L’Angolo del dialogo – Pianeta Donna

       

   

Riteniamo utile approfondire l’argomento dello Stalking. Proprio in questi giorni, mi è capitato di apprendere dalla  stampa una vicenda  molto pesante, che riguarda questo argomento,  accaduta ad una giovane  ventenne di Parma, che mi ha profondamente colpito.  A tale proposito, ho  fatto delle ricerche nel Web e ho trovato  non solo una precisa descrizione del fenomeno ma  anche alcune indicazioni di come difendersi.  La descrizione è stata curata  da Renata Taccani, nel luglio del 2012, e ve la proponiamo. Ci auguriamo  ne possa nascere una proficua discussione tra noi, che serva a chiarirci meglio le idee su questi episodi e magari suggerire, per quanto possibile, modi efficaci per affrontarli senza rischi. Questi fatti, accadono prevalentemente a giovani donne giovani, ma non solo: ecco la ragione per quale abbiamo ritenuto opportuno parlarne.  Abbiamo chiesto  a Lorenzo se potevamo pubblicare questo servizio  nella sua Rubrica “Pianeta Donna”,  e si è detto felice di ospitarci.

 

 

“Il termine stalking deriva dal linguaggio venatorio ma ormai è entrato a far parte della nostra quotidianità,  per definire una delle forme di violenza più subdole che si possano immaginare.  Dal 2009  è  anche un reato preciso che la giustizia punisce, grazie all’introduzione dell’articolo 612-bis del codice penale. In inglese il verbo to stalk significa “fare la posta”, e lo stalker è appunto il cacciatore che sta in agguato spiando la sua preda. Proprio come accade nei casi di stalking di cui giornali e televisione si occupano ormai a cadenza regolare, raccontando  vicende dagli epiloghi spesso drammatici. Il punto di partenza sono sequele di atti persecutori che stravolgono la vita di chi li subisce (nell’80% dei casi le vittime sono donne). Può trattarsi di appostamenti, telefonate a tutte le ore, e-mail vessatorie, minacce, incursioni nella sfera più intima dell’esistenza: comportamenti che non soltanto violano la privacy delle vittime, ma generano in loro ansia e paura, costringendole a vivere in uno stato di allerta perenne.

 

Tutte dinamiche che conosce bene l’avvocato milanese Francesca Maria Zanasi, esperta in diritto della persona e autrice di diverse pubblicazioni sul tema: l’ultima, intitolata L’odioso reato di stalking , uscirà a fine luglio. Con lei        abbiamo parlato di questa forma di violenza, in aumento inesorabile, e del modo migliore per difendersi.

 

Numeri che fanno paura

 

Di solito i media parlano delle storie di stalking quando per le vittime non c’è più niente da fare. I dati dicono che tra il 2002 e il 2008 il 10% degli omicidi avvenuti in Italia ha avuto come precedente dei comportamenti di questo tipo. E dicono anche che la durata media delle persecuzioni è di 18 mesi. Per fortuna però dalle statistiche emerge anche un dato positivo: quasi il 60% degli stalker interrompe le persecuzioni quando riceve una diffida.

 

E allora è da qui che bisogna partire, per far passare una volta per tutte l’idea che lo stalking va denunciato sempre e comunque: anche quando coinvolge il proprio ex partner e anche quando si pensa – sbagliando – che il tempo possa appianare le cose. Per poter capire quando ci si trova davanti a un caso di stalking, è però fondamentale innanzitutto tracciarne i contorni. Spiega l’avvocato Zanasi: «La definizione di stalking è chiara: si intendono quei comportamenti persecutori – diretti o indiretti, ma comunque ripetuti nel tempo – che pongono la vittima in uno stato di soggezione, provocando in lei un disagio fisico o psichico, e un motivato senso di timore. In pratica, lo stalker cerca in ogni modo di esercitare un controllo o di entrare in contatto con l’oggetto delle sue morbose attenzioni, e con questo scopo compie atti ripetuti e intrusivi. Si va dai pedinamenti agli sms in qualsiasi momento del giorno e della notte, dai regali indesiderati alle telefonate assillanti, fino alle minacce vere e proprie: di fatto, persecuzioni che fanno sentire “braccata” la vittima,  inducendola a modificare le proprie abitudini e a vivere un’esistenza condizionata da questa presenza destabilizzante».

Identikit di un persecutore

La Polizia di Stato ha tracciato una classificazione delle 5 principali tipologie di stalker. C’è innanzitutto l’ex partner, che prova odio verso la vittima ritenendola responsabile della relazione fallita, e la minaccia sia verbalmente sia concretamente. Al secondo posto c’è il giovane adulto che sviluppa fantasie ossessive sulla persona di cui è invaghito, indirizzandole attenzioni continue non malevole, ma comunque non desiderate.

   

 

Il terzo profilo è quello dell’individuo affetto da disturbi della personalità di tipo borderline (in alcuni casi è già noto alle forze dell’ordine per precedenti condotte devianti) che vuole instaurare un rapporto di natura sessuale. Il quarto identikit è il soggetto delirante, convinto di avere una relazione consensuale con la vittima, al punto da attribuire a fattori esterni la colpa delle eventuali smentite alle sue farneticazioni. Infine, c’è il molestatore sadico, che vuole innervosire e portare all’isolamento la vittima, minandone l’autostima. Ancora Francesca Maria Zanasi: «Lo stalker molesta anche quando rimane a distanza, perché riempie lo spazio “vuoto” con fantasie (spesso a sfondo sessuale) che traduce  in parole e comportamenti. Per parte sua la vittima inizia presto a manifestare depressione, ansia o disturbi post-traumatici. Gli effetti dello stalking sono infatti molteplici, e la privazione violenta della libertà personale ha conseguenze sia psicologiche che sociali ed economiche. La vittima dei corteggiamenti ossessivi, infatti, finisce spesso per isolarsi da amici e familiari, arrivando a cambiare il numero di telefono o a modificare i propri tragitti quotidiani».

   

Cosa fare  se si è vittime di stalking?

 

Una svolta fondamentale è arrivata con la legge 38/2009 e con l’introduzione nel codice penale dell’articolo 612-bis sugli Atti Persecutori, che punisce lo stalking con reclusione da 6 mesi a 4 anni, “salvo che il fatto costituisca più grave reato”. La strada da percorrere è quindi quella del ricorso alla legge, presentando in questura una richiesta di ammonimento (se la situazione non è particolarmente grave) oppure, nei casi più seri, procedendo direttamente con la querela per stalking e la richiesta che venga disposto dal giudice il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati."

 

A proposito del libro di  Francesca Maria Zanasi,  “L’Odioso reato di stalking”, Edit. Giuffré,  già citato, riportiamo  una breve sintesi del suo contenuto.

   

“La necessità irrinunciabile di una giusta pena per il persecutore, ma anche gli indispensabili strumenti a protezione della vittima. Sono i due poli attraverso cui si sviluppa la riflessione di questo libro, nato da anni di esperienza diretta. Oltre agli elementi frutto della conoscenza dei casi giudiziari, nel volume si trovano indicazioni preziose come il decalogo per chi è finito nel mirino di uno stalker. Consigli elaborati per aiutare le vittime ad affrontare razionalmente la gestione della quotidianità. Alcuni punti: mai assecondare gli incontri sperando di porre fine alle molestie, evitare di manifestare qualunque tipo di emozione in caso di incontro, non accendere/spegnere il cellulare a orari fissi (per non comunicare involontariamente le proprie abitudini) e attivare sul telefono di casa il servizio di identificazione chiamate.”

       

 André Rieu - Seventh Heaven Love


COMMENTI

  1. il 27 febbraio, 2013 enrica,Co dice:

    E’ un argomento difficile, dove ancora una volta la donna paga un prezzo troppo alto, fortunatamente questa cosa nn l’ho provata, credo che anche sentirsi controllata, osservata, violata, nella tua quotidianità sia uno stress non indifferente, ho letto alcuni libri, uno dei quali aveva più racconti, storie diverse ma in realtà uguali, dove l’more diventa violenza e sopprusi e anche violenza fisica, dove la conoscenza da parte di un uomo,non ricambiato in amore, con la mente malata, diventa voglia di possedere e nn riuscendoci diventa ossessivo, con telefonaate appostamenti, biglietti sull’auto, e quant’altro, Sono sempre convinta che se si fanno le leggi, e poi i controlli sono scarsi, o peggio ancora per qualunque cavillo legale alcuni soggetti sono quasi subito liberi. per la donna che denuncia, si aggiunge sofferenza alla sofferenza, a volte queste vicende finiscono con violenza sessuale e fisica fino alla morte….le cronache dei giornali sono pieni di questi articoli, forse come si insegna l’italiano, la storia e la geografia, e tutte le materie, bisognerebbe insegnare ai nostri figli e nipoti, che nessuno è il possessore di nessun’altro, mai,!!!!! Poi si può scegliere di condividere una vita insieme ma con il rispetto del patner. Mi senbra che con più continuiamo nel progresso, indietreggiamo nel rispetto o forse è solo il mio modo di vedere

  2. il 27 febbraio, 2013 Lorenzo.rm dice:

    Un argomento cruciale fra i tanti. in cui c’è chiaramente una vittima ed un persecutore, in genere di sesso maschile, anche se risulterebbero sporadici casi di persecutrici. L’articolo ne sviscera tutti gli aspetti e consiglia anche sul modo di comportarsi. Fatelo, care amiche. facciamolo tutti, maschi e femmine, quando ne veniamo a conoscenza.

  3. il 27 febbraio, 2013 giovanna3.rm dice:

    E’ proprio così, amici, episodi di stalking possono proprio sconvolgere la propria vita, a me è accaduto, e posso confermarlo.
    Parlo di alcuni anni fa, da un giorno all’altro cominciai a ricevere telefonate, dapprima strane, una voce sussurrante, come di persona amica, bisognosa d’aiuto. Ma la voce cambiò presto tono e capìi si trattasse di qualche importuno. Interruppi subito la chiamata e non ci pensai più. Uno o due giorni dopo, una nuova telefonata e poi tante altre.. All’inizio, tuttavia, la chiamata poteva trarre in inganno, perché l’interlocutore cambiava voce, studiava il modo di attirare l’attenziome e solo dopo alcune frasi si faceva riconoscere. A quel punto, ovviamente, interrompevo la comunicazione. Questo rituale ebbe un seguito, purtroppo frerquente ma, in modo singolare, avveniva solo quando ero in casa, come se l’individuo conoscesse i miei spostamenti. Più tardi, mi resi conto anche di questo. Queste telefonate avvenivano, ormai, in modo regolare, notte e giorno. Ero molto preoccupata e non sapevo cosa fare: non avevo elementi sufficienti per denunciare una persona invadente, ossessionante ma sconosciuta. Ero diventa molto vigile al telefono e avevo affinato l’orecchio, pertanto capivo subito quando si trattava di voce contraffatta e sempre diversa, quindi interrompevo subito la chiamata.
    Qualche tempo dopo, cominciai a ricevere lettere strane: l’indirizzo era scritto a macchina, il mittente indicava una ditta o un istituto, nessun indizio particolare, quindi l’aprivo.
    Una precisazione: nella prima lettera questo individuo diceva che mi vedeva, sempre molto affrettata, la mattina, lasciare il cancello di casa e percorrere velocemente la strada, (infatti, mi recavo di corsa alla fermata dell’autubus per andare in ufficio). Questa affermazione mi fece capire, inequivocabilmente, che questa persona che abitava nella mia stessa strada…..
    Inizialmente si trattò di leggere espressioni d’amore, ossessive, fastidiose ma, tutto sommato, innocue. Comunque avendo qualcosa di preciso in mano, mi recai al Commissartiato di zona per sporgere denuncia e chiedere che mettessero il mio telefono sotto controllo. La risposta che ricevetti non risolveva assolutamente nulla: la denuncia contro ignoti lasciava il tempo che trovava e, per il telefono, mi risposero che il giudice non avrebbe mai dato l’autorizzazione di metterlo sotto controllo per motivazioni di molestia, e che ritornassi da loro con prove più “concrete”!!!
    Nel frattempo le telefonate e le lettere contuinuarono il loro percorso. Ma ora le lettere, che arrivavano, con il mittente sempre diverso, contenevano anche immagini pornografiche ed espressioni violente e ignobili.
    Vivevo ormai nel terrore di trovare qust’individuo, una volta o l’altra, al mio portone, magari in preda a qualche raptus violento.
    Ovviamente, appena ricevetti la prima lettera con foto porno incluse – ne seguirono altre, finché riuscii a individuare il tipo di busta e mittente inconfondibili e non le aprii più – mi recai di nuovo al Commissariato per consegnare prove, a mio parere, più consistenti…. Ricevetti più o meno le stesse risposte, e notai chiaramente l’aria un po’ seccata del Maresciallo che mi aveva intrattenuto. Non esisteva ancora la legge ad hoc per i casi di stalking, quindi tutto ciò che accadeva era lasciato al caso, e c’erano eventi, purtroppo, che si concludevano tragicamente.
    A questo punto, senza più alcun sostegno, nemmeno da parte delle istituzioni preposte, che dovrebbero assicurarci una certa tranquillità di vita civile, ripresi le mie abitudini, nella speranza che le ostilità avessero fine. Continuarono, invece, ancora per diverso tempo, poi cessarono, improvvisamente, con mio grande sollievo. Evidentemente, l’individuo in questione o si era trasferito o aveva raggiunto il Creatore!

  4. il 27 febbraio, 2013 giovanna3.rm dice:

    Grazie Enrica: i tuoi commenti sono sempre puntuali e molto
    precisi, colgono sempre il nocciolo della questione e, di fatto, positivi.

  5. il 27 febbraio, 2013 novella dice:

    mio avviso oggi le donne devon ancor vivere nel substrato della società, in apnea, non devon nostrà segni di vera felicità o libertà indipendenza ove non abbian supporti veri e intelligenti e cmq in troppi ambiti ove ti rivolgi ci son spesso persone non adeguate, non han il giusto vero spirito vera vicinanaza ke in effetti è difficile avere, cmq ci son ancora troppe caste ke stanno sopra le debolezze femminili………

  6. il 27 febbraio, 2013 armida.ve dice:

    Penso con rabbia e tanta pena,a quelle povere donne scomparse, uccise da uomini che pure, spesso, loro avevano denunciato. Cronache di morte annunciata, per mano di uomini che forse dicevano di amarle. Ma quale amore! Si può chiamare così il senso del possesso.. la gelosia, la vendetta per essere stati rifiutati? E poi non si chiamino in causa “gli esperti”, non si invochino perizie psichiatriche.. chi ha soldi se la cava con poco! Certo
    non ci può essere un poliziotto dietro ad ogni lampione. ma santo cielo.. quando c’è la denuncia.. svegliatevi, istituzioni!! E naturalmente.. donne, denunciamo.. sempre!!

  7. il 27 febbraio, 2013 Nembo dice:

    Parlare di questo fenomeno persecutorio è sempre importante divulgarlo il più possibile è importante. Dico subito a Giovanna che mi spiace moltissimo di quei eventi di stalking che ha subito, vero anche che anni fa, non c’era questo tipo di reato, e tutto si lasciava quasi sempre al caso, se non c’erano altri reati esposti da parte del soggetto coinvolto. Spero vivamente che il tuo persecutore sia andato al creatore. Volevo aggiungere altri consigli oltre a quelli descritti es. cambiare subito la scheda telefonica del cel., o cambiare numero di tel. fisso., non fare mai lo stesso percorso, se è possibile oltre fare querela presso l’autorità competente, scrivere su un diario orari, giorni, e sommariamente frasi dette del persecutore. Utile è avere testimonianze di familiari, amiche o amici non coinvolti emotivamente nella vicenda. Si ricorda che la pena è aumentata se a commettere la condotta persecutoria è fatta da un ex marito, fidanzatoo, o avere avuto una relazione affettiva (provata) con la persona coinvolta in questi brutte esperienze che le donne subiscono. Altresì la corte Costituzionale con una sentenza del 2010 n°25527, ha affermato che in tema di atti persecutori (ex art.612-bis)due episodi di minaccia o molestie -provate- sono sufficenti per configurare il delitto di atti persecutori se la vittima presenta stati di ansia, o paura tali da compromettere il normale svolgimento della vita quotidiana. Come ho letto nei commenti esposti, donne non dovete avere vergogna o timore, denunciate-denunciate e, vi posso dire che nei vari commissariati ora toverete supporto perchè vi sono delle persone qualificate che vi assistono per questo tipo di reato.

  8. il 27 febbraio, 2013 Lorenzo.rm dice:

    Ogni solidarietà a Giovanna per la disavventura capitatale. Meno male che è finita e che oggi c’è comunque una legge. Animo.

  9. il 27 febbraio, 2013 giovanna3.rm dice:

    Ottimo intervento Nembo, buoni anche i tuoi suggerimenti. Certo, oggi è facile cambiare scheda del cell., poi si è ascoltati, immagino, quando si sporgono denunce. Anni fa non era così, ci si sentiva assolutamente ignorati, quasi che il fatto non avesse nessuna entità per la Polizia, anzi ti facevano capire che per loro era una perdita di tempo!
    Cambiare il telefono fisso, inoltre, non era cosa semplice: dovevi aspettare tempi lunghissimi perché ci fosse un altro numero disponibile inoltre, poiché conosceva il mio nome e la via, in ogni momento avrebbe potuto farsi dare il nuovo numero dalla Telecom (o SIP, come si chiamava allora). Non credo fosse possibile chiedere un numero in incognito, come si può fare oggi….
    Come ho già detto, chi ha subìto questo tipo di persecuzione sa bene di che cosa parlo, è stato un periodo veramente brutto, non augurabile a nessuno.

  10. il 27 febbraio, 2013 Nembo dice:

    Dimenticavo: è bene ricordare che la proposta di esporre i fatti per una querela va fatta entro un termine di SEI mesi, altresì, credo ma non è ancora abbastanza incisiva, che da quando è entrata in vigore la legge sullo Stalking, Febbraio 2009, qualcosa è miglorato con art.662-Bis, -atti persecutori-prima si aveva l’art. 660 C.P., molestie!che era secondo il mio parere molto blando. Infine se la persona è in stato di gravidanza o minore, o se la persona è minacciata con armi, si procede d’ufficio.

  11. il 27 febbraio, 2013 sandra vi dice:

    HO letto molto attentmente questo tuo articolo sullo stalking,tratta certamente un argomento molto difficile e piuttoso scottante.purtroppo ne e’ sempre vittima una donnae lei che ne paga il prezzo piu’duro ,il piu’ delle volte colla vita stessa.Ma anche quando e’ vittima di continue persecuzioni ,sia verbali o telefoniche la sua vita ne rimane per sempre segnata.Ho letto molti libri sull’argomento e sempre se ne trae la soffoerenza che queste persecuzioni incidano sulle persone colpite e con quanta difficolta’ ne escano.,quando ne escono vive.

  12. il 27 febbraio, 2013 sandra vi dice:

    Io mi trovavo a CHIAVARI da mia cognata,stavo uscendo,come tutti i pomeriggi,per una passeggiata a mare ,mi si accosta una macchina ed un signore con un forte accento americano mi chiede come andare ospedale .Penso stia male,nn ho ancora formulato il pensiero s;avvicina una ragazza chiedendo se serve aiuto.IL signore scende e spiega che viene dall’AMERICA appena morto il padre ,tanti anni prima molto ammalato stato curato e salvato da un medico di CHIVARI.LUI ora deve dare a questo medico una somma anome del padre ,che nn ha dimenticato.Possiamo accompagnarlo.>lUI Avrebbe pagato disturbo,io rifiuto e dicO alla ragazza diamogli tutte le indicazioni ,”no signora|”risponde “vado io mio padre lavora all’ospedale conoscera’ il medico”>Io sciocca ,nn lascio una ragazza con uno sconosciuto salgo anch’io.Morale ,la ragazza telefona all’ospedale ,medico morto .somma da depositare notaio ,nn posso incaricarmene io? signore deve partire ,mi da soldi io gli do 300 euro o quello che ho.La ragazza insiste e’ giusto nn ha signora qualcosa ?Mi rendo conto cosa ho fatto nella borsa ho soldi e carta di credito i due ,mi rendo conto sono d.accordo vanno verso l;ENTELLA fiume di CHIAVARI.Allora faccio la voce dura e dico accostate e fatemi scendere ,oal collo il salva vita premo e suona l’allarme .Mi hanno creduta ?Hanno visto gente ?Hnno cercato di calmarmi,signora nn dica niente ,per favore ….la riportiamo sul suo viale……Fermate ho urlato.hanno fermato ,sono scesa colle gambe che mi cedevano e ..pin piano sono tornata a casa.Non sto a dirvi cosa me ne hanno detto a casa…..

  13. il 27 febbraio, 2013 giovanna3.rm dice:

    Sandra, come ti capisco…..per fortun a hai avuto l’accortezza di premere il salvavita e si sono spaventati….poteva, ovviamente, finire molto male….
    Maledizione, finirà che non si potrà dare aiuto nemmeno a chi stia davvero male o abbia necessità reale di solidarietà! Tutto ciò è terribile e a me fa orrore!

  14. il 27 febbraio, 2013 Giuseppe3.ca dice:

    L’avventura peggiore è questa raccontata da Sandra. Sono casi che non sempre vengono denunciati ma sono purtroppo frequenti anche questi.

    Sandra, quando hai capito la situazione la tua prontezza di spirito ti ha salvata e ti è andata bene considerando che ti sei venuta a trovare con dei professionisti del crimine di questo tipo. Non bisogna mai fidarsi di nessuno!

  15. il 27 febbraio, 2013 novella dice:

    anke perkè anke oggi le denunce sono rifiutate + o -. m’è successo dare aiuto persona me vicina e il medico curante del violento ha avuto ignobilezza diciamo chiamare medici ospedale e date compiacenze loro mafiose han diminuiti dì diagnosi, e contro il pazzo zero han potuto ki voleva aiutare la vittima vera

  16. il 27 febbraio, 2013 Sara dice:

    Capita che le persone disturbino anche al telefono di casa.
    A volte sono anche donne, purtroppo e per davvero!
    Ci si rivolge al proprio gestore, il gestore fornisce un numero di telefono apposito che, consultandolo, “blocca” gli squilli molestatori al telefono di casa: quegli squilli continui e a vuoto, che si ripetono a tutte le ore del giorno e della notte. Sì, parlo di stalking.
    Si ottiene un numero di codice, lasciando i nostri dati personali, e quella persona che molesta da quel suo numero di telefono non avrà più la possibilità di accedere al nostro numero di telefono, anche se noi non sappiamo proprio chi sia.
    Se immaginiamo chi è, potremo avere la conferma delle nostre supposizioni, poiché quella persona molestatrice non potrà accedere al nostro numero di telefono, cosa che magari, faceva prima, fingendo di essere una persona educata, rispettosa … Gli squilli molestatori saranno così immediatamente bloccati.
    Certamente la persona che ha questi comportamenti intimidatori è una persona malata: un molestatore/molestatrice che vuole innervosire, e parecchio, la persona che ha preso di mira.
    Chi si comporta così ignobilmente è una persona già conosciuta da altri, come “persona disturbata”.
    Ci si deve difendere, con fermezza e con coraggio, a volte anche ignorandola … credo sia anche questa una tattica, ma non sempre è possibile agire così, sono d’accordo!
    Mettersi a discutere e pensare di sistemare tutto, con lei, non serve! L’indifferenza, molte volte è la miglior arma, ma non sempre!
    La denuncia spesso è essenziale e doverosa!
    Mai dimostrare di avere paura, il molestatore/molestatrice avrebbe così raggiunto il suo scopo!

  17. il 28 febbraio, 2013 novella dice:

    infatti c’è ki ama intimorire gente pe sentissi superiore del cavolo

  18. il 28 febbraio, 2013 giovanna3.rm dice:

    Sara, veramente interessante e prezioso il tuo commento: farà senz’altro piacere e sarà, soprattutto utilissimo ad una persona che conosco e che ha problemi di molestie telefoniche…. Questi accorgimenti e aiuti non c’erano anni fa, cara Sara, ed era proprio disperante cogliere l’espressione piuttosto annoiata delle forze di polizia, alle quali si rivolgeva c,hi aveva il coraggio di farlo. In altri termini, ben vengano tutte le tutele possibili che, mi auguro, siano efficaci, come dovrebbe essere la legge relativa allo Stalking.
    Grazie ancora.

  19. il 28 febbraio, 2013 scoiattolina dice:

    Un argomento delicato……le donne devono sempre pagare un prezzo alto nella societá……giovanna è stata fortunata la cosa non ha avuto un seguito grave, anche se x giò, la paura è stata molta……ma x altre vittime le cose nn si sono fermate solo alle minacce, in molti casi purtroppo hanno dovuto pagare con la loro stessa vita ……finirà mai? …..

  20. il 28 febbraio, 2013 Cecilia Zenari dice:

    Chi fa del male se lo aspetti, perché prima o poi tutto ritorna, come un boomerang.
    Non si sa come o da dove, ma le cattiverie si pagano e … con gli interessi!
    Chi fa dello stalking bene non sta, di sicuro!
    Una serena giornata a tutti.

  21. il 28 febbraio, 2013 franco muzzioli dice:

    Personalmente sono a conoscenza di un paio di stalkyng (inglesismo che odio) , di amanti (femmine) che tormentano alla follia due mariti che hanno fatto la fesseria di avere una storia con delle “pazze”….per dire che la follia sessuale o “d’amore”…non ha genere.

  22. il 28 febbraio, 2013 cicco53 dice:

    Ciao a tutti, l’argomento è molto interessante che assume carattere spiacevole in quanto è un comportamento violento nei confronti delle donne, con cause devastante che sono difficili da dimenticare ecc. La molestia è dovuto al comportamento che assume ogni volta caratteristiche diverse che è dovuto ai nostri vissuti che la psicanalisi spiega molto bene, certo non bisogna giustificarli nella maniera più assoluta, sono da condannare e curarli.

  23. il 28 febbraio, 2013 cicco53 dice:

    Che cos’è la psicanalisi.
    ……………………………………….

    Con la psicanalisi ,fondata da Sigmund Freud (1856-1939),la psicologia è entrata in una nuova rivoluzionaria fase,coinvolgendo la scienza l’arte e soprattutto la nostra vita più profonda. La scoperta centrale della psicanalisi è che la personalità umana possiede come un immenso e inesplorato serbatoio (l’inconscio) che, pur non apparendo mai alla coscienza ,agisce tuttavia di continuo. Se un trauma infantile o un ‘educazione eccessivamente autoritaria e repressiva,hanno provocato conflitti insuperabili ,paure,angosce,inibizioni, ecc, i sentimenti che ne nascano vengono “rimossi” e portati in questo serbatoio da dove continuano a influenzare la personalità,senza che la coscienza se ne accorga. Nascono cosi strani comportamenti ,tic nervosi, lapsus,pensieri o idee improvvise,paure irragionevoli ,manie ,sbadataggini e perfino sintomi fisici come palpitazioni,vertigini,disturbi intestinali,gastrici e altri anche più gravi,che la coscienza non si sa spiegare ma che hanno origine dal ripetersi della situazione infantile che li ha provocati. L’importanza delle esperienze infantili e dell’educazione ricevuta è dunque basilare . A volte questi sintomi assumano una certa gravità e creano difficoltà alle persone:si parla allora di nevrosi;se queste difficoltà sono ancora più gravi si passa allora alle psicosi ,cioè alle malattie mentali. L’inconscio ha dunque un enorme potere sulla vita umana ; può farne la felicità o la rovina. D’altra parte è difficile,per il particolare tipo di società in cui viviamo e per l’educazione che riceviamo, crescere senza conflitti o repressione . Quindi tutti,più o meno,abbiamo tratti nevrotici . Ed ecco che la psicanalisi ci propone ,allo scopo di vivere in modo più completo e più felice,di analizzare il nostro comportamento e di scendere fino in fondo, fino all’inconscio ,per scoprire il perchè dei sintomi che ci preoccupiamo . Sono solo la coscienza e il recupero di tutte le nostre possibilità effettive che ci garantiscono una vita migliore. Questo ci può fare capire l’andamento del voto istituzionale governativi , che la coscienza di ognuno ha seguito un andamento fuori della norma, che ha portato ad una instabilità grave, con conseguenze che nessuno di noi può capire la portata. Buona riflessione .

  24. il 28 febbraio, 2013 giovanna3.rm dice:

    Caro Franco, senza desiderio di polemica, ma riferendomi a studi e dati ufficiali, desidero replicare al tuo commento che riguarda il problema delle molestie assillanti, persecutorie, aggressioni, fisiche, violenze che talvolta giungono all’uccisione della vittima: non uso volutamente il termine “stalking” che tu non prediligi.
    Ebbene, sicuramente esistono anche delle “molestatrici”, come tu stesso hai voluto indicare, ma credo di non sbagliare nel considerare il numero di queste ultime, sia pure “assillanti”, assai risibile.
    Non è così, per gli atti persecutori, per gli atti di molestia assillante alla persona, per le aggressioni fisiche, le violenze sistematiche, talvolta fino all’uccisione. Queste definizioni, ahimé, sono di stampo prettamente maschile.

    L’art. 612 bis del C.P. regolamenta e punisce gli Atti persecutori.

    A questo proposito vorrei riportare, qui di seguito, il contenuto di una ricerca specifica:

    “Secondo gli studi della Sezione Atti persecutori del Reparto Analisi Criminologiche dei Carabinieri, gli Stalker potrebbero inquadrarsi (a stretti pragmatici fini di polizia) in cinque tipologie:

    • il “risentito”, caratterizzato da rancori per traumi affettivi ricevuti da altri a suo avviso ingiustamente (tipicamente un ex-partner di una relazione sentimentale);
    • il “bisognoso d’affetto”, desideroso di convertire a relazione sentimentale un ordinario rapporto della quotidianità; insiste e fa pressione nella convinzione che prima o poi l’oggetto delle sue attenzioni si convincerà;
    • il “corteggiatore incompetente”, che opera stalking in genere di breve durata, risulta opprimente e invadente principalmente per “ignoranza” delle modalità relazionali, dunque arreca un fastidio praticamente preterintenzionale;
    • il “respinto”, rifiutato dalla vittima, caratterizzato dal voler contemporaneamente vendicarsi dell’affronto costituito dal rifiuto e insieme riprovare ad allestire una relazione con la vittima stessa;
    • il “predatore”, il cui obiettivo è di natura essenzialmente sessuale, trae eccitazione dal riferire le sue mire a vittime che può rendere oggetto di caccia e possedere dopo avergli incusso paura; è una tipologia spesso riguardante voyeur e pedofili.”

    Mi sembra che anche in questo caso, ci si riferisca ad una serie di aggettivi squisitamente maschili.

    Forse, sarebbe opportuno riflettere prima di avanzare considerazioni che hanno l’aspetto di verità assolute, che altri vorrebbero sottacere.

  25. il 28 febbraio, 2013 silvana1.ge dice:

    Argomento di grande interesse ! Mi sento di condividere i commenti che ho letto. Giovanna, leggendo la tua esperienza, si tocca con mano cosa si può provare quando ci si sente insicuri, non protetti da persone pericolose. A me è capitato uno stalking da parte..pensate un pò… di una donna. Chiaramente disturbata: mi aveva preso di mira senza neanche conoscermi, solo perchè ci incontravamo casualmente in treno ogni mattina andando al lavoro. La cosa è andata avanti per alcune settimane, poi chiesi aiuto agli agenti Polfer che conoscevo per motivi di lavoro, ed ebbero la cortesia di scortarmi fino all’ufficio per qualche settimana. Non senza aver dichiarato alla signora quali rischi corresse se avesse proseguito nel suo progetto. La cosa si esaurì senza conseguenze. Ricordo però con quale circospezione e paura salivo su quel treno.
    Certo, lo stalking è una delle tante forme di violenza sulla donna che sottendono un modello culturale, quello del maschio, proteso al possesso dell’oggetto d'”amore”. Per superare questo tipo di mentalità, occorre fare prevenzione già in famiglia, attuando un progetto educativo improntato all’assoluta parità femmine – maschi da parte della madri, che hanno una grandissima responsabilità nel proporsi come modelli positivi, mai succubi del partner, protese piuttosto alla educazione dei sentimenti, che significa far interiorizzare ai figli ancora piccoli, sentimenti di rispetto per la persona, stimolando in essi via via la capacità critica nei confronti dei modelli della donna oggetto imperanti. Serve secondo me un cambiamento di tipo culturale che permetta alle giovani generazioni di interiorizzare il valore dell’amore come percorso a due che può cambiare. Amare non è possedere, ma condividere il benessere che si prova. L’amore sano non si basa sulla paura della solitudine: nessuno può riempire i nostri vuoti meglio di noi stessi. Il superamento di questi problemi non può essere che un progetto a lungo termine che coinvolga la famiglia, la scuola, le istituzioni. Un problema sociale, quindi, non individuale o di coppia soltanto..
    Bellissimo il video, romanticissima la musica, che evoca proprio la dolcezza dei sentimenti d’amore. Grazie Giovanna!

  26. il 01 marzo, 2013 giovanna3.rm dice:

    Ti ringrazio di cuore per il tuo intervento, Silvana. Racchiude una serie di suggerimenti precisi per una corretta educazione dei propri figli, con grande risalto al rispetto per la persona. Naturalmente si dovrebbe poter contare anche sulle istituzioni, ma non è sempre scontato.
    L’esempio di un corretto comportamento, comunque, dovrebbe iniziare dalla famiglia ed è questa una grande responsabilità spesso disattesa.

  27. il 01 marzo, 2013 giosue1.vi dice:

    ok

  28. il 01 marzo, 2013 giosue1.vi dice:

    io sono sempre della mia idea ,che un po di colpa ce la anche chi lo subisce ,poi voi donne che vi sentite sempre santerelle ci sara’ un motivo perche’ questi anno sempre piccole punizioni dal giudice , e poi mai si sente parlare la controparte ciao a tutti una piccola provocazione
    ,

  29. il 01 marzo, 2013 novella dice:

    gios il male è parte della follia forse della disumanità, certi limiti non sono accettabili da persone sconosciute spesso o anke vicine ke si atteggiano a migliori superiori e perciò diritto di correzioni cretine, il dialogo ad oltranza x i vicini bisogna essere sullo stesso piano quando ci si rispetta

  30. il 01 marzo, 2013 franco muzzioli dice:

    Cara Giovanna se …le “verità assolute” erano rivolte a me, penso tu non abbia letto bene le mie poche righe, ho detto solamente che sono a conoscenza di un paio di “stalking” di genere femminile …tutto qui!
    Poi se vai a leggere nel web vedi che le azioni riconducibili a questo tipo di “patologia comportamentale”,sono quasi paritarie tra i generi e che quelle subite dal maschio sono spesso sottovalutate o taciute…..poi è chiaro che tutto ciò che è stato detto è giustissimo e che bisogna stigmatizzare in maniera decisa tutti i comportamenti machisti e patologici….anche “veniali” come quello fatto da Berlusconi ultimamente.

  31. il 02 marzo, 2013 riccardo2.co dice:

    Rispondo a Franco M, quando parli conoscere alcuni casi di amanti impazziti/e, tralasci o non sai che ci sono dei disturbi comportamentali che non si possono conoscere fino a quando non ci si è dentro fino al collo, ti parlo di un disturbo della mente chiamato disturbo psicotico schizo affettivo, queste persone quando le conosci sembrano e sono normali poi quando capisci che c’è qual’cosa che non va ormai ci sei dentro, e inizia quello che si chiama stalkyng, nel mondo sono moltissime percone che soffrono di questo disturbo senza che parenti e amici ne conoscano ne capiscvano le cause, una volta portate a conosenza della malattia queste persone vengono curate, solo che nel resto d’Europa la legge dice che chi rifiuta le cure una volta riconosciuto il disturbo deve curarsi, mentre nel nostro paese grazie al sig Pannella e soci uno è libero di curarsi o di non farlo, poi ci lamentiamo di queste violenze subite sia da donne ( in maggior parte) che da uomini, e io dico a te, e anche ogli amici che leggeranno; guardate queste persone sono più di quello che si possa pensare, vanno aiutate, e obbligate ha curarsi, perche questo disturbo poi puo diventare lesivo per gli altri, e auto lesivo per loro stessi, mi scuso per questo articolo non sono uno psichiatra, ma più o meno è da vent’anni che sono in contatto con persone che hanno questa malattia, e volevo portare alla vostra conoscenza quello che certe volte noi diciamo; guarda quella donna/uomo com’è strano che cavolate combina è proprio pazzo: non è pazzo soffre di un male non più oscuro che se reso edotto, e se lo accetta può benissimo curarsi e non dare/avere più problemi nel rapportarsi con gli altri.
    saluti al bosco Riccardo

  32. il 02 marzo, 2013 Giuseppe3.ca dice:

    Ritengo che il male sta da entrambe le parti in egual misura. Certe devianze comportamentali dipendono, forse, da uno stato psichico di atavica memoria che persiste ancora oggi in molte menti poco sviluppate. Taluni, uomo o donna non fa differenza, ritengono che una volta iniziato un rapporto con il partner, questo diventa automaticamente una proprietà senza diritto di recesso annullando e non riconoscendo la libera scelta del singolo. Da qui nasce la persecuzione che scaturisce sicuramente da un male psichico da curare.
    É stato chiesto il mio modesto parere e spero di aver dato una risposta soddisfacente.


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