne.
Giulia aveva un’amica, Carla, vedova già da molti anni ma che ora conviveva con Berto, vedovo anche lui e quindi stavano insieme giusto per tenersi compagnia e non sentirsi soli. Entrambi commettevano l’errore di elogiare troppo spesso le qualità dei precedenti rispettivi consorti, lei del marito e lui della moglie che erano state certamente delle persone meravigliose tanto da aver lasciato in ciascuno forti nostalgie, ma questo fatto creava qualche malumore e impediva ad entrambi di consolidare la convivenza nella giusta sintonia di coppia.
Carla aveva una figlia, Lidia, che lavorava nel campo artistico teatrale e che pertanto era prevalentemente impegnata lontano da casa, in giro per l’Italia e l’Europa con la sua compagnia. Negli spazi liberi veniva saltuariamente a trovare la mamma e si tratteneva alcuni giorni, poi ripartiva.
Piero e Berto, buontemponi, erano impegnati insieme nel campo del volontariato, avevano legato bene tra loro e stavano allegramente in compagnia. Avevano preso l’abitudine di ritrovarsi la Domenica con le rispettive compagne, per andare tutti insieme a pranzo in qualche ristorante locale. Quando era in sede, anche Lidia partecipava a queste riunioni conviviali. Questa aveva preso in simpatia Piero per cui era solita chiedergli di accompagnarla o venire a prenderla in aeroporto quando lei partiva o arrivava.
Piero era contento di questa scelta di Lidia e si era pure reso conto che negli abbracci di commiato da parte di questa ragazza c’era qualcosa di più di un semplice saluto. Da persona buona, e forse anche per un pò di ingenuità, aveva sempre pensato che Lidia sentiva la mancanza dell’affetto paterno avendo perduto il papà quando era ancora bambina e per di più entrava spesso in polemica con Berto per i contrasti con la madre.
In occasione di uno di questi pranzi festivi in un ristorante tipico locale, mentre erano intenti a consumare la prima portata appena servita in tavola, un delizioso piatto di fumanti spaghetti con le vongole, Piero notò che Lidia, seduta di tre quarti di fronte a lui, lo stava osservando in un modo che gli sembrò un po’ strano e, in cuor suo, si era chiesto perché?
Terminato il suo piatto di spaghetti, Lidia si alzò dalla sedia, si rivolse ai commensali e disse: “Scusate, mi è successa una cosa e devo andare a casa a cambiarmi, Piero, ti prego, accompagnami” La cosa sembrava obbligata, non c’era altra soluzione, erano venuti con una sola auto, appunto quella di Piero che era bella spaziosa. Piero si alzò, disse agli altri: “Voi continuate, non fermatevi, noi riprendiamo al ritorno, facciamo presto” Lidia e Piero si avviarono, la casa non era distante, poco più di cinque minuti e sarebbero arrivati. Durante il tragitto Lidia non disse niente ma giunti al portone di casa, prima di scendere dall’auto, si rivolse a Piero dicendo: “Sali!” Pierò non capì quell’ordine quasi perentorio, pensava che fosse una cosa breve, ma rispose, cerco un buco per l’auto e ti raggiungo. Trovato un parcheggio Piero salì al secondo piano, trovò la porta appena socchiusa, entrò e la chiuse dietro di sé. Allo scatto del cricchetto sentì la voce di Lidia che diceva “Vieni” La raggiunse, era in doccia, e lei disse: “Passami l’accappatoio” Piero rimase turbato nel vedere quel corpo nudo da Venere dell'Olimpo, come l’aveva tante volte pensata quando ossevava Lidia immaginadola sotto gli abiti sempre eleganti che lei era solita portare.
Sentì tutti i muscoli del suo corpo inturgidirsi ed ha avuto persino l’impressione che gli si fossero drizzati pure i capelli sulla testa. Lidia era di spalle, Piero prese l’accappatoio appeso al muro e quasi istintivamente, nell’avvicinarsi, appoggiò le labbra tra il collo e la spalla destra di lei e le diede un bacio. Lei voltandosi disse: “Che fai?”. Piero stava per rispondere “E tu cosa ti sei inventata?” ma quella frase non fece in tempo ad uscire dalla sua gola… i loro sguardi si erano incrociati e si erano capiti senza bisogno di parole.
I due corpi si sono ritrovati abbracciati l’uno all’altra in uno stretto scambio di baci caldi come fosse lo sfogo di un amore da troppo tempo represso.
Sei passi separavano il bagno dalla stanza da letto della madre di Lidia, questa prese la mano di Piero e lo trascinò su quel lettone. Lidia, già nuda, si distese e Pierò si spogliò e, in un attimo, si sono ritrovati avvinghiati in un amplesso amoroso che Piero non aveva forse mai provato ma era certo che gli avrebbe lasciato un ricordo indimenticabile. Era durato appena pochi minuti ma al buon Piero era sembrato un tempo interminabile e alla fine si sentiva contento ed appagato da questa inaspettata donazione di una donna giovane e meravigliosa come Lidia.
Fu proprio lei a scuoterlo dai suoi vaporosi pensieri, dicendo: “Su, rivestiamoci e andiamo, ci stanno aspettando”
Piero, controllò se la sua maglietta si fosse asciugata perché si era bagnata nel primo abbraccio con il corpo di Lidia che usciva dalla doccia. Nel guardare il letto disfatto disse: “Non lo mettiamo a posto?” al che Lidia rispose: “Dai, non perdiamo tempo, tanto mamma ha capito tutto e sono convinta che lei si sarebbe voluta al mio posto e avrebbe fatto la stessa cosa.”
Piero era frastornato e confuso ed ancora di più convinto che non avrebbe mai capito le donne. Pensava fermamente, ancora più di prima, che l’amore è veramente qualcosa da pazzi.
Nel tragitto di ritorno in auto, Piero chiese a Lidia: -“Perché lo hai fatto?”
“Sono donna, rispose Lidia, e la sensibilità femminile mi ha fatto capire che tra te e Giulia qualcosa non funziona come dovrebbe essere tra marito e moglie.” - “Anche mamma lo ha notato, si è intenerita nei tuoi confronti e ti vuole anche lei un po’ di bene, pensa che mi ha detto che quando le darò un nipotino, vorrebbe che somigliasse a te.”
Quest’ultima frase creò ancora più scompiglio nella mente già abbastanza confusa del povero Piero, facendogli sorgere il sospetto che queste due donne, madre e figlia, forse avevano pensato di combinargli un bel pasticcio: Se fosse stato così, il guaio ormai sembrava fatto.
Arrivarono al tavolo del ristorante quando gli altri erano ormai a fine pranzo, Lidia gioiosa e sorridente chiese agli altri cosa avevano mangiato e ordinò per lei una costata di manzo arrosto e un’insalata, Piero che appariva con il viso un po’ impensierito, disse che non voleva più niente. - “Cos’hai?” gli chiese Berto, “Niente”, rispose Piero, “è che se interrompo il pasto, poi non riesco più a mangiare”
“Scusami, è colpa mia” intervenne Lidia, “Prendi almeno un dessert” e rivolgendosi agli altri chiese: “Cosa avete preso voi” Rispose Carla dicendo: "C’è la torta della nonna che è buonissima". Lidia, accostandosi verso Piero, disse: “Ecco, prendi almeno una fettina di torta, la chiedo anche per me, poi prendiamo insieme il caffè”. Giulia era lì che assisteva a questa tenera scenetta e avrebbe voluto avere in mano una padella per darla in testa a tutt’è due, ma in quel momento non aveva la padella.
Nelle notti successive iniziò l’insonnia di Piero che aveva un'idea fissa: pensava, preoccupato, cosa poteva succedere ancora con questi chiari di luna di donne strane e imprevedibili come Lidia e Carla.









Una storia intricata che, a mio parere, non può durare così come si è presentata all’improvviso. Si determneranno nuovi equilibri e vecchi e nuovi rimpianti. Bello l’attacco iniziale della nuova storia, quando Lidia dice : “Mi è capitata una storia”. Una scusa, certo, ma a me è sembrato che non fosse semplicemente una scusa e che Lidia se la fosse fatta addosso.Grazie, Giuseppe.
Tutto può essere Lorenzo, io penso che Lidia avesse un piano premeditato e con quella scusa ha trovato il momento giusto per staccare dal gruppo il bravo Piero che forse non era del tutto ignaro e si è prestato al gioco della scaltra Lidia. Pazzie della vita… Chissà?
Una storia che di questi tempi si potrebbe dire quasi normale, una volta era più difficile che succedesse sotto gli occhi di tutti, questo ciò che penso io. Lidia è certamente una ragazza (signorina) spavalda e per niente educata, almeno davanti alla moglie di Piero poteva fare a meno di farsi accompagnare, qualsiasi ristorante avrebbe potuta aiutarla, e Piero se proprio era deciso ad accompagnarla era suo dovere rimanere in macchina, sapeva quello che sarebbe successo se saliva. Bella coreografia e una musica divina. Un saluto ciao Giuseppe
Il racconto vuole mettere in evidenza il comportamente e il modo di pensare di due generazioni con forti differenze tra quella di una volta, più legata ai canoni del rispetto e dell’onestà, e quella moderna molto più libertina e senza freni. Tu appartieni alla prima Gabriella e lo hai confermato. In questa vicenda, il buon Piero mi sembra che sia stato un pò la vittima ma non si è tirato indietro. Sai com’è, l’occasione fa luomo ladro… Però guardiamo il lato comico della stroriella, in fondo serve per trascorrere il tempo in allegria, anche nel nostro Bosco. Grazie, ciao, Buona Domenica.
Penso che tutte le persone dopo il matrimonio abbiano pensato ad una avventura, però per le vecchie generazioni era obbligo solo pensarle
Oggi è tutto lecito e tutto è permesso non so se sia un bene od un male
Penso solo che il povero Piero non avrà più pace, perché quello che ha provato in quei momenti gli turbera la mente per molto tempo
Meglio se restava in macchina, si sarebbe risparmiato sia un rimpianto ed avrebbe potuto sempre guardare la moglie negli occhi senza sensi di colpa
Concordo e sono pienamente d’accordo con te M.Licy. Secondo il temperamento di Piero può essere che sia andata proprio così, Piero è rimasto buono, buono in macchina in attesa che ritornasse Lidia… forse è stato l’anonimo raccontatore che ha voluto colorare un pò la storia e allora facciamoci una allegra risata, grazie, felice Domenica, ciao.
ASTRATTO, ma non troppo: Come Razza Umana, l’unica specie dotata di capacita’ cognitiva e razionale siamo bestie del “reparto” mammiferi nell’ Arca di Noe’.
Cruda e vera attestazione delle nostre caratteristiche fisiche di unici animali ragionevoli.
Per il momento lasciamo da parte la soprannaturale simbiosi di ognuno di noi con la sua l’Anima che “vola” al paradiso a vita eterna dopo la nostra morte.
In attesa di riunirsi con il corpo lasciato in deposito: aspettando pazientemente che arrivi il treno con la sigla: RM= Resurrezione dei Morti.
Il carico dei corpi lasciati sulla Terra riciclati nella transfigurazione e glorificazione a vita eterna.
Detta questa escatologica (che parolone) di perenne realta’ a venire, la nostra principale priorita’ come specie animale, in vita sullaTerra, e’ di riprodurci o muore la Razza.
Conclusione: l’Istinto della riproduzione e’ il piu’ forte istinto che abbiamo, provvidenzialmente intrinsico in ogni maschio e femmina, per il fine di far sopravvivere le generazioni alle generazioni: la nostra specie di animali umani.
Con questa ricetta sensuale di accoppiamento abbiamo messo in vita 7 miliardi di Umanita’: che la Vita e’ Bella.
Questo meraviglioso compito e’ dato in modo particolare alla femmina, di fatto chiamata Madre dell’ Umanita’.
Per la sua data Natura Umana la femmina ha il Dono della Maternita’.
Ruolo essenziale, da sempre e per sempre, per continuare la nostra specie umana.
Non e’ una novita’ o da meravigliarsi se esiste “l’amore pazzo”=istinto riproduttivo di adempimento verso la legge naturale della vita della specie: tralasciando l’ipocrisia d’intenti.
In tutto questo coinvolgimento di amplessi umani, purtoppo vediamo che l’ Ordine della legge naturale viene inquinato sempre piu’ da Malizia di ogni genere.
Societa’ e malizia del mascho e della femmina, viziano la legge naturale a lussuria, facendo cosi’ perdere l’ Innocenza e la vera Bellezza dell’ Istinto Naturale come Amore di/per la procreazione.
Si dimostra cosi’ la legge: Crescete e moltiplicatevi e’ viva nella Divina Perfezione d’ interrotta creazione.
Sta a noi non sciuparla, viziarla o farne un mondo di lussuria in cui l’ Ordine Naturale viene rovinato, calpestato ed ucciso del Male.
Se trovate questa Verita’ non di nostro/vostro gradimento e la spiegazione non concorda con i nostri capricci abbiamo/ avete sempre il Telefonino per comunicare con il Creatore e chiedergli ulteriori spiegazioni a riguardo l’istinto alla procreazione e la Legge dell’ Amore.
Ritengo di dover rivolgere un giusto ringraziamento all’Amico Paul. Mi fa piacere che una paginetta scritta per il diletto domenicale di un gruppo di amici abbia suscitato nell’Amico Paul tante riflessioni bibliche, teologiche, filosofiche, psicologiche e di ordine pratico sulla realtà della vita umana che alla fine si riduce all’attrazione fisica tra un uomo ed una donna che mirano alla procreazione con la finalità ultima che è quella della conservazione della specie. Bravissimo Paul, hai fatto la disamina di tutto l’universo per esprimere, alla fine, parole di lapalissiana semplicità. Questo ti fa onore, grazie!
oggi questi intrecci amorosi fra conoscenti-amici sono all’ordine del giorno, nessuno ci fa + caso- certo che Lidia,furbetta, aveva già capito tutto di Piero, che il suo matrimonio non era forse molto entusiasmante quindi, x distrarlo un pò, ha fatto la sceneggiata del bagno e Piero che sarà pure stato un bravo ragazzo sotto tutti i punti di vista, ma non era scemo, è stato al gioco- certo che quando qualcuno ha parlato di nipotino che assomigliasse a lui, probabilmente ha pensato di fermarsi, altrimenti la moglie altro che padella gli avrebbe dato in testa. Belle le coreografie, come sempre, e qui ho avuuto pure il piacere di ascoltare la musica – fantastica
In tutte le vicende c’è sempre qualcosa di buono e altro da evitare. Da come si racconta nel post, Piero è sicuramente un buono ma non scemo per cui penso abbia avuto la capacità di sapersi districare bene dalla situazione. Grazie Carlina per il tuo intervento, mi fa piacere per la lettura del video, ciao.
siamo un intreccio di istinto, raziocinio e sentimento, siamo soggetti ora all’ uno ora all’altro e influenzati dalla “moda” del secolo .
Una giusta analisi la tua Adria, a volte gli istinti esplodono improvvisi ed incontrollabili anche negli animi apparentemente freddi ed insensibili, non si salva nessuno.