DEDICA A NICOLETTA di Lorenzo
Scritto da Giuseppe il 31 Ottobre 2020 | 24 commenti- commenta anche tu!
A NICOLETTTA
L’ho saputa La terribile notizia
L’ho saputa e tra l’incredulo
Il sorpreso
L’addolorato
Il disperato.
Sono rimasto infine attonito.
Ma è vero che non ci sei più
No che non è vero
Sei sempre qui e lotti insieme a noi
Compagna vera umile simpatica
Sincera Protagonista
di tutte le battaglie.
Senza veli e ritegni
Come solo le donne sanno essere
Un simbolo della giustizia
Contro le ingiustizie
Una voce forte e coraggiosa
In un mare di indecisioni
E incomprensioni.
Sempre all’avanguardia
Eri e ci sei e ci rimani
Ho imparato mille cose
da te Nicoletta
Il suono che ti individua
è generoso come te
Come eri e come sei rimasta
Nei cuori di chi ti voleva
E ti vuole bene
Senza se e senza ma.
Lode e onore a te cara
Ti sia lieve la terra
Non ti dimentichiamo
Nel ricordare la cara Nicoletta è d’obbligo citare la sua frase più ricorrente:
E non si può non rileggere alcune
delle sue dolcissime poesie
Sono un abitante del bosco,
la casa è piccola,
accosto le tende della finestrella.
metto gli scarponi e prendo il sentiero,
le castagne con tanti ricci
mi cadono in testa.
Sento le voci degli uccelli
e degli altri animali del bosco,
i primi raggi di sole
sono chiari e dorati
con riflessi rosa e arancione.
Una folata di vento
dal sapore un pò dolce,
il fiume scende da montagne lontane
tra pini, libellule
narcisi e iris lungo le sponde,
ninfee a pelo d'acqua.
Mi siedo, annuso,
arriccio il naso,
rimango così a contemplare
il miracolo della natura.
Ora nel bosco
ha smesso di piovere
rimane l'odore di muschio,
di felci, di terra,
qualche lumaca
cammina sul sentiero,
la luce sembra dorata.
Senti il vento
come scuote le foglie,
la sua voce possente,
dammi la mano
stringila forte.
Il vento mi portava
odori e profumi forti
del mare,
della pioggia,
profumi
dolci e piccanti
di capperi in fiore,
di ginestre vestite,
di inebrianti zagare,
e riempiva il mio cuore
di immensa felicità
e di gioia infinita,
dimenticando gli affanni
della giornata trascorsa
e di quella a venire.
Il bosco ci avvolgeva
ogni pomeriggio d'estate
la luce trapelava
tra alti faggi e abeti.
Una pigna cadeva,
il solito scoiattolo rosso
si divertiva saltellando
di ramo in ramo.
Seduta su un sasso
ti cullavo
con la dolce ninna nanna
bambino mio
bello come il primo fiore di primavera,
dolce come il cinguettio di un uccellino,
vivace come la lepre che vive nei boschi.






