VACANZE IN CENTRO BENESSERE di Gabriella.bz
Scritto da Giuseppe il 18 Novembre 2017 | 16 commenti- commenta anche tu!
VACANZA IN CENTRO
BENESSERE
Quest’anno non sono andata in vacanza, né al mare, né in altro luogo, ci pensavo ogni tanto, ma poi lasciavo perdere, le farò migliori il prossimo anno. Non è detto che bisogna andarci tutti gli anni, avevo solo un desiderio, andare in uno chalet dove ci fosse poca gente per starmene in montagna da sola a passeggiare e scrutare il sole o la luna attraverso i fitti alberi, ma poi sorvolavo e mi dicevo: andrò il prossimo anno. Qualcuno può pensare, vivi già in montagna... ma io vivo ai piedi dei monti, in una bella città, ma sempre città rimane. Il bosco che avevo tanto vicino, ora è lontano, devo prendere due bus per arrivarci e per fare una passeggiata in quel paradiso, in quel luogo che mi ha dato tanti spunti per racconti e dove io ci vivevo tanto bene. Certo avevo sempre da cozzare contro i dialetti tedeschi, ma forse ci rimanevano più male loro di me. Poche settimane fa la mia amica Anna mi chiede se voglio andare in un centro di benessere per alcuni giorni.
Non è che non mi piacerebbe faccio io, ma avevo in testa di andarmene in uno chalet senza tante persone; me ne avevi parlato, ed è per quello che ti chiedo di venire con me, il centro è in montagna e ci sono pochi posti perché vogliono il riposo, una cura di benessere oltre che al corpo anche contro lo stress. Se esci dalla casa di cura trovi solo boschi oltre la strada per ritornare a casa, il tutto mi ha incuriosita dopo alcune altre informazioni abbiamo preso appuntamento per cinque giorni. Al giorno prestabilito siamo arrivate io avevo portato il computer, sapevo che il posto non era in Alto Adige, ma nel Trentino, era una delizia per me, mi sembrava di ritornare alla mia casa natia, anche se le località erano un po’ lontane, ma i dialetti li conosco tutti, che bello! E per finire c’era l’italiano.
La sera mentre Anna chiacchiera con le poche persone che riposano sulle varie poltrone, io esco e mi sembra di vedere il cielo del mio paese, le stelle che c’erano più di mezzo secolo fa. Il ricordo della mia infanzia mi rompe il cuore, penso alla mamma, una persona dal cuore d’oro come penso tutte le mamme, ma che strano ho sempre creduto che la mia fosse superiore alle altre, forse perché era la Mia.
Il papà che è vissuto così poco, se ne è andato quando forse avevo più bisogno di lui; le montagne senza il suo aiuto sono state un grosso macigno, anche se le ho sempre amate. Quando non ero più tanto ragazzina ecco il mio amore, ci siamo sposati giovanissimi. Se ne è andato lassù anche lui troppo presto, guardando il cielo mi chiedo se mi stanno ad osservare oppure no. Sento dei passi dietro le spalle, sono sicura senza guardare di chi si tratta, è Anna, la mia amica, che viene a controllare. Vieni, hai finito di parlare? Trovi sempre da attaccare bottone, vieni che ci facciamo una passeggiata nei boschi; io di notte non vado in giro, e ti prego di ritornare con me, mi dice. Si per questa sera entriamo domani si vedrà.
L’indomani non avevamo neppure da pensare di uscire, un appuntamento dopo l’altro, io ero andata altre volte in alberghi per la cura del benessere, ma avevo una certa libertà, qui invece si passava da una piscina ad un massaggio, da una sauna con il fieno ad altro, sembravamo carambolate da un lettino all’altro, da una sala all’altra.
Tre ore fra pranzo e riposo, l’unica sosta il primo giorno. La sera ho mangiato e sono uscita senza avvisare, avevo bisogno della mia libertà, e del mio amato silenzio. Mi mancava il silenzio, dove io fossi non importava, in casa o in giardino ascoltavo un ramo mosso dall’aria, un fiore che si inchinava per quel leggero venticello, o un gattino che si strusciava attorno perché mi conosceva. Un silenzio fatto di rumori quasi impercettibili.
Tutto quel niente, ma che per me era tanto, non parlo poi del silenzio del mio balcone, dove l’unico rumore era il ticchettio del mio computer, era l’unico che poteva dare fastidio, ma il suo battere era tanto leggero. Finisco di pensare e ritorno in albergo prima che mi vengano a chiamare, domani c’è in previsione una lunga camminata per i più coraggiosi e una meno lunga per altri, prima di decidere domani mi farò dare la mappa per vedere quale è meglio fare. Abbiamo deciso tutti per la lunga, è una strada di montagna bella e in caso di emergenza può venire una macchina in soccorso, con Anna ci siam dette, vediamo quale di noi comincia prima a dare segni di stanchezza, e chiacchierando andavamo a ritroso nel tempo, quando i nostri ragazzi della stessa età venivano con noi a raccogliere i funghi, ma loro facevano finta di cercare e si sedevano per raccontarsi le varie storielle delle scuole e dei loro primi amori. Cammina e parla siamo arrivate tranquille senza stanchezza, non era una strada con forti pendii, ci siamo poi divertite come da tanto non succedeva a vedere un paio di signore con tacchi che non riuscivano più a camminare. 
C’era scritto PREFERIBILMENTE scarpe da montagna nel programma. La giornata è andata bene, ma la sera sono andata a cercare le stelle. La settimana piano piano è trascorsa bene e devo ringraziare di tutto questo Anna, che è sempre stata una mia cara amica. Ritornata a casa con dei souvenir da montagna, una bottiglietta di mugo di pino, una corona per il prossimo avvento, e dei fiori secchi da abbellire la casa, mi sono detta, ecco fatte le vacanze anche quest’anno!
Ciao amici sono nuovamente a casa.





